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Autore: Khailea    17/04/2018    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Diana 
Nadeshiko 
Vladimir 
Ayame 
 
 
 
-Sono già carne morta.-
In seguito alla risposta di Jack quasi tutti si ammutolirono, tutti sapevano di quanto particolare ma era difficile immaginare una cosa simile, solamente Astral, Lacie e Daimonas rimasero impassibili, in effetti loro sapevano già quella cosa.
-Stai...scherzando vero?E' il tuo modo di fare infondo.-
Disse Diana guardandolo seria.
-Affatto, io sono morto.-
-Ma...questo significa che sei...uno zombie?-
-Penso proprio di sì. Ma non ho interesse nel mangiare cervelli.-
Rispose il ragazzo alla domanda di Grace. Moltissime domande iniziarono ad affollarsi nella mente di tutti i presenti, ma solo Khal le mise alla luce in un unico modo.
-Come è possibile?-
-Sono stato riportato in vita tramite un rituale, il tutto per un esperimento.-
-Direi che ha funzionato perfettamente...-
Disse Ailea grattandosi un braccio leggermente a disagio, ne aveva visti di cadaveri ma non uno che parlava, nonostante conoscesse Jack già da un po' quella notizia l'aveva scossa.
O meglio, aveva scosso tutti ed interessato altri, soprattutto il fatto di poter sconfiggere la morte.
Nessun'altra domanda però fu fatta, soprattutto a causa di qualcuno che entrò nella stanza in maniera burrascosa.
-Preparatevi ragazzi!E' il momento della sorpresa!Forza dobbiamo tutti uscire!-
-Che è tutta questa foga?-
Chiede Diana sorpresa di vederlo così, in effetti l'uomo stava letteralmente alzando tutti i presenti quasi costringendoli ad uscire.
-Vi piacerà, ne sono sicurissimo eheh.-
-Sarà meglio accontentarlo.-
Disse in un sussurro Vladimir prendendo per mano Nadeshiko.
Tutto il gruppo uscì così dall'abitazione venendo guidati dal padre verso quasi il limitare del bosco.
-Ci potrebbe dire che cosa riguarda la sorpresa?-
Chiese Ayame iniziando a camminare più velocemente per poter guardare l'uomo in faccia.
-Beh visto che ormai siamo arrivati...si tratta di una particolare caccia al tesoro ideata da me. Dovrete semplicemente dividervi a coppie, io vi darò il compito di trovare un oggetto nella foresta e voi dovrete tornare da me una volta trovato.-
-Sembra facile.-
Disse Seraph guardandosi intorno, nonostante il buio non avrebbe avuto problemi ad orientarsi.
-Ovviamente per la vostra sicurezza vi dividerete a coppie, scegliete in fretta così potremo incominciare.-
Non servì molto tempo per questo, le coppie vennero formate nel seguente modo: Ayame e Lighneers, Daimonas e Jack, Grace e Milton, Seraph e Sammy, Ailea e Khal, Alexander ed Hope, Diana e Zell, Nadeshiko e Vladimir. Siccome rimanevano tre persone, ovvero Astral, Lacie e Johanna, venne deciso di sistemarsi in un gruppo da tre.
-Mi raccomando ragazzi, non pensate ad altro che a divertirvi!-
 
 
 
 
Gruppo di Ayame e Lighneers:
-Oooh che paura!Non so proprio come farei se non ci fossi tu amore mio...-
Da quando erano rimasti da soli Ayame aveva approfittato di ogni istante per strusciarsi contro il ragazzo e cercare d'avvicinarlo, ed anche se ogni tentativo era fallito non si dava per vinta.
-Sono certo staresti benissimo.-
Rispose il ragazzo alzando gli occhi al cielo, personalmente avrebbe preferito non partecipare a quel gioco e stare in disparte lasciando divertire gli altri ma il signor Edward non gli aveva lasciato scelta.
Ciò che dovevano trovare era una candela bianca e gli era stato lasciato un indizio, "L'oggetto si trova in mezzo ai tanti, i quali hanno vestiti diversi, di un colore particolare, ma quando viene freddo si devono spogliare. Ciò che si deve ricordare è il non dar per scontato le piccole cose".
-Forse dovremmo fermarci per capire dove siamo, magari stendendoci l'uno sopra l'altro...-
Disse Ayame accarezzando con un dito il petto di Lighneers.
-E questo come dovrebbe aiutare?-
-Beh, darebbe sicuramente molto piacere...-
Sospirando il ragazzo rilesse il foglio, non era difficile per lui capire a cosa facesse riferimento tuttavia con lei vicino quella ricerca sarebbe stata eterna ma, soprattutto, qualcosa gli diceva che lei avrebbe fatto di tutto per farla durare a lungo.
-Ascolta, ho capito ciò che provi per me, ma è assolutamente immeritato ed insensato. Non stare a perdere tempo.-
-Non è una perdita di tempo, ogni istante con te mi rende felice.-
-Ma io non ti corrispondo Ayame. Penso che tu l'abbia capito.-
-Oh tesoro, hai solo bisogno di conoscermi meglio. Inoltre credo non sarei qui se il tuo fosse un completo no.-
Rispose la ragazza stringendogli il braccio, non importava cosa lui dicesse, Ayame seguiva il proprio ossessivo cuore, che le diceva di non mollare l'osso. Il suo sentimento era sincero e, soprattutto, se voleva che l'amasse sarebbe riuscita ad ottenere il suo risultato.
-Però stai anche facendo amicizia insieme agli altri, o almeno provi.-
-Sì, qualsiasi cosa possa farti felice la farò.-
-Dovresti farlo per te, non per me...comunque sicuramente riuscirai a trovarti meglio con il tempo.-
-Fatta eccezione per alcuni credo di non esser andata male fino ad ora. Certo, un po' di stile in più non guasterebbe a nessuno, ma non mi riguarda.-
Si stavano inoltrando sempre di più nella foresta ma qualcosa aveva iniziato a cambiare ed entrambi lo percepivano, ogni loro passo era sempre più difficile da fare, come se ci fosse qualcosa di appiccicoso sotto le suole.
Ad un certo punto la gamba di Ayame venne afferrata da dei ciuffi d'erba che, inspiegabilmente, si erano allungati afferrandola.
-Non sono tipa da cavigliere.-
Disse la ragazza guardandosi il piede ed azionando la propria motosega, forse era un metodo un po' esagerato ma fu decisamente utile a rimuovere l'erba che la bloccava.
Lighneers inginocchiandosi sull'erba tagliata ne prese qualche ciuffo esaminandoli.
-Molto interessante...-
-Che cosa tesoro?-
Chiese Ayame appoggiando il proprio seno alla schiena di lui ed abbracciandolo.
-Quest'erba è elettronica, probabilmente siamo in un'area il cui terreno è stato sostituito con questa. Probabilmente reagisce anche ai movimenti visto che ora che siamo fermi non si muove. -
-Quanto sei intelligente...-
Continuò la ragazza accarezzandogli i capelli, nel momento in cui lui si alzò però, visto lo scatto e la poca grazia, finì per cadere a terra.
-Se c'è qualcosa di simile vuol dire siamo vicini al nostro obbiettivo.-
Senza dire nulla Lighneers si avvicinò ad uno degli alberi ed iniziò a strattonare uno dei rami più lunghi e robusti arrivando a staccarlo.
-Con questo potremmo capire se ci siano altri giochetti simili.-
Doveva ammettere però d'esser colpito dall'inventiva dell'uomo, se non fosse stato lui probabilmente si sarebbe spaventato leggermente.
Ayame nel frattempo era stata ben attenta a non alzarsi da terra.
-Perfetto tesoruccio, mi aiuteresti ad alzarmi?-
Chiese allungando con sguardo malizioso una mano verso di lui, ciò che voleva veramente era attuare il suo precedente pensiero ovvero farlo sdraiare accanto a lei, ma nuovamente non servì a nulla visto che l'altro gli porse l'altra estremità del ramo.
-Mi vuoi abituare fin da subito a queste lunghezze?-
Chiese divertita giocherellando con la punta, non rimase però a terra ancora a lungo ed i due ripresero a camminare.
-Ehi Lighneers, che ne dici di raccontarmi qualcosa di te?-
-Non c'è molto da dire oltre a ciò che vedi.-
-Oh non penso proprio, qualcosa mi dice che nascondi molto più di ciò che appare.-
-Le apparenze ingannano, sono solo un ragazzo come tanti, a cui piace la buona musica ed il buon bere.-
-Ma sembri anche una persona molto intelligente.-
-Questo è soggettivo, per alcuni anche una papera può essere intelligente.-
Rispose lui facendo spallucce, non voleva rivelarle troppo di sé soprattutto perché rischiava di farla attaccare ancora di più.
Ed a proposito di qualcosa che si attaccava, all'improvviso l'erba che il ragazzo stava colpendo con il bastone afferrò l'oggetto strattonandolo fino a strapparlo dalle mani del ragazzo.
-Sempre meglio, vediamo un po' se...-
 In mezzo ai vari alberi c'era un'unica cosa che stonava, ovvero un tronco tagliato a metà.
-Qualcosa mi dice che la candela si trova lì dentro.-
-Basterà la mia motosega per tagliare tutta l'erba.-
-Aspetta Ayame non credo...-
Prima che potesse dirle qualcosa la ragazza aveva già azionato la propria arma e, ridendo, aveva preso a tagliare l'erba attorno a sé.
L'unico motivo per il quale rideva era per il fatto che quest'ultima opponesse resistenza e non capitava certo tutti i giorni di vedere una cosa simile, le risate però dovettero spegnersi quando si rese conto che anche i più piccoli ciuffi stavano andando ad incastrarsi tra i denti della motosega e, prima di poterlo impedire, la bloccarono.
-Ma che diavolo!Non vi azzardate dannati cosi!-
La ragazza iniziò a strattonare l'arma ma più si muoveva più la situazione peggiorava e l'erba iniziava ad avvicinarsi pericolosamente alle sue braccia.
-Ayame ferma, continuando così verrai bloccata.-
Disse Lighneers mettendogli le mani sulle spalle.
-Ma è la mia motosega!-
Protestò la ragazza appoggiando la testa sulla schiena di lui, per godersi quel contatto aveva anche smesso di muoversi ma non avrebbe lasciato l'arma tanto facilmente.
Tuttavia diede comunque modo a Lighneers di notare qualcosa di utile.
-Guarda, se non ti muovi l'erba lentamente si ritrae, ti basterà appoggiare l'arma o star ferma per un po' e si sistemerà tutto.-
Ayame serrò leggermente le labbra, il suo orgoglio le impediva di lasciare la motosega ma così non sarebbe potuta rimanere vicino a Lighneers.
-Ma se l'erba attorno è così come faremo allora a raggiungere il tronco?-
Chiese la ragazza guardandolo, in effetti quella domanda aveva senso, ma Lighneers ci aveva già pensato.
-Possiamo usare gli altri alberi vicino, ci basterà arrampicarci e calarci sul tronco.-
-Va bene, mi fido di te.-
Così Ayame, seppur a malincuore, lasciò l'arma a terra seguendo Lighneers verso l'albero più vicino, il ragazzo aveva già calcolato il percorso migliore ma anche seguendolo era chiaro avrebbe avuto bisogno di lei.
-Sei capace di arrampicarti?-
-Mmh non penso abbastanza...forse dovrei salire sulle tue spalle...-
In realtà sapeva arrampicarsi ma un'occasione così era da sfruttare.
-Va bene allora, ma tieni le mani apposto.-
-Mi punirai altrimenti?-
Chiese Ayame aggrappandosi alla sua schiena e leccandogli il collo con la punta della lingua.
-Potrei sempre farti stare in compagnia di qualcuno che non sopporti, infondo non è difficile riconoscerli. Oppure potrei diventare ancora più freddo nei tuoi confronti.-
-Va bene Lighuccio, farò la brava.-
Senza aggiungere altro Lighneers iniziò ad arrampicarsi sul tronco dell'albero, raggiungendo dopo poco uno dei rami più robusti che permettesse ad entrambi di saltare sul prossimo.
Non fu difficile per lui muoversi nonostante il peso della ragazza, che non era nemmeno troppo in fin dei conti, arrivarono così praticamente sopra al tronco di loro interesse.
L'albero era stato tagliato a metà ed al centro del taglio era stata scavata una piccola conca ed al suo interno, come Lighneers aveva supposto, si trovava la candela.
-Bene, ora cosa facciamo?-
Chiese la ragazza guardando verso il basso.
-Io mi aggrapperò ad un ramo, tu scivolerai su di me e afferri la candela. Così non toccheremo l'erba.-
-Poi torniamo a prendere la mia motosega.-
-Certamente.-
Scelta la strategia il ragazzo si sedette sul ramo, fortunatamente abbastanza robusto da resistere, e vi si aggrappò con le gambe, dopo di che si lasciò lentamente cadere all'indietro mentre teneva le caviglie di Ayame.
-Avrei dovuto indossare una gonna.-
Sussurrò la ragazza mentre cercava d'afferrare la candela, mancavano pochissimi centimetri ma per quanto si muovesse non riusciva a prenderla.
-Un po' più giù Lighneers.-
-Ok.-
Allentando la presa delle gambe sul ramo il ragazzo permise ad Ayame di afferrare finalmente l'oggetto, tuttavia quando lo fece ebbe una pessima sorpresa.
Una serie infinita di scarafaggi aveva iniziato a salire sul braccio della giovane, tentando d'infilarsi nei posti più impensabili.
-Che schifo, non pensateci nemmeno.-
Disgustata ma per nulla impaurita Ayame iniziò a togliersi gli insetti di torno, che però grazie ai suoi capelli vicini riuscivano comunque a risalire.
-Vi brucerò tutti!-
Urlò spazientita lei iniziando a muoversi.
-Ayame ferma, così il ramo...-
Prima che Lighneers potesse concludere la frase il ramo si spezzo a causa sia del peso dei due che dei ripetuti movimenti della ragazza, i due caddero rovinosamente a terra mentre gli insetti continuavano a muoversi sul corpo della ragazza.
C'era però qualcosa di peggio...a causa della caduta erano ovviamente arrivati a toccare l'erba che, appena li aveva avvertiti, aveva iniziato a stringersi attorno ai due bloccandoli in una posizione alquanto equivoca.
Lighneers infatti si trovava sopra ad Ayame con il viso bloccato sul suo seno, la ragazza era caduta con le gambe aperte che avevano repentinamente accolto l'altro.
-Ayame va tutto bene?-
-Oh si Lighneers, se potessi togliermi questi vestiti però starei ancora meglio...-
Nel frattempo i fili d'erba li stavano stringendo tra loro sempre più, perfino gli insetti erano stati catturati e così tolti dai loro corpi.
Ayame ricordando come funzionava quella cosa fece ben attenzione a non smettersi di muoversi nemmeno per un secondo.
-Smettila di muoverti o non ci libereremo!-
-Oh ma non riesco!C'è qualcosa nei miei vestiti che non vuole uscire, forse un insetto?-
Naturalmente era una bugia ma almeno così aveva una buona scusa per non fermarsi.
-Lighneers preferirei non entrasse in qualche punto particolare...forse dovresti bloccare tu l'entrata infilandoci qualcos'altro.-
-Se nessuno arriverà a tagliare queste cose allora piuttosto taglio io qualcos'altro!-
 
