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Autore: Uptrand    30/04/2018    16 recensioni
In Mass Effect 4 parlo di un evento solo accennandolo.
In questa one shot verrà narrato come Isabella ha affrontato il torneo di lotta biotica Alal Esplima.
Ringrazio molto Red_Coat, leggere la sua storia mi è stato veramente d'aiuto per questo racconto.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I
sabella disegnata da Marty Efp

Il pubblico sugli spalti rumoreggiava, presto il più importante torneo di lotta biotica all'arma bianca avrebbe avuto inizio. Questo era il Alal Esplima. 
Aveva luogo su Thessia, nulla di strano essendo le asari l'unica razza biotica naturale. 
L'eezo o elemento zero era il responsabile dello sviluppo dei poteri biotici negli individui, dando a questi ultimi la possibilità di usare l'energia oscura come meglio preferivano e in base alle proprie possibilità. 
Era anche la fonte di energia delle navi spaziali, per questo era diffuso ovunque facendo nascere soggetti biotici presso ogni razza, sempre se il feto riusciva a sopravvivere.
Non erano rare le mutazioni o gli aborti spontanei. 
Quasi la totalità dei partecipanti era asari, nulla di strano e in alcune edizioni lo era stato la totalità dei partecipanti. 
Quest'anno vedeva una partecipazione di centocinquanta iscritti: centoquaranta asari, un krogan, cinque turian, tre salarian e un'umana.  
Le regole erano semplici: per ordine casuale uno dei partecipanti entrava nell'arena come sfidante, in tale ruolo si poteva scegliere il numero di avversari da affrontare annunciandolo al pubblico. Per ogni contendente sconfitto si guadagnava un punto, se lo sfidante aveva la meglio contro tutti il punteggio veniva raddoppiato, gli avversari erano scelti casualmente. In caso di sconfitta i punti guadagnati venivano dimezzati per difetto. Come sfidanti si veniva chiamati una volta sola, era quindi importante scegliere bene quanti avversari affrontare. Poteva succedere di dover combattere più volte di seguito come avversario, ancora prima che fosse giunto il momento di salire nell'arena come sfidante. Era vietato uccidere, si usavano armi bianche ma prive di lama. In genere c’era sempre qualche partecipante che si ritirava per un osso rotto o ferite simili. 
Per tenere alta la sorpresa, i concorrenti aspettavano in cabine chiuse disposte attorno all'arena.


***** 

La porta della cabina si apre di scatto, se l'interno non fosse stato illuminato sarei di sicuro rimasta abbagliata. Esco all'aperto, la pedana dello scontro è davanti a me. Avanzo al suo centro, dove un microfono fluttua in aria. 
Dagli altoparlanti sento il mio nome
« Isabella Noveria è la prima sfidante di questa edizione del Alal Esplima. »
Sento l'odore e il rumore delle centinai di spettatori sulle gradinate. L'odore della civiltà.
Tutta la loro attenzione è per me. Li ignoro, quello che avrei fatto in ogni caso. 
Sono insignificanti, tale è la loro esistenza e niente potrà cambiarla. 
Il collare di nium al collo mi da fastidio, grattando contro la pelle. Non importa, non fa male ed è questo quello che conta. 
Mi hanno messo un collare, per abbassarmi al livello degli altri. Sono troppo potente dicevano, l'eezo 19 mi conferisce troppi vantaggi mi spiegavano quasi in tono accusatorio.
Ho accettato solo per lei, voglio esserle utile. Per Dasha farò tutto, anche accettare stupide regole. 
Ancora non mi sono abituata alla scomparsa delle continue fitte di dolore che il programma phantom m'infliggeva, ogni volta che pensavo. 
È strano, come sentirsi la mente leggera o vuota. Prima era costretta e rimanere sempre concentrata, adesso è come se la mia mente avesse ogni tanto dei vuoti. Quasi dei momenti di riposo. 
Sono davanti al microfono, dagli altoparlanti dello stadio risuona forte la domanda
« Quanti avversari vuole affrontare? »
« Tutti. »
Voglio perdere meno tempo possibile con queste pagliacciate, sono qui solo per vincere. 
La mia scelta pare aver sorpreso tutti. Muovo appena la testa, c'è una leggera confusione un po' ovunque nello stadio. 
Le cabine si aprono, vedo quelli che dovrei considerare miei rivali scendere e guardarsi attorno stupiti. Sono sorpresi, vedono in quanti sono e pensano ad un errore. Esitano. 
