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Autore: Moonwalker_Deppiana    20/04/2018    0 recensioni
TRATTO DALLA STORIA:
'All'angolo della via che stavano costeggiando, lo sguardo di Perugina annegò in una graziosa casetta di legno ornata dall'incanto di quel mondo che, a gesti delicati, le fece illuminare il volto di una luce così appariscente da ridarle indietro ciò che aveva perso e che, senza farvi caso, aveva riperduto.
E ad attenderla poco prima dell'ingresso di quella casa, la quale all'apparenza sembrava piccola, vi era la più inaspettata delle sorprese...'
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Michael Jackson
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 9


LA SALA DA BALLO



Un'ampia scalinata dal rivestimento tirato a lucido si apriva a destra e a manca fino a convergere col centro della sala, là dove vi era presente un enorme spazio ovale dalla superficie liscia che avvolgeva delicatamente la stanza per ballare. I preziosi lampadari scintillanti erano ornati da cristallini luccicanti di luce intensa, dorata, che ogni sera oscillavano nel loro bagliore specchiandosi nell'ambiente circostante. Le enormi finestre sparse per la stanza, di cui il sole riuscì a rifugiarsi nel vetro privo di aloe e trasparente per non perdersi nulla di ciò che dal libro stava avverandosi nella realtà, erano drappeggiate e ornate da meravigliose tende di tessuto pregiato color ambra, intrecciate a stendardi e corde dorate che, nel fresco venticello infiltratosi anch'esso nella sala, ondeggiavano nell'aria emettendo ai ghirigori di splendere.

Lungo le alte pareti dal rivestimento cerato vi erano accurate possenti armature con spade sguainate e puntante verso l'alto, dove dei prestigiosi soppalchi erano addobbati e riservati per gente importante che assisteva ai balli senza parteciparvi o semplicemente si soffermava a chiacchierare con gente benestante; piccole lampade scorrevano lungo il rivestimento in legno per illuminare e riscaldare gli angoli più remoti. Vi seguivano, inoltre, quadri di bambini allegri che si rincorrevano divertendosi per tutta Neverland. Ognuno di loro raffigurava un mondo diverso e un paesaggio del tutto fantasioso. Tipo c'era quel quadro che mostrava tre bambine ilariate, le quali andavano rincorrendosi lungo una splendida vallata verdeggiante e di fiori primaverili; oppure quello che mostrava un Michael spensierato accerchiato da bambini che, come lui, sorridevano gioiosi di essersi ritrovati.

Il resto dei quadri che scorrevano lungo la liscia superficie mostravano i restanti bambini impegnati in giochi buffi e divertenti, ognuno di loro perso in quel piccolo mondo immaginario dove gli adulti non hanno la giusta chiave per accedervi. Oppure c'era quell'immagine significativa che mostrava un intreccio di mani al fine di creare una forma sferica dipinta di blu e verde per simulare il mondo e la sua unione con l'amore. Ma tra tutte quelle figure intrappolate in pregiate cornici dorate vi fu soltanto una che catturò l'attenzione di Rossana: uno scintillante miscuglio di colori che si completavano tra di loro, unendosi in ogni singola parte per dare vita al suo bozzetto scomparso, il quale mostrava una ragazza fasciata in uno sfavillante abito dorato con intrecci neri; al suo fianco, un ragazzo vestito in egual sfumature con capelli ricci e sguardo prigioniero di chi vi immergeva dentro il proprio.

Era una danza. Erano Perugina e Michael, appartenenti a We are the World.

«Il mio bozzetto!?»Esclamò sbigottita la ragazza.

Lasciò andare, senza preavviso, la mano del ragazzo che l'aveva condotta lì, silenzioso e in disparte, ammirandola mentre si avvicinava alla sua opera perduta nel mondo reale. Ed ella, con lo sguardo totalmente assorto, scese le scale che si aprivano alla sua destra in una corsa tanto affrettata quanto sbigottita, facendole ignorare quel che stava accadendo proprio sotto i suoi stessi passi, perché effettivamente qualcosa era successo.

Dal canto suo, Michael rimase guardarla, taciturno, dal soppalco in cima alle scale senza osare distrarla o ometterle la corsa turbolenta, perché fu la stessa autrice di quella magia a bloccarsi appena oltre l'ultimo gradino della scalinata frontale: le note di We are the World stavano inondando l'intero spazio ovale della sala da ballo, mentre una leggiadra lucina argentea, profusa all'ambrato del rivestimento in legno, scintillava su ogni scalino calpestato nella corsa. Perché era proprio questo che ella non aveva notato nella sua fretta di raggiungere il quadro.