 
 
 
Gruppo di Daimonas e Jack:
 
Era stato un caso i due fossero finiti insieme ma entrambi non si erano lamentati, anzi, per Jack era un'ottima cosa esser finito assieme a Daimonas mentre l'altro era ben consapevole poteva andar molto peggio.
-Che oggetto dobbiamo cercare?-
Chiese Jack guardandosi intorno.
-Un rubino, l'indizio su dove trovarlo dice "Sono dove la luce mai arriva e dove i suoni si ripetono. Ho un soffitto e dei muri ma non una porta.".-
-Un soffitto, dei muri ma nessuna porta...mh credo d'aver capito dove dobbiamo andare. Il punto è trovarla però.-
-Posso usare la mia velocità per trovarla più in fretta.-
Accennò Daimonas guardandolo.
-Nah, mi piace passeggiare con te.-
-Perché?-
Chiese il ragazzo senza pensarci, fu Mostro ad ipotizzare una risposta.
"Si dice che calpestare un escremento porti fortuna, magari crede che portandosene uno appresso sarà l'uomo più fortunato del mondo."
-Mi trovo bene in tua compagnia. Non so darti un motivo vero e proprio, è solo questo.-
-Ah...scusa non volevo essere insistente...-
-Ma non lo sei, è giusto chiedere se hai delle domande da fare. Ti fai troppi problemi.-
 C'erano moltissimi lati di Daimonas che il ragazzo apprezzava, altri invece che faceva fatica a digerire, come la sua tendenza al non prendersi cura di sé o la mancanza d'interesse verso la sua sicurezza, ma non voleva più accennare a questo se non era necessario, almeno per il momento.
Stava solamente cercando d'avvicinarsi di più a lui.
-A te i boschi piacciono vero?-
Chiese guardandolo con un leggero sorriso.
-Sono molto calmi.-
-Magari potresti costruirti una casa nel bosco, ti aiuterei io a tenerla pulita.-
-Sarebbe solo uno spreco d'energie per me.-
Rispose sinceramente Daimonas, non pensava di meritare una casa e soprattutto non ne aveva veramente bisogno.
In effetti anche quando gli aveva proposto di vivere con lui la situazione era peggiorata.
-Comunque in fin dei conti questa cosa potrebbe anche esser divertente, infondo di notte non c'è mai molto da fare e questa passeggiata ci fa perdere un po' di tempo.-
-Sì, anche se alla fine passa qualsiasi cosa facciamo.-
-Proprio per questo è meglio spenderlo in qualcosa di utile, non trovi?-
-Non saprei...-
Cosa poteva fare di utile lui?
Nella propria visione Daimonas era per sé solo un cumulo di spazzatura che attendeva che qualcosa lo cancellasse dal mondo.
-Se non ne sei sicuro vorrà dire che ci penserò io a farti passare il tempo in maniera migliore.-
-Non hai motivo di perderne con me...-
-Ehi penso che il mio orologio si sia fermato già da un po'. Ormai non posso più dire di non aver tempo da perdere. Inoltre assieme a te sicuramente non lo sarebbe.-
Solo dopo averle dette Jack s'accorse che quelle parole potevano assumere un significato più
 intimo e dolce, per qualche motivo erano uscite all'improvviso dalle sue labbra ed ora si sentiva leggermente strano, soprattutto perché non ne capiva il motivo.
-Quindi niente può ucciderti?-
Chiese Daimonas sorvolando sul resto, non perché non gli importasse ma perché non aveva notato nulla di strano in quelle parole, oltre all'insensata gentilezza che continuava a mostrargli.
-Beh, non proprio. Se perdessi tutto il mio sangue penso che le cose si metterebbero veramente male per me.-
A quelle parole l'altro ricordò ciò che era successo sull'isola, la sua fame incontrollabile ed il sangue di Jack.
Senza dire nulla si fermò guardando l'altro serio.
-Allora è meglio se ti allontani da me.-
-Cosa?Ma che stai dicendo!-
Poteva sopportare un numero limitato di stupidaggini e quella era il limite.
-Se avessi di nuovo bisogno di nutrirmi rischierei d'ucciderti.-
-E questo ti sembra un buon motivo?!Io stesso potrei uccidere tutti gli altri solo con un coltello ed allo stesso modo anche loro!-
-E' diverso...non potrei controllarmi...-
-No che non è diverso!Ailea durante una lotta potrebbe colpire qualcuno alla gola ed ucciderlo, Astral potrebbe allenarsi con le pistole e sparare ad un innocente, gli incidenti capitano ma non per questo la gente si chiude in casa!-
-E' una cosa che capiterà sicuramente Jack, non posso evitarla e non voglio farti del male.-
Poteva dirgli ciò che voleva ma Daimonas sapeva come sarebbero andate le cose, un giorno avrebbe potuto togliergli la vita.
-Daimonas...-
Senza dire nulla Jack si avvicinò all'altro, quest'ultimo in un primo momento era certo l'avrebbe colpito ma le cose andarono diversamente, venne infatti circondato dalle braccia del ragazzo che l'abbracciò con delicatezza.
-Io ho fiducia in te, per favore, abbine anche tu in me. Farò in modo non accada nulla.-
Daimonas rimase immobile, quasi senza respirare, ma non lo allontanò.
Più volte l'altro si era dimostrato disponibile e diverso da altri quindi non riteneva giusto farlo, e dopo un po' iniziò anche a togliersi una parte della rigidità che teneva.
Quando l'abbracciò terminò i due ripresero a camminare in silenzio, era ovvio non ci fosse bisogno di dire altro, e dopo non molto tempo riuscirono anche a trovare qualcosa di loro interesse, si trattava di una piccola grotta che rientrava nel terreno.
-Potrebbe essere quella giusta.-
Entrando nella grotta, nonostante non ci fosse luce i due poterono subito capire che questa non era molto profonda ma soprattutto notarono un luccichio infondo ad essa.
-Forse è quella la gemma, è stato facile no?-
Disse Jack ridacchiando, dopo il primo passo però iniziarono a sentirsi degli strani suoni provenienti dalle pareti, nessuno di questi però spaventò i due.
-Certo che ha fatto proprio un bel lavoretto quel tipo, guarda.-
Indicando una delle pareti Jack fece notare a Daimonas che delle mani avevano iniziato ad uscire dalle pareti, erano talmente ben fatte da sembrare quasi vere.
Incuriosito il ragazzo si avvicinò sfiorandole.
-Sembrano essere mani elettroniche. Dubito possano muoversi più di così.-
-E' un peccato però, ad altri avrebbero sicuramente fatto paura.-
Ridendo Jack raggiunse la gemma che si trovava nella grotta, quest'ultima si trovava all'interno di un barattolo assieme ad una luce e a delle piccole falene.
Non appena Daimonas le vide indietreggiò.
-Tienile lontane da me.-
-Ti spaventano?-
Oltre al fuoco non gli sembrava ci fossero molte cose in grado di spaventare Daimonas, ma se così stavano le cose non aveva intenzione di farlo sentire a disagio, per questo motivo infilò il barattolo sotto la maglia, così che non le vedesse.
-Meglio se esci, sono vive e dovrò liberarle per prendere la gemma.-
-Va bene...-
Senza aggiungere altro Daimonas uscì rapidamente dalla caverna allontanandosi poi di vari metri, per ragioni di sicurezza.
Nel frattempo però non poté non ripensare alle premure di Jack nei suoi confronti ed alle sue parole.
Qualcosa forse si stava smuovendo nel corpo del ragazzo?
Forse sarebbe riuscito ad aprirsi con l'altro?
Nemmeno lui in realtà non lo sapeva, ciononostante non poteva impedire che determinate cose accadessero...
 
