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Autore: Seira Katsuto    28/04/2018    0 recensioni
Mi chiamo Marco Torri, ho 29 anni e inizio oggi a lavorare come professore di ruolo al liceo artistico di Bologna.
Quando ero ragazzo per motivi familiari dovetti cambiare città e lasciare indietro tutto ciò che avevo di più caro.
Solo dodici anni dopo sono riuscito a ritornare nella mia città natale, ma può essere davvero una coincidenza, appena arrivato qui, di trovarmi davanti la mia migliore amica dell'epoca, nonché, mio primo amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo III - Marco's Story

- Marco... -.
- Sì? -.
- Stavo pensando ad una cosa ultimamente... Non penso di star molto bene di testa -.
- Dimmi pure, sai che non sono il tipo da dire in giro i fatti altrui e che non ho alcun interesse nel giudicarti male, per quanto riguarda la testa... Beh, non ti preoccupare, lo sapevo già -.
- Non intendevo quello! Marco, ecco... Io stavo pensando mentre scrivevo uno dei miei soliti racconti... Com'è un bacio? Sai, scrivere qualcosa che non si è mai provato è difficile, se invece sapessi com'è realmente allora sì che potrei riuscire a scrivere il più bel bacio mai descritto, non pensi sia strano voler provare per un motivo così stupido? -.
- Mmmh, ma no... Sarà che sei insoddisfatta ed è quel periodo del mese in cui gli ormoni sono a mille -.
- Eddai! Sono seria, non scherzare! Non parlo di sesso, ma solo di un singolo bacio sperimentale! Il fatto è che una volta pensavo che fosse importante, invece ora quasi non me ne importa più e lo butterei solo per poter scrivere meglio una storiella che non si cagherebbe nemmeno un cane -.


