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Autore: Miki93    03/07/2009    2 recensioni
Francesca è una ragazza piuttosto fredda, che non si è mai innamorata veramente, e che ha sempre usato i ragazzi a suo piacimento! Francesco è il "ragazzo" di Francesca, romantico e sdolcinato, ma fin troppo per i gusti di lei... Federico è il cosiddetto "Principe Azzurro", dai capelli biondi e gli occhi azzurri! E se Francesca, per la prima volta, si innamorasse seriamente? Ma se fosse della persona sbagliata? << Perché era lui... quel bellissimo e dannato Angelo che mi stava facendo cadere... ed io, non volevo cadere per lui! >>.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So di avere un’altra fanfic in corso, ma non ho saputo resistere dal postare anche questa!

Sarà perché mettere per iscritto i ricordi, mi aiuta a stare meglio!

Vi lascio alla lettura^^

Spero che lascerete un commentino!

 

Kiss kiss

**Miki**

 

 

Libertà

 

 

 

 

 

 

 

 

Delle maledettissime nuvole stavano coprendo il cielo.

Chiariamo, a me piace la pioggia. Ma quel giorno avevo una stranissima sensazione.

Continuavo a giocherellare con i miei capelli castani (quasi sul nero) e a sospirare.

-Cosa c’è, tesoro?-, mi chiese Noel, la mia migliore amica, da me affettuosamente ribattezzata a quel modo.

-Niente... solo che... ecco...-, mi voltai ed incrociai lo sguardo euforico del mio ragazzo, Francesco, che mi sorrideva.

Risposi al sorriso e mi allontanai, trascinando la mia migliore amica in un angolo della classe, lontano dal suo sguardo.

-É solo che... non so, ultimamente, non è che mi senta molto a mio agio quando sono con Francesco... non riesco a capire cosa provo...-, le sussurrai, come se avessi paura che il diretto interessato potesse sentirmi.

-Dai, Fra, guarda che è normale, eh? Ci sono dei giorni, in cui pure io manderei a quel paese Giuseppe... capita, ma poi passa!-.

-Dici?-, le chiesi, poco convinta.

-Dico, dico! Dai, tranquilla, che hai solo quindici anni! Mica te lo devi sposare!-, rispose ironica.

Scoppiai a ridere.

-Questo è certo!-, risposi.

-Dai, andiamo da lui... vuoi che resti con voi?-.

-Magari! Solo per un po’-, la pregai.

-Va bene...-, mi rispose incerta.

Sospirai e mi diressi verso Francesco, lentamente.

Mi voltai un secondo, percorrendo la classe con lo sguardo.

Erano settimane che facevamo questa stupida autogestione, ed ero certa che i professori ce l’avrebbero fatta pagare.

Fortuna che quelli erano gli ultimi due giorni!

Comunque, non che mi dispiacesse molto prendermi una pausa dallo studio.

Però... mi voltai verso gli ultimi banchi, e notai alcuni ragazzi che giocavano a carte, come stavano facendo alcuni miei compagni di classe.

Uno di loro attirò la mia attenzione.

Mi guardava, anzi studiava, dalla testa ai piedi.

L’avevo intravisto qualche giorno prima, non era la prima volta che lo beccavo a guardarmi.

Anche se per lui, non credo facesse molta differenza, visto che non accennava a distogliere lo sguardo.

Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri. Era abbastanza magro e, anche se seduto, si poteva ben intuire che era abbastanza alto.

Santo Cielo... qualcuno aveva ascoltato le mie preghiere e mi aveva inviato un Angelo?

No, no, ma che diavolo stavo pensando?

Avevo già il ragazzo, e lo amavo pure!

Cioè... mi piaceva!

Certo, fin da quando ero piccola, avevo sempre amato i ragazzi biondi, con gli occhi azzurri... ma sono sogni... e bisogna imparare a distinguere la realtà dai sogni... prima o poi...

 

 

 

-Ehi, ragazze, di cosa parlavate?-, chiese Francesco, mettendomi un braccio intorno alle spalle.

Mi voltai verso Noel, lanciandole un’occhiata disperata.

-Problemi... femminili-, rispose lei, guardandomi seria.

Tutte e due stavamo pensando la stessa cosa, guardandoci negli occhi.

“La situazione è più grave di quanto pensassi”.

Non ci riuscivo. Anche ora, lì, abbracciata a lui... mi sentivo male... soffocata... a disagio.

Sarei voluta scappare via... non ce la facevo...

Noel sospirò e mi prese per un braccio, trascinandomi via.

-Scusami, Francesco, ma le dovrei parlare. Non ti dispiace se te la rubo per altri cinque minuti, vero?-.

-No... fate pure-, disse, baciandomi a sorpresa.

Riuscii a resistere all’impulso di ritrarmi, ma mi irrigidii.

Noel mi trascinò via, facendomi sedere su un banco vicino alla porta.

-Ma che ti prende? Sembri in preda all’esasperazione, Fra-, mi disse.

