Tu, Nakiri Erina, non
riesci
proprio a concepirlo.
Come può
il settimo
seggio averti appena servito un piatto di… gnocchi?
Comunissimi,
volgari
gnocchi, decidi con uno sguardo. Buoni per il popolo.
«Non
capisco,
Isshiki-senpai».
Sul volto
del ragazzo
si disegna un’espressione stupita.
«Mi
sembri stanca, ho
pensato di portarti qualcosa da mangiare» ripete con un
sorriso.
Tu rotei
gli occhi,
infastidita. «Il mio palato merita di gustare solo il
meglio», decreti. «Non
assaggerò il tuo piatto e non posso dire di apprezzare il
pensiero».
Fredda come
sempre,
abituata da tuo padre ad accettare solo la vera gastronomia
e nient’altro.
Il sorriso
di Satoshi,
tuttavia, non si incrina.
«Magari
un’altra
volta», ti dice enigmatico. Se ne va, ma lascia lì
il piatto.
Che idea,
propinarti
un piatto così banale.
Eppure lui
è il
settimo seggio…
La
curiosità ti rode,
nonostante tutto; cerchi d’ignorarla, ma la pietanza sul tuo
tavolo continua a
disturbarti.
Ti accerti
che non
possa vederti nessuno e ne porti un po’ in bocca.
Il gusto ti
assale
subito.
La ricchezza
dell’oleosità! La morbidezza delle patate,
arricchite dall’immersione in una
fonduta di formaggi! Ma soprattutto… il ripieno di zucca e
noce moscata,
perfettamente equilibrato!
Ansimi,
colta alla
sprovvista. Resta un piatto semplice con qualche leggera innovazione,
ciononostante… è
delizioso, non puoi evitare di pensare.
Tuo padre
non sarebbe
felice.
«Davvero un’ottima specialità, complimenti».
Sentire quella voce non ti stupisce. I ragazzi dello Stella Polare sono tutti in camera di Marui, qualcuno meno cosciente degli altri, a festeggiare la vittoria contro tuo padre e l’èlite.
Vittoria che in gran parte dipende da te.
Ti sei allontanata un attimo per riflettere un po’, devi ancora assimilare le emozioni della giornata.
Per qualche motivo, però, ti aspettavi che Isshiki ti raggiungesse.
Si posiziona alle tue spalle, puoi vedere il suo riflesso nella finestra che hai davanti.
«Ti ringrazio», mormori. Lui è stato il primo a mostrarti che anche un piatto semplice può essere delizioso, che in gastronomia non si può tracciare una linea che divida ciò che è degno da ciò che è indegno. Tutto è lecito, purché sia buono. Dopo, con ancora più forza, è arrivato Yukihira.
Hai rifiutato anche lui.
«Difficile credere che tu abbia scelto un oyakodon. Sei davvero cambiata, Nakiri» continua lui sorridendo.
Ti volti verso di lui, non sai che daresti per scoprire i suoi pensieri.
Ha ragione, comunque; sei cambiata. Ripensandoci non sai come sia successo esattamente.
Hai solo una certezza: se il tuo cammino non avesse incrociato i folli membri di quel dormitorio, saresti ancora in balia di tuo padre.
Prigioniera della tua gabbia dorata.
Prendi un elastico, leghi i capelli e ti accosti all’ex settimo seggio.
«Ho giusto un po’ di fame», mormori. «Perché non mi cucini qualcosa, Isshiki-senpai?»
Il suo sorriso si allarga ancora di più; batte le mani.
«Splendida idea!» esclama. «Vorresti qualcosa in particolare, Nakiri?»
Un po’ ti aspettavi quella reazione.
Sorridi raggiante.
«Degli gnocchi andrebbero benissimo», affermi prima di seguirlo in cucina.
NdA
Ehm... buongiorno?
Se vi state chiedendo cosa avete
appena letto, vi capisco. Anch'io mi sto chiedendo
cosa ho
appena scritto.
Ieri ho preparato gli gnocchi, è stato divertente; aggiungeteci la lettura del capitolo 260, che ho semplicemente amato, e... niente, amo Isshiki, amo Erina, mi si è formata questa scena in testa e ho deciso di buttarla giù.
Anche per far pratica con questi personaggi, perché in futuro vorrei scrivere altro su di loro.
Volevo rispecchiare il cambiamento avvenuto in Erina, spero di esserci riuscita.
Alla prossima follia ^_^
Mari