Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: tenacious_deep_soul 99    27/04/2018    1 recensioni
Lee Miyon è una giovane studentessa del conservatorio più prestigioso di Seoul, il “Seoul Artspool Conservatory”. Orfana di madre e violinista quasi provetta alle soglie della laurea, verrà affiancata da un giovane e talentuoso pianista frequentante il suo stesso corso: Min Yoongi. Il loro rapporto sarà a dir poco conflittuale, situazione che creerà un senso di rivalità fra le due parti per tutto il resto del duro periodo di studi. Solo dubbi ed incertezze si porranno fra i due ragazzi e la loro relazione, all’insegna di un apparente crollo...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Capitolo 18~


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Quel dannatissimo divano era diventato il posto preferito di Miyon, negli ultimi tempi lo aveva usato così tanto che l’enorme cuscino del sedile prese quasi la forma del suo fondoschiena.
Il sole splendeva alto nel cielo quella domenica pomeriggio, irradiando di calore meno di un quarto della sua stanza. Sarebbe stata una bella giornata se solo l’umore della ragazza non fosse stato del tutto sotto terra.
Aveva un’espressione morta e respirava silenziosamente, fintanto che si torturava il labbro inferiore fra pollice e indice.
La notte era passata troppo lentamente per i suoi gusti, essendo stata di nuovo insonne. Beh in effetti, le sue occhiaie parlavano molto chiaro. Non riusciva a spiegarsi come la sua mente potesse costringerla a rimanere in completa veglia, privandola di quel lecito sonno ristoratore che ormai vedeva solo col cannocchiale.
In quell’arco di tempo a cavallo fra mezzanotte e le nove del mattino la sua testa le proponeva i più svariati pensieri, passanti da semplici supposizioni a veri e propri film mentali.

I sensi intorpiditi di Miyon si risvegliarono d’un tratto, quando questa fece per scuotere rapidamente la testa emettendo un ringhio d’esasperazione. Era sull’orlo di una crisi, e il suo aspetto trasandato lo confermava in pieno.

-Devo assolutamente fare qualcosa, non posso starmene qui con le mani in mano... devo ottenere spiegazioni o finirò per impazzire- si portò le mani alla testa, scompigliandosi la chioma già disordinata di per sé.

Con una spinta della schiena ed ambedue le braccia in avanti si levò a sedere, per poi drizzare in piedi in un battibaleno. Dovette fermarsi un attimo, per qualche secondo la sua vista fu completamente inesistente a causa della forte pressione sanguigna.
Con passo deciso si diresse in corridoio. Della musica hard rock proveniente dalla camera di Hyonsu arrivava ovattata alle sue orecchie. Più di una volta si chiese se, uscendo da lì, suo fratello fosse rincoglionito o meno.

Strisciando le ciabatte sulla liscia superficie degli scalini, scese al piano inferiore fino ad arrivare in soggiorno. L’odore dell’acqua di colonia inondante l’intero ambiente le pizzicava le narici, quella fragranza era talmente forte che per poco non le lacrimarono gli occhi.
Per un istante le sembrò di sentire canticchiare qualcuno. Era suo padre.
Miyon sollevò un sopracciglio, perplessa. Da tempo immemore non sentiva Doyun  emettere note musicali dalle corde vocali. Si voltò di scatto, formando in aria un cerchio concentrico invisibile coi capelli, e seguì la lieve melodia che, ad ogni passo, diventava leggermente più alta.

La porta dello studio di suo padre era stata lasciata socchiusa; dalla stanza uscivano lievi fasci di luce gialla e compatte scie di profumo, così pesanti da dare la nausea.
Miyon rimase sulla soglia per qualche istante, ammirando suo padre nel suo stato di beatitudine. Stava davanti lo specchio ad aggiustarsi il colletto della camicia, riguardandosi più volte per constatare che in lui fosse tutto in ordine.

In effetti in lui tutto era davvero in ordine, non solo per quanto riguarda la figura ma anche per un aspetto prettamente psicologico. Miyon si era resa conto del cambiamento d’umore dell’uomo già da quando lei aveva interrotto i rapporti con Yoongi: era diventata una persona completamente diversa, e dai suoi atteggiamenti non ci volle molto per lei comprendere che fosse innamorato. E sapeva benissimo di chi.
Sapeva anche che ad ogni sua uscita la incontrava, non che ci volesse un detective per arrivare a queste conclusioni. Perché, alla fine, era di questo che si trattava.

-Papà- accompagnò il suo tono freddo al cigolio della porta.
Doyun rimase con gli occhi fissi verso la figlia, guardando ancora lo specchio.

