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Autore: yukichan01    25/04/2018    0 recensioni
Il mondo si ormai evoluto e la maggior parte degli esseri umani hanno poteri sovraumani. Esistono però ancora esseri umani privi di qualsiasi poteri e vengono chiamati Vuoti.
La storia tratta di Ashia un ragazzino che scoprirà l'amore. Un amore che passerà sopra al fatto che lui è un Vuoto e che gli ridarà l'orgoglio che gli è stato strappato fin dalla nascita. Passando dai banchi di scuola a quelli di dune.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Sovrannaturale
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Noia.
Solo noia.
Non succedeva mai niente di nuovo in quella scuola. Sempre la solita storia, sempre le solite lezioni, sempre i soliti compangi e le solite occhiatacce.
La classe era gremita di studenti. Tutti seduti nei banchi, tutti con la stessa divisa e tutti perfettamente in ordine. Molti di loro erano intenti a prendere appunti mentre i restanti fissano il professore confusi che con la sua tenuta perfetta e i capelli ordinatamente raccolti continuava a snocciolare nozzioni via via più complicate.
Il cielo coperto e la luce soffusa rendeva la sciena ancora più grigia e noiosa.
Il suono della campanella sciolse la classe. I ragazzi uscirono in massa dirigendosi agli armadietti. Uno ragazzino dagli scuri capelli castani era rimasto nella classe. Con calma prese i libri e si alzò uscendo poi dalla classe. Appena messo piede nel gremito corridoio per un attimo motli degli alunni si ammutolirono e i loro occhi puntarono verso di lui per poi ritornare ai loro impegni. Si diresse velocemente verso l'armadietto. Trovandolo ancora più ammaccato e con nuovi insulti scritti sopra rispetto al mattino tesso. Ormai il colore origine era indistinguibile ed era solo un ammontare di bozze e avvallamenti. Sospirò aprendolo e sperando che resistesse fino alla fine dell'anno, dopo tutto mancavano solo pochi mesi.
Appena ebbe finito di riporre i libri l'autoparlante con un rumore racchiante si accese:
<< L'alunno Ashia Sarei è atteso in presidenza.
L'alunno Ashia Sarei è atteso in presidenza.>>
Si acciglio leggermente e c'ercando di ignorare il brusio crescente e le occhiatine al mio passaggio si diresse in presidenza a passo sostenuto.
La porta di vetro smerigliato si aprii senza il minimo cigolio.
-Signor. Preside
La figura di un uomo alto e austero sedeva elegantemente composto dietro un'enorme scrivania di legno scuro.
-Signor. Sarei, entri e chiuda la porta.
Eseguii l'ordine per poi accomodarsi su una delle poltroncine davanti alla sua postazione.
-L'ho chiamata per affidarle un incarico, signor. Sarei
Dalla sua voce composta si percepiva stanchezza e irritazione ed incominciò a massagiarsi gli occhi con le dita.
-Purtropo è rimasto solo lei su cui possa fare affidamento. Come lei ben sa tutto il corso di arabo è in Marocco questo mese. Lei però non è potuto andare quindi mi servirebbe il suo aiuto.
Il giovane si trattene dall'alzare gli occhi al cielo.
“Ovviamente io non sono potuto andare. Dopo tutto sono potuto entrare in questa scuola per ricconi solo grazie a una borsa di studio.”
Si trattene dal dirlo preferendo un semplice:
-Come desidera, signor. Preside.
-Perfetto. Quindi da lunedì accompagnerà insieme al signor. Lancaster dei facoltosi ospiti che verrano qui per un progetto. Ovviamente, appena ritorneranno i ragazzi del corso lei sarà sollevato dall'incarico.
-Si, ovviamente...
-Bene, all'ora se i suoi corsi sono finiti puo tornare a casa signor. Sarei.
Si alzò e uscii frettolosamente. Prese le sue cose e tornò a casa ignorando il mondo intorno a se e restando immerso nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni per l'incarico appena assegnato.
Gli si leggeva in faccia che non moriva dalla voglia di incontrare un'altro riccone spocchioso che veniva in visita nella loro “illustre” scuola, dall'altro lato sperava in una qualche novità, magari qualcuno con del sale in zucca.
Ormai fuori dal cancello e andò sbattere contro qualcuno. Dopo delle scuse veloci, e senza neanche guardare contro chi si era scontrato, riprese la borsa che gli era caduta nello scontro e ritornò sui suoi passi.

