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Autore: FlyChick    20/04/2018    1 recensioni
"Nat, rispondi sinceramente a quello che sto per chiederti."
"Oh, sentiamo. Cosa c'è questa volta Evelyn?"
"Nat, è stata la cazzata più grande della mia vita innamorarmi di Shannon Leto, buttarmi in una relazione del genere vedendoci quando capita e fare due figli con lui senza neanche pensarci un attimo??" chiese tutto d'un fiato continuando a guidare per le trafficate vie di Los Angeles.
Natalia sospirò. "Eve, mi hai già fatto questa domanda almeno altre cento volte, in cento forme diverse. Ti ho già detto mille volte come la penso, ed è quello che già sai. No, non è stata una cazzata. Perché ogni tanto ti viene in mente una cosa simile?"
"Nat, temo che il coperchio del mio portarimorsi stia per esplodere, liberandoli tutti, per farli fluttuare nella mia testa allo scopo di assillarmi continuamente."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.No Roots
Ciao a tutti/e. Dopo anni senza scrivere, rieccomi qui. Mi appresto a cominciare una nuova avventura con protagonista Shannon.
L'uscita del nuovo album America è stato un uragano d'ispirazioni, che mi ha portato a rileggere la mia precedente storia "I'm a selfish bastard, but at least I'm not alone", nella quale i protagonisti erano Shannon ed Evelyn.
Quella che inizio oggi vuole essere un'ipotetico spin-off, un finale, un continuo, chissà...
Se non avete letto l'altra storia, forse alcune cose non saranno chiare sin da subito. Vi consiglio di andare a darci un'occhiata, giusto per capire meglio la storia fra questi due personaggi, così diversi e così uguali, anche se non è strettamente necessario aver letto l'altra per leggere questa.
Rating arancione.
Vi consiglio, durante la lettura, di ascoltare la canzone che vi lascerò all'inizio di ogni capitolo.
Spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere!
Buona lettura!
Baci, Flychick




- Do You Believe You Could Walk On Water? -

No Roots
8 Maggio 2018,
Studio City, L.A.


