Ringrazio
anche solo chi legge.
Prompt
di S.S. V.
D.: -
Ha ragione Roger sul suo trono di ceramica
esplosivo: "Siamo troppo vecchi per queste stronzate". (I 400 Calci -
Nanowar).
Cap.1
Il sogno mistico del male
<
Non capisco perché, ma ho un leggero fastidio al cuore.
È come
mi dolesse e ogni tanto mi porto la mano al
petto. Sto volando
più lentamente del solito, mi sento anche
più affaticato. Avrò mangiato
pesante ieri sera?
Adesso,
però, non ci posso pensare. Devo spingere ancora di
più la mia
velocità,
devo raggiungere Gohan. È strano,
sto facendo uno
sforzo eccessivo, troppo sangue sta arrivando al cuore. Forse
mi fa male
perché lo sto sforzando troppo. Non capisco.
Ogni
mio pensiero viene cancellato quando atterro. Sotto gli occhi di tutti
affronto i cyborg.
Vedo
Gohan in piedi accanto a Junior. Il mio bambino coraggioso ha
dimostrato anche questa volta il suo coraggio, sono un padre orgoglioso.
Se questo
fastidioso dolore al petto passasse potrei godermi a pieno
il momento.
Eppure
capisco che qualcosa non va. Il mio piccolo sembra
affaticato. Ha
gli occhi vitrei, respira a fatica le sue guance, solitamente
rosate,
adesso sono così pallide e smunte. Mi avvicino, ma lui non
sembra vedermi.
All’improvviso allarga gli occhi, come se fosse attraversato
da un fulmine, e
altrettanto rapidamente cade in avanti a faccia in giù,
incosciente”.
“Gohan!”
urlo. Non riesco a correre in suo aiuto che vengo aggredito dal
cyborg. Mi accorgo solo in quel momento che Vegeta è riverso
a terra, ansima a
fatica e si tiene il petto, spasmodicamente.
Junior
riesce a salvarmi ed io strisciò fino al mio bambino. Quel
cyborg non
può averci prosciugato tutto così tanto.
I
miei capelli perdono l’oro del supersaiyan, tornando color
pece e mi
ricadono sul viso sudato. Raggiungo mio figlio, lo chiamo a gran voce,
stringendolo
a me, ma vengo colto dal panico vedendo che non riapre gli occhi.
“Che
gli sta succedendo?!” grida Crilin.
“Se-sembra
la malattia di cui parlava quel ragazzo del futuro, ma sembra
essersi diffusa” sussurrò Junior. Lo vedo
deglutire e lo sento bisbigliare:
“Gohan
no, proprio Gohan no”.
Il
dolore al cuore si fa sempre più forte, mentre la
preoccupazione fa
pompare l’adrenalina sempre più velocemente. Nella
mia mente risuonano le
accuse di Chichi, lei mi ha sempre ammonito dicendo di non mettere a
rischio il
frutto del nostro amore. Voleva che nostro figlio diventasse uno
studioso, non
un guerriero.
Non
voglio morire di nuovo, ma soprattutto non voglio perdere mio figlio.
…La
testa… Mi sta
girando la testa in maniera vertiginosa. Il
mondo intorno a me si sta facendo un
festival di colori confusi. Non capisco più niente. Le gambe
stanno cedendo.
Stringo di più a me il mio bambino, il mio piccolo
Gohan.
Perché anche
lui?
Sebbene mi
stia sentendo morire a causa di un dolore come non ne ho
mai provati, che mi sta facendo esplodere il cuore dentro il petto,
è a lui che
va il mio pensiero. Penso sarà l’ultimo
perché la mia coscienza mi sta
abbandonando. Chiudo gli occhi e mentre cado all’indietro
tutto si oscura” >.
Sotto
gli occhi terrorizzati di tutti, anche Goku, con ancora Gohan tra le
braccia, cade incosciente, mentre con una mano stringe ancora
a sé il
piccolo, con l’altra si tiene ansiosamente il petto.
Il
suo viso si è fatto esangue e il respiro
un rantolo.
“Dobbiamo
subito portarli a casa. Tu prendi Goku e Gohan, io porto
Vegeta”
disse Junior. Crilin annuì e si divisero, uno andando verso
la Capsule
corporation, l’altro verso la casa di Goku.
*********
“La
medicina sta finendo. Non basta per tre persone. Ne basta soltanto per
una e non sappiamo se il contagio si propagherà
ancora” disse Yamcha, mostrando
il contenitore delle pillole di Mirai Trunks,
prossimo ad essere
vuoto. Chichi lo afferrò e lo
guardò con aria disperata. Si volse a
guardare Goku: sudato, pallidissimo, che in preda a dolori lancinanti
si
lamentava debolmente e si agitava tra incubi terribili. Si teneva il
petto,
mentre sentiva il cuore scoppiargli. A ogni battito
era come se fosse
infilzato da mille frecce infuocate e avrebbe voluto urlare, ma dalla
bocca gli
uscivano solo bassi rantoli.
