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Autore: CheshireClown    02/07/2009    2 recensioni
"Inspira a fondo, la mente si rilassa fra le braccia di quel rozzo piacere che lo invade."
One shot incentrata su Leonard Apollo e sui suoi pensieri durante la partita dei NASA Aliens contro i Deimon Devil Bats.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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caro vecchio amico sigaro Caro vecchio amico sigaro




Inspira a fondo, Apollo.
L’odore del sigaro penetra con forza dentro di lui.
Frastornato, torna alla realtà.
Un carosello di gambe si muove freneticamente davanti a lui, da destra a sinistra e ritorno.
Svogliato, segue i volti pregni di sudore. Li vede contorcersi, accartocciarsi, dilatarsi ad ogni colpo inferto e ricevuto.
Stuzzica i muscoli facciali, Apollo, in un goffo tentativo di imitare quelle espressioni bestiali.
Scuote la testa, soffiando via dal suo corpo l’irritante veleno del sigaro.
Lo fissa mentre si sparge nell’aria, offuscando la sua visuale del campo.
I giganteschi corpi sfumano, si fondono fra loro in un’unica accozzaglia di colori.
Appoggia nuovamente il sigaro alle labbra e inala un altro po’ di quel rozzo veleno, stordendo quelle indesiderate voglie che ruggiscono dentro di lui.
Chissà dov’è finita l’aggressività che lo ha animato sin dall’inizio della partita.
Lo sguardo scivola alla sua destra, fino alla figura del giocatore che si sta apprestando ad entrare in campo.
La carnagione scura risalta contro il bianco dei guanti, le mani tentano freneticamente di allacciare per bene il casco.
Vede le dita tremare, Apollo, e conosce quella sensazione, nonostante non l’abbia mai provata appieno.
Sa anche cosa sta provando in quel preciso istante quel ragazzo, un’emozione che percorre come un brivido l’intero corpo.
Distoglie lo sguardo, continuare a osservare fa troppo male.
Non si sopporta, si è fatto intenerire con così poco. Il suo proposito è fuggito via, sbeffeggiandolo prima di scomparire del tutto.
Si domanda se è già entrato in campo, se sta già giocando, finché non lo vede correre davanti a lui.
Chiude gli occhi, cercando di non sentire lo speaker acclamare il suo giocatore.
Inspira con forza, rischiando un attacco di tosse.
Da quando ha cominciato ad avvelenarsi con i sigari?
Non si ricorda bene perché l’ha fatto, non crede di essere stato così debole da abbandonarsi al rude piacere del fumo solo per soffocare la rabbia, la tristezza, il bruciore della sconfitta.
Un energico grido annuncia il touchdown. Apollo sa che è inutile alzare lo sguardo per vedere chi ha segnato.
Digrigna i denti, odia doverlo ammettere, odia dover riconoscere la naturale abilità di Panther.
Si tortura le mani, seguire quella partita comincia a diventare una sofferenza per lui.
Obbliga il volto a sollevarsi, lo sguardo puntato sul campo e la mente esiliata altrove.
Sembra che si stia divertendo, commentano i suoi giocatori in panchina mentre seguono Panther giocare.
La gola gli si chiude in una morsa, le viscere sembra si contorcano su loro stesse aumentando il suo disagio.
L’inconscio riesuma vecchi ricordi sepolti nella sua memoria; nella sua testa riecheggiano voci diverse, lontane.
Uno speaker annuncia euforico l’entrata in campo di lui, Leonard Apollo. Gli pare di correre sull’erba sintetica, sorridere al pubblico, urlare contro gli avversari.
E pochi secondi dopo si accorge di essere ancora seduto su quella panchina a guardare chissà cosa oltre la linea di difesa dei Deimon Devil Bats.
Il sigaro riposa tranquillo sulle sue labbra, tingendole di un amaro sapore familiare.
Deglutisce, affondando i sensi nel rozzo piacere donatogli da quel gusto spiacevole.
Si agita, Panther, cercando di farsi notare da lui. Lo rassicura, sembra felice come non mai.
Vorrebbe poter dire di non capirlo, Apollo, ma mentirebbe.
Quell’entusiasmo è un amico di vecchia data delle sue fantasie.
Mordicchia la punta del sigaro cosicché il forte sapore esploda nella sua bocca.
I giocatori attorno a lui commentano, ridono, raccontano di Panther e del rispetto che prova per lui, un povero animale senza più uno straccio di sogno coerente.
Ogni parola che si aggiunge arriva sempre più sfumata alle sue orecchie, riesce solo a sentire il suo rumoroso respiro irregolare.
Guardare il campo è impossibile, ogni movimento graffia violento il suo debole animo.
Le mani si agitano; cerca di calmarsi mordendosi la tenera pelle dell’interno delle labbra.
Fra le sue dita, il sigaro assiste calmo al suo momento di incertezza.
Lo osserva, osserva colui che gli è rimasto sempre accanto, nel male e nel bene, se mai di bene ve ne fosse stato.
Lo stringe con forza fino a rendere bianche le nocche, credendo che aumentare la stretta gli infonda più sicurezza.
Lo appoggia fra le labbra, nude senza quel gusto di tabacco.
Inspira a fondo, la mente si rilassa fra le braccia di quel rozzo piacere che lo invade.
Si sente finalmente a suo agio, lontano da quella folla urlante, in compagnia soltanto del suo più caro amico.








Note dell'autrice
Si potrebbe definire questa fanfiction un tributo a Leonard Apollo, un personaggio che ho odiato dalla sua prima apparizione, fino a quando non è spuntato il suo passato. Non so bene per quale motivo, ma è diventato uno dei miei preferiti, nonostante ogni tanto qualche schiaffo spero glielo diano.

That's all, folks.


  
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