Ore 7:00 di mattina, una sveglia dal suono insopportabile mi costringe ad alzarmi.
Svogliato mi preparo ad andare, oggi ho la giornata piena, tre ore con la terza B e altre tre con la terza L.
Prima ci mettevano un secolo e mezzo per sistemare l'orario, invece ora dopo manco due settimane c'è già il definitivo...
Inoltre, grazie alla mia immensa fortuna, al contrario mio, il mercoledì è il giorno libero di Sara.
Coi ragazzi di pittura ho iniziato per prima cosa un lavoro sulla progettazione di un oggetto a piacere, dovranno decidere tutti grandezza, colore, materiale e prezzo di vendita, dopodiché dovranno applicarci un'altra decorazione fatta da loro riguardante il periodo invernale.
Già dai primi giorni ho potuto vedere che genere di classe è:
Anche se i gruppetti di amici ci sono sempre è stranamente tranquilla e unita.
Da una parte ci sono i soliti ragazzi alla moda che sognano di andare a vivere in America, una in particole che è stra fan di Leonardo di Caprio, sclera spesso sull'andare a New York.
È un tipo molto stravagante, ma fa davvero morir dal ridere.
Poi c'è una parte di amanti dei fumetti e libri in generale. Tra di essi c'è il biondo amico di Bernardo, si chiama Federico, non ha molto interesse riguardo al mondo dell'animazione, ma va d'accordo con tutti, adora i videogiochi e suonare la chitarra elettrica.
Anche se una volta parlandoci più privatamente ho scoperto che ha un particolare senso dell'umorismo...
"Prof, l'altro giorno ho chiesto a quella di matematica se sapesse che cosa fosse un orso polare, però non mi ha dato la risposta giusta, anzi mi ha persino sgridato, lei lo sa?"
"È un animale, no?"
"Nono"
"E cosa sarebbe allora?"
"È un orso cartesiano che ha cambiato le coordinate!"
Temo non me lo scorderò facilmente, dovrebbe ringraziarla di non avergli dato una nota...
Al contrario con la terza L... Mi sembra come se ci fossero dei muri insormontabili tra ogni gruppo e ce n'è uno in particolare però che si è completamente estraniato da tutti, mi piacerebbe aiutarlo in qualche modo ad integrarsi alla classe, ma non sono ancora riuscito nemmeno io a capire che hobby abbia e che cosa gli piaccia fare.
Cercherò di avvicinarmi in futuro.
Ore 14:20, finisco di sistemare gli appunti della giornata per poi uscire.
L'orario di norma finisce alle 14:10, ma tendo ad aspettare che la massa esca, così da uscire in tranquillità.
- Professor Torri - Stavo per entrare in macchina quando mi giro e vedo una donna vestita in modo formale, ma elegante, i capelli le arrivano alle spalle ondulati.
Aveva delle particolari lentiggini sul volto dal quale ho potuto riconoscerla immediatamente e per un attimo mi si raggela il sangue - Veronica -.
Si avvicina con passo sicuro nella mia direzione per poi fissarmi con attenzione.
- Così ti sei dato all'insegnamento... è proprio vero che il futuro è sempre imprevedibile - sospira sorridendo gentilmente.
- Comunque non preoccuparti, almeno per quanto riguarda me non ho nulla contro di te, anzi mi piacerebbe ritornare a fare qualche uscita come un tempo... In realtà penso sia un'opinione di tutti quanti, nessuno ha più voglia di prendersela o litigare.
Ammetto però che la tua decisione di andare prima da Dim mi ha un po' ferito, è passato quasi un mese, quando avevi intenzione divenire a sistemare pure con me e Amelia? - Ironizza con uno sguardo malinconico esattamente come quello di Dimitry.
Dev'essere successo qualcosa di particolare in questi anni e non credo sia dovuto semplicemente alla crescita.
- Hai ragione... Volevo aspettare le vacanze di Natale per stabilirmi e organizzarmi bene per venir da ognuno di voi, non avevo previsto che Sara lavorasse qui... In ogni caso ho voluto sentire prima Dim per vedere com'era la situazione e dovevo sistemare alcune cose che avevo lasciato in sospeso tra lui e me -.
- D'accordo... Però mi raccomando dobbiamo farla quell'uscita, sistema le cose con Amelia e soprattutto dì a Sara chi sei, non si arrabbierà e le farà solo piacere. Io vado che devo occuparmi di una mostra che si terrà qui a breve, sono stata scelta come una delle progettatrici di questo evento, dovrò presentare agli studenti di cosa si tratta mostrando intanto le varie opere - Mi saluta entrando nell'edificio con una borsa a tracolla su una spalla.
Entro in macchina e decido di andare in un parco vicino, mi piacerebbe vedere se è cambiato.
Passando noto nuovi giochi all'interno, anche se generalmente non è cambiato più di tanto, vedo poi che oltre c'è ancora quella specie di piccola prateria con un masso gigante dove i ragazzi delle medie tendevano a sedersi ai tempi.
Non c'è anima viva, mi sdraio vicino al masso guardando il cielo azzurro ricoperto con qualche nuvola bianca.
Proprio una bella giornata.
Chiudo gli occhi e mi ritornano in mente i particolari momenti accaduti in quel parco durante il liceo.