-Tesoro... che cosa ci fai qui?- sorrise, tornando ad armeggiare con l’orologio da polso.
Quel Breil era stato un compagno di vita, lo aveva indossato ogni giorno a partire dal momento in cui gli era stato regalato, anni fa, dalla sua adorata Hyejin.

-Devo parlarti- disse atona avanzando all’interno della stanza. Lo sguardo del padre si fece leggermente serio.

-Di cosa esattamente?- diede le spalle allo specchio.
Miyon arrestò i suoi passi a due metri di distanza dall’alta figura di Doyun.

-Di te e la signora Kim, ecco di cosa- Doyun impallidì d’un tratto, sembrava avesse visto un fantasma. Nonostante ciò si ricompose quasi immediatamente, non voleva far intendere alla figlia di avere qualcosa da tenere nascosto.

-Ti ascolto, cara- il pomo d’Adamo si mosse dal basso verso l’alto.

-So che in quest’ultimo periodo stai uscendo insieme a lei, so anche che la ami... che l’hai amata in passato, e che ci hai fatto anche un figlio... E quel figlio, papà, io lo conosco bene- troncò temporaneamente la frase, notando lo stato di soggezione a cui aveva sottoposto l’uomo.

-Ma co-come fai a... io non... non ti ho detto nulla al riguardo. Chi è stato?- le parlò con tono pieno di preoccupazione, mostrandole lo sguardo più vitreo che avesse.

-Tu stesso-, Doyun piegò di lato la testa, confuso, -Vedi, quella famosa sera in cui ti sei rintanato qui dentro dopo essertela presa con Hyonsu, beh... ho origliato- diede uno sbuffo col naso.

-Miyon!- le urlò in faccia nel tentativo di fermare le sue parole, invano.

-Eri al telefono con Chongeun, papà, l’hai supplicata di dirti se Yoongi fosse o meno tuo figlio- represse i singhiozzi in mezzo le occhiate allibite dell’altro.
Una lastra di silenzio si parò fra i due, piombando rumorosa dentro il piccolo ufficio.
Doyun deglutì a vuoto.

-Da quel giorno sono stata in pena, sperando che tutto questo potesse essere solo una farsa, una stupida messa in scena... ma mi sbagliavo. E’ stato il tuo umore a farmi comprendere che ormai non c’era più speranza per me- Miyon sentì un nodo stringersi al centro della faringe.

-Di che stai parlando, Miyon? Che cosa vuoi dire con questo?- le afferrò le spalle, guardandole le pupille con gli occhi sgranati.

-Che mi hai rovinato la vita papà!-, buttò fuori le sue emozioni, -Io sono innamorata di Yoongi! Sono innamorata di mio fratello, dannazione!- cercò di divincolarsi dalla presa salda di Doyun, fintanto che le lacrime le scendevano rapide giù per le gote.

-Tesoro calmati, ti prego- abbassò il tono di voce, frenandola ancora per le braccia.

-Calmarmi!? Come puoi dirmi di calmarmi quando la mia vita è appena andata in pezzi!? Io soffrivo e nel frattempo tu ti tenevi tutto per te, non ti sei degnato di dirmi nulla! Pensavo che ti fidassi di me, che fra noi non ci sarebbe mai stato alcun fottutissimo segreto! Dov’è finita quella promessa?- urlò con tutto il fiato che aveva.

I suoi pugni si scagliarono a furia contro il petto di Doyun, che intanto incassava i colpi senza proferire parola. Fu solo un istante che la ragazza si ritrovò a piangergli addosso, trascinata dalla dolcezza di quell’abbraccio fin troppo soffocante. O forse era lei a sentirsi soffocata, visto che la trachea era bloccata dai nervi.

-Santo cielo, Miyon... n-non sapevo stessi portando dentro tutto questo peso. Mi dispiace non averti detto nulla, tesoro. Ho sbagliato di grosso, me ne rendo conto- sospirò, stringendo sua figlia ancora di più a sé.

-Mi sento tremendamente in colpa, e non in grado di prendermi cura di te come faceva tua madre- Miyon mosse la testa, poggiando l’orecchio sul petto. Il suo cuore galoppava dentro la cassa toracica.

-Non dire così papà, hai sempre fatto di tutto purché non mi mancassi...- affermò in mezzo a dei singhiozzi mezzi ovattati. Una lacrima rigò il volto di Doyun.