Ashia passò il week-end a casa sui libri e a ripulire il suo piccolo monolocale.
Suo per modo di dire. Viveva da solo in quella casa messa a disposizione dalla scuola in accordo con l'orfanotrofio da cui veniva. Gli sarebbe stato garantito fino allo scadere di quell'anno scolastico, essendo l'ultimo.
Non era stato facile crescere in orfanotrofio e ancor di più con la cosapevolezza che nessuno lo avrebbe mai adottato. Dopo tutto chi avrebbe preso un Vuoto come lui. Un senza abilità, un rimasuglio dell'Era passata, un senza poteri. La terra si era ormai evoluta e gli esseri umani avevano sviluppato abilità sovraumane ma ovviamente ci doveva essere l'eccezione che conferma la regola e venivano chiamati Vuoti.
Quelli come lui erano rari e tendevano all'estinzione. Al momento eravamo solo in 3 di cui lui l'unico giovane. Gli altri due erano un vecchio rinchiuso in una casa di cura e una donna di mezz'età rinchiusa in ospedale psichiatrico per tendenze suicide. Ovviamente non eravano minimamente ben visti specialmente nei paesi più avanzati che però mantenevano una facciata di finto buonismo trattandoli, almeno su carta, come loro pari.

Lunedì arrivò troppo in fretta. Con una notte passata in bianco alle spalle per il nervosismo si diresse inmediatamente all'ufficio del preside. Trovandosi davanti nella sua perfetta divisa appena stirata William Lancester già posizionato davanti all'ufficio. Gli si avvicinò portandosi di fianco a lui mantenendo una debita distanza, il tutto avvenne ignorandosi reciprocamente.
William si sistemo i corti capelli biondi e il fazzoletto nero, con una stella d'oro ricamata sopra, nel taschino.
Subito dopo una serie di passi e delle voci fecero capolinea della porta che venne aperta dal preside mentre indossava il suo più smagliante falso sorriso. Dall'ufficio uscirono tre ragazzi di una bellezza esotica e accecante.
Il primo aveva lunghi capelli nerissimi tenuti raccoti in una coda che gli cadeva dietro le larghe spalle. Gli occhi violacei erano magnetici mentre la pelle bronzea contrastava con il colore candido dei suoi vestiti. Indossava una casacca bianca con intorno allo scollo decorazioni blu e oro. Colori che venivano ripresi anche dalla fascia che gli cingeva la vita. Inoltre indossava una specie mantella con lunghe maniche anch'essa riccamente decorata.
Dietro di lui si stagliava la figura enorme di un ragazzo dalla pelle scura così come i suoi capelli e dagli occhi rossi. Aveva lunghi calzoni neri, tipici di quelle zone, e una fascia simile a quella del primo ragazzo ma molto più semplice e di color rosso.
L'ultimo della fila era un ragazzo mingherlino dai lunghi e candidi capelli, tenuti raccolti da un cilindro argentato e decorato. La pelle era candida e gli occhi, tenuti socchiusi e dall'epressione anoiata, avevano un bellissimo color verde smeraldo. Aveva una lunga tunica dalla colorazione pastello che variava dal verde al giallo con comblicati disegni giometrici.
-Loro sono il principe Karim Salesh di Zerzura, la sua guardia del corpo Dawoud e il suo consigliere Jamell.
I tre chinarono leggermente la testa in forma di saluto.
-Io sono il rappresentante degli studenti William Lancaster, rampollo di una delle più importanti casate inglesi.
Il biondo fece un passo avanti porgendo la mano con in faccia un ridicolo ghigno orgoglioso. Il principe strinse la mano ma in faccia gli si poteva leggere della confusione. Ashia vedendo la confusione nei suoi occhi si ricordò del motivo della sua presenza lì.
-Piacere di conoscervi. Io sono Ashia Sarei, frequento l'ultimo anno e vi farò da traduttore.
Mentre lui è il nostro rappresentante degli studenti William Lancaster.
Il principe allungo la mano verso di lui che la strinse un po titubante. Un po perchè non era abituato a essere considerato e un po per il sorriso dolce che gli stava indirizzando.
-Piacere mio.