Rivali...no, non sono miei rivali, sono animali giusto capaci di usare qualche strumento che nel corso della storia ha permesso loro di realizzare quelle cose chiamate civiltà. 
Non sono avversari, non sono miei pari...sono...prede...io, il loro predatore. 
Suona una sirena, l'incontro è ufficialmente iniziato. Non è stato annunciato nient'altro, solitamente non serve. Sono convinti di un errore, nessuno sfiderebbe “Tutti”. 
149 biotici contro di me. 
Sento il loro odore, il rumore dei loro gesti, avverto la presenza di chi non riesco a vedere. Attacco. 
Con un salto biotico sono su un asari, non l'ho scelta per un motivo particolare. Era con la guardia abbassata, davanti a me, facile da raggiungere. 
La forza del salto conferisce al mio pugno un impatto ancora maggiore, mentre affondo il colpo nel ventre dell'asari. Le faccio sputare saliva, insieme a tutta l'aria che ha nei polmoni. 
Ritraggo il braccio, inutile insistere.
148 contro di me.
Alla mia destra la preda più vicina, la prima non è ancora del tutto a terra che il mio pugno la colpisce al volto. Non sono solita prendere a pugni, la situazione però mi obbliga ad adattarmi. 
Non ho una vera arma, ma come tutti delle loro riproduzioni da torneo. 
Sono stata separata dalle mie lame, ma per lei lo posso sopportare. Per il suo bene tutto è valido. 
Voglio sentirmi utile per Dasha e starle per sempre affianco. 
Il mio corpo è la mia arma più potente, qualcosa che non mi possono togliere. 
Rottura della mandibola, naso e di alcune ossa minori della faccia. Non mi volto, non mi serve vedere per sapere. Il suono mi dice tutto, sono i versi di una “preda” sconfitta.
147 contro di me.
2 secondi, 2 prede sconfitte. Il tempo a mia disposizione sta finendo, l'uso di poteri biotici è uno sforzo per il fisico. Devo centellinare ogni grammo di energia. 
La terza asari è appena oltre la portata del mio braccio. 
Mi sta osservando, vedo l'idea su quale sia il mio ruolo in questa arena formarsi in lei. 
È lenta, come tutti. 
Il mio ginocchio sinistro contro il suo stomaco, non basta e lo so. Il mio gomito sinistro completa l'opera, con un colpo secco alla base della nuca. 
146 contro di me. 
Scappano, prendono le distanze da me. 3 secondi per reagire al mio attacco. Lenti.
Quelli più vicini si organizzano, da ambo i lati. 
Chi è distante corre per avvicinarsi. 
Continuo ad attaccare sulla destra, sono semplicemente davanti a me e quelli più vicini. 
2 secondi solo per organizzarsi in modo caotico e formare una parvenza di fronte. 
Mi basta un secondo, sorrido e lascio che mi fissino. Permetto al mio corpo di parlare per me, che lo “stupido trucco” faccia effetto. Lancio invisibili segnali di pericolo, la mente non li riconosce ma il nostro subconscio si e senza che ce ne rendiamo conto, in ognuno di loro una vocina urla “Scappa! “
Per il loro cervello sono un predatore, sono quella cosa che i loro antenati sentivano muoversi di notte, di cui udivano il rumore mentre uccideva e mangiava i loro progenitori. Sono il predatore e loro le prede, per un solo secondo sembrano rendersene conto.
Esitano, si deconcentrano. 
Attacco. 
Prendo la ridicola imitazione di un'arma. Reagiscono, ma sono lenti di un secondo. 
Calo con forza quella caricatura di lama, sull'ennesimo viso asari. 
Quella parodia di arma si spezza per la violenza del colpo, come anche la faccia della mia “preda”. 
Cadde a terra urlando di dolore, non è più in grado combattere.
145 contro di me.
La ignoro, insieme ai suoi versi d'agonia. Fletto la schiena leggermente all'indietro. 
Evito un attacco partito dalla mia sinistra e diretto alla testa. 
Blocco di scatto l'arma con la mano destra. Il suo utilizzatore non ha neanche il buon senso di lasciar andare la spada, forse sono io che non gliene lascio il tempo. 
Un colpo secco portato col braccio sinistro teso, le sue braccia sono forse spezzate ma di sicuro inservibili. Gli rubo l'arma. 
144 contro di me. 
Tre attacchi contro di me, due davanti e uno dalla mia destra. 