Ma non solo: quel piccolo scintillio musicale le aveva fatto indossare l'abito perduto per una manciata di secondi prima di scomparire ancora una volta in piccole sfumature di tessuto dorato e ornato di nero...

In tutta risposta, Michael scese lentamente le scale musicali, le quali, come acceduto in precedenza, suonarono e si illuminarono allo stesso tempo. Con voce dolce, profonda e mielata, mentre le si avvicinava, recitò uno di quei paragrafi racchiusi nel romanzo di Rossana. Le stesse parole, la stessa profondità diedero a quest'ultima l'impressione che egli avesse già letto We are the World, quelle pagine non ancora rese pubbliche, che nessuno, a parte lei, aveva lontanamente sfiorato col pensiero.

«La rampa di scale si accese di musica scintillante nei passi fermentati di chi sopra vi stava correndo o semplicemente scendendo. Le dolci note di We are the World ornarono la luce ambrata dei gradini, completando il tutto con una spruzzata di pura essenza magica che si profuse nell'ignota consapevolezza di aver indossato la magia prima che essa scomparisse.»Disse Michael, occhi contro occhi e stupore contro serietà e, forse, anche un po' di rabbia verso quel paragrafo letto senza consenso.

«Come hai fatto a leggerlo senza che me ne accorgessi?»Gli domandò Rossana, ma Michael tacque.

Al che quel suo sguardo taciturno non rispondeva al groviglio di domande che le attanagliava i pensieri, la ragazza si guardò intorno spaesata, senza badare all'abito perduto riapparso su di lei ancora una volta per poi scomparire subito dopo mentre andava alla ricerca di qualcosa che non ricordava, dando le spalle al padrone di quella dimora e ritrovandosi affogata nei meandri delle pagine del suo stesso romanzo, le quali le offuscarono i sensi con l'amaro-dolce di quelle parole che pertanto recitavano:

 

 

Mentre si perdeva con lo sguardo che girovagava in cerca di qualcosa lì intorno, ignorando la magia che per pochi attimi l'aveva avvolta nel suo fascino dorato e bordato di nero, Perugina fece fronte con l'amara verità: quello che non trovava era il quadro contenente il suo bozzetto, scomparso una seconda volta così all'improvviso.

Al suo posto non vi era rimasta alcuna traccia della sua presenza di poc'anzi, tranne per quelle piccole scintille dorate che fecero apparire una porta in fondo alla sala da ballo...

Dove conduceva?

 

 

Ridestandosi alla svelta da quello stato catatonico e alquanto confusionale tra realtà e immaginazione, Rossana sollevò lo sguardo verso il quadro col suo bozzetto e... era scomparso! Al suo posto non vi era rimasta alcuna traccia che giustificasse la sua affascinante presenza, bensì apparve una porta scintillante di legno mogano in fondo alla sala da ballo, così come da paragrafo rammentato...

«Michael, dov'è finito il mio bozzetto?»Chiese Rossana, rivolgendosi al padrone con apprensione, che per tutto il tempo era rimasto fermo e immobile lì dov'era, in silenzio e con le mani giunte dietro la schiena.

Questo perché lui sapeva... Lui sapeva ed era innanzitutto a conoscenza dell'intera vicenda narrata su carta. Lui conosceva ogni paragrafo, ogni pagina, ogni parola scritta, cancellata e dopo riscritta da capo perché molto spesso l'insicurezza gioca tiri mancini. Ma la storia doveva seguire il suo naturale corso e lui non era nessuno per cambiare o modificare lo svolgimento; non aveva voce in questo capitolo: spettava a Rossana.

Pertanto le rispose:

«Prova a cercare la risposta in te stessa.»

«In me stessa?»Lo guardò con sgomento la ragazza. «Come?»

«Hai scritto tu tutto questo... dovresti averla tu la risposta.»Le sorrise Michael.

Rossana si stava specchiando in quelle sottili lenti scure senza comprendere il senso di quelle parole, quando la catatonica realtà volle farle rammentare, come uno schiaffo, che la risposta alla sua domanda si nascondeva realmente in lei, perché dopotutto We are the World era frutto della sua fantasia, perché, se ci pensava, era lei la marionettista che aveva guidato le sue marionette passo per passo, perché aveva scelto in prima persona di creare quegli attimi catatonici capitolo per capitolo; era stata lei a creare quella lunga catena di cose bizzarre, di sparizioni e apparizioni improvvise, di momenti improvvisati e follie residue dietro ogni angolo. Ed era sempre stata lei a creare quel paragrafo che, avvolto da un coro angelico, sussurrò nell'aria testuali parole:

 

 

La marionettista aveva scelto per le sue marionette attimi folli e improvvisati, momenti e sparizioni improvvisi e inaspettati. Ma aveva anche regalato loro un'altra indimenticabile follia che, per quanto bizzarra fosse, era tutta da vivere ed esplorare.