-Potrai perdonarmi, Miyon?-

-Come potrei non farlo? Nella mia misera vita sei la persona a cui tengo di più-
Fu solo allora che quell’abbraccio divenne indissolubile, asfissiante e piacevole al tempo stesso.

-Ti voglio bene, piccola mia. Ricordalo- quella frase scatenò un’altra forte ondata di lacrime e singhiozzi.

-Troverò una soluzione, te lo prometto-










***










Per Chongeun prendere una decisione non fu affatto facile quel giorno.
Sicuramente, non è gratificante per nessuno vedere andare in fumo i propri piani, soprattutto se di una certa importanza. Perché sì, per lei Doyun era sempre stato importante.
Proprio come l’amore incondizionato che aveva provato per lui. Quell’eccessiva passione e voglia di lui che portò solamente al senso implacabile di possessione.
Alla fine, pensò, sarebbe stato meglio riportare tutto com’era all’origine, quando lei era ancora senza la protezione e il calore di un uomo e suo figlio con una fiorente vita sentimentale.
Fu proprio dal suo verdetto che si rese conto di aver agito sempre nel modo sbagliato, perseverando nelle sue azioni pur sapendo che prima o poi non avrebbero portato a nulla di buono.
Avrebbe continuato a vivere nei ricordi, ma almeno avrebbe reso Yoongi felice per la prima volta.

“Doyun-ah, sono io. Anticipiamo la nostra uscita ad oggi pomeriggio, sento il bisogno impellente di parlarti e... spiegarti. Sì, spiegarti alcune cose. Molte cose. Spero riuscirai a comprendermi.”

Quel messaggio lasciato in segreteria segnava l’inizio di una tempesta, l’inizio di una fine.
Sapeva che quella notte avrebbe pianto cascate, ma le stette bene così. Preferì che fosse lei a soffrire piuttosto che suo figlio il quale, di sofferenze, ne aveva avute più che abbastanza nella sua vita solitaria.

Mentre si preparava realizzò quanto quella sarebbe stata l’ultima volta in cui lei si sarebbe fatta bella per un uomo. Nessuno avrebbe più guardato le sue labbra colorate di rosso, o i suoi occhi a mandorla allungati da un sottile filo di eyeliner nero, nessuno avrebbe sentito più il dolce profumo sul suo collo.
Nessuno l’avrebbe fatto più come Doyun.
Si è data lei stessa la zappa ai piedi, e ciò la fece sentire una stupida.



Come da programma, la SsangYong di Doyun fiancheggiò il bordo del marciapiede alle quattro e mezza del pomeriggio. Solo due colpi di clacson e uno squillo al cellulare destarono Chongeun dal suo stato di intorpidimento sensoriale.
Ebbe un tuffo al cuore quando realizzò quale fosse il vero motivo di quell’uscita. E di certo non era più per una semplice riunione con la sua vecchia fiamma.
Fatti dei rapidi passi uscì di corsa dal bagno, abbandonando quel riflesso sullo specchio che fino a qualche istante prima le aveva tenuto compagnia. Fu piuttosto strano però: le sembrò di aver osservato tutto il tempo il suo stesso ego, fatto da mille imperfezioni coperte alla meno peggio col fondotinta.
Per la prima volta in vita sua, Chongeun provava un senso di vergogna.

Afferrò il mazzo di chiavi sul muretto vicino la porta e uscì, fintanto che si stringeva alla vita il cintino del cappotto.
Doyun era già ad aspettarla fuori dal portone, in piedi vicino ai campanelli. Sembrava pensieroso.
Il vetro oscurato della grande porta in legno massello non oscurava molto i tratti del suo viso, per questo Chongeun riuscì ad accorgersi subito della sua strana espressione.
Bastò solo un rumore metallico e Doyun si scompose, portando le braccia dal petto ai lati del corpo.

-Ciao Chongeun-ah- tirò un sorriso forzato, mostrando la bianca dentatura.

-Felice di rivederti, Doyun- mentì.

Era a conoscenza del fatto che quel giorno l’ultima cosa che avrebbe voluto fare fosse quella di vederlo. Ma doveva confessargli tutto, e porre definitivamente fine ai suoi tormenti interiori.
Doyun le offrì il suo braccio, accompagnandola dritta sul marciapiede. Prima di proferire parola, espirò rumorosamente dalle narici.

-Hai detto che dovevi parlarmi, giusto?- Chongeun fece un cenno positivo con la testa, tenendo lo sguardo dritto di fronte a sé. Non aveva proprio il coraggio di guardarlo negli occhi.