 
 
 
Gruppo di Grace e Milton:
 
-E' stata veramente una bella idea da parte del signor Edward ideare questo gioco.-
Sorridendo felice Milton aveva iniziato a leggere il biglietto che era stato consegnato a lei ed a Grace, l'oggetto che dovevano trovare a quanto pare era una stella di cristallo.
-Sì, non è male come trovata, cosa dice il biglietto comunque?-
Anche alla rossa in effetti quella passeggiata non dispiaceva, dopo un bel bagno rilassante era proprio ciò che ci voleva.
-Dice"L'oggetto si trova all'interno di qualcosa abbastanza gentile da lenire la pelle ma anche capace di romper le rocce."-
Entrambe rimasero qualche minuto a riflettere, senza tuttavia smettere di muoversi, ed arrivarono presto alla stessa conclusione.
-Deve trovarsi all'interno dell'acqua.-
Disse Milton guardando l'altra, in effetti aveva senso, ogni cosa combaciava.
-Probabile, non sarà facile però trovare un lago o simili qui.-
-Possiamo farcela, ne sono sicura.-
-E' bello avere accanto qualcuno di così ottimista.-
-Penso d'esser fatta così, non riesco a non cercare qualcosa di positivo.-
Mentre parlavano nella mente di Grace aveva fatto capolino la scena di Daimonas sull'isola, quando nella grotta l'aveva trovato ricoperto di sangue.
-Devi fare attenzione però, se vedi del buono in ogni cosa faticherai a riconoscere ciò che non lo è.-
-Posso farcela, soprattutto perché non voglio mettere nessuno in pericolo.-
-Nemmeno tu devi esserlo.-
Aggiunse la rossa guardandosi intorno, per quanto continuassero a camminare non riuscivano a trovare nulla, nemmeno una piccola traccia che le conducesse a qualcosa di utile.
-Milton...posso farti una domanda su Daimonas?-
A quella domanda la bruna s'irrigidì leggermente, non le piaceva parlare delle persone quando non erano presenti e soprattutto aveva paura di cosa volesse chiederle, tuttavia non se la sentì di dirle di no.
-Va bene...-
-Ti è mai capitato di vedere qualcosa di strano in lui?-
-No, non mi pare, è solo un po' timido. Come mai mi chiedi questo?-
Rispose la ragazza cercando di rimanere sul vago, ovviamente però anche Grace non le rispose molto sinceramente, come l'altra del resto anche se lo facevano per motivi diversi.
Una voleva proteggere un amico, l'altra non voleva farla preoccupare o spaventare inutilmente.
-No niente di che, certe volte mi sembra perso in un mondo a parte pieno di tristezza. Mi dispiacerebbe se stesse male e non avesse nessuno ad aiutarlo.-
-Oh questo mai!Se ci fosse qualcosa può contare sul mio aiuto, ed anche quello di Jack e tutti gli altri, ne sono sicura!-
Involontariamente la voce di Milton fu più alta del previsto, dopotutto però stavano parlando del suo migliore amico.
Grace però la guardò con un sorriso intenerito.
-E' bello sentirtelo dire. Si vede siete molto affiatati.-
-Grazie, anche tu ed Hope e Johanna avete un bel rapporto.-
-Sono due ragazze tranquille fortunatamente, non come le altre nostre compagne.-
-O come i professori...-
-Ahah ben detto, anche loro sono insopportabili. La professoressa Mustang ad esempio, quella perennemente arrabbiata, è veramente impossibile far lezione con lei perfino quando è importante per gli esami.-
-Io faccio più fatica con la professoressa di ginnastica invece, anche se certe volte mi piace penso ci vorrebbero più pause.-
-Sono assolutamente d'accordo!-
Rispose Milton divertita, andarono avanti a chiacchierare per molto tempo fino a quando Grace  non notò con la coda dell'occhio alcune differenze di paesaggio in lontananza.
Non era semplice da notare ma in un certo punto gli alberi erano assenti e ciò poteva significare che lì vi fosse qualcos'altro ad occupare lo spazio, e ciò poteva essere o uno spiazzo d'erba o una distesa d'acqua.
-Proviamo da quella parte, magari saremo fortunate.-
-Va bene.-
In un certo senso fu così, almeno in parte.
Arrivarono a quello che sembrava un piccolo lago ma l'acqua aveva uno scuro colore verdastro e numerose alghe erano accasciate attorno a tutta la riva, vicino a cui inoltre si trovava una vecchia barchetta di legno.
Al centro del lago però una piccola luce brillava sotto la superficie.
-Scommetto che è lì che dobbiamo andare, ma chissà perché l'acqua è ridotta così...-
Si chiese la bruna osservando lo scenario preoccupata.
-Qualsiasi motivo sia non ci fermerà, con la barca non avremo problemi a raggiungere il centro del lago.-
Rispose Grace sorridendo leggermente, prendendo l'altra per mano poi s'avvicinò alla barca ed aiutandola a salirvi spinse la barca verso l'acqua.
Appena però il legno la sfiorò delle alghe iniziarono ad arrampicarsi sulla parte bagnata, senza tuttavia proseguire oltre.
-Grace fai attenzione...-
Anche se sapevano faceva tutto parte di un gioco dovettero ammettere fosse impressionante una cosa simile.
La rossa rimase ferma un minuto buono riflettendo sulla situazione, non voleva provare a toccare quella roba ma era evidente fosse difficile continuare a muovere la barca senza bagnarsi, peccato non ci fosse nessun'altro modo per proseguire però...
-Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo.-
Ignorando quel senso di inquietudine la ragazza riprese a spingere e solamente quando non poté più evitare di toccare l'acqua si decise ad entrare nella barca.
Mancava così poco a farla completamente immergere che quasi la cosa la irritava.
-E se provassimo a muoverci mentre siamo qui dentro?E' un po' pericoloso ma potremmo riuscire a muoverci.-
Propose Milton guardando quanto poco mancava per raggiungere il loro obbiettivo.
-Potrebbe funzionare, anche perché se provassimo a far leva con il remo che c'è qui lo spezzeremmo...però copriti con la mia giacca, è abbastanza grande da proteggerti in caso di schizzi.-
-Ma tu come farai?-
-Tranquilla, se fosse veramente pericoloso non penso il signor Edward ce lo avrebbe lasciato fare.-
Era vero ma all'altra non importava, sarebbe stato ingiusto dal suo punto di vista far rischiare solamente a Grace.
Per questo motivo senza risponderle le si avvicinò sedendosi proprio davanti a lei e prendendo le estremità della giacca fece in modo che potessero starci entrambe, come in un abbraccio.
-Così almeno saremo pari, non pensi?-
Grace rimase sorpresa da quel gesto ma fu anche decisamente intenerita, quella ragazzina era veramente premurosa.
Non voleva però mostrarsi troppo tenera, per questo motivo si limitò a sorridere.
Insieme le due iniziarono a muoversi facendo dondolare la barca, stando comunque costantemente attente ad ogni movimento, e finalmente dopo molti sforzi riuscirono a farla entrare completamente in acqua.
-Evviva!Ci siamo riuscite!-
Esclamò Milton sorridendo felice, stringendo ancor di più l'amica che rispose cordialmente all'abbraccio.
-Si, sei stata bravissima e non ci siamo nemmeno bagnate.-
Grazie al remo non fu difficile muoversi, anche se come era precedentemente successo anche buona parte di questo venne ricoperto da alghe, in poco  tempo arrivarono abbastanza vicine alla luce che si riusciva a vedere anche in lontananza, notarono anche che rispetto al resto del lago l'acqua era leggermente più bassa, tanto che riuscivano a sentire il legno sfregare di tanto in tanto sul terreno.
Il vero problema arrivò proprio quando talmente vicine da riuscire perfino a vedere l'oggetto.
-Come facciamo a prendere la stella se non possiamo toccare l'acqua?-
La domanda di Milton fu assolutamente giusta e costrinse nuovamente Grace a stare in silenzio per qualche minuto.
-Direi che la giacca potrebbe tornarci nuovamente utile, potrei cercare di trascinarla o addirittura tirarla fuori, come se fosse una rete da pesca.-
-Non mi sembra molto sicuro però, non c'è un modo per aiutarci con il remo?-
-Magari...possiamo mettere in acqua la giacca tenendo però una parte fuori, usare il remo per spingere la stella su quest'ultima e tirarla fuori.-
-Forse così corriamo meno il rischio di bagnarci, io allora terrò la giacca mentre tu userai il remo.-
Concluse Milton sorridendo speranzosa, insieme le due cercarono di attuare la loro strategia ma si rivelò più complicato del previsto.
Non ci volle troppo tempo perché la rossa iniziasse ad irritarsi per quegli insuccessi.
-Aaaah!E' impossibile così!A mali estremi, estremi rimedi!-
Senza più controllarsi Grace utilizzò il remo come fosse una mazza da baseball, sorridendo fiduciosa della sua forza.
-Speriamo in un fuoricampo!-
Mitlon fu decisamente sorpresa da quel gesto ma non poté replicare visto che il colpo riuscì effettivamente a far cadere la stella sull'erba.
-Wow!Sei stata incredibile!-
-Eheh, questa è la forza delle ragazze, peccato però che ormai la giacca non la si può più usare.-
Disse la ragazza appoggiando il tessuto sul bordo della barca per evitare di lasciarla in acqua, non ci misero molto per tornare sulla rive e, una volta raggiunta, s'avvicinarono alla piccola stella dentro cui a farla brillare c'era una piccola luce.
-E' veramente bellissima.-
Disse Milton appoggiandovi sopra la giacca per asciugarla, non sapevano se la comparsa delle alghe dipendeva o meno dalla sola acqua quindi preferivano non rischiare.
In mezzo a quella cupa atmosfera era incredibile come una piccola luce potesse cambiare le cose, dando un tocco quasi nostalgico alla scena.
Entrambe le ragazze lo provarono. Grace senza nemmeno saperne il motivo sentì la mancanza del proprio fratello chiedendosi se anche lui la stesse pensando, in una situazione simile era sicura le avrebbe impedito di partecipare al gioco visto si sarebbe preoccupato per la sua incolumità ma alla ragazza avrebbe comunque fatto piacere se fosse stato lì.
Milton invece ripensò, guardando la luna, a tutte le volte che aveva dovuto affrontare situazioni difficili che l'avevano quasi schiacciata e soprattutto alla difficoltà che aveva Daimonas nel rapportarsi con le persone. Spesso si era chiesta come sarebbero potute andare le cose se non si fossero allontanati tuttavia nel presente che stavano vivendo erano comunque felici.
Forse era impossibile vivere momenti di gioia senza provare anche della tristezza...
 