Alice Merton - No Roots


Estate. La più bella stagione dell'anno. Un'estate californiana, calda e colorata. Le spiagge brulicavano di persone, le strade del centro erano colme di turisti e di tutti coloro che volessero vedere coi propri occhi la magia di quella metropoli dalle mille risorse, dalle mille sfaccettature.
Quante cose erano cambiate. Quante cose erano successe.
Ev
elyn sospirò guardando il cielo azzurro. Attendeva questo giorno da settimane. Era seduta al bordo della piscina nel giardino della loro casa, con un grande cappello di paglia in testa a proteggerla dal sole. La loro casa. Si, lo era sulla carta. Ma non era mai stata il loro nido. Loro non avevano una casa, non avevano una dimora. La loro casa non era mai stata sulla terraferma, non era mai stata un luogo fisso, un punto preciso su di una mappa.
La loro casa era li, dentro alle loro menti e ai loro sogni, dentro ai loro cuori, spesso costretti ad essere lontani.
"Piano Jeremy, lascia stare tua sorella!".
Jeremy.
Harper.
Quante cose erano successe in pochissimi anni. L'uragano che Shannon aveva originato nella sua testa e nella sua vita aveva trascinato con sé molte cose, lasciandone alcune al passato e portando a quelle nuove un pizzico di follia.
Era il suo tutto.
Evelyn non lavorava più da Miranda e non abitava più con Natalia.
Quando tutto il mondo venne a conoscenza del fatto che lei, proprio lei, Evelyn Jones una semplice ragazza di Los Angeles aveva una relazione con Shannon Leto, il negozio di Miranda a Rodeo Drive era diventato un delirio.
Dove c'era Evelyn, c'era Shannon. E magari Jared e Tomo, perché no. Questo era il ragionamento dei fans che avevano cominciato a presentarsi a Rodeo Drive per riuscire ad avere una foto, un saluto o un autografo dei loro beniamini. Inizialmente la cosa non sembrava un problema. La curiosità della gente aveva apportato al fatturato dei due negozi di Miranda una buona crescita, in particolare a quello del negozio nel quale lavorava Evelyn. Ma col tempo la situazione aveva cominciato a diventare sempre più ingestibile, sempre più caotica, fino a raggiungere il punto di non ritorno: Evelyn scoprì di essere incinta del suo primo figlio.
Lo sapevano le sue amiche, Shannon, Miranda ed Emily. Nessun altro.
La situazione era già di per sé stressante, il suo lavoro la faceva stare sempre in piedi, sempre di corsa, ed il caos che si andava a creare giorno dopo giorno, mentre la sua pancia cresceva e tutta la community ed i paparazzi si accorgevano che si, era incinta, Shannon avrebbe avuto un erede, la rendeva ancora più debole, ancora più vulnerabile. Non ce la faceva più.
Evelyn si fece coraggio e decise di lasciare il lavoro. Miranda era spesso dispotica e distaccata, ma dietro la sua maschera, Evelyn sapeva bene che c'era una donna con un cuore grande. Una donna che, ancor prima che Evelyn potesse parlare, sapeva già di che cosa voleva parlarle. Fu una scelta difficile lasciare le sue amiche e la sua vita, ma per la sua salute e per il suo bambino, doveva farlo.
Non avrebbe mai creduto di pensare e fare una cosa simile, ma seguire Shannon nei suoi viaggi attorno al mondo sembrava forse la scelta migliore in quel momento. Forse con lui sarebbe stata più tranquilla.
Sempre insieme. Sempre. Era troppo bello per essere vero. Ed infatti Evelyn, dopo l'ennesimo viaggio, dopo l'ennesimo aereo preso di corsa, non resse lo stress e fu necessario per lei essere ricoverata in un ospedale di Barcellona, per poi ritornare a Los Angeles e restarci. Shannon non era certo il tipo da lasciarsi abbattere, non era certo quello che davanti ad un problema preferiva lavarsene le mani. Aveva subito fatto in modo di trovare una casa, una casa bellissima, nella quale lei avrebbe potuto vivere e presso la quale lui sarebbe potuto tornare ogni volta che un leg del Love, Lust, Faith + Dreams Tour finiva.
Si, erano stati anni molto intensi. Sempre vissuti in corsia di sorpasso. Sempre vissuti giorno per giorno. Momento per momento.
Studio City non era male, era un quartiere molto moderno, abitato da moltissime celebrità, ma ciò che contava era il fatto che Evelyn fosse vicina a Constance, elettrizzata dal fatto di diventare finalmente nonna, e alla casa che Shannon e Jared avevano condiviso per tutti quegli anni.
Prendersi cura del piccolo Jeremy, il regalo più bello che Shannon le avesse mai fatto, le donava ogni giorno un'emozione nuova. Non aveva mai avuto granché spirito materno, non aveva mai desiderato figli a tutti i costi. Jeremy era semplicemente arrivato, così, da un momento all'altro. Aveva portato sgomento, gioia, stupore e novità nella sua vita. La presenza discontinua di Shannon nelle loro vite era sicuramente la mancanza più grande per lei e per Jeremy, che poco dopo aver compiuto un anno, ricevette la notizia che la pancia della mamma non era così grande perché aveva mangiato troppe fette della sua torta di compleanno, ma era perché la cicogna stava per portare, di li a pochi mesi, la piccola Harper. Era Luglio, un'estate calda, esattamente come quella che sembrava incominciare in quel preciso istante.
Evelyn prese l'iPhone, alzò il braccio puntando la fotocamera su sé stessa cercando di trarre la luce migliore. Scattò.
Fare la mamma non era il suo unico lavoro. Dopo essersi licenziata aveva dovuto reinventarsi.
Indossava un elegantissimo costume intero rosso, sgambato, come dettava la moda per quell'estate. I due lembi di lucente lycra rossa che le coprivano il seno allacciati dietro al collo. I fluenti capelli rossi le cadevano sulle spalle ancora chiare.
Era meravigliosa.
Scelse il filtro migliore da applicare alla foto, pronta per essere caricata su Instagram. Qualche hashtag, il tag del brand del costume e del cappello di paglia, una frase semplice.
Done
"Mamma, mamma."
"Dimmi Harper."
E
velyn distolse subito l'attezione dall'iPhone.
"Leo non può fare il bagno in piscina?"
"Tesoro no, Leo è un gatto. Non un pesce." e le baciò la testolina bagnata.
Harper non sembrò delusa dalla risposta, aveva già in mente a cosa giocare in alternativa. Corse verso la piscina e con un salto piuttosto goffo si tuffò in acqua.