-Bene, anch’io avrei qualcosa da dirti- si schiarì la gola alla fine della frase.
Un improvviso attacco di tachicardia prese in pieno Chongeun, la sua pressione era giunta di botto su per le gote.

-Ah...-, disse sospirando, -Dove stiamo andando?- cambiò discorso mentre si guardava intorno.

-Oggi voglio godere di un po’ di sana tranquillità, quindi eviterei qualsiasi luogo affollato. Andremo al parco, visto che il tempo ce lo permette-
Effettivamente quel giorno la temperatura era ideale, il freddo pungente stava lasciando spazio al tepore del sole primaverile.

I loro passi riecheggiavano dolci sulla superficie del grigio marciapiede, accompagnati dai rumori assordanti dei clacson e dai venditori ambulanti pronti ad urlare da dietro piccole bancarelle di metallo.
Gli odori dei vari cibi di strada si mescolavano soavemente in un’unica nube speziata, agrodolce.
La città era calma quanto caotica quel pomeriggio, il lieve cinguettio degli uccelli entrava in contrasto con il mormorio incessante della gente che incespicava parole a raffica, incomprensibili alle orecchie di chiunque cercasse di estrapolare discorsi di senso compiuto.

Uno scuro cancello di ferro battuto era la porta d’accesso a quell’ampio appezzamento di natura urbana. Doyun aveva ragione, la tranquillità lì dentro era pazzesca. Solo il fruscio delle foglie e lo scroscio dell’acqua di una fontanella animava quel luogo dalle fattezze paradisiache.
L’uomo accelerò il passo, accomodandosi su una bianca panchina di pietra. Portò la mano vicino alla sua sinistra e, battendo un paio di volte sulla liscia superficie fredda, invitò Chongeun a sedervisi accanto.
L’aria intorno era salubre e pulita, eccessivamente diversa rispetto all’aria che si respirava fra i due.

-Adesso va molto meglio- riempì a pieno i polmoni, guardando davanti a sé, -Allora... suppongo che abbia qualcosa di importante da dirmi-
Chongeun lo fissò, atterrita e presa in contropiede.

-C-come puoi dire si tratti di qualcosa di... importante?- vacillò nel porre la domanda, vista la sua stupidità.

-Beh, hai anticipato l’appuntamento. Non vedo perché avresti dovuto farlo altrimenti-, le sorrise, -Avanti cara, sono tutt’orecchi- poggiò un pugno sulla tempia, facendo cadere qualche ciocca nera sulle dita.

-P-prima tu. Sono curiosa di sapere cos’hai da dirmi- gli toccò la spalla con un dito. L’altro rise di gusto.

-Ah, la curiosità delle donne-
Fu in grado di strapparle un lieve sorriso prima di toglierglielo dalla faccia. La sua espressione si fece seria.
Gonfiò il petto d’aria e, raschiandosi a scatti la gola, intrecciò le mani sulle ginocchia accavallate.

-Vedi Chongeun, c’è un piccolo problema... poco prima che uscissi ho avuto una discussione particolare con mia figlia-

-Oh, mi dispiace… che è succes-?-

-Sa tutto- la mora sgranò gli occhi d’un tratto e prese a balbettare.

-C-com’è possibile!? Chi è stato a rivelarle...?-

-Nessuno, l’ha sentito da me quella volta che ti supplicai di dirmi la verità- sospirò, -Mi ha anche detto che è innamorata di Yoongi, e temo che sia un sentimento reciproco...-

A Chongeun le si bloccò il cuore, non fu più in grado di respirare sebbene fosse in completa aria aperta. Blaterò qualche sillaba quando si arrese. La sua mente fu colta da un blackout: cosa fare adesso? Beh, quello che avrebbe dovuto fare all’inizio.
Chiuse gli occhi e li strinse, stirandosi il collo teso con movimenti circolari.

-Non dire altro Doyun-ah- lo interruppe, guadagnandosi un’occhiata perplessa, -Ora tocca a me...-
Coi mignoli laccati si scostò la frangia dalla fronte, poi espirò celermente, dedicando le sue attenzioni alla bellezza travolgente che aveva accanto.

-Devo togliermi questo fardello di dosso, non posso trattenere tutto questo a lungo…-

-Chongeun? Cosa intendi con “fardello”?- sgranò gli occhi e le si avvicinò, come volesse guardarla meglio.

-Vedi, io... io t-ti ho mentito, Doyun. Su tutto- questi si tirò indietro con uno scatto, drizzandosi sulla sua postazione.