 
 
 
Gruppo di Seraph e Sammy:
 
In un certo senso era stata anche fortunata, tra tutti quelli con cui poteva finire in coppia Sammy era certamente il male minore, anche se a livello di forza, tattiche ed esperienza non era ancora abbastanza grande.
Da quando la piccola e Seraph erano state messe in coppia Sammy le aveva preso la mano camminandole a fianco, per la bionda non era stato chissà quale problema ma non vedeva un effettivo bisogno di contatto, almeno per il momento.
Il foglio che avevano ricevuto recitava "L'oggetto che cercate si trova in mezzo ai tanti che racchiudono una bellezza particolare. Nessuno è separato dagli altri e nell'insieme creano qualcosa di grande.", ciò che dovevano trovare era un'ocarina blu.
-Che cos'è un'ocarina Seraph?-
-E' uno strumento musicale.-
-Posso provare a suonarla quando la troveremo?-
-Non vedo perché no, infondo è come un'arma. E' fatta per essere usata.-
-Che bello!-
Quando era sull'isola non aveva avuto modo di fare molte cose ma con il tempo stava recuperando tutto, la gioia di Sammy cresceva giorno dopo giorno e non aveva paura a mostrarla, a differenza dell’altra invece.
-Hai mai partecipato a dei giochi simili Seraph?-
-Mai prima d’ora, mi sono sempre concentrata sui miei allenamenti.-
Rispose la bionda grattandosi leggermente una guancia imbarazzata, in compagnia di persone della sua età avrebbe reagito diversamente ma con una bambina non poteva sperare capisse l’importanza di certe responsabilità.
-Ma nella vita non ci sono solo quelli, bisogna anche divertirsi.-
-Ognuno ha il proprio modo di farlo.-
Disse lei giustificandosi, non vedeva nulla di male nell’allenarsi con impegno ed impiegare degnamente il proprio tempo.
-Magari potresti provare anche i modi degli altri.-
Continuò Sammy stringendole la mano, voleva che tutti i suoi amici provassero le stesse gioie che provava lei e per questo insisteva così tanto.
-Un po’ lo sto già facendo, infondo sto giocando con te no?-
-Hai ragione.-
Infondo non aveva torto ed almeno per il momento poteva accontentarsi, proseguendo nel chiacchierare le due cercarono qualcosa che potesse aiutarle nella propria ricerca fino a quando, non molto lontano, riuscirono a trovare una splendida radura coperta interamente di fiori.
-Guarda Seraph!-
Quei magnifici colori che si stagliavano sotto il nero della notte avevano subito incantato la bambina che, lasciando la mano della bionda, corse verso di loro tuffandosi letteralmente tra i petali.
-Haha sono morbidissimi!E che buon profumo!-
Le guance le venivano solleticate dalle piante che emanavano un odore indescrivibile, raccogliendone alcuni Sammy se li mise addirittura tra i capelli per potersi creare una coroncina.
Seraph al contrario di lei si avvicinò con molta più calma, non poté però non notare anche lei il profumo alquanto singolare.
-Si, sono molto belli. Non ti pare però familiare questo dettaglio?-
-Che intendi?-
-“L'oggetto che cercate si trova in mezzo ai tanti che racchiudono una bellezza particolare. Nessuno è separato dagli altri e nell'insieme creano qualcosa di grande”.-
Rispose lei citando il foglio che teneva.
-Oh! Forse l’ocarina si trova tra questi fiori!-
La gioia di Sammy aumentò ancora di più, non solo poteva rimanere ancora più a lungo lì ma anche l’altra sarebbe venuta per cercare lo strumento.
-Cerchiamo di non far troppo disordine, non vogliamo rovinarli no?-
-Certo Seraph.-
Facendo quanta più attenzione possibile Sammy iniziò a gattonare nel prato ma la concentrazione non durò a lungo visto che il colore dei fiori le facevano venire una grande voglia di giocare.
Seraph era molto più quieta di lei invece, non era così facile incantarla dopotutto, di tanto in tanto si fermava credendo d’aver trovato ciò che cercavano ma alla fine si rivelavano essere fiori blu o sassolini.
Improvvisamente qualcosa però cambiò, i fiori attorno a lei si richiusero per poi riaprirsi pochi attimi dopo rivelando delle grosse ocarine tra i petali.
-Ma cosa…-
Confusa la ragazza arretrò guardandosi intorno, non era una cosa normale e dubitava fosse possibile fare una cosa simile in così poco tempo.
Le ocarine ad ogni suo passo iniziarono anche ad emettere alcuni suoni, che tutto sembravano tranne che note.
-Se…ra…ph…-
Ogni soffio s’alternava in questo modo componendo il suo nome e la cosa peggiore, o forse migliore, era il fatto che le ricordavano la voce di Astral.
Nel frattempo anche Sammy si stava ritrovando in una situazione simile.
Sdraiatasi completamente nell’erba si era quasi dimenticata del suo compito ed in quel momento di distrazione aveva notato che alcuni fiori avevano iniziato a muoversi.
Non però come se fossero mossi dal vento, ma era un vero e proprio ballo.
-Sii fiori ballerini!-
Mettendosi in ginocchio anche lei iniziò a ballare divertita andando a ritmo con loro.
Il ballo continuò per poco tuttavia perché Seraph le corse vicino sollevandola e prendendola in braccio.
-Non mi fido di questi fiori, sarà meglio spostarsi.-
-Oh no! Per favore stavamo ballando!-
Disse Sammy allungando le mani verso i fiori ma appena li rivide subito si bloccò, su ciascun fiore era infatti comparsa una bocca piena di denti affilati. Vedendoli Seraph estrasse la propria arma recidendone i gambi ma questo servì ben poco visto che presero a strisciare verso di loro.
-AAAH!-
Spaventata Sammy s’aggrappò alla bionda mentre questa iniziò a correre verso gli alberi, ormai però su ogni fiore era comparsa una di quelle bocche che avevano iniziato a morderle le caviglie.
-Che cosa sono queste cose!-
Disse la ragazza spazientita, se veramente l’ocarina era lì in mezzo avrebbe dovuto tagliare ogni cosa.
La speranza che verso gli alberi potessero essere al sicuro però venne vanificata nel momento in cui anche questi iniziarono a cambiare, i rami divennero lunghe braccia che si muovevano verso le due e degli occhi giallastri le fissavano minacciose.
Non aveva idea di ciò che stava succedendo ma non avrebbe mai permesso accadesse qualcosa a Sammy, e perfino lei nonostante fosse indifesa tentò d’aiutarla provando a scacciare i fiori dalle caviglie dell’altra calciandoli.
Qualcosa improvvisamente afferrò fermamente una delle gambe di Seraph facendola cadere a terra, prima che potesse succedere però abbracciò la bambina sperando di poter evitare col suo corpo di farla ferire dai fiori.
Voltandosi per capire cosa l’aveva fatta cadere vide un grosso rampo comparso improvvisamente dal terreno che, con una mano, l’aveva afferrata.
Non aspettò molto per utilizzare la propria arma per spezzarlo ma altri rami iniziarono ad aggrapparsi alle sue braccia per bloccarla.
-Lasciatela!-
Sammy tentò con le proprie mani di farli allontanare ma purtroppo fu tutto inutile e venne presa anche lei.
-No!-
Seraph si mosse con tutte le proprie forze per evitare che quei rami la portassero via ma, in maniera spaventosa, questi  tornarono nel terreno portando l’altra con sé.
-Fermatevi!-
Non poteva essere vero, con il cuore in gola Seraph tentò di scavare nel terreno perfino con le spalle per recuperarla ma ormai era completamente intrappolata.
Un forte senso di colpa iniziò ad assalirla mentre non le importò quasi più delle dita dei rami che si premevano sulla pelle quasi fino a farla sanguinare.
In quell’esatto momento un suono tornò alle sue orecchie, quei deboli soffi provenienti dalle ocarine che erano diventati ancora più chiari.
-Seraph…-
La voce di Astral non smetteva più di riempirle la testa, da un lato non le dava così fastidio nonostante non l’avrebbe mai ammesso ma dall’altro non era decisamente il momento per sentirlo.
-Perché continui a chiamarmi!-
Urlò spazientita ma anche così le voci non si placarono, anzi aumentarono spostandosi tutte in un unico punto.
Desiderosa di farle smettere la ragazza iniziò a strisciare sul terreno ignorando i graffi delle radici.
Nel frattempo anche Sammy stava affrontando una situazione alquanto difficile.
Improvvisamente era stata trascinata nel terreno ma nonostante ciò non si sentiva soffocare o altro, semplicemente ogni più piccolo sasso si spostava sotto i suoi occhi assieme al terrendo ed al fango senza che lei potesse impedirlo.
Tutto ciò però la fece sentire claustrofobica e quando riusciva alzava le braccia per tentare d’aggrapparsi a qualcosa, ma ogni volta si faceva male a causa dei detriti.
-Seraph!-
Nonostante la paura non poteva evitare d’esser preoccupata per l’amica ed i tentativi per tornare su erano anche rivolti alla speranza d’aiutarla. Non l’avrebbe lasciata sola.
Con quanta forza possibile mosse i piedi fino a riuscir a romper quelle dita di legno e liberarsi, impedendo così loro di trascinarla ancora più in profondità.
Il vero problema però restava come tornare in superficie…
Nel frattempo anche Seraph si era fermata esattamente davanti ad un buco scavato nel terreno all’interno del quale si trovava l’oggetto che cercavano.
-L’ocarina…Sammy!-
Le cose finalmente attorno a lei iniziarono ad assumere una maggiore lucidità, i fiori e gli alberi erano tornati normali e le legnose braccia erano tornate rami, ma soprattutto quell’odore che le due avevano sentito era scomparso.
Alzandosi con un leggero senso di stordimento la ragazza si guardò intorno, trovando non molto distante da lei anche la sua amica che si rotolava nella terra con gli occhi chiusi.
Guardandola così perfino lei non poté non ridere e quella sincera risata attirò l’attenzione di Sammy che finalmente aprì gli occhi.
-Seraph!-
Quasi con le lacrime di gioia la piccola si alzò correndo incontro all’amica per abbracciarla.
-Va tutto bene, non è successo niente.-
-Come non è successo niente! Eravamo state aggredite!-
-Penso ci sia una spiegazione per tutto questo, non ti sembra manchi qualcosa?-
Chiese Seraph cercando di pulirla.
-Mm…mancano i fiori cattivi, gli alberi e le loro radici che volevano afferrarci…-
-Qualcosa che avevamo notato appena arrivate.-
Vista la situazione Sammy trovò incredibile volesse veramente preoccuparsi di qualcos’altro ma vista la sicurezza della bionda non volle dir nulla.
-Penso…il profumo? Non lo sento più…-
Disse debolmente grattandosi il naso, aveva ripensato ad ogni dettaglio possibile e quello le sembrava l’unico sensato.
-Esatto, forse tutto ciò che ci è successo era dovuto a delle allucinazione scaturite da quell’odore, ma adesso che non è più presente l’effetto è passato.-
-Ooh veramente? Non lo sapevo, forse però dovremmo andare via da qui prima che ritorni.-
-Non potrei esser più d’accordo. A proposito, non avevi detto di voler suonare l’ocarina?-
Nascondendo il sorriso sotto la maschera la ragazza porse lo strumento alla bambina, che sorridendo iniziò a suonare per la prima volta un oggetto simile.
 