Sospirai e mi voltai verso Francesco.

Lo guardai attentamente.

-No, va tutto bene. É stato un momento così... ma mi è già passato! Davvero, va tutto bene-, cercai di sorriderle, con uno sforzo enorme.

-Sicura, tesoro?-.

-Sicurissima! Davvero! Ma guarda, mi sa che anche oggi pioverà-, dissi, voltandomi verso la finestra.

-Già... be’, siamo a novembre... anche se già ad ottobre ha cominciato-.

-Già... oggi è il 6 novembre... wow... passa velocemente il tempo-, sussurrai.

 

 

 

-Ma tu... dici che si può fumare?-, mi chiese Noel, tirando fuori dai jeans un pacchetto di lucki strike e l’accendino.

-Non so, ma che ti frega? Tanto, stanno facendo tutti quello che gli pare-, risposi con noncuranza, facendo spallucce.

-Ma guarda chi abbiamo qui davanti-, mi sussurrò all’orecchio, facendomi cenno con il capo.

Marcella. Una delle amiche più care di Francesco... e mie? No!

Era voltata di spalle, Pinky Pig (soprannome che le avevo dato dopo averla vista con indosso la sua tutina rosa!), e, per sbaglio, Noel centrò i suoi capelli con la fiamma dell’accendino.

Subito ci sbrigammo a spegnerli. Fortuna che non si era accorta di niente.

L’odore di bruciato cominciava a sentirsi, però.

Io e Noel non riuscivamo a trattenere le risate.

Marcella, ignara di tutto ciò che le era appena successo, se ne andò.

Fu in quel momento, che un ragazzo (e non uno qualunque, nossignore), si avvicinò a me e Noel.

Doveva aver visto la scena. Solo lui, per fortuna.

-Ma che cosa...? Poverina, dai, ma perché lo avete fatto?-, ci chiese.

-É stato un incidente-, risposi io, alzando lo sguardo.

Ne rimasi abbagliata.

Mi persi nei suoi splendidi occhi azzurri.

No, era il ragazzo di prima... quello che mi fissava!

Rimasi a fissarlo come un ebete.

-La conosci?-, gli chiese Noel, che non si era accorta del mio cambiamento.

-Direi, ci sto in classe insieme-, rispose sorridente.

Che sorriso abbagliante.

Poi, si voltò verso di me.

-Federico, piacere-, si presentò.

-Noelia-, rispose Noel.

Tutte e due si voltarono verso di me. Sicuramente, si stavano aspettando la mia presentazione.

Deglutii e finalmente riuscii a parlare.

-Francesca... piacere!-.

-Allora, mi spiegate perché lo avete fatto?-, ci chiese, riferendosi a Marcella e ai suoi orrendi capelli.

Secondo me, le avevamo solo fatto un piacere.

-Incidente-, ripetei.

-Sarà... ma lasciatela in pace, dai! Lo so che è stupida... ma almeno io non la prendo in giro-, disse.

Rimanemmo a parlare per altri dieci minuti, in cui, pur sentendomi tranquilla, avvertivo di nuovo quella strana sensazione di qualche ora prima.

-Allora-, disse infine Federico, voltandosi verso di me, -perché non mi lasci il tuo numero? Così, organizziamo qualche uscita... che ne so, il sabato sera-, mi disse.

-Va bene-, risposi automaticamente. –Che gestore hai?-.

-Vodafone-.

-Bene, io ho sia la Vodafone che la Wind, perciò... ecco il mio-, glielo diedi e lui mi fece un squillo con il suo cellulare per farmelo memorizzare.

Poi tornò a giocare a carte.

Tornai accanto a Francesco e lo abbracciai.

Mi voltai e notai che Federico mi stava osservando, anzi ci stava osservando... aveva uno sguardo strano.

Gli sorrisi e lui fece lo stesso.

 

 

 

Io e Noel ci sedemmo nuovamente sul banco accanto alla porta dell’aula.

-Senti-, cominciai, un po’ tesa, -ma secondo te... è possibile che la Regina di Ghiaccio possa innamorarsi di due ragazzi?-.

Si voltò con uno scatto automatico verso di me e sgranò gli occhi.

-Credo di si... chi è quest’altro? Lo conosco?-.

-Ehm... be’... in realtà, nemmeno io lo conosco più di tanto... è... ehm... Federico-, sussurrai.

-Be’, carino è carino. E, da quanto ne so, tu hai sempre avuto un debole per i biondi, vero?-.

-Vero... e ultimamente... con Francesco... lo prenderei a schiaffi ogni volta che tenta di sfiorarmi-, esclamai, rabbrividendo.

-Tesoro... ma che vuoi dire? Che non provi più niente?-.

-Non lo so... ma ho bisogno di riflettere! Da sola! Senza che mi torturi di messaggi dalla mattina alla sera-, dissi, abbassando lo sguardo.

-Francesco è a conoscenza dei tuoi dubbi?-.

-No, non sospetta niente. Sa che sono fredda e quindi mi crede come al solito-.