Fu la stessa marionettista a scoprire la nuova, bizzarra follia che avrebbe regalato, a lei e a Michael, un magico mondo non ancora nato né migliorato. Un nuovo, magico mondo da cambiare, da avvolgere in una sublime magia bianca che avrebbe preso le sembianze ambrate di un qualcosa da esplorare e custodire nei ricordi finché la morte non avrebbe spento quella fiammella oscillante sia nella mente che nel cuore. Perché in fondo, se ci si pensa sopra, i ricordi vanno custoditi anche lì.

 

 

«Un altro mondo...»Biascicò ad alta voce la ragazza, persa nei suoi stessi pensieri.

Lo sguardo era totalmente abbagliato da quella porta in legno mogano ora illuminata dai persistenti raggi solari, eppure ella era indecisa se immergersi in quel nuovo mondo o lasciar perdere la cosa... Ma la seconda ipotesi fu presto scartata, perché la Perugina del suo romanzo non si era data per vinta neppure un secondo, né vi aveva rinunciato, seppur fosse una marionetta, a scoprire la magia di un altro mondo: ogni avventura era un passo per aiutare il pianeta a migliorarsi e a rendere la Terra un posto migliore. Quindi perché no? Con Michael, lei doveva scoprire cosa si nascondeva dietro quella porta che aveva fatto scomparire il quadro col suo bozzetto.

Pertanto, imbarazzata dal gesto che aveva appena compiuto, ovvero prendere Michael per mano, Rossana si diresse verso la porta scintillante, ma l'ingresso verso essa apparve sprangato con fili di magia dorata, chiodi luccicanti e catene luminose. Una barriera bianca -semi trasparente- respinse la sua mano dal piccolo pomello ambrato, lasciandole sparsa per il corpo una scarica di brividi che le fecero rammentare di essersi dimenticata una cosa molta importante per far apparire la chiave.

«L'intreccio delle mani... Ricordi il quadro?»Le sorrise Michael.

Infatti quel paragrafo recitava:

 

 

La porta scintillante apparve sprangata al passaggio delle marionette: fili di magia dorata, chiodi luccicanti e catene luminose accompagnavano una barriera bianca da un luccichio semi trasparente affinché bloccasse loro la strada. Questa impediva loro di sfiorare il pomello ambrato e quindi lo scatto della serratura.

Al che Perugina comprese di dover procurarsi la giusta chiave per accedere a quell'incanto in cui avventurarsi, ma non aveva idea di dove fosse e né dove cercarla. Poi un lampo di genio le attraversò rapidamente il corpo grazie alle parole di Michael, le quali le fecero ricordare che la chiave era facile da ottenere: un semplice intreccio di mani per simulare il mondo, così come facevano i bambini nel quadro appeso alla parete nei dintorni. Una piccola sfera umana da avvicinare alla porta e... puff!

Il nuovo mondo avrebbe aperto un varco nell'inaspettato futuro svelato.

 

 

Mentre faticava in se stessa nel cercare le giuste parole per chiedere a Michael di creare la chiave, quest'ultimo la precedette nei gesti al fine di unire le loro mani per dare vita ad una piccola sfera che simulava il mondo e la sua unione. Al che la avvicinarono alla porta sorridendo radiosi e... puff! La serratura ebbe uno scatto, i fili di magia dorata, i chiodi scintillanti e le catene luminose scoppiarono in spruzzi magici e con essi anche la barriera, che si dissolse lentamente nell'aria.

All'interno della porta una sola cosa si scorgeva, ovvero quell'abbagliante fascio di luce che si dissipò nel buio circostante: il nuovo mondo si era aperto un varco nell'inaspettato futuro svelato...

«Vieni!»La incoraggiò Michael, spingendo la porta di lato e invitandola a seguirlo nella stanza; Rossana abbassò il capo e, con ancora impresso nella mano il tocco delicato del ragazzo, lo superò oltre la soglia.

La stanza che ora avevano davanti era la copia in piccolo di una graziosa sala da film. Sedie dal tessuto rosso si susseguivano perfettamente allineate nella piccola platea che avvolgeva in essa il palco, il quale ospitava un lungo ed ampio telo bianco dove la luce della cinepresa proiettava qualcosa. Il nuovo mondo si era aperto un varco nell'inaspettato futuro svelato, recitava il paragrafo, e questo stava a dire che la marionettista aveva comandato le sue marionette ad assistere ad un film futuro, distante poche ore prima di avverarsi.