 
 
 
 
Gruppo di Ailea e Khal:
 
-Dovremmo…ah…continuare a cercare…-
La voce di Ailea era interrotta da leggeri sospiri, dopo che lei e Khal avevano iniziato la ricerca non avevano impiegato troppo tempo a trovare il luogo in cui cercare.
Il biglietto che avevano ricevuto recitava “Nel freddo della terra c’è ciò che cercate, fortunatamente non occorrerà scavare ma sarà bene non scivolare”.
Rapidamente la coppia era stata in grado di trovare una grotta ghiacciata che proseguiva sotto terra, ogni cosa lì sotto era completamente ghiacciata e per questo bisognava fare attenzione a non scivolare, ma prima di poter continuare a cercare Khal le aveva afferrato il braccio e spingendola contro la parete l’aveva fermata.
Non c’erano stati così tanti momenti per restare soli e visto era già un po’ si frequentavano voleva approfondire ancora di più il rapporto.
Inoltre quello stupido gioco lo stava annoiando ed avrebbe fatto volentieri a meno di partecipare.
Accarezzando dolcemente il fianco della ragazza aveva iniziato a baciarla giocando con la lingua tra le sue labbra per invogliarla ad aprirle.
Per lei non era affatto semplice restare concentrata, anche se voleva continuare il gioco non se la sentiva d’interrompere ciò che stava succedendo.
-E se facessimo un gioco tutto nostro?-
Chiese lui mordendola improvvisamente.
-Ah!-
Senza aspettare una qualsiasi risposta Khal fece scivolare la mano sotto alla maglia della ragazza, avvicinandola al cinturino del reggiseno per slacciarlo.
Essendo la sua prima relazione Ailea non aveva idea se stessero andando troppo lentamente o troppo velocemente quindi lasciava spesso e volentieri a lui le redini della situazione, anche se non poteva trattenere alcune incertezze.
-Aspetta qui potrebbe arrivare qualcuno…-
-Non preoccuparti non accadrà.-
Sorridendo divertito sganciò il ferro muovendo così la mano verso il seno, non era la prima volta lo faceva visto ciò  che era accaduto sull’isola ma stavolta era quasi meglio visto poteva anche baciarla.
Con l’indice ed il pollice stuzzicò il capezzolo fino ad indurirlo e strinse la carne con una pressione abbastanza forte da compiacerlo.
All’ennesimo sospiro la bocca di lei si aprì abbastanza da concedere alla lingua di lui d’entrare e di muoversi a piacimento. Ciò che la ragazza provava era una sensazione diversa dal solito, un misto da desiderio ed incertezza continuava a crescere anche se quel piccolo piacere le mandava la mente in confusione.
La maglietta di lei inoltre si era alzata quel tanto che bastava da lasciarle scoperta la schiena e per evitare di toccare il ghiaccio doveva stare vicinissima al compagno, ciò la portava a sentire con chiarezza l’eccitazione che questo provava.
Usando l’altra mano il ragazzo le sganciò anche i bottoni dei pantaloni che indossava e con un dito fece per insinuarsi anche sotto l’intimo ma presa alla sprovvista Ailea spinse indietro il bacino, urtando così il ghiaccio.
-Ah! Che freddo!-
Ridacchiando leggermente il ragazzo non si fece scoraggiare da quel primo fallimento, anche perché non intendeva farlo.
-Non preoccuparti, sarò gentile…-
-Lo so ma…sul serio non vorrei arrivasse qualcuno o…-
-Ti prometto non accadrà, fidati di me.-
Mentre parlava nuovamente tentò quell’approccio, stavolta facendola restare contro la parete in modo non scappasse.
-D’accordo…-
Anche se non aveva aspettato il suo consenso per abbassarle l’intimo l’aveva fatto per entrare dentro di lei, seppur con solo due dita.
Quel gesto fu rapido e forte ma comunque non dispiacque alla ragazza che s’aggrappò con entrambe le mani alla maglia di lui, se era così che si faceva in una coppia poteva anche abituarvisi.
Khal mosse le dita tra le pareti interne alternandosi tra movimenti lenti e rapidi, utilizzando anche l’anulare per stuzzicarle il nocciolo esterno. Curiosamente anche il contatto con il ghiaccio le stava dando una qualche piacevole sensazione.
I gemiti della ragazza arrivarono presto e lo riempirono ancor di più di desiderio, era tutto assolutamente perfetto e quasi non ne avrebbe avuto abbastanza.
Mentre il suo piacere cresceva però Ailea iniziò a porsi il dubbio che forse anche lei poteva fare qualcosa, non era così ingenua da non sapere come funzionassero quelle cose e non pensava a lui avrebbe dato fastidio se avesse tentato, per questo motivo lasciandogli la maglia fece scendere entrambe le mani sui pantaloni di lui iniziando a sbottonarli.
Khal sorrise maliziosamente lasciandola fare, felice avesse voluto prendere l’iniziativa. Poco alla volta le cose sarebbero sempre più migliorate e lui avrebbe potuto godersi appieno ogni momento.
Con una mano anche lei iniziò a dargli piacere, anche se con dei primi movimenti lenti che rendevano l’altro ancora più eccitato. 
Preso da questo sentimento le morse la spalla con quasi troppa forza ma lei non vi fece caso continuando a muoversi, le piaceva dargli piacere e vedere che effetto gli faceva e per questo si stava concentrando per far sempre meglio.
Da lì a poco Khal, senza smettere di morderla, raggiunse l’apice del proprio piacere inebriandosi del dolce profumo della compagna.
Rimasero ad ansimare ancora per qualche minuto, lei con la testa appoggiata alla parete e lui sulla sua spalla, prima di ricomporsi e sistemarsi.
Sorridendo imbarazzata Ailea s’arrotolò una ciocca di capelli sull’indice.
-E’ stato…molto bello.-
-Perché finire qui allora?-
Disse lui dandole un leggero bacio sulla guancia, non vedeva alcun motivo di smettere.
-Non dovremmo continuare la ricerca?-
Chiese lei ridacchiando divertita.
-Dovremmo?-
 