Mi abbassò di scatto. 
Li ho colti di sorpresa, sono sbilanciati in avanti. 
Tengo l'arma rubata davanti a me in orizzontale, faccio appoggiarne la punta sulla mano libera. 
Scatto verso i loro addomi, dandomi la spinta con un salto biotico.
I due aggressori sono sbalzati indietro e di lato, rimangono doloranti sull'arena. 
Sono rimati colpiti a brucia pelo da un salto biotico, probabile che abbiano qualcosa di fratturato. 
L'arma si è frantumata e la getto. 
142 contro di me
Scatto in avanti, scappo. Energia biotica dietro di me, non devo voltarmi per saperlo. I miei nuclei di eezo 19 hanno cominciato a vibrare molto più forte di quanto già non facevano, per tutti i biotici già presenti. In più, il rumore degli attacchi mi è giunto distintamente.
Corro, salto, rotolo più volte e ripeto questa sequenza un paio di volte. Ho preso la distanza, ma le prede sono ora tutte riunite invece che sparse lungo i bordi dell'arena. 
Per me un vantaggio e svantaggio allo stesso tempo. Se sono tutti dietro di me, so cos'ho davanti. 
Fuggo, mi inseguono. Sono caotici, nessuna strategia, solo la sicurezza che da il vantaggio numerico.
Si allargano, qualcuno che pensa c'è. 
Non ho nascondigli su quest'arena, non importa. 
Una preda, qualsiasi cosa faccia, rimarrà sempre tale. 
Per un predatore è più complicato, per questo siamo molti di meno e quei pochi che ho incontrato erano pecore vestite da lupi. 
Sono al bordo, in trappola. 
Sono accerchiata. Corrono verso di me con foga, sperano di costringermi alla resa o di buttarmi fuori. 
Mi volto verso di loro. Ricorrono nuovamente ad attacchi biotici, la vicinanza al bordo e al rischio di essere eliminati suggerisce prudenza. 
Uno di primi attacchi è un'onda d'urto, non l'aspetto vado io da lei. Quando le sono a ridosso origino una “sbuffata”. Semplice energia biotica precedentemente raccolta e poi liberata. 
Di norma qualcosa di inutile. Ma io sono un 19, la mia energia può annullare la loro. Mi getto sull'onda d'urto, non devo sprecare energia per annullare altri attacchi.
Nel farlo mi apro la strada per attaccare e li sorprendo. 
Ho fatto qualcosa per loro d'impossibile, passando attraverso un attacco. 
Nuovamente colpisco al ventre con un pugno, prendendo l'arma. Sono in mezzo a loro e sono in vantaggio. 
Ho capito il loro modo di pensare, sono abituate ad eventi sportivi come questo. Non sono abituate al mio pratico stile da assassino. 
Non sono qui per dare spettacolo, ma per eliminare...mmh...sconfiggere, non posso uccidere...ognuna di loro nel modo più efficiente possibile. 
Non sanno come reagire al senso di oppressione che le attanaglia quando mi avvicino, singolarmente sono superiore ad ognuno dei presenti e se ne rendono conto. 
Temono di farsi male, seriamente, non stanno partecipando per questo. Hanno le loro motivazione, ma non sono disposte a rischiare tanto. 
Io...sono pronta a rischiare tutto. Toglietemi i poteri del 19, strappatemi la carne, rompetemi le ossa ma finché vivo combatterò. 
Conosco il dolore, ci ho convissuto da sempre e non lo temo perché alla fine ci sarà lei ad accogliermi. Lei le cui carezze curano ogni mio male. 
141 contro di me
Li ho sorpresi, sono in mezzo a loro e non sono pronti a reagire.
Se solo avessi una vera arma...usare questo falsa lama non mi piace. Cerco di farne lo stesso il miglior uso possibile. 
Stoccata, parata, affondo, contraccolpo e tante altre. Uso ogni tecnica di scherma che conosco. Turian, asari, umane e di tante altre razze che combino fra loro.
Per difendere Dasha ed esserle utile, sapevo solo uccidere con la mia lama e i poteri biotici.
La scherma mi ha sempre dato sollievo, per anni non ho fatto altro. 
Il programma phantom non mi infliggeva dolore quando mi esercitavo, non considerava un errore migliore le capacità di combattimento. 
Non so dire se è per questo che amo le spade, so solo che era uno dei pochi momenti di serenità nella mia vita. 
Attacco. Il divario di tecnica è immenso, ma uso anche pugni e calci. 
