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Autore: The Blue Devil    14/04/2018    2 recensioni
In attesa di schiarirmi le idee sulla mia nuova (?) Long, pubblico questa cosuzza. Chiedo perdono, ma non ho resistito e mi è venuta così... ma Mariuccia è davvero così pura e innocente oppure... boh?
Dubbi sul Rating e sulla coppia: ho scelto "Arancione" e "Yuri" (anche se forse bastava "Shoujo-Ai").
Siccome vedo un bagliore lontano (l'Alabarda Spaziale?) che si avvicina, è meglio se vado.
Voi, invece, date un'occhiata per scoprire come si "pensa" sulla Terra...
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Maria/Maria Grace Fleed, Venusia/Hikaru Makiba
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I personaggi di questa storia appartengono a Go Nagai, Dynamic Planning, Toei Animation, Yamato Video, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Gazzettino, La Repubblica etc.
Avendo scritto ‘sta cosa per divertirmi non infrango alcun © che rimane agli aventi diritto.

 
 
Da parte degli autori non credo di correre rischi, ma da parte dei lettori... non ho resistito, mi è venuta così, ma... adesso vedo un bagliore lontano che si avvicina... che sia l’Alabarda Spaziale? Okay scappo!
 
Buona lettura
 
 
 
MI INSEGNI A "PENSARE" AL MIO ALCOR?
 
Maria-Grace Fleed, principessa del pianeta Fleed, nonché sorella minore di Actarus/Duke-Fleed, eroe difensore della Terra, fin da piccola, non riusciva ad addormentarsi se prima non aveva bevuto un bel bicchiere di acqua fresca. Questa abitudine, o necessità che dir si voglia, l’aveva accompagnata anche sulla Terra, pianeta sul quale era approdata in tenera età.
Anche quella sera, e, data l’ora, si potrebbe dire notte, il rito ebbe luogo: Maria si alzò dal letto e si diresse verso la cucina ma, passando accanto alla stanza dell’amica Venusia, fu attirata e allarmata da strani rumori che provenivano dal suo interno. Più che rumori, a Maria parvero lamenti. La ragazza di Fleed non ebbe difficoltà a sbirciare in quella camera, poiché la ragazza terrestre aveva incautamente lasciato la porta socchiusa invece di chiuderla. Facendo capolino con la testa in quella camera e non riuscendo a vedere granché nell’oscurità, chiamò l’amica:
«Venusia? Che succede, ti senti male?».
D’improvviso i "lamenti" e il movimento sotto le lenzuola cessarono; Venusia alzò una mano e, facendo cenno all’amica di andare, sibilò con voce roca:
«N-no... n-non ti preoccupare.. s-sto bene, forse un brutto sogno».
La principessa di Fleed, rassicurata, rispose, prima di chiudere la porta avendo cura di non fare rumore:
«Va bene, vado a dormire; pensavo stessi male. Buonanotte cara».
Un po’ perplessa per l’accaduto, Maria raggiunse la cucina e finalmente poté assaporare, benché si sappia che l’acqua non ha sapore, il tanto agognato liquido trasparente.
 
Il rito dell’acqua si perpetuò anche nei giorni successivi; le due amiche non ebbero l’occasione di parlare dell’accaduto e Maria non notò più nulla di strano.