 
Gruppo di Alexander ed Hope:
-Questa caccia al tesoro è veramente divertente.-
Disse Hope guardandosi intorno, la foresta aveva un non so che di magico e soprattutto era felice che Alexander avesse voluto fare squadra assieme a lei.
Per quanto riguardava il biglietto che era stato consegnato ad entrambi il ragazzo aveva facilmente risolto il suo indovinello capendo che l’oggetto che cercavano, ovvero il tasto di un pianoforte, si trovava nel nido di un uccello.
Anche se visto il luogo era quasi cercare un ago in un pagliaio, ma grazie alla vitalità di Hope nemmeno lui si sentiva di dire sarebbe stato impossibile trovarlo.
-Non credo che il nido di cui abbiamo bisogno sia stato messo in un punto particolarmente alto, quindi ci basterà anche solamente guardare tra i rami bassi.-
-Si, credo tu abbia ragione.-
Non era veramente di quello ciò di cui lei voleva parlare ma forse era troppo presto per farlo, oppure no?
Nessuno dei due aveva avuto molte esperienze e quindi non erano certi di ciò che fosse meglio fare e per questo motivo tentennavano.
Almeno per quel momento però potevano anche solo concentrarsi sul gioco.
Mentre continuavano a camminare iniziarono tuttavia a sentire uno strano rumore, qualcosa che in un primo momento non era nulla di che ma che iniziava a farsi via via sempre più fastidioso.
-Ma che cosa…-
Guardando verso l’alto finalmente Alexander li vide, centinaia se non di più di pipistrelli dagli occhi rossi li stavano osservando, alcuni volando, altri restando su dei rami, ma nessuno di loro toglieva gli occhi di dosso dai due.
-Evitiamo…movimenti…bruschi…-
Disse il ragazzo prendendo la mano di Hope, ma sfortunatamente questo sembrò bastare a quei pipistrelli per far sì che volessero aggredirli.
-Corriamo!-
Gli animali si scagliarono sui due con forza, tentando di graffiarli o morderli, Alexander cercò d’afferrare un ramo basso per poterlo strappare per usarlo come mazza ed in parte funzionò, anche se non poteva certo continuare all’infinito.
Qualcosa però diede da pensare ad Hope, fino a quel momento non li avevano nemmeno sfiorati, quindi per quale motivo l’avrebbero dovuto fare in quel momento?
-Alexander! Penso la piuma sia dov’eravamo prima, dove c’erano quei pipistrelli ad attenderci!-
-Non possiamo tornare indietro mentre ci danno la caccia.-
Rispose lui colpendone uno.
-Ma se è lì il tasto del pianoforte non abbiamo scelta, possiamo farcela!-
Non c’era modo di farle cambiare idea, ed infatti Hope si era già voltata dalla parte opposta per andare a controllare, tutto ciò che il ragazzo poté fare fu rincorrerla ed assicurarsi non le accadesse nulla.
Durante quella folle corsa Hope cercò di fare quanta più attenzione possibile ad ogni minimo dettaglio, cercando non solo tra i rami il nido ma anche per terra, in caso questo fosse per caso caduto.
Ed infondo questa sua idea non era così sbagliata visto che, in mezzo all’erba, si trovava un piccolo oggetto bianco.
-Alexander!-
Bastò questo per aver l’attenzione del ragazzo che rapidamente individuò il punto interessato, visto non c’era tempo per  fermarsi e prendere quella cosa volle tentare con un approccio un po’ meno  delicato, ovvero colpire il tasto con il ramo per lanciarlo in un punto lontano.
La sua speranza era il riuscire ad allontanarsi abbastanza da quei pipistrelli, ma soprattutto farli allontanare da Hope.
-Non fermarti, cerca di prendere il tasto, io li allontanerò!-
Urlò il ragazzo allontanandosi.
-Aspetta!-
L’ultima cosa che Hope voleva era che venisse ferito, ma ormai era tardi per poter fare qualsiasi cosa, Alexander si stava già allontanando e visto il modo in cui riusciva a correre velocemente raggiungerlo era una follia.
Per questo motivo fece come lui le aveva detto, fortunatamente il piano aveva avuto successo, infatti la maggior parte dei pipistrelli erano corsi da lui e quelli rimasti non bastavano certo per crearle qualche problema.
Stringendo bene a sé il tasto la ragazza cercò poi d’allontanarsi da quel punto per ricongiungersi l’altro, entrambi non avevano smesso di correre nemmeno per un minuto, nemmeno quando  i pipistrelli erano ormai andati via, e quando finalmente si rividero in lontananza non poterono fare a meno di corrersi incontro abbracciandosi.
-Oh menomale, temevo ti fosse successo qualcosa.-
Disse la ragazza sorridendo.
-Anche io sono felice tu stia bene.-
Avrebbero potuto sciogliere l’abbraccio e tornare indietro, ma nessuno dei due voleva farlo così rapidamente, era una sensazione così piacevole star tra le braccia l’uno dell’altro che rinunciarvi era doloroso.
Ad entrambi tornò in mente ciò che era successo durante il gioco della bottiglia.
Quel sentimento che avevano covato nel cuore era uscito con poche frasi ed ora era il momento di parlarne, anche se per qualche motivo entrambi avevano un groppo in gola.
-E’ stato veramente divertente il gioco della bottiglia, vero?-
Disse Hope iniziando quel discorso.
-Sì, sono felice d’averci giocato.-
Era la verità, non era pentito di ciò che era successo e nel suo cuore sapeva che, senza un occasione simile, non avrebbe mai  potuto pretendere di dirle ciò che provava.
-Ciò che hai detto…-
Il cuore di Hope iniziò a battere ancora più forte, come se avesse paura d’aver frainteso e di poter rovinare ogni cosa.
Alexander si sentiva quasi allo stesso modo e non trovava le giuste parole per dirlo.
-Io sento qualcosa di più per te che una semplice amicizia.-
Non era molto romantica come cosa, non era il discorso che avrebbe voluto farle ma gli era uscita così ed era troppo tardi per tornare indietro.
-Penso di capirti Alexander…-
Arrossendo la ragazza si staccò da lui per poterlo vedere meglio ma allungò una mano verso quella del ragazzo, in un primo momento solamente sfiorandola  poi stringendola nella propria.
-Sei molto diverso dai ragazzi che ci sono nella nostra scuola, e penso anche del mondo intero. Non posso dirlo con certezza ma  vorrei tanto scoprilo.-
A quelle parole Alexander sentì quasi il cuore esplodergli.
Era sicura di quelle parole?
E lui era certo di poter cercare di starle accanto?
Non poteva nascondere il suo passato e nemmeno ciò che aveva fatto, nonostante gli sforzi del fratello per raggiungere quel risultato.
La sua maggior preoccupazione era quella di metterla nei guai trascinandola in qualcosa di molto più grande, ma prima che potesse formulare un concetto adatto alla situazione il suo viso s’era già avvicinato  a quello della ragazza e le sue labbra avevano cercato il contatto con le altre.
Fu una sensazione indescrivibile per Hope, un forte senso di calore la pervase in pochi attimi a partire proprio da quel punto, le guance le bruciarono ma era una sensazione talmente bella che tutto ciò che riuscì a fare fu socchiudere gli occhi.
Alexander invece non volle farlo per continuare a vedere quella splendida creatura, sentiva la vita scorrere in ogni fibra del suo essere e sapeva d’aver trovato qualcosa per cui valesse la pena fare ogni cosa.
 
 
 
Nadeshiko e Vladimir
-Che bello fare una passeggiata al chiaro di luna.-
Sorridendo Nadeshiko passeggiava assieme al compagno tenendogli la mano, ormai ciò che era successo nel primo pomeriggio era stato dimenticato per vari motivi e lei voleva solamente divertirsi.
-Si, sono felice siamo riusciti a star insieme da soli.-
Rispose Vladimir annuendo, non che stando con gli altri non potesse concentrarsi sulla compagna ma era comunque diverso rispetto a quei momenti.
-Anche se è divertente fare nuove amicizie. Mi trovo bene quasi con tutti!-
-Ne sono molto felice, però se qualcuno ti infastidirà me ne occuperò subito.-
-Gelosone.-
Divertita da quel suo modo di fare protettivo la ragazza si mise in punta di piedi baciandogli delicatamente la guancia, prima che lui potesse fare altrettanto però qualcosa distrasse Nadeshiko facendola allontanare.
-Guarda che belle queste farfalle!-
Le piccole creaturine erano provviste di lucenti ali azzurre capaci di splendere al buio, erano senz’altro splendide ed una persona come lei non poteva non tentare di seguirle.
-Si hai ragione, sono veramente splendide ma non allontanarti troppo.-
Conosceva bene i modi di fare della ragazza e sapeva che se avesse battuto le palpebre anche solo per un secondo lei sarebbe sparita, quindi s’affrettò a prenderle la mano per non perderla.
-Ooh ma sono così belle! Vorrei seguirle fino in capo al mondo!-
La cosa divertente era che, nonostante non sembrasse molto forzuta, in certi momenti Nadeshiko si mostrava perfettamente in grado di trascinare il proprio ragazzo ovunque, anche se lui poteva tentare d’opporsi.
Quello era uno di quei momenti e l’unico modo per superarlo era lasciarlo scorrere.
-Vorrà dire che penseremo poi all’indizio su dove cercare l’anello.-
Sospirò il ragazzo sorpreso, intenerito comunque dal raggiante viso dell’altra.
Il biglietto che avevano ricevuto diceva “Tra infinite sottili dita l’oggetto si trova, dove le luci vanno ad unirsi nel silenzio ”, non sembrava molto complicato ma in ogni caso ritardare di poco la ricerca non avrebbe comportato nulla di che.
Inoltre, nonostante fosse in compagnia di Nadeshiko, tramite il suo cellulare il ragazzo doveva anche occuparsi di ciò che accadeva agli altri, infatti era lui ad azionare i vari dispositivi che creavano determinate situazioni.
Il padre non aveva avuto quell’idea a cena ma ore prima e, parlandone con lui, si era fatto aiutare per far sì che fosse tutto perfetto.
L’unica cosa che non voleva era però spaventare la compagna, dopo la discussione a pomeriggio se l’avesse fatto forse si sarebbe nuovamente arrabbiata e voleva evitarlo.
Vederla sorridere in quel modo lo ripagava di ogni fatica, e grazie alla sua abilità nelle tecnologie non avrebbe avuto problemi a gestire tutto.
Intanto, mentre Nadeshiko inseguiva le farfalle, le tornò in mente le parole del bigliettino.
-Non pensi che queste farfalle possano essere quelle luci che vanno ad unirsi in silenzio?-
Non era solamente bella ma anche intelligente, e per questo l’amava.
-Potrebbe essere, infondo sono luci silenziose.-
-Allora ci basterà seguirle per vedere dove si riuniscono! Sarebbe veramente una fortuna, non sarei costretta a dover smettere di guardarle!-
Ogni volta c’era qualcosa di simile le spiaceva non godersi appieno la felicità che le provocava, in quei momenti poteva anche perdersi nei propri pensieri ma non era mai stato un problema per lei.
Moltissime cose nella realtà potevano ferirla ma c’erano comunque delle piccole gioie che rendevano l’insieme molto più godibile.
Proseguirono così in questo modo seguendo le farfalle, senza lasciarsi le mani nemmeno per un secondo, ed arrivarono così ad un qualcosa di meraviglioso.
Un gigantesco prato senza alberi attorno in cui ogni ciuffo d’erba era coperto da una farfalla colorata, che nell’insieme facevano risplendere ogni cosa.
-Wow!-
Quasi con un nodo alla gola Nadeshiko si fermò guardandosi intorno, gli occhi spalancati non volevano nemmeno chiudersi per evitare di perdersi anche solo un attimo.
Sentì il cuore batterle forte nel petto e fu immensamente felice Vladimir fosse lì con lei, il ragazzo vedendola così, e sotto quella splendida luce azzurra, non riuscì ad evitare di darle un bacio a fior di labbra.
Lei distolta così dallo spettacolo lo guardò sorridendo dandogli un secondo bacio, stavolta più passionale.
-Dovremmo cercare quell’anello però tesoro…dopo ci possiamo fare tutte le coccole che vogliamo.-
Disse lui sorridendo, sapeva che ci sarebbe stato tempo per ogni cosa e non voleva affrettare il tutto.
-Promesso?-
-Assolutamente.-
Accarezzandole le orecchie Vladimir la prese per  mano iniziando così a cercare tra i fili d’erba, un po’ le dispiaceva dover far spostare le farfalle ma ne valse comunque la pena perché, alla fine, riuscirono a trovare un meraviglioso anello dorato.
Vladimir lo rigirò un paio di volte tra le dita e, nonostante sapesse che non apparteneva a loro, lo porse a Nadeshiko mettendoglielo al dito.
Un giorno magari avrebbe potuto darle qualcosa di simile e di altrettanto valore.
 