<
In questo momento anche il mio cuore sta andando in mille pezzi.
Però…
però so esattamente cosa devo fare. Io vivo solo per il mio
piccolo
Gohan, devo essere devota solo a mio figlio. Non permetterò
a nessuno di
impedirgli di continuare a crescere bello, buono, educato e studioso,
figuriamoci a una malattia > pensò.
Yamcha
la guardò.
<
Suo padre Yuma non ha neanche il coraggio di venire in questa stanza a
guardare sua figlia di fronte al bivio crudele dinanzi a cui si trova.
Entrambi
gli uomini della sua vita sono appesi a un filo e ne può
scegliere solo uno
> pensò.
Chichi
strinse i pugni.
<
Perderò la stima di tutti, della mia migliore amica Bulma,
anche di me
stessa. Però… >. Posò un bacio
a fior di labbra a Goku e, stringendo al
petto le medicine, si avviò al telefono.
********
“Dovrei
smettere di piangere, ma non ci riesco. Chichi mi ha chiamato
al telefono. Quasi non la riconoscevo con quella voce dura,
quasi cattiva.
Non mi aveva mai parlato in quel modo, ma è
stato il senso del
discorso a ghiacciarmi il sangue nelle vene.
Si
è rifiutata di riportarmi la medicina.
Non
c’è né abbastanza per
tre persone, se ne può salvare solo
una.
Lei
ha deciso per Gohan.
Dev’essere
stato terribile scegliere tra suo marito e suo figlio, ma anche
Goku sarebbe stato d’accordo, ne sono
sicura. Però, ha deciso
anche per me.
Ha
condannato il padre di mio figlio.
Avrei
voluto urlare, sputarle odio e veleno in faccia, invece, ho
chiuso la telefonata e sono scoppiata in lacrime.
Il
ragazzo del futuro ha cercato di consolarmi, di scoprire cosa avessi,
ma
non ne ho trovato la forza. Questo giovane sembra attaccato
incredibilmente al
mio principe.
Come
posso dirgli che non c’è
più speranza di salvarlo?
Guardo
un'altra volta il viso sofferente dell’unica persona
che abbia
mai veramente amato. Ho creduto già una volta di averlo
perso.
Non
mi voglio arrendere nemmeno stavolta.
Lo
devo anche al mio piccolo Trunks, ancora neonato, che merita di
crescere
con un padre speciale come il mio Vegeta.
“Ragazzo
del futuro” chiamo e lui si gira, aspettando che io
finalmente gli
dica la causa del mio dispiacere. Lo sorprendo con una richiesta ben
diversa.
“Chi
è stato a creare la medicina nel tuo tempo?”
chiedo, mettendo le mani
sui fianchi, nella mia posa combattiva.
“Mia
madre” risponde lui con una strana espressione in volto.
“È
una brava scienziata o è una dottoressa?” chiedo
ancora.
“Una
scienziata come lei” mi risponde.
Gliel’ho avrò detto mille volte
di darmi del tu, ma ora non è il momento di battibeccare su
cose inutili.
È
esattamente quello che volevo sapere. Non esiste una scienziata
migliore
di me nell’universo. Sono convinta di essere anche
più brava della
madre di questo ragazzo.
Ho
ancora una pillola in casa, perché me l’ero fatta
dare da Chichi prima
che Goku si ammalasse, cercando di comprenderne il principio attivo.
Da
quella potrò scoprire gli elementi che formano il medicinale
e dovrò solo
cercare di ricrearlo.
Non
preoccuparti amore mio. Lo sai che nessuno ferma Bulma Briefs
quando si intestardisce su un’idea”.
*******
Goku
gemette nel sonno, il sudore e le lacrime si erano mischiate sul suo
viso.
<
Sono
seduto sull’erba.
Io e la mia
famiglia stiamo facendo un pic-nic,
eppure mi sento così lontano. Odo le voci ovattate e non mi
sfiorano i sorrisi di Gohan e Chichi,
come se fosse
tutto fasullo.
Ed
ecco che la terra comincia a tremare. Si
spacca e vedo allontanarsi sempre di più,
dall’altro lato della spaccatura
rispetto a dove sono io, mia moglie e mio figlio, che urlano
terrorizzati.
Comincio
a correre, cercando un modo per andare
dall’altra parte. Si fanno sempre più lontani e io
non riesco a volare. Urlo,
ma loro non mi sentono. La lava schizza da ogni parte, lambisce i miei
piedi e
i miei stivaletti iniziano a fumare. Urla, le urla strazianti dei miei
cari.