Si incamminarono per i corridoi e William incominciò, con i suoi mondani e frivoli modi, a elencare tutti i pregi della scuola e le varie attività che si potevano intraprendere. Parlava così velocemente che al castano risultò alquanto faticoso stargli dietro. Continuarono a girare per le varie ali della scuola fin quando non arrivò l'ora di pranzo e si diressero verso l'enorme salone che ospitava la mensa scolastica. La sala era interamente in legno tra cui il legno color cioccolato scuro predominava. Era illuminata dalle enormi vetrate che coprivano i tre quarti delle pareti. Mentre William era concentrato a decantare l'antichità e la maestosità di quella sala. Ashia notò che gli occhi del principe erano puntati verso l'enorme buffet al centro della sala. Prese una bella boccata ed osò.
-William … credo che sia meglio avviarci. I nostri ospiti sembrano un stanchi e affamati.
L'interpellato gli rivolse uno sguardo gelido e al coltempo pieno di disprezzo.
-Non. Osare. Parlarmi. Feccia.
Scandì le parole con una calma ferocia. Il più piccolo indietreggiò.Non l'avrebbe passata liscia.
William si ricompose e sfoggiando un sorriso smagliante li invitò a assaggiare il loro “splendido” buffet.
Per la prima volta mentre attraversavano la mensa non ero il castano ad incanalare l'attenzione degli altri studenti. Si sentiva finalmente invisibile. Dopo che il gruppo riempirono i loro piatti si dirigerono verso uno dei tavoli vicino alle finestre. Nel tragitto William venne chiamato dai dei ragazzi per un problema con dei professori. Appena i tre si sedettero il più mingherlino si sistemò nell'angolo più lontano del tavolo in modo da mettere più distanza possibile tra lui e loro. Tirò fuori il suo pranzo al sacco composto dagli scarti del giorno prima, in quanto oltre ad assistere alle lezioni non avevo nessun'altro diritto là dentro, e incominciò a mangiare cercando di allontanare quella sensazione di disagio che continuava a turbarlo.
-Ashia...
Si voltò incrociando gli occhi viola del principe ed abbassò immediatamente lo sguardo arrossendo leggermente.
-Mi dica Principe Karim.
-Chiamami pure Karim. Volevo chiederti alcune cose. Potresti avvicinarti per favore?
Si guardò intorno un po spiazzato prima di annuire con la testa e lentamente avvicinarsi. Il principe nel frattempo si era leggermente spostato per fargli spazio. Si ritrovò quindi circondato dai tre stranieri. Il principe difianco, Dawoud e Jameel dal lato opposto.
-Mi dica pure.
-Ho notato che ci sono molti ragazzi che hanno una cravatta e un fazzoletto di colore diverso, volevo sapere se c'era un dignificato dietro ciò?
Ashia tenne gli occhi bassi cercando di non incontrare lo sguardo del nobile che insistentemente continuava a puntarlo su lui.
-Ah, sisi c'è un significato dietro la divisione per colori. Secondo la tradizione di questo paese ad ogni catagoria di potere corrisponde un colore.
Bianco per gli omega, perchè innocui e molto spesso con poteri di guarigione.
Grigio per i beta, che sono caratterizzati da poteri di rafforzamento e sono già più potenti degli omega.
Nero per i alfa, che hanno poteri molto spesso affini agli elementi naturali.
Inifine oro per i theta, che hanno abilità che rasentano il divino ma in questa scuola c'è stato solo uno studente theta in tutta la sua storia.
Ah, la stella d'oro ricamata sopra indica gli appartenenti al corpo studentesco.
Il reale si guardò intorno facendo guizzare lo sguardo tra gli studenti. Si poteva leggere curiosità in quei occhi. Invece i suoi accompagnatori sembrava completamente disinteressati continuando a mangiare.
- Ci sono molti beta
- Si. La maggior parte è beta poi ci sono gli alfa e pochi omega. I deboli qui non sono ben visti qui.
Sentì il suo sguardo di nuovo su di se.
-Posso sapere a che categoria appartieni. Non indossi nulla.