 
 
 
Diana e Zell

-“Se il vostro oggetto volete trovare, in cima a dove tutti eravamo dovrete andare . Vi un senso a tutto vi basterà cercare nella posizione iniziale”. Chissà cosa vuole dire.-
Grattandosi il capo Zell aveva letto e riletto il messaggio, ciò che dovevano cercare era un semplice frutto ma dovevano star bene attenti a non andare nel posto sbagliato.
Almeno per il momento lui e Diana si trovavano ancora al limitare del bosco dove si erano separati dagli altri, la ragazza non si stava facendo molti problemi per l’enigma e come lui aveva iniziato a pensare.
-Non penso sia così difficile, la chiave è sicuramente nell’ultima parte.-
Disse la ragazza iniziando ad incamminarsi verso casa.
-Ma il punto dal quale è iniziato il gioco allora non dovrebbe essere la foresta?-
-Non esattamente, infondo ci siamo spostati da casa no? Io direi di iniziare da lì la nostra ricerca.-
-Se ne sei sicura per me non è un grosso problema.-
-Ne ero sicura, forza allora, andiamo!-
Afferrando un bastone la ragazza indicò la propria casa con aria trionfante, sicura avrebbero trovato subito il frutto, anche se prima di farlo avrebbero dovuto camminare un po’.
-Potremmo anche fare una corsa per risparmiare tempo.-
Propose Zell guardandola.
-Una gara?-
Chiese Diana guardandolo con un piccolo sorriso sulle labbra, al quale lui rispose con altrettanta leggerezza.
-Se credi di poter starmi dietro.-
-Probabile, dopo aver fatto il giro del mondo tre volte sarò molto stanca infondo.-
-Ah è così?-
-Vediamo ahah.-
Divertito al pensiero di una vera competizione anche Zell, come Diana, prese a correre a passo sostenuto, non aveva bisogno di spingersi subito oltre il proprio limite, sapeva infatti che era il modo peggiore per fare qualcosa.
C’era molta strada da fare e se lei si fosse stancata non avrebbe potuto batterlo, c’era comunque da dire che anche la ragazza ne aveva molta di resistenza, correva agile e veloce senza alcun apparente problema.
Era passato molto tempo da quando aveva fatto qualcosa di simile divertendosi e ne era felice.
Sentire poi il vento tra i capelli era qualcosa di impareggiabile.
Per la maggior parte del tempo i due furono costantemente testa a testa, di tanto in tanto uno dei due prendeva vantaggio ma vista la grinta dell’altro non durava mai per troppo tempo.
-Niente male, ma adesso c’è lo sprint finale!-
Diana aveva ragione, mancava pochissimo a raggiungere quella casa, la velocità di entrambi aumentò ancora di più fino a quando entrambi non raggiunsero l’abitazione schiantandovi letteralmente contro.
Si sentì un forte tonfo che sembrò quasi far tremare le pareti, che fortunatamente non vennero rovinate, ed i due caddero a terra con il fiato corto.
-Ho…vinto…-
-No Diana, abbiamo pareggiato.-
-Pretendo la foto…che lo dimostri.-
-Ahahah.-
Infondo quella ragazza era divertente, un po’ testarda ma infondo chi non lo era?
Ed apprezzava anche il fatto fosse spontanea.
Anche lei si trovava bene in squadra con lui, lo trovava un buon amico con cui poter fare sfide simili e sicuramente se fossero stati in una competizione a coppie avrebbero sbaragliato tutti.
Ma non era il momento per pensarci, dovevano trovare un frutto e l’avrebbero trovato, tuttavia mentre erano sdraiati a fissare il cielo Zell iniziò a pensare d’aver intuito dove questo potesse trovarsi.
-Forse sarà sul tetto.-
-Quindi dovremmo arrampicarci? Forte.-
-Entrare in casa e cercare un passaggio è così difficile?-
-Solo noioso, andiamo Zell, quando ti ricapiterà di arrampicarti su una casa? Sono occasioni da cogliere nella vita.-
-E’ uno dei miei obbiettivi in effetti.-
Rispose lui sarcasticamente.-
-Non sarà troppo difficile, dai proviamo.-
Era incredibile come Diana fosse in grado di recuperare le energie in pochi attimi, o forse era solo il pensiero di poter fare qualcosa di così divertente che le dava carica, fatto sta che tirò perfino su di peso Zell per convincerlo.
-Va bene, va bene…direi allora di sfruttare gli appigli delle finestre, credo sia la cosa più sensata.-
-Sono d’accordo con te, iniziamo allora, sono sicura sarà divertente.-
Era assolutamente convinta di quelle parole e, dopo aver preso una spinta sufficiente s’aggrappò ad una delle finestre tirandosi su con facilità.
Zell non fu comunque da meno, anche se non si servì d’un salto simile, ma riuscì comunque a raggiungere la sua stessa altezza seppur da una finestra diversa.
-Cerchiamo di non rompere il vetro almeno.-
Disse guardandola arrampicarsi, lui avrebbe prestato molta attenzione visto non viveva lì ma non era sicuro lei avrebbe fatto lo stesso.
-Non preoccuparti, pensa invece ad arrampicarti Zellino.-
-Come mi hai chiamato?-
-Te lo dirò appena arrivi in cima.-
Storcendo il naso Zell continuò a muoversi, tralasciando quel soprannome e sicuramente non fu per risentirlo che arrivò in cima, appena appoggiò le mani sul tetto però ebbe una strana sorpresa.
-Diana, è normale che sia così…melmoso?-
-Che intendi con melmoso?-
Chiese lei che ormai era arrivata, come spostò la testa verso l’alto capì perfettamente a ciò che si riferiva.
L’intera superficie era una massa gelatinosa violacea che si muoveva verso l’esterno senza tuttavia cadere.
-Oh…papà ha fatto le cose per bene.-
-Però avevamo ragione, guarda lì.-
Attaccata ad un’antenna c’era un frutto giallo completamente rotondo e con dei curiosi segni ad onda sopra, il suo gambo era attaccato ad un filo che evitava  di farlo cadere.
-Non sembra così difficileeeeeh!-
Diana aveva cercato di salire sul tetto ma come vi aveva messo piede la melma si era mossa ancor più rapidamente facendola cadere.
-Attenta!-
Afferrandola per il braccio Zell evitò che cadesse.
-Grazie, non me l’aspettavo affatto.-
-Eh, non dirlo a me. Adesso non sembra più così facile.-
-Oh forse no, io ho sempre la mia spada.-
Con un leggero ghigno per la convinzione d’aver fregato quel sistema la ragazza si tirò nuovamente su usando la propria spada per cercare di tagliare il filo. Non aveva bisogno d’avvicinarsi oltre quella distanza, aveva infatti una tecnica perfetta per quel momento.
-Ah!-
Con un colpo secco e rigido creò una sferzata abbastanza forte da rompere la corda,  Diana era certa le sarebbe bastato aspettare che la melma la facesse cadere ma le sue aspettative vennero deluse, quella roba infatti non solo non la fece muovere ma creò come una conca per contenerla.
-Scherziamo?-
Disse Zell sorpreso, come la ragazza infondo visto che teneva la bocca spalancata, ma ciò non bastò per farla demordere.
-…Zell, devi sollevarmi e spingermi come se fossi un disco su un ghiaccio.-
-Come scusa?-
-Devi aiutarmi a sdraiarmi su questa melma, poi dovrai spingermi verso il frutto.-
-Sei sicura? Non so se potrebbe funzionare.-
Non che non confidasse nella sua forza ma sembrava un po’ al limite quel piano.
-Facciamolo.-
-Va bene…-
Sospirando il ragazzo lasciò che Diana gli salisse sulle spalle mettendosi in piedi, dopo di che la ragazza si lanciò letteralmente sul tetto e, mentre veniva spinta dalla melma, Zell s’assicurò che non cadesse e, con un solo braccio, spinse la ragazza verso il frutto.
Quella fu la prova di quanto Zell potesse esser forte, infatti riuscì a dar un’occasione a Diana per afferrare il frutto.
-Preso!-
Un sorriso colmo di trionfo comparve sui visi di entrambi, infondo tutti e due apprezzavano vincere, quel sorriso però durò molto poco visto che, come prima c’era stata la salita della ragazza, ora c’era anche la discesa che, con la spinta della melma, si mostrava tutt’altro che morbida e soprattutto mirata su Zell.
 