- Beh, in fondo è solo un bacio, non penso sia un crimine voler provare -.
La osservo mentre lei, seduta sul prato, fissa il terreno.
- Se ci tieni posso sempre dartene uno io - Si gira con una smorfia e un sopracciglio alzato.
- Davvero? - Chiede con fare scettico.
- Certo - Sorrido maliziosamente.
- Allora fallo - Mi sfida.
Si è creata una strana atmosfera, non c'è nulla di romantico e mi ritrovo davanti la ragazza che mi piace che mi chiede di baciarla.
Mi avvicino a lei quando mi ferma mettendomi un dito sulle labbra.
- Una cosa - La guardo incuriosito aspettando che continui - Ricorda che questo è un esperimento, come un gioco, niente di più niente di meno e soprattutto non dovrai mai dirlo a nessuno -.
Mi allontano dubbioso - Perché me lo dici? - Lei sospira.
- Non si sa mai, sai nei film solitamente questo genere di cose finisce sempre in modo drammatico, uno dei due che improvvisamente incomincia a dire "Ma allora se non provavi nulla perché quel bacio, mi hai ingannato..." eccetera eccetera -.
- Stai insinuando che potrei provare qualcosa per te e quindi usarti contro questa situazione? Non credevo fossi audace e che inoltre avessi una così bassa considerazione di me -.
Anche se in fondo non ha nemmeno tutti i torti.
Sbuffa - Sai com'è, in giro c'è molta gente coi gusti di merda, è sempre un bene essere prudenti -.
Che autostima, rido tra me e me.
Così stavolta come risposta le dò un veloce, ma tenero, bacio a stampo per rimanere a guardare a pochi centimetri di distanza la sua espressione stupita.
Aggrotta leggermente la fronte infastidita - Cos'era quello? Marco, non ho undici anni -.
Aggressiva... Dovrebbe prestare decisamente più attenzione a provocare un uomo così.
Richiudo la distanza tra di noi fermandola dal dire altro.
Le mie e le sue labbra si uniscono dolcemente per poi percepire il contatto delle nostre lingue, sento i suoi mugolii e il respiro farsi più forte, mi stacco leggermente per prendere fiato, ma subito dopo mi ributto a continuare quel gioco sensuale che mi stava facendo impazzire il cuore.
Quando finiamo l'ossigeno ci stacchiamo rossi in volto col respiro affannoso.
Distogliamo lo sguardo imbarazzati.
Poco dopo ci rifissiamo per qualche istante non sapendo entrambi che espressione fare finché non ci mettiamo a ridere - Un minimo di serietà non riusciamo ad averla eh? - chiede divertita.
Mi alzo da terra porgendole una mano.
- Sembra proprio di no, in ogni caso c'è qualcos'altro che vorrebbe provare signorina? Sono a sua completa disposizione - mi inchino davanti a lei come se fossi un maggiordomo.
Lei continua a ridere tenendosi la pancia per poi cercare inutilmente di diventare seria afferrandomi la mano.
- Per ora no, grazie comunque, lei invece? C'è qualcosa che non le sarebbe permesso fare ma che ci terrebbe a fare? -.
Ci incamminiamo verso la fermata del bus per tornare ognuno a casa propria.
- Mmmh, in effetti una cosa c'è... - Ghigno malizioso mentre mi guarda male.
- Fare Bungee Jumping - Dico con fermezza.
- Eh? - mi guarda facendo un mezzo sorriso.
- Mio padre ne ha sempre avuto paura e non mi ha mai permesso di andarci - Affermo con aria affranta.
- Oooh, poverino... Ma ti capisco, ci sono cose che non ci son permesse sempre fare - Risponde con ironia.
- Interessante, quindi c'è qualcosa - La guardo incuriosito.
- Beh, in effetti una cosa ci sarebbe... Mi piacerebbe andare in una collina o pianura di notte, sdraiarmi sul prato, osservare le stelle e cantare fino a finire la voce, senza che nessuno possa fermarmi o ridicolizzarmi - Osserva il cielo ridacchiando.
- Uuh, allora potrei invitare te e le altre al karaoke uno di questi giorni, chissà... magari ci viene anche Dim -. La vedo scattare sull'attenti e andare nel panico - No grazie!!! -.

Così tra uno scherzo e l'altro abbiamo lasciato il parco, ma al contempo abbiamo tenuto tra noi un piccolo segreto, il nostro segreto.


Spazio autrice: Salvee, ringrazio chiunque stia leggendo questa storia sperando vi stia piacendo!
Volevo correggere una piccola cosa dello scorso capitolo: la bambina a casa di Dimitry non si chiama più Laura ma Sasha.
See you later <3

   
 
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