-Cosa…?-

-Yoongi, ecco... in realtà, lui non è tuo figlio- dovette guardare i suoi piedi per la vergogna.
Lo schiocco della mano sulla coscia e una risata aspirata prevalsero su qualsiasi altro suono. Agitò la testa, confuso e adirato al tempo stesso.

-Aah, questa è davvero bella- la fissò con occhi immobili, emettendo una sonora risata aspirata. Sbatté una mano sulla coscia e si sporse in avanti, agitando la testa a destra e a manca. Il suo sguardo toccò terra.

-Sei incredibile. Come hai potuto fare una cosa del genere, Chongeun-ah? Come hai potuto farmi una cosa del genere?-

-Mi dispiace Doyun, davvero! Dal giorno in cui ti vidi mi dissi che sarei riuscita di nuovo a renderti mio, che non ti avrei più lasciato... ma a quanto pare ho rovinato tutto-

-E’ vero, hai rovinato tutto. Hai rovinato la vita di tre persone, e tuo figlio è compreso fra queste. Sai come potrebbe reagire alla notizia!?-

-Lui lo sa già, Doyun-ah! L’ha scoperto da poco, ed è stato uno shock per lui!- scosse le mani davanti la faccia, agitandosi come una forsennata.

-Ed è proprio per lui che adesso sto confessando tutta la verità, per vederlo finalmente felice- le lacrime presero a rigare il suo volto, trascinando con sé il nero del mascara.

-Non riesco davvero a crederci... la tua crudeltà si è spinta fin troppo oltre questa volta. Sapevo che mi avresti portato solo sofferenza, come facesti in passato- abbassò il tono di voce, guardandola con sguardo truce.

-Ciò mi conferma come il tempo non cambi affatto la gente, come il lupo perda il pelo ma non il vizio- prese ad alzarsi quando la donna lo frenò per il polso. Era immersa in un lago di lacrime.

-Doyun-ah aspetta, ti prego. Fammi spiegare...-

-Lasciami. Ciò che hai detto è stato abbastanza per farmi provare, ancora una volta, solo sdegno nei tuoi confronti: vorresti per caso peggiorare la situazione?- parlò fra i singhiozzi di lei.

-No...- fu capace di dire, espirando esausta. Per colpa della sua avarizia d’amore il suo cuore le si era del tutto frantumato. E ormai non poteva più esserci rimedio.

-Bene- ritirò il polso con uno scatto, aggiustandosi con la mano la manica stropicciata.

-Se mi ami davvero, allora lasciami andare una volta per tutte. Non forzare un destino che non è indirizzato a compiersi-

Ogni passo compiuto da Doyun riecheggiava all’interno del suo cuore, tramutandosi in battiti persi. Allora è questo ciò che si prova quando qualcuno esce via dalla propria vita, pensò. Era come cadere nel buco nero di se stessi, in cui il dolore e lo sconforto permanevano all’infinito.
Il solo ricordo di lei in Doyun finiva nell’oblio ad ogni colpo di tacco, relegandola per sempre nei meandri più oscuri della sua mente.
Si fermò un attimo a pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare di buono durante l’intero arco della sua vita, rimpiangendo di non aver scelto la strada giusta. Poi pianse.
Era l’unica cosa che le era rimasta da fare, dopo aver fatto a brandelli il suo cuore e quello di Doyun. Non sarebbe stata più la stessa, se lo era ripromesso.
Da quel giorno in poi avrebbe reso felice la persona più importante della sua vita: Yoongi.









►Angolo autrice:
Eeeee buonasera a todos! Finalmente ritorno nel mondo dei comuni mortali ahah che bello poter togliere il naso dai libri una volta ogni tanto :3
Ebbene questo capitolo è stato abbastanza particolare, quello in cui tutto è andato a scatafascio… due dei nostri personaggi hanno dovuto affrontare i loro stessi tormenti, esternandoli nel peggiore dei modi, Miyon per un lato e Chongeun per l’altro.
Come si sarà notato dal mio immancabile effetto suspense, non è affatto l’ultimo capitolo – yes, è il penultimo ­–
Giuro, creerò una bella bomba per il finale ahha intanto, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo ;)
In the meantime, ringrazio davvero tutti coloro che seguono/recensiscono la storia e la inseriscono nelle varie sezioni; mi fa davvero piacere sapere come ci sia interesse verso la ff, sebbene la mia scarsa attività qui sul sito! Quindi beh, grazie di nuovo!! <3
Spero di potermi dedicare di nuovo alla stesura della storia, e pubblicarla presto! Alla prossima!
Fighting!!
  
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