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Autore: Gatto1967    30/04/2018    1 recensioni
Per chi non lo sapesse “Orange is the new black” è una serie tv americana in onda sui canali internet, che racconta le vicende di una giovane donna condannata a quindici mesi di reclusione per un reato commesso dieci anni prima.
La serie racconta quindi le vicissitudini di questa donna (guarda caso una bionda come Candy) alle prese con la più variegata umanità in un carcere femminile americano.
Voi mi chiederete: “Ma come cavolo ti è venuto in mente di mandare Candy in prigione?”
Beh, a pensarci bene anche nel corso dell’anime, la nostra eroina ha rischiato più volte di finire in prigione, e un paio di volte c’è finita davvero! (Alla Royal Saint Paul School)
Già da bambina quando stava presso i Legan e venne ingiustamente accusata di furto, la zia Elroy suggerì di mandarla in prigione “quella piccola ladra”.
E poi si sa, Candy ha un temperamento ribelle, insofferente alle regole e alle costrizioni, spesso è anche impulsiva e agisce senza pensare alle conseguenze delle sue azioni.
Partendo quindi da un episodio dell’anime questa storia si immagina le vicende di Candy in un carcere femminile americano a inizio ‘900.
Riuscirà la nostra eroina a sopportare l’esperienza?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Disclaimer: questa storia è una fan fiction che riprende l'opera originale di Kyoko Mizuki, i cui diritti d'autore sono detenuti da autrice e casa editrice. Non ho diritti sui personaggi ne tanto meno sulla storia originale che vado a modificare. Non c'è scopo di lucro in questa mia storia, per tanto non lede ai diritti d'autore.
 
Per chi non lo sapesse “Orange is the new black” è una serie tv americana in onda sui canali internet, che racconta le vicende di una giovane donna condannata a quindici mesi di reclusione per un reato commesso dieci anni prima.
La serie racconta quindi le vicissitudini di questa donna (guarda caso una bionda come Candy) alle prese con la più variegata umanità in un carcere femminile americano.
Voi mi chiederete: “Ma come cavolo ti è venuto in mente di mandare Candy in prigione?”
Beh, a pensarci bene anche nel corso dell’anime, la nostra eroina ha rischiato più volte di finire in prigione, e un paio di volte c’è finita davvero! (Alla Royal Saint Paul School)
Già da bambina quando stava presso i Legan e venne ingiustamente accusata di furto, la zia Elroy suggerì di mandarla in prigione “quella piccola ladra”.
Quando poi copre Charlie che si spaccia per Terence all’ospedale Santa Johanna, commette un vero e proprio reato, e anche quando a Greytown aiuta la dottoressa Kelly insieme al suo fratello ricercato, rischia l’incriminazione.
E poi si sa, Candy ha un temperamento ribelle, insofferente alle regole e alle costrizioni, spesso è anche impulsiva e agisce senza pensare alle conseguenze delle sue azioni.
Partendo quindi da un episodio dell’anime questa storia si immagina le vicende di Candy in un carcere femminile americano a inizio ‘900.
Riuscirà la nostra eroina a sopportare l’esperienza?
Cosa faranno per lei i suoi amici?

Riuscirà infine a riguadagnare la libertà?

La ragazza bionda in divisa da carcerato entrò nella cella e l’inferriata si richiuse alle sue spalle.
Rimase per un tempo che a lei sembrò infinito, immobile, in piedi a fissare la finestrella da cui filtrava la luce del giorno, come incapace di realizzare a pieno la situazione in cui si trovava.
Dai suoi occhi sgorgarono calde lacrime, dapprima silenziose, e poi accompagnate da singhiozzi sempre più convulsi e spasmodici.
Si buttò sulla branda e sfogò tutto il suo dolore mentre con la mente riviveva le assurde vicende che l’avevano portata lì.
 