 
 
Gruppo di Astral, Lacie e Johanna:
 
-Nya nya nya! Cerchiam cerchiam cerchiam nya!-
-Lacie per favore rallenta.-
Johanna stava inseguendo Lacie da quando la caccia al tesoro era iniziata, la ragazza era stata così felice che a malapena aveva voluto leggere il loro biglietto e subito s’era messa alla ricerca del cappello che dovevano trovare.
-Non preoccuparti, se dovesse allontanarsi troppo la riprenderò io.-
Astral tenendo il biglietto tra le mani camminava guardandosi attorno, da ciò che aveva potuto intuire dovevano trovare uno degli alberi più gradi della foresta e trovare tra le radici l’oggetto.
Il modo in cui la sorella si muoveva poteva essere un aiuto dopo tutto visto che potevano controllare più punti ed anche rapidamente, non c’era poi bisogno di fare troppa attenzione visto si trattava di qualcosa facilmente notabile.
Johanna invece non essendo abituata era preoccupata potesse finire chissà dove oppure cadere, visto che era anche buio.
Non era però qualcosa di così rischioso per Lacie, lei si trovava completamente a suo agio e si muoveva scattante.
-Nyahah che bello una caccia al tesoro con i miei amici ed il mio fratellone nya!-
-Sì, è molto bello che abbiano organizzato qualcosa di simile.-
Disse la bionda sorridendo, quasi però col fiatone visto che per stare dietro all’amica era costretta a correre.
-Dovremmo farlo ogni giorno nya!-
-Non penso in città sia molto fattibile…-
-Tu dici Johanna? Oh beh allora organizzeremo tante gite come queste! Nya!-
-Questo sembra più realistico.-
Rispose la ragazza prendendole finalmente la mano.
-Tu cosa ne pensi Astry nya?-
-Penso che…dovremmo andare di là.-
-Nya?-
Nel punto indicato dal ragazzo, ovvero tra i fitti alberi, si trovava in lontananza la grande figura di un albero decisamente più largo degli altri.
Era abbastanza chiaro fosse lì che dovevano andare.
-Nya l’abbiamo trovato!-
-Lacie non correre ti prego!-
Troppo tardi, nonostante la supplica di Johanna la ragazza non aveva perso tempo e, con quanto più fiato in corpo, era corsa per raggiungere l’obbiettivo.
In soccorso della bionda perlomeno arrivò Astral che, in maniera altrettanto veloce, riuscì a prendere in braccio la sorella, nonostante questa muovesse ancora i piedi freneticamente.
-Con calma, ci arriveremo in ogni caso.-
-Ma è sempre meglio arrivarci prima nya!-
Sorridendo Astral le accarezzò i capelli.
-Non è ancora meglio arrivarci in braccio al tuo fratellone?-
-Mmmh…si nya, ma che sia una cosa rapida.-
Ovviamente scherzava, adorava esser coccolata da lui ma era così emozionata dal riprendere a giocare che faceva fatica a star ferma.
-Siete veramente dolci voi due.-
Osservò Johanna intenerita.
-Siamo i fratelli migliori del mondo nya!-
-Ahah, ne sono sicura, si vede tenete molto l’uno all’altra.-
Era vero, nessuno avrebbe potuto dire il contrario.
Mentre parlavano comunque si erano avvicinati tutti e tre all’albero riuscendo così a distinguerne maggiormente le caratteristiche, il tronco era indubbiamente gigantesco ma ciò che lasciava sorpresi era l’aggrovigliamento dei rami sotto esso, che erano perfino sollevati da terra formando come una specie di gabbia.
In mezzo ad essi però si poteva facilmente vedere un piccolo cappello rosa.
-Nya eccolo!-
Non appena Lacie lo vide iniziò a muoversi ed a sbracciarsi per scendere dalle braccia del fratello, ma questo fece di tutto per evitarlo.
-Aspetta, non sappiamo se sia sicuro.-
Disse Johanna sperando di calmarla, in effetti non era detto non ci fosse qualcosa ad attenderli ma l’altra era troppo presa per poterci pensare.
-Oh ma è solo un gioco, non ci sarà altro che divertimento nya.-
Non era un’osservazione così sbagliata, dopo tutto era stato il signor Edward ad organizzare il tutto per cui non ci sarebbe dovuto esser nulla di particolarmente pericoloso, Astral però non mollò comunque l’osso, voleva esser certo della cosa.
-Procediamo con calma magari, tanto per esser sicuri.-
-Oooh…nya.-
Sospirando Lacie si fermò, non era così testarda da non capire che se avesse voluto continuare a giocare avrebbe dovuto calmarsi, solo in quel momento infatti il fratello si decise a lasciarla andare.
Johanna nel frattempo aveva fatto qualche passo verso le radici, il cappello non era così distante ma non era nemmeno possibile prenderlo senza entrare in quel groviglio.
-Non sembra esserci nulla di strano…-
-Posso facilmente passare tra i rami senza nemmeno romperli nya!-
Propose Lacie alzando la mano come se fossero ancora a scuola.
-Penso tu abbia ragione, cerca però di non agitarti troppo va bene?-
-Contaci fratellone nya!-
Felice Lacie mosse la coda per qualche secondo prima di iniziare a muoversi lì in mezzo, in effetti visto il suo essere per metà gatto non le fu difficile non rompere nulla, era ormai quasi arrivata al cappello quando però qualcosa la fermò.
-Nya?-
Guardandosi la vita si rese conto che uno dei rami le si era attorcigliato attorno.
-Lacie tutto bene?-
Chiese il fratello improvvisamente preoccupato vedendola che si era bloccata.
-Si nya, solo un rametto.-
Storcendo il naso la ragazza cercò di strapparselo di dosso ma questo iniziò a stringere sempre di più.
-Sicura vada tutto bene?-
Stavolta era Johanna ad essere preoccupata.
-Si nya…è solo un po’ testardo. Adesso provo a…-
Cercò di strattonarlo ancora di più ma con questo movimento altri rami iniziarono ad avvicinarsi e fu chiaro che la situazione stava peggiorando.
-Arrivo Lacie!-
Come prima cosa il fratello cercò di rompere i rami davanti a sé ma questi come venivano rotti sembravano ricrearsi.
La sorella nel frattempo non smetteva di muoversi e così le sue gambe stavano venendo ricoperte da quelle cose.
-Fermati Lacie!-
La voce di Johanna arrivò alle orecchie dell’amica che, preoccupata, aveva iniziato ad avvicinarsi con un approccio diverso a quello di Astral, infatti lei non stava rompendo nessun ramo ma cercava solamente di muoversi all’interno.
Quel modo sembrò funzionare decisamente di più visto non veniva aggredita come il ragazzo.
-Astral! Credo che romperli serva solo a farli arrabbiare di più!-
-Anche prendere mia sorella non fa altro che farmi arrabbiare di più!-
Urlò Astral iniziando a pensare all’opzione di utilizzare perfino le armi, ma vedendo che Johanna riusciva a muoversi lì in mezzo molto più facilmente preferì evitarlo.
Fermandosi anche lui prese un profondo respiro guardando la sorella, avrebbe voluto strappare ogni ramo per aiutarla ma forse non era quello il modo giusto, e per lei poteva perfino riuscire a controllare quelle emozioni così prorompenti.
Prendendo un respiro profondo il ragazzo tentò lo stesso approccio di Johanna da un punto distante rispetto a quello in cui era prima e la cosa funzionò.
-Lacie stiamo arrivando!-
-Fai attenzione fratellone nya!-
Urlò alla sorella sperando non si agitasse, grazie a quelle parole ed a quelle di Johanna in effetti Lacie non aveva paura, qualsiasi cosa stesse succedendo sarebbe finita per il meglio.
La prima a raggiungerla fu la bionda.
-Va tutto bene? Ti sei fatta male?-
-No sto bene nya…non capisco perché sia successo tutto questo…forse ho rotto per sbaglio qualcosa nya?-
-Non preoccuparti, ci siamo noi per te. Adesso cerchiamo di capire come liberarti…-
Tirarli non serviva a nulla quindi era ovvio doveva cercare di fare altro, la prima idea della ragazza fu quella di muovere le punte per scioglierli come fossero nodi ma anche così non serviva.
Solo un approccio gentile fino a quel momento era stato utile…
-Forse…-
Con sguardo serio Johanna provò una cosa alquanto strana, cercò infatti d’accarezzare i rami, non era una cosa molto normale da fare ma vista la situazione poteva aver senso.
Ed infatti fu proprio così, dopo pochi istanti che aveva iniziato ad accarezzarli questi si erano allentati liberando lentamente buona parte del corpo di Lacie.
-Ce l’hai fatta nya!-
-Basta solamente essere gentili a quanto pare.-
Scoperto questo anche l’altra accarezzò i rami, notando che tra questi ce n’era uno a terra spezzato.
-Oh…nya…forse è colpa mia mi dispiace…-
-Non l’hai fatto apposta Lacie, in mezzo a tutti questi è incredibile tu ne abbia rotto solo uno muovendoti così velocemente. Sei stata agilissima.-
Disse Johanna cercando di rincuorarla.
-Non abbastanza nya…-
Rispose l’amica leggermente giù per la cosa, Johanna intanto aveva recuperato il cappello e tenendole la mano era uscita da quel groviglio.
Sistemandole l’oggetto sulla testa poi la guardò con un sorriso.
-Sei stata bravissima Lacie.-
Addolcita da quel gesto e dalla premura nelle parole di Johanna Lacie l’abbracciò stringendola perfino con la coda.
-Sei veramente un tesoro nya.-
Johanna rispose all’abbraccio con altrettanta dolcezza ma quando alzò lo sguardo si rese conto che anche Astral era finito in una situazione simile a quella della sorella, solo che a differenza sua i rami si erano come moltiplicati e lo stavano stringendo sia tra le braccia che tra le gambe.
-Nyahah Astry così sembri un salame!-
Il ragazzo tentò di risponderle ma alcuni dei rami si erano aggrovigliati perfino dalla sua maschera, impedendogli così di parlare.
-Sarà meglio aiutarlo.-
-Con quei muscoli sicuramente avrà rotto un centinaio di rami nyahah. Il mio fratellone salamone muscolone nya.-
   
 
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