«Hai un’idea di ciò che si prova quando il luogo in cui torni, la stanza in cui rientri senza neanche accendere la luce può chiamarsi “casa”? Cerchi a tentoni l’interruttore, accarezzi distrattamente la lampada, lo stipite della porta… E poi decidi di restare al buio: le scarpe sostituite da un paio di comode pantofole, sciogli il primo bottone e allenti il nodo della cravatta… Ogni cosa ti è nota, la tua casa ha un respiro che riconosci all’istante. Forse una musica parte dallo stereo, l’ultima traccia che hai ascoltato prima di uscire…»