-Forse... dovresti prenderti una pausa. Non lasciarlo... ma un periodo di riflessione. Per pensare-.

-Forse...-, sussurrai voltandomi verso la finestra.

-Senti, fra due giorni dobbiamo andare al cinema, io, te, Francesco e Giuseppe. Se vuoi, io e Giuseppe rimaniamo nelle vicinanze... mentre tu glielo dici...-.

-No, non voglio mettervi in mezzo-.

-Ma io non voglio lasciarti da sola... dai, starete male tutti e due-.

-Dovresti consolare lui, non me-, risposi seria.

-Ma lui non è il mio migliore amico-, rispose abbracciandomi.

-E sia. Due giorni-, risposi.

Ce l’avrei fatta. Dovevo solo sopportare in silenzio.

-Ragazze, queste cose non si fanno!-, intervenne una voce, interrompendo l’abbraccio.

Gli feci una linguaccia. Federico!

-Piuttosto, Fra, ma quello è il tuo ragazzo?-, mi chiese, indicandomi Francesco.

-Ehm... si-, risposi in un sussurro.

-Ah, ho capito-, rispose, per poi voltarsi.

-Perché?-, gli chiesi.

-Be’, niente, è che non mi sembravi molto... coinvolta, ecco! Dai, lascia stare! Ci vediamo!-, e mi salutò con un cenno della mano.

-Non ci siamo proprio, amica mia-, disse Noel, prendendomi la mano.

-Lo so. Accidenti a chi ha inventato i ragazzi! Vivevo molto meglio senza, sai?-.

-Ci credo-, rispose scoppiando a ridere.

 

 

 

La campanella dell’ultima ora stava quasi per suonare.

Francesco era accanto a me e Noel.

-Due giorni-, disse, con quel tono che mi faceva tanto irritare.

Mi voltai verso Noel.

-No, non ce la faccio ad aspettare!-, le sussurrai.

-Ci vediamo verso le due?-, continuò lui, imperterrito.

Io e Noel annuimmo con un cenno del capo.

Aveva quasi le lacrime agli occhi.

Mi abbracciò e per poco non scoppiò a piangere.

-Ehi, scema, dovrei essere io a piangere, non il contrario!-, le dissi con gli occhi lucidi, cercando di trattenermi.

Francesco si avvicinò, preoccupato.

-Lo so perché sta così-, disse.

-No, no, non lo sai-, gli risposi con la voce incrinata.

-Giuseppe! Che ti ha detto stavolta?-, chiese.

-Non è per Giuseppe-, rispose e cercò di risistemarsi.

-Ah, e allora perché avete quelle facce?-.

Presi un respiro profondo e mi voltai verso di lui.

-Senti, all’uscita, potrei parlarti? Una cosa di cinque minuti... se non di meno-, esclamai seria... e fredda. No, dovevo essere dolce. Ci dovevo provare almeno.

-Va bene... è qualcosa di brutto?-.

-Dipende... dai punti di vista-, risposi.

 

 

 

-Tesoro, io cominciò ad andare... poi, ti chiamo fra un po’, va bene?-, mi disse Noel, schioccandomi un bacio sulla guancia.

-Si, grazie!-, le risposi.

-Ciao Fra...-, disse a lui, e poi corse via.

-Allora, di che devi parlarmi?-.

-Francesco, io... non sto molto bene ultimamente. Non sei tu... ma sono io. E, credo... sia meglio non continuare la nostra storia-, dissi tesa, cercando di guardarlo negli occhi.

Lui abbassò lo sguardo e strinse i pugni.

-Ti prego... scusami-, sussurrai.

-Si, certo-, rispose acido e se ne andò.

Non piansi.

Anzi, mi sentii improvvisamente risollevata.

Libera.

-Fra, che fai ancora qui?-, mi chiese Davide, un mio compagno di classe.

-Ehm, niente... dovevo parlare con Francesco! E tu?-.

-Niente, mi ero dimenticato un libro... e non ricordavo in quale classe-, sospirò.

Scoppiai a ridere.

-Sei un caso disperato!-, dissi.

-Lo so!-.

 

 

 

-Come mai sei uscita per ultima?-, mi chiese mio fratello, che era venuto a prendermi.

Sospirai e guardai dritta di fronte a me.

-Ho lasciato Francesco-, dissi.

Si voltò e sgranò gli occhi.

-Perché?-.

-Fatti miei-, risposi guardando fuori dal finestrino.

Ma guarda, alla fine aveva sul serio cominciato a piovere.

-Fai come vuoi. Spero solo che non te ne penta. E, tranquilla, a papà non dico niente! Fallo con calma, quando ne avrai voglia-, disse e mise in moto la macchina.

-Si-, risposi e chiusi gli occhi.

Niente. Nemmeno una lacrima.

Ma mi facevo talmente schifo.

Davvero, mi importava così poco di Francesco? Da non versare nemmeno una lacrima?

La Regina Di Ghiaccio è tornata”, pensai.

  
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