Pressoché Michael aveva preso posto a sedere nella fila centrale invitandola a seguirlo e prendere posto, Rossana lo raggiunse e sedette al suo fianco sulla sedia rossa dalla comoda imbottitura, preparandosi psicologicamente a tutto quello che stava per vedere.

Ma era realmente pronta?

Rossana provò a cercare la risposta in se stessa e... Sì! Era da tutta una vita che sperava di vivere un'avventura folle e, pertanto, niente e nessuno avrebbe vietato la rinascita di quel suo unico momento a disposizione.

«Sei pronta?»Le chiese dolcemente Michael, prendendole quella mano dove poco prima aveva lasciato un segno indelebile: il suo calore.

«Sono pronta da una vita.»Confessò Rossana, sorridendogli ammaliata.

Le luci di spensero nel battito emozionato di due cuori che battevano rincorrendosi nell'aria e... puff! A grande sorpresa, sullo schermo apparve il bozzetto perduto di Rossana.

Tutto quanto si fermò.

La marionettista rimase come pietrificata sul momento. Gli occhi e la bocca le si spalancarono nello stupore di quella magia che aveva aperto un varco nell'inaspettato futuro svelato. E il vero inaspettato fu vedere il bozzetto prendere vita: i personaggi spuntarono dalla cornice e la melodia di We are the World  li seguì in quella morbida danza capace di cambiare il mondo. Bambini apparivano per poi scomparire dallo schermo in un cumulo di scintille dorate. L'abito ricamato ondeggiava nel vento per sposarsi con la giacca nera e dorata del ragazzo, mentre il Michael e la Perugina del disegno tornarono magicamente bambini: We are the Children (Noi siamo i Bambini).

Puff!

La scena cambiò e le marionette del romanzo di ritrovarono su una nave da pirati. Lì accadde ciò che Rossana non ebbe l'occasione di ammirare, perché le immagini sullo schermo scorsero così rapidamente da mandarle lo sguardo in confusione; in essa lo schermo si spense e le luci si accesero, e né Michael, né Rossana proferirono parola: cos'era successo? Perché il futuro era sbiadito così rapidamente?

 

 

... perché il futuro era stato solo un'illusione. Perugina bramava ardentemente riavere indietro quel che aveva perso perché era una parte di sé, a tal punto da illudersi di vederlo apparire sullo schermo in forma reale, come se fosse la protagonista di quella scena.

Ma poi... no! Non stava realmente fissando uno schermo da film né vi fu alcun avvenimento svelato nel futuro, bensì era ferma e impalata nella sala da ballo e stava ammirando ciò che era suo: il quadro col bozzetto.

 

 

E in effetti, quando tutto era finalmente cessato, Rossana e Michael si ritrovarono seduti davanti allo schermo bianco, lì dove non vi era alcuna immagine... Ma questo com'era possibile? Tutto era sembrato così reale, così vero...

«Va tutto bene?»La persuase Michael e... No, non poteva essere!

Erano lì fermi come delle statue nella sala da ballo, gli occhi puntati verso il bozzetto appeso alla parete...

«Michael!?»Lo guardò. «Cosa...?»

«Non spaventarti: sei caduta nella tua stessa illusione.»Le sorrise dolcemente Michael. «L'inaspettato futuro svelato, ovvero il We are the World del romanzo. In pratica, secondo quanto letto, la protagonista stava sognando ad occhi aperti.»

«Io non capisco...»Disse Rossana.

«Seguimi!»Cambiò discorso Michael. «Il tempo vola e noi non possiamo perdere tempo.»

«Eh?»Si sbigottì Rossana. «Michael, io voglio sapere cosa è successo mentre osservavo il mio bozzetto... Non cambiare discorso!»

«Da questa parte!»Disse ancora lui.

Si incamminò in tutto il suo fascino verso una porta appartata all'estremità della stanza, bloccandosi con la mano guantata sulla maniglia per osservare la sua ospite. Quest'ultima aveva lo sguardo totalmente sbigottito: era l'avventura più strana e pazzesca che avesse mai scritto o vissuto anche solo di fantasia... Wow! Si erano sentite così anche le sue marionette?

Rossana non ebbe tempo per pensarci su e darsi una risposta concreta, perché raggiunse Michael (il vestito riapparve per poi scomparire e, ancora una volta, ella non vi fece caso) e insieme oltrepassarono l'uscio.

E ora? Cosa l'attendeva?

   
 
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