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Autore: Alley    16/04/2018    2 recensioni
“Se ci fossi stato avrei potuto proteggerti.”
“O avresti potuto beccarti un colpo. Sono proiettili antiangelo, non caramelle.”
“Avrei corso il rischio” dice; allenta la pressione sul corpo di Dean, e respira, il ritmo cardiaco che prende a regolarizzarsi “Avrei corso il rischio, per te.”

[post 13x18, {mini}coda-fic] [Destiel, established relationship]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Pillole di bunker '
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Il reticolo nero si arrampica oltre lo scollo della maglia di Dean, disegnando ghirigori mortiferi lungo la sua pelle.


Per un momento, quella visione è tutto ciò su cui Castiel riesce a focalizzarsi. Il resto viene risucchiato da una specie di bolla che spegne ogni tipo di percezione, tranne una: in quel mare di vuoto, sopravvive un martellare furioso, incessante, che minaccia di frantumargli i timpani.


È il suo cuore che batte.


Un tempo, Castiel avrebbe relegato reazioni come quella agli effetti collaterali del possedere un tramite fatto di carne e muscoli e sangue. Un tempo, non gli avrebbe attribuito alcun significato particolare; non avrebbe avuto bisogno di tirare lunghi respiri per tenere la situazione sotto controllo, per evitare di collassare sotto il peso di emozioni senza nome.


La lampadina che esplode sul comodino di Dean rompe la stasi; lo fa con violenza, facendo scoppiare la tensione e spargendola nell’aria assieme alle schegge di vetro.


Prima che se ne renda conto, Castiel ha attraversato la stanza; strattona la stoffa per scostarla, scoprendo un grumo di sangue rattrappito e altri rigagnoli neri.


“Non è niente.”


Castiel ignora quelle parole; preme la mano sulla ferita e fa impattare Dean contro la parete alle sue spalle. Lui sostiene il suo sguardo, gli occhi duri e la mascella serrata.


Un tempo, Dean avrebbe temuto la sua rabbia; avrebbe provato a seppellire la paura sotto un’insolenza di plastica, ma Castiel l’avrebbe vista comunque.


“Che cosa hai fatto?”


“Niente, ti ho detto.”


Dean prova a sottrarsi al tocco, ma Castiel non glielo permette; usa la sua vera forza, quella a cui si impone di non ricorrere ogni volta che Dean scappa dai problemi anziché affrontarli e lui decide pazientemente di lasciargli lo spazio di cui ha bisogno.


Questa volta non andrà così. Questa volta, non si farà mettere da parte - non dopo che Dean ha varcato il portale come se tutta quella storia non lo riguardasse o lui non fosse qualcuno su cui fare affidamento.


Come se non meritasse di sapere.


“Cas---”


“Se ci fossi stato avrei potuto proteggerti.”


“O avresti potuto beccarti un colpo. Sono proiettili antiangelo, non caramelle.”


“Avrei corso il rischio” dice; allenta la pressione sul corpo di Dean, e respira, il ritmo cardiaco che prende a regolarizzarsi “Avrei corso il rischio, per te.”


“Beh, io no!” Dean ne approfitta per liberarsi dalla sua presa. Un tempo, Castiel non avrebbe saputo identificare il sentimento che vede emergere dal fondo dei suoi occhi, qualcosa di molto più simile al dolore che alla collera. “Non potevo--- non potevo correre il rischio di perderti di nuovo, Castiel. Di vederti morire davanti ai miei occhi di nuovo. Non potevo. Non---”


Tutt’a un tratto, Castiel non avverte più traccia del tumulto che gli si agitava dentro: era stato Dean a provocarlo ed è stato Dean a fermarlo.


Alla fine, tutto ha a che vedere con Dean. Castiel fatica a credere che ci sia stato un tempo in cui non fosse così.


Poggia ancora il palmo sulla ferita; questa volta, senza nulla che non sia semplice gentilezza. Un attimo, e la pelle torna immacolata.


“Neanch’io potrei sopportare di perderti.”


Dean lo bacia, a lungo e a fondo, gli tiene il viso tra le mani per trattenerlo; per non lasciarlo andar via.


In ogni caso, Castiel non aveva alcuna intenzione di allontanarsi.
  
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