Un mese prima
Candy aveva appena finito il suo turno di lavoro dal dottor Martin, e salutati i suoi piccoli pazienti che l’aspettavano fuori, prese la direzione di casa sua. Non fece in tempo a fare pochi passi che qualcuno la chiamò. Si girò e vide un distinto signore di mezza età, vestito impeccabilmente.
-è lei la signorina Candice  White Andrew?-
-Sì signore, con chi ho il piacere…-
-Vengo da parte di un gentiluomo che vorrebbe incontrarla privatamente. Il suo nome è Terence.-
A quelle parole il volto e il cuore di Candy si illuminarono: Terence era a Chicago e voleva incontrarla!
-Prego signorina da questa parte, ho il compito di condurla da lui.-
Senza farsi pregare Candy salì nella lussuosa macchina che l’uomo le indicava, e questi dopo un breve percorso la condusse a una villa poco fuori città che dava direttamente sul lago.
Di corsa Candy entrò nella villa solitaria mentre il distinto signore rimaneva fuori come ad aspettare qualcuno.
 
-Terence!- chiamò Candy più volte addentrandosi in quella casa buia. –Terence!-
Poi una sagoma davanti a lei, una sagoma che emergeva dal buio, parzialmente illuminata dalla luce lunare che filtrava dalle finestre.
Il cuore della ragazza ebbe un sussulto: Terence era lì davanti a lei… oppure no?
Come la luce illuminò il volto dell’uomo, il sorriso di Candy sfumò e lei si maledisse per la sua ingenuità: davanti a lei non c’era Terence, ma Neal! Quello stesso Neal Legan che tanti problemi le aveva sempre provocato fin da quando era bambina, quello stesso Neal Legan che da qualche tempo aveva preso a importunarla, e adesso l’aveva anche attirata in quella villa isolata.
Che diavolo voleva da lei quell’essere spregevole che da sempre sembrava non avere altro scopo nella vita che quello di rovinarla a lei?
Le parole che gli sentì pronunciare la lasciarono di stucco: -Io ti amo.- aveva avuto il coraggio di dirgli, come se tutto quello che lui le aveva combinato fin dal primo giorno che si erano incontrati non contasse nulla.
Ma com’è possibile? Si chiese la bionda infermiera.
-Io non ti amo affatto!- gridò Candy -Anzi ti odio con tutta me stessa! Come puoi pensare che ti ami?-
Già, come poteva pensare il giovane Legan, che la persona oggetto delle azioni più cattive da lui commesse, potesse innamorarsi di lui? Tuttavia insisteva in quella follia.
-Forse tu non lo sai, ma molte signorine distinte vorrebbero mettersi con me, ma io le ho rifiutate, perché amo te! E sono sicuro che anche tu mi vuoi bene!-
-No Neal! Io ti odio!-
A quell’ennesima dichiarazione il giovane Legan afferrò la ragazza per il braccio.
-Chi ti credi di essere orfanella? Sappi che tu stanotte sarai mia! Che lo voglia o no!- Candy lo spinse via con una manata in fronte.
Neal barcollò all’indietro, perse l’equilibrio e cadde a terra battendo la testa!
Una violenta sensazione di deja-vu strinse Candy che sovrappose l’immagine di Anthony a quella di Neal. Due persone che per lei avevano rappresentato sentimenti diversi e contrastanti, due persone che in quel momento vedeva sovrapposte nello stesso destino.
-NEAL!!!!!- gridò Candy con quanto fiato aveva in gola cadendo in ginocchio accanto al corpo esanime del giovane Legan.
-NEAL!!!!!- gridò di nuovo mentre la porta della solitaria villa a strapiombo sul lago si apriva all’improvviso.
L’uomo che aveva accompagnato Candy fin lì, probabilmente un dipendente dei Legan, entrò di corsa e si chinò sul corpo di Neal.
-Signor Neal! Signor Neal!- ma il giovane non rispondeva.
-CHE COSA HA FATTO!!!- gridò l’uomo rivolgendosi ad una sconvolta Candy.
Lei non riusciva a proferire parola, il suo volto e il suo essere erano dilaniati dall’orrore, ma poi riuscì a trovare la freddezza di prendere il polso di Neal.
Il polso non batteva! Neal era morto!
   
 
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