Sono troppo veloce. Decido e agisco, loro perdono tempo a riflettere. 
Il mio attacco non conosce tregua, abbatto diversi nemici in serie.
Ma sono tanti. 
Un colpo sulla schiena mi fa emettere un gemito.
Ne segue uno sulla coscia destra.
Mi stanno circondando. 
Una figura imponente entra nel mio campo visivo.
Il krogan. 
È un treno in corsa quello che mi travolge. Con un salto biotico mi è addosso in un istante. 
È come sbattere contro un muro, ho male ovunque. 
Le sue enormi braccia mi stringono e stritolano. Sono bloccata. 
« Ti arrendi? » Urla divertito.
Gli artiglio con le mani l'addome, rilascio la mia energia in lui. 
Sento i suoi nuclei di eezo che reagiscono. 
Gli invio scariche di dolore direttamente nel suo sistema nervoso centrale. 
Resiste, emette versi di dolore ma non cede. 
Maledetto sistema nervoso ridondante krogan.
Devo liberarmi e subito. 
Sento la pressione del collare di nium.
Non temo niente. 
Raccolgo il mio potere e glielo scarico addosso.
Non ho paura, nessuna esitazione. 
Il collare mi brucia la pelle, non importa. Il krogan adesso urla. 
Finalmente cede, la presa viene meno e agilmente gli sfuggo. Mentre lui cade svenuto. 
Sono esausta, lo sforzo di usare tutta quell'energia si fa sentire. 
Il collo è un dolore unico in tutta la sua lunghezza. Non posso vedere, ma sono sicura di essermi ustionata. Il semplice tocco del collare mi causa sofferenza. 
I muscoli sono colpiti da spasmi, quasi non riesco a muovere la testa.
Non importa, sono abituata al dolore. 
128 contro di me. 
Crampi, le gambe mi tradiscono. Non riesco ad alzarmi, mi sono addosso. Alzo le braccia per proteggermi il viso. 
Colpi sono calati con forza, potenziati dall'energia biotica. Non ricevo nessun attacco biotico diretto , temono che li annulli. 
Sento la forza dei colpi, ferite aprirsi, il mio sangue che mi bagna. 
I colpi di susseguono. 
Rido. 
Rido più forte che posso e con gusto. 
Solo adesso mi rendo conto di una cosa, non hanno armi contro di me. 
Possono vincermi se mi buttano fuori, se io mi arrendo o non sono più in grado di continuare a combattere.
Rido. Sono prede indifese e solo ora lo capiscano. 
Mi alzo rabbiosa ed euforica. Lascio che mi colpiscano, difendersi è inutile. 
Colpisco ferocemente al volto e addome, spezzo quelle ridicole armi false con le mie mani e quando non lo faccio lascio che mi colpiscano. Non importa. 
Conosco il dolore, sono abituato ad esso. 
Loro non me ne infliggono abbastanza. Lascio che mi riferiscano. 
Io combatto ferocemente in mezzo a loro, senza logica o un piano. Solo violenza. 
Sono un animale feroce, loro le mie prede. Hanno paura. 
Chi ha perso l'arma e sfugge ai miei attacchi scappa lontano da me, mentre altri si fanno sotto per affrontarmi. Sono circondata, questa mi facilita le cose. 
Colpisco nel mucchio, sicura di andare sempre a segno. Perdo sangue dalle mani, sono doloranti. Direi che è normale, dopotutto sto spaccando facce e armi a mani nude. 
In questo momento sono tutto tranne che un phantom, ma non avendo una vera arma per una volta posso anche tralasciare di comportami come tale. 
Cammino sopra a dei corpi, alcuni di quelli che ho colpito sono rimasti lì. Svenuti o non più in gradi di muoversi. 
Li calpesto senza problemi, emettono gemiti e sorrido a quei suoni, lo sconfitto non ha diritto di lamentarsi. Continuo a colpire inarrestabile. Alle mie spalle, la schiena è uno scivolo di sangue. Sento la sensazione dell'aria fresca sulla pelle viva. Fitte di dolore mi arrivano al cervello. 
Non basta. È niente. 
100 conto di me.
Si allontanano, non capiscono perché non ceda e questo li spaventa.
Esitano. Il primo sintomo della paura. 
La conosco bene, per il predatore è un alleata preziosa. 
Per me, una buona fonte di divertimento. 
Se posso, amo terrorizzare prima di uccidere. 