Si, si poteva dire che stesse facendo la bella vita. Sicuramente era la vita che tante persone sognavano. Una casa meravigliosa. Un lavoro che le dava indipendenza. Due figli bellissimi. Ma Shannon era sempre stato la sua più grande mancanza nella vita di tutti i giorni. Si vedevano poco, a volte una volta alla settimana, a volte una volta al mese, o come in quel momento, dopo mesi. Non era sempre Shannon a tornare da loro, a volte erano loro ad andare da lui, in qualunque parte del mondo fosse, ma questo accadeva abbastanza di rado vista l'età dei bambini.
Jeremy e Harper erano cresciuti così. Con mamma Evelyn. Papà andava e veniva, gli portava regali, FaceTime era il loro canale di comunicazione più frequente. Soltanto mentre Shannon era a Los Angeles per lavorare all'ultimo album, America, avevano avuto modo di stare veramente col loro papà.
Il telefono tintinnò.
Posso chiamarti?
Era Nat. Evelyn rise.
Si certo.
Non ci volle molto, solo un nano secondo.

Nat calling

swipe to answer

"Pronto?"
"Lo voglio assolutamente!"
"Oh, ciao Nat. Anche io sono contenta di sentirti. In effetti, non ci sentivamo da stamattina."
"Voglio assolutamente quel costume, quando esce??"
"Tranquilla Nat, da domani lo trovi sul sito."
"Ti sta una favola!"
"Grazie, sono sicura che sulla tua pelle abbronzata starà ancora meglio. Con Brandon tutto ok?"
Eh si. Natalia si era finalmente fidanzata. E con nientepopodimeno che... Brandon! Il loro collega. Ed ora vivevano insieme in quello che era stato, fino a qualche anno prima, l'appartamento di Nat e Evelyn, a Westwood.
"Tutto ok, tutto solito. Andiamo al lavoro, torniamo, ceniamo, scopiamo, dormiamo e via così tutti i giorni." 
Evelyn scoppiò a ridere. Nat era rimasta la stessa di sempre. L'animo latino, la lingua biforcuta, il cuore grande. La loro amicizia era perdurata negli anni, e mai e poi mai si sarebbe potuta sciogliere. Le era sempre stata vicino, anche durante le due gravidanze.
"Hahaha, ok, ora che so che sei sessualmente attiva sono molto più tranquilla."
"A proposito, Shannon quando torna?"
Il cancello automatico si aprì. 
Una lucidissima Range Rover nera entrò velocemente, percorrendo il sentiero che dava al garage e facendo girare le teste di Evelyn e dei bambini.
I 30 Seconds to Mars erano nel bel mezzo del leg europeo. L'ultima data era stata Colonia, in Germania, due giorni prima. Shannon aveva deciso di tornare e di passare del tempo con Eve e i bambini. Sarebbe dovuto ritornare in Europa entro il 26.
Harper e Jeremy uscirono dalla piscina e corsero verso di lui.
"Piano Harper!" disse Evelyn alzandosi, "E' arrivato ora Nat, ci sentiamo più tardi."
"Ok bambola, a dopo. Un bacio."
Shannon, visivamente provato, scese dalla macchina, ma non appena si accorse che i bimbi stavano correndo verso di lui la sua espressione cambiò immediatamente. Aprì le braccia e sorrise, inginocchiandosi aspettando che lo abbracciassero. Non gli importava che fossero bagnati fradici.
Evelyn osservò la scena, scattando una bellissima foto.
-Quanto mi sei mancato, amore mio.-


Eccoci. Spero di avervi incuriositi. Vi lascio il link a qualche immagine qui di seguito, in modo che le parole possano avere una forma più concreta.
Spero di leggere presto la vostra opinione.
Baci, Flychick
Evelyn 
Jeremy
Harper
  
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