Arrosì imbarazzato. Ovviamente non indossava niente, non gli era permesso.
-Ah... ecco.. io....ecco...
Il panico si impossesò del suo corpo. Cosa avrebbe dovuto dirgli...
-Principe.
Si voltarono in contemporanea verso Jameel.
-Sta mettendo in difficolta la nostra guida con domande così personali.
Lo vidi grattarsi la testa imbarazzato per il rimprovero subito.
-Scusami se ti ho messo in imbarazzo. Ma quando si tratta dei Doni mi lascio un po' andare.
-Non si preoccupi, nessuno problema.
Accompagnò le parole con dei veloci segni di dinnego con le mani.
-Comunque io...Comunque faccio parte della categoria dei più deboli.
Non voleva confidargli di essere un Vuoto, era bello il modo in cui lo trattava da suo pari. E poi non avevo mentito in fin dei conti...
-Un omega quindi..
Prima che potesse dire qualsiasi cosa venne interrotto dal ritorno di William, che si sedette al tavolo. Nel lato più lotano possibile dal suo compagno di scuola ovviamente. Subito il silenzio si impadronì del tavolo. Finquando William non incominciò ad intrattenere gli ospiti con chiacchere incentrate sempre sulla grandiosità della scuola, della nostra cultura e sopratutto della sua famiglia.
Finito il pranzo ricominciarono il giro dell'istituto. Passando tra laboratori, palestre, l'enorme biblioteca e anche le varie sedi dei club.
Finalmente, dopo 5 ore, li riaccompagnarono all'ufficio del preside.
Dopo dei veloci saluti e la promessa di rivedersi l'indomani la porta si richiuse dietro agli Zezuriani e dando finalmente la possibilità di tornare a casa ad un Ashia distrutto. Che si diresse verso l'armadietto pregustandomi già la bellissima dormita ristorativa che aveva intenzione di farsi. Ma compì solo pochi passi prima di venire scaraventato. Sbattè violentemente contro la porta, aprendola e finendo poi contro il muro e accasciandosi a terra.Tossichiando si ritirò su, appena mise a fuoco vide William e altri due beta all'ingresso.
-Pensavi che dopo la tua sfacciatagine di oggi saresti tornato a casa impunito.
Riuscì solo a imprecare mentalmente prima che uno dei due scagnozzi con una velocità sovrumana gli diede un pugno nello stomaco. Si raggomitolò tossendo violentemente. Non fece in tempo a riprendersi che il collo gli venne stretto con ferocia e lentamente venne sollevato. Appena i piedi lasciarono il suolo divenne faticoso respirare e alcuni puntini bianchi gli appanarono la vista.
-Ho sentito che ti sei spacciato per omega con il principino feccia! Non vuoi che scopra che scherzo della natura sei ?!
Cercò di dibattersi ma la presa invisibile della telecinesi di William era impossibile da spezzare per lui. Sentiva l'energia abbandonarlo pian piano e la forza per combatterlo si affievoliva sempre più velocemente. Stanco di combattere si lasciò andare consapevole che nessuno sarebbe arrivato.
Improvvisamente cadde e diede violentemente la testa contro il pavimento e con la gola finalmente libera iniziò a iperventilare cercando di inspirare più ossigeno possibile.
-Che diavolo sta succedendo qui?
Cercando di girarsi verso la voce del suo salvatore ma era troppo debole. Si accasciò, inerme e gli si chiusero gli occhi.

 
-Angolo dell’autrice-
Per amor di chiarezza ci sono due cosa da precisare
  1. Quando la scritta è in corsivo i personaggi stanno parlando in arabo
  2. Per quanto riguarda la terminologia alfa, beta e omega non ha niente a che vedere con l’omegaverse, anche se questa storia porta l’avvertenza per una gravidanza maschile. Mi dispiace deludere le fan, come me, dell’omegaverse.
     
Inoltre il rating potrebbe cambiare da arancione a rosso
In ogni caso fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate. ^-^
Io cercherò di aggiornare quanto prima.
 
   
 
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