Devo
raggiungerli, devo tornare da loro, ma non
ci riesco. Ed ecco che due occhi di ghiaccio coprono l’intero
cielo, divenuto
nero.
Sento
una risata, così forte che mi devo tappare
le orecchie, mentre cado in ginocchio. È così
fastidiosa e si fonde con le urla
della mia famiglia. Non riesco a farla smettere, non riesco. Quando mi
volto,
vedo mia moglie terrorizzata, che tiene abbracciato a sé il
nostro piccolo Gohan.
Davanti a lei un
mostro orribile. Sorride, mentre si avvicina sempre di più
ai miei cari.
“Cosa
diamine vuoi fare?!” grido. Vedo Vegeta
volare verso la creatura, tentare di abbatterla un colpo dopo
l’altro, ancora e
ancora.
“Vegeta!”
urlo.
“Ha
ragione il pirata Roger, sul suo trono di ceramica
esplosivo: “Siamo troppo vecchi per queste
stronzate” dice il principe. Lo
guardo stranito, mentre vedo che il nemico lo raggiunge con
un’onda. Ululo di
rabbia e dolore, vedendo il mio amico scomparire nel nulla.
Spicco
un balzo, ma attraverso il mio avversario,
cadendo dall’altra parte. Le gambe mi cedono,
l’odore dello zolfo m’impedisce
il respiro.
Il cuore mi
fa un
male terribile, pulsa dolorosamente, quasi mi volesse scoppiare in
petto.
La
creatura ride, ride, in piedi davanti ai corpi
incoscienti del mio bambino e della mia stupenda sposa.
Parto
all’attacco nuovamente, questa volta in
volo, ma cado nuovamente oltre l’avversario. L’ho
attraversato come se fossi un
fantasma per ben due volte.
Mi
rialzo e continuo a tempestarlo di colpi, ma
con sgomento mi accorgo che continuo a trapassarlo. Non riesco a
colpirlo.
Frustato, ci provo sempre con più vigore, ma è
inutile.
Lui
avanza sempre di più e io non so cosa fare.
L’agitazione mi ottenebra il pensiero, e mi muovo a scatti,
colpendo, urlando,
non riuscendo a stare fermo un attimo, mi guardo intorno smarrito.
“Scappa Gohan!”
sento la voce
terrorizzata di mia moglie che incita nostro figlio a scappare.
Lui,
in lacrime, non si vuole allontanare in
principio, ma poi inizia a correre.
Perché
non scappi anche tu, Chichi? Perché non te
ne vai amore mio? Mi chiedo e cresce il mio senso di impotenza. Non
posso fare
niente. Non posso proteggere chi amo.
Il
mostro mi attraversa e ormai è di fronte alla
mia adorata. Cerco di proteggerla, cerco di allontanarla, ma non mi
sente, non
mi vede. Mi metto davanti a lei, ma stavolta e lei che mi attraversa.
Comincia
ad attaccare il mostro. La mia incredibile guerriera, la amo proprio
per la sua
tenacia, il suo coraggio, nonostante sia bella e fragile come una
statuetta di
porcellana.
Quell’essere
all’improvviso l’afferra per il
collo e davanti a me si consuma la scena più terribile,
quella che non avrei
mai voluto vedere: dal suo meraviglioso viso latteo, se ne va il
colore, gli
occhi si fanno grandi, mentre la vita li abbandona, e pian piano si
chiudono.
La
chiamo, urlo, ma non posso fare niente. Cerco
di afferrare quelle mostruose mani, ma non posso, le attraverso. Il
corpo della
mia Chichi si accascia inerme, mentre il leggerissimo vento che si alza
dall’aura del nemico le smuove lo stupendo kimono rosa che le
ho regalato al
nostro primo anniversario di nozze. Era il suo preferito, lo metteva
sempre. I
suoi neri capelli, solitamente legati in uno chignon, ricadono,
invece, sulle sue spalle. Le ho sempre detto
che stava meglio in quel modo, che sembrava una meravigliosa ninfa
guerriera,
che in quei momenti da lei si emanava un odore di natura e
libertà. Lei
sorrideva prima di coricarsi, mentre si pettinava davanti allo specchio
e mi
diceva che lo faceva apposta. Solo io dovevo sapere quanto fosse bella
in
realtà.
Quell’essere
immondo lascia cadere inerte la cosa
più preziosa che io abbia mai avuto. M’inginocchio
accanto a lei, accarezzando
il suo viso freddo. Abbasso il capo, e l’ombra dei miei
capelli nasconde le
lacrime e mi oscura il volto addolorato. Stringo un pugno con rabbia,
mentre
quella risata ricomincia e ad essa si aggiunge quella del mostro che mi
sta di
fronte.
Il mio urlo di dolore cancella tutto il resto”.