Ho ferite e contusioni ovunque, non bastono a fermarmi. 
Carico con un salto biotico, molto più debole. Sono stremata, ma il desiderio di combattere non è calato. 
Mi sorprendo a ridere, scopro che mi sto divertendo. Anche senza un'arma mi sto entusiasmando. 
99 contro di me.
99 prede inermi che cominciano a temermi. Fiuto la loro paura, la percepisco nella loro esitazione e nei movimenti nervosi. Mi eccita. 
Mi temono, non si sono iscritti al Alal Esplima per questo gioco al massacro. 
Io non temo niente, sono pronta a tutto. 
« Strappatemi la carne, rompetemi le ossa! Combattete! » urlo. Sto cominciando a divertirmi, semplicemente non voglio che tutto finisca subito. 
Tre figure mi accerchiano: i salarian. Dannati intelligenti bastardi, hanno un corpo più resistente di quello che si può immaginare. 
Altri cinque individui li raggiungono: turian. I bastardi l'hanno pensata bene, anche se è un'alleanza improvvisata. Mi hanno lasciato fare a pezzi le asari ed eliminare il krogan. 
Adesso però sono preoccupati, posso vincere e loro lo sanno. 
Otto contro di me, questa volta hanno un piano. Lo capisco da come si muovono, mireranno a parti diverse e non attaccheranno tutti assieme col rischio di ostacolarsi. 
Attaccano! Sono in quattro e tutti turian.
Mi circondano, ma io sono sparita e i loro colpi vanno a vuoto. 
Li vedo, sotto di me.
Con un salto biotico mi sono diretta verso l'alto.
Con un altro piombo su di loro, li trascino in una caduta rovinosa. A quella velocità lo schianto contro l'arena è doloroso per tutti. Urlo ma anche loro. 
Son messa male, tutta la parte sinistra del mio corpo è coperta di tagli. 
Maledette squame turian. 
Non posso rialzarmi che il turian rimanente e i tre salarian mi aggrediscono, mentre ancora giaccio sui corpi dei loro compagni. 
Fuggo rotolando a terra. Istintivamente, uno di loro mi salta permettendomi di passare. Salto in piedi appena sono alle sue spalle. 
È un salarian, lo prendo da dietro per il collo col braccio destro. Potrei ucciderlo all'istante, ma non sono qui per questo. 
Cannone biotico, una tecnica di noi phantom. Originariamente, sulla mano sinistra, l'armatura phantom aveva un meccanismo che permetteva di accumulare energia oscura ed emetterla sotto forma concentrata. 
Quello che sto tentando è una sua imitazione. Il vantaggio di essere un 19 e non rimanere senza energia oscura, i miei nuclei non si scaricano.  
Tendo il sinistro, scariche blu elettriche sono visibili su di esso e nella mano una sfera di energia. 
Il colpo parte, per un attimo penso di essermi rotta il braccio e slogata la spalla. 
Fortunatamente mi sbaglio è solo molto doloroso. Il salarian colpito viene sbalzato all'indietro e lì rimane. 
Il turian va incontro allo stesso destino, con in più che lo butto fuori dall'arena. 
Tengo il salarian che ho fatto prigioniero e lo usco come scudo. 
Il braccio sinistro mi fa un male incredibile. 
Continuo ad attaccare con questa tecnica, sono spiazzati. Niente di quello che sto facendo è vietato.
La mia tecnica è biotica, quindi permessa. 
Sul prendere un ostaggio, trattenere un avversario è consentito ma nessuno ha mai pensato alla possibilità di usarlo come scudo. 
80 contro di me.
L'energia del 19 ustiona e brucia, è troppo intensa in questa forma concentrata. Alcuni di chi ho ferito, hanno deciso di ritirarsi anche solo per una ferita alla spalla. 
I loro attacchi e gli scudi biotici non bastano. Come sempre il 19 disperde l'energia dell'eezo normale. 
Sono scoraggiati e lo capisco, li sto abbattendo uno a uno. Il braccio sinistro è gonfio e rosso, non posso usarlo ulteriormente. Lo faccio lo stesso. 
Mi può anche esplodere per quello che mi interessa, allora userò il destro. 
Non temo niente. 
75 contro di me.
Poi succede scappano, abbandonano l'arena, dichiarano la sconfitta. Hanno perso ogni voglia di continuare, chi ancora sta in piedi non ha il coraggio di proseguire. 
Lo leggo nei loro volti, li ho terrorizzati. 
