Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: giamma21    30/04/2018    1 recensioni
"Forse fu per l’occasione, o perché entrambi inconsapevolmente si erano avvicinati “quel poco in più”, che le coccole si trasformarono in baci, sfuggenti ma travolgenti, ingenui ma consapevoli, e in carezze tanto caute quanto pericolose. Logan aveva sempre rinnegato l’attrazione per il migliore amico, come mai si era lasciato andare? Aveva bisogno di amare, tanto quanto ne aveva Toby. Nessuno si aspettava che due anni dopo, due migliori amici sarebbero stati degli estranei."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Sei pronto per gli esami finali?- chiese Logan, porgendo al ragazzo un bicchiere di acqua naturale. Trevo ne bevette un sorso.
-Decisamente no, ma sto lavorando molto per recuperare le materie nelle quali non vado forte- spiegò, fingendosi tranquillo.
Logan gli strinse una mano.
-Se hai bisogno di aiuto puoi chiedere anche a me-.
Trevor sorrise e lo baciò in bocca. Logan capì che, in quel momento, parlare delle preoccupazioni relative al futuro non era necessario. Entrambi i ragazzi si lasciarono trasportare dai baci ardenti.
Aspetta, io non l’ho mai fatto.
Si spostarono in camera di Logan, sicuri che in casa non ci fosse nessuno.
Almeno la doccia l’ho fatta, spero di non puzzare.
Le loro labbra continuarono a toccarsi, lasciando spazio per fare entrare e fuoriuscire le lingue. Ci fu un intenso scambio di saliva.
Dovremmo sdraiarci?
Logan strattonò la maglia di Trevor ed entrambi caddero sul letto, il primo schiacciato dai muscoli dell’altro. Ridacchiarono.
Che cosa pensavo?! Gli sarà piaciuto il mio spirito d’iniziativa?
Trevor si sfilò la maglia e… D I O.
Merda. Merda. Merda. Non posso competere con quella quantità di muscolo.
L’addome del ragazzo era decisamente scolpito, così come il petto. Aveva l’aspetto di un giocatore di football, in tutto e per tutto. Inaspettatamente, almeno per Logan, Trevor gli tolse la maglietta e prese a baciargli la pelle.
Cavolo, per non essere mai stato con un ragazzo ci sa fare.
La sua lingua compiva piccoli centri concentrici attorno ai capezzoli di Logan.
Ben presto si sfilarono anche i pantaloni, e i baci e le carezze si diressero altrove. Trevor maneggiava Logan come se avesse studiato quei movimenti centinaia di volte. Non voleva farsi mancare nulla da quel momento, quindi tolse il cartellino “vietato ai minori” e lo gettò fuori dalla finestra. Si posizionò dietro Logan e gli baciò il sedere, chiappa dopo chiappa.
Poi spinse la lingua in profondità e si gustò quello che aveva tanto ardito.
Logan fu travolto da un’immensa ondata di piacere.
Nonostante ciò, continuò a chiedersi se fossero andati troppo oltre e come mai il suo amante fosse così esperto. La risposta ancora non gli interessava.
Poi le parole vere.
-Ce l’hai un preservativo?-.
Aiuto.
 
 
I ragazzi erano sdraiati nel letto, Logan tra le braccia di Trevor.
Non poteva negarlo, gli bruciava il sedere. Forse i porno non erano così affidabili come pensava. Tutti sembravano sempre estasiati di farlo, senza provare alcun tipo di dolore.
Attori, pensò. Maledetti bugiardi.
Tentò di non pensarci, perché era un male minore che sarebbe passato nel giro di uno o due giorni. O una settimana. Ammettiamolo, Trevor era dotato.
Basta pensieri sporchi.
-E’ stato…- cominciò Logan.
-Fantastico- terminò Trevor.
Logan esalò un lungo respiro.
-Tu non eri vergine, vero?- chiese.
-Avevo già fatto sesso, con ragazze-. rivelò Trevor.
Nulla di nuovo, almeno per quanto aveva ipotizzato Logan.
-E con i ragazzi niente?-.
Trevor esitò.
-Tu sei il primo-.
Logan si sentì onorato, e felice di poter ricambiare quella confessione. Aveva sempre temuto di fare la stessa fine di Toby: a letto con sconosciuti e mai con qualcuno di importante. La sua prima volta era stata con un ragazzo del quale si stava piano piano innamorando, che metteva in dubbio ogni cosa in cui credeva.
Quella non era stata “solo” la sua prima volta, perché aveva anche rappresentato il culmine della sua rinascita, il punto di svolta.
Sentiva che sarebbero cambiate molte cose.
Il telefono di Logan continuava a illuminarsi con notifiche di messaggi.
 
“Sei stato aggiunto ad un nuovo gruppo: Logan ha perso il fiore”
V: Scusa, e questo?
T: Mentre impacchettavo le cose per spostarmi da Wolverine non ho potuto fare a meno di condividere con te questa novità.
V: Vai da Logan? Stasera usciamo tutti e poi dormiamo insieme.
V: Logan ha perso il fiore?!
T: Dio, quanto mi mancava questa vita.
L: Smettetela, pervertiti.
 
Logan appoggiò il telefono sul comodino accanto al letto e si alzò per andare a fare una doccia. Invitò anche Trevor, che lo seguì. Due corpi nudi, uno sull’altro, che si accettavano per quello che erano stati e per quello che sarebbero potuti essere. Niente giudizi, niente parole superflue. Partire dal necessario era un buon inizio.
Arrivò la sera, e il sole, affievolendosi, accompagnò i ragazzi per la strada verso casa di Trevor.
-Cosa farai dopo? Cosa ti attende al di là di Stanton?- chiese Logan, sorridendogli.
-Ho fatto domanda per qualche college con orientamento sportivo, quindi spero solo di scegliere quello migliore per me e il più lontano da qui-.
Logan sentì il cuore stringersi, e Trevor si accorse del cambiamento nella sua espressione.
-Però c’è ancora tempo e soprattutto c’è l’estate- corresse, ma era troppo tardi, perché aveva detto la verità. La loro relazione era destinata a finire, in un modo o nell’altro.
Era inutile prendersela, Logan non avrebbe mai potuto fermare Trevor dal seguire i suoi sogni, per quanto volesse far parte di loro. Era stato accecato da quei mesi, dai messaggi, i baci, la passione, e ora doveva affrontare la realtà dei fatti.
Arriva un momento nella vita in cui il cambiamento è inevitabile, e in certi casi cambiare fa male. Il sacrificio è parte di noi, parte dell’evoluzione, per quanto vogliamo fingere che non sia vero e che sia solo una scelta estrema.
Era stato bello, molto bello, e sicuramente sarebbe stato altrettanto emozionante passare tre mesi insieme a Trevor, preparandosi piano piano al distacco. Ma Trevor aveva le stesse intenzioni di Logan? Voleva passare anche lui i suoi ultimi mesi a Stanton insieme al suo… amico?
-Che ne sarà di noi? Dico d’ora in poi- sottolineò Logan, cercando di ragionare a mente fredda.
Trevor scosse le spalle.
-Continueremo quello che abbiamo già iniziato, questo non cambia nulla-.
-Invece sì, Trevor. Scusa, ma cambia tutto. Non voglio fare una scenata ma noi non ci vedremo più, e tu lo sai-.
Trevor smise di camminare.
-So che saremo distanti, e che non so se sarà facile. Ma cosa è stato facile finora?-.
Di sicuro lì aveva ragione. Tra il coma, il post e la nuova vita, niente era stato semplice. Logan si era gettato troppo fiducioso in quel rapporto, pensando che fosse la sua manna dal cielo, la sua pausa?
-Hai ragione, non avevo ancora pensato a questo, scusa. Sono stato assorto in… questo- spiegò, poi, -Non vorrei che finisse-.
Trevor si guardò intorno e baciò il ragazzo in bocca.
-Andrà come deve andare, nel frattempo godiamocela-.
Logan restò in quel punto della strada, mentre l’altro si incamminava verso la sua abitazione. Improvvisamente si ricordò della lettera, ancora piegata nei suoi jeans, e avanzò rapidamente verso l’altra parte della strada.
Non voleva urlare il nome di Trevor, perché qualcuno avrebbe sentito e non era certo che tutti sapessero della loro “amicizia”.
Giunse sul suo vialetto mentre il ragazzo entrava in casa, accolto da un famigliare.
-E’ questa l’ora di tornare a casa?- chiese il tizio alla porta d’ingresso.
Trevor gli indicò di levarsi di torno.
-Sei mio fratello, non papà, Warren. Spostati-.
Logan indietreggiò, inizialmente per non disturbare i due, poi per paura.
Non solo paura. Terrore.
La voce era la stessa e il volto, illuminato dalla luce del portico, anche.
Non poteva essere, doveva aver avuto un’altra allucinazione, eppure sembrava così reale e vivido.
Poi realizzò dell’altro.
Quella notte, poco prima che perdesse i sensi, qualcuno aveva cercato di interrompere la colluttazione.
-Basta, Warren. Che cazzo, non vedi che lo stai ammazzando?- urlò il ragazzo misterioso.
Eppure non era più un ragazzo misterioso.
Warren rientrò in casa sghignazzando dietro Trevor, chiudendosi la porta alle spalle, in faccia al ragazzo al quale aveva portato via tutto. Logan restò sul vialetto, tremolante, quasi sul punto di spegnersi.
 
25 DICEMBRE, MEZZANOTTE.
-Ehi, passerine- canzonò un membro del gruppo di ragazzi che circondava una macchina al bordo della strada.
Toby gli lanciò un’occhiataccia, pronto a rispondergli.
-Toby, ti prego, non rispondere-.
Logan cercava di trattenerlo, continuando a camminare.
-Coglioni- replicò poi Toby, a bassa voce, ma non abbastanza per lasciar passare la faccenda.
-Che cazzo ha detto quel frocio?- chiese sarcasticamente lo stesso ragazzo di prima.
Toby strinse i denti.
-Merda- disse Logan, incrociando le braccia.
Continuarono a camminare, quando Toby si sentì tirare per la giacca.
Voltandosi, ricevette uno spintone, che lo scaraventò sull’asfalto bagnato.
Logan si gettò contro il ragazzo che aveva attaccato il suo amico.
-Che cazzo fai?- gridò, spingendolo via. Studiò il suo volto, i suoi tratti sporchi, il suo abbigliamento trascurato.
-Warren, ti serve una mano?- intervenne qualcuno da dietro.
Warren sorrise, scuotendo la testa.
-Per adesso no!-.
Poi sferrò un pugno in faccia a Logan, e un altro nella pancia, togliendogli il respiro momentaneamente. Toby gli corse incontro e agitò gli altri membri del gruppo, che si apprestarono a partecipare allo scontro.
Logan provò a rialzarsi ma si trovò sopraffatto da tutti quei colpi, quando per un momento il dolore diventò così forte che gli sembrò di non soffrire più.
 
 
Nonostante avesse la vista offuscata dal sangue che gli era finito su tutto il volto, sentì quel “Basta, Warren. Che cazzo, non vedi che lo stai ammazzando?”.
Se ne ricordò tardi, stranamente, anche se di sicuro lo aveva sempre saputo. Serviva un pezzo del puzzle perché tutto si allineasse e si rendesse conto che la persona con la quale aveva passato gli ultimi mesi era anche stata la persona che lo aveva distrutto.
 
 
-Stanne fuori Trevor, o le prendi anche tu stasera- ruggì Warren, strattonando il fratello.
 
Logan si incamminò verso casa, pensando a quello che aveva appena visto.
Entrò in camera, e trovò il letto ancora disfatto. Si era dimenticato di sistemarlo, o l’aveva fatto apposta per ricordarsi quel pomeriggio insieme a…