Qualche tempo dopo, Venusia se ne stava, in piena notte, comoda nel suo letto a darsi piacere: supina, gli occhi chiusi, la bocca aperta e una mano tra le gambe. Improvvisamente sentì "qualcosa" di morbido entrarle in bocca e una mano delicata sovvrapporsi alla propria, per aiutarla a scivolare lì in mezzo...
Di colpo spalancò gli occhi e poté riconoscere la proprietaria della lingua che le stava esplorando la bocca soltanto dal dolce profumo di lei:
«Mmmh...», fu l’unico suono che le uscì, per così dire, di bocca.
Dopo un po’, la persona che la stava baciando e "massaggiando" staccò la propria bocca dalla sua e Venusia poté sibilare:
«M-Maria, c-che stai... oooh».
Maria, dato che era lei la misteriosa persona, rispose:
«Non so cosa tu stia facendo, ma sembra divertente! Qualche giorno fa ho pensato che stessi male, ma prima, quando ti ho sentita, mi è parso che ti stessi divertendo. Mi spieghi che stai facendo?».
Mentre pronunciava queste parole non aveva smesso di massaggiarla.
«B-basta, ora smettila Maria! Vai a dormire», protestò Venusia, scostandole la mano dalla sua intimità.
«Dai Venusia, dimmi che stavi facendo», la incalzò la ragazza di Fleed.
«E va bene», rispose esasperata l’altra, «Stavo "pensando" a una persona».
Maria ci pensò su un attimo e riprese:
«Scusa, bisogna fare così sulla Terra per pensare ad una persona?».
Sfruttando il silenzio dell’amica, abbastanza sorpresa dall’ingenuità dell’aliena, Maria proseguì:
«Ad una persona che ti piace? Forse... è mio fratello?».
Meccanicamente e senza pensarci, a Venusia scappò di bocca un "sì": non riusciva a crederci! Quella piccola strega le aveva fatto confessare una cosa che non aveva confidato a nessuno.
«Quindi stavi pensando ad Actarus. Per favore insegnami come si fa, poiché voglio pensare al mio Alcor».
Sempre più esterrefatta Venusia la rimproverò:
«No. Tu non puoi. Ti ho detto di andare a dormire...».
La principessa di Fleed si accigliò e strinse gli occhi:
«Venusia! Ti ordino di insegnarmelo».
«Mi ordini?», fece Venusia, al colmo dello stupore.
«Esatto! Io sono una principessa, e in quanto tale, posso dare degli ordini. Quindi: insegnami, questo è un ordine!».
La terrestre, tiratasi un po’ su, facendosi scivolare il cuscino dietro la schiena, ribatté, con aria divertita:
«Stupidella, sul pianeta Fleed sarai anche una principessa, ma qui, sulla Terra, sei identica a me».
Maria non si perse d’animo:
«Che hai detto? Ripeti un po’».
«Ho detto che, se sul tuo pianeta sei una principessa, qui...», cominciò Venusia, bloccandosi non appena ebbe capito dove la stesse portando l’amica.
«Appunto, l’hai detto: qui io sono identica a te. Quindi anch’io ho il diritto di "pensare" al mio Alcor, come tu "pensi" al tuo Actarus!».
Ricevuto l’ennesimo rifiuto, Maria saltò sopra di lei e, bloccandole i polsi sopra la testa premendoli sul materasso, rinnovò la sua "richiesta".
Venusia risultò irremovibile.
«Va bene», disse Maria, «Vorrà dire che dirò a mio fratello che tu "pensi" a lui tutte le notti. Credo sarà contento di sapere cosa fai sotto le lenzuola... anche se io stessa non l’ho ben capito; ma lui capirà di certo».
Mentre Maria saltava giù dal letto, liberandola, Venusia sbottò:
«No, no, no, non puoi farlo! Non ti azzardare...».
«Davvero? Vedi che glielo dico subito».
Dicendo queste parole, Maria si avviò, con studiata lentezza, verso la porta.
Venusia fu lesta a bloccarla afferrandole un polso:
«Aspetta!».
La figlia di Rigel non poté vedere il lampo di soddisfazione che balenò negli occhi di Maria, prima che lei si voltasse:
«Sì?».
«E va bene piccolo demonio! Vieni qui che ti insegno come si fa».
Trascorse un’ora, durante la quale il silenzio della notte fu riempito da sospiri, ansimi, mugolii e gemiti. Anche se non la portò al limite, durante la lezione pratica, per non correre rischi, Venusia le fece mordere il lenzuolo dopo averlo arrotolato.
Alla fine Maria sembrava soddisfatta e, per ringraziare l’amica, le diede un bel bacio, riassaporando la sua lingua.
«Venusia, mmh, mi piace il tuo sapore... mmh».
Era già alla porta quando sussurrò:
«Grazie amica mia, ora posso andare a "pensare" al mio Alcor».
Venusia la bloccò:
«Aspetta... anche a me piace il tuo sapore e... se ti va, torna anche domani notte: voglio insegnarti a "pensare" a lui ancora più intensamente...».
«Perché, è possibile "pensare" a una persona più intensamente di come abbiamo fatto oggi?», si stupì l’aliena.
«Certo», rispose la terrestre, «E, se vorrai, domani te lo insegnerò».
«Non vedo l’ora», cinguettò Maria, prima di aggiungere, «Buonanotte cara, fai sogni belli».
«Senz’altro. Buonanotte tesoro. Ti aspetto, domani», rispose Venusia, mentre la porta della sua stanza si chiudeva senza produrre il minimo rumore.
Rimasta sola, la pilota del "Delfino Spaziale", riprese a darsi piacere da sola, dato che si era parecchio eccitata ma non aveva avuto la sua parte.
«Demonietta... oooh... questa notte sei riuscita a farmi dimenticare Actarus... altro che pensare a lui, adesso in testa ho solo te... oooh... adoro la tua pelle,  il tuo profumo... oooh...».
Dopo quella volta gli "incontri" notturni delle due amiche proseguirono puntuali e nessuna delle due pensava più ad altra persona che non fosse una di loro: Maria "pensava" a Venusia e Venusia "pensava" a Maria...
 
FINE
 
 
© 1991~2018, The Blue Devil
   
 
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