Non importa, anzi la cosa mi diverte e eccita. Quasi vorrei che continuassero, per vedere fin dove potevo spingermi. 
0 contro di me. 
Ho vinto. 
Lascio andare il mio scudo improvvisato, quasi ciondolando mi avvio verso l'uscita. 
Da qualche parte viene annunciata la mia vittoria. 
Non m'importa, sono qui per il premo in denaro.
Il pubblico sugli spalti continua a rimanere in silenzio, non sanno come reagire a questo spettacolo di pura violenza. 
Erano venuti per vedere una gara sportiva, un saggio di destrezza sulle abilità biotiche. 
Io gli ho dato altro. 
« Toglietemi questo! » urlo esasperata, riferendomi al collare di nium. Non lo sopporto più, mi toglie l'aria. Ho bisogno di sentire nuovamente l'energia oscura libera di fluire in me. 
Me ne vado, lascio che sia Myr a risolvere questa parte. 


*****

Ore dopo sono in viaggio per Noveria, torno da lei. Mi addormento stringendo a me le mie adorate spade. Senza Dasha, sono le cose che più mi danno sollievo. 
Dalla testa ai piedi sono un susseguirsi di medicazioni. 

Come arrivo mi presento a lei, ovviamente è già informata di tutto. L'evento era trasmesso per televisione. 
Mi chiede solo due cose: il perché e se mi rendo conto delle conseguenze del mio gesto?  
Il motivo è semplice, volevo aiutarti Dasha. So che alla Noveria Corps serve denaro e il premio del Alal Esplima era semplicemente il più ricco della galassia. È tutto per te, fanne quello che vuoi. 
Solo fammi rimanere al tuo fianco. 
So cosa ti preoccupa, adesso tutti mi conoscono. Il mio volto ora è famoso. Sarà impossibile continuare a uccidere per gusto come sempre ho fatto. 
Anche solo partecipare a un incontro biotico clandestino adesso mi è impossibile, mi avevi spiegato tutto questo tanto tempo fa. Quando avevi fondato la Noveria Corps e lo ricordo bene. 
Non importa, hai tanta gente disposta a uccidere per te. Io ormai non ti sono più essenziale per quello. Tu mi ami e ti adoro alla follia. Per questo ci siamo sposate. 
Ma non mi basta del tutto, ho bisogno di sapere che ti sono utile in qualche modo. 
Per questo alla fine accetto il mio nuovo ruolo, sarò il volto immagine della Noveria Corps. 
Non so bene cosa significhi o cosa comporti fare la modella, ma se è quello che desideri accetto. 
Se tu sei soddisfatta il resto non conta. 


*****

Visto Dasha, è andato tutto bene. Sono entrata nel I reggimento I.D.G. combatto insieme a Steve. Uccido criminali in nome della legge del Consiglio, non vedo differenze rispetto a prima ma nessuno si lamenta. Ogni tanto prendo qualche nemico per me, lo porto dove nessuno mi può disturbare. 
Mi ritaglio del tempo per me e lentamente lo torturo fino alla morte. Steve forse sa oppure no, in ogni caso mi lascia fare. Mi è simpatico, il suo pragmatismo è incredibile. 
Basta che non faccio niente per nuocere ai suoi soldati e posso fare tutto. 
Sono l'arma segreta del I reggimento, così una volta mi ha definito lui ridendo. 
Ancora mi è difficile credere di aver qualcuno da chiamare amico, è una sensazione insolita. 
Sa cosa faccio ma non mi teme, gli è praticamente indifferente se non gli creo problemi sul lavoro. 
Sono il volto immagine e modella della Noveria Corps, al contempo uccido in nome di ideali di altri  soddisfacendo le mie voglie. 
Dopo il torneo sono stata anche riconosciuta come il biotico più forte della galassia, un titolo che trovo ridicolo. Privo di ogni valore. Sono un lupo in una galassia di pecore, il loro giudizio non ha peso per me.
Adesso però tornerò da te, di cui non ho mai abbastanza. Il lavoro su questo pianeta è finito. Steve mi ha amichevolmente salutato. 
Ancora non mi sono abituato a tutto questo, sentirsi felici senza essere punti da un programma di controllo mentale.
Strano sentirmi così senza ricevere una punizione. Aspettami Dasha, adesso che Alexya, Trish e Diana hanno preso le loro strade siamo spesso troppo sole nella nostra casa.
Non temo niente, solo la tua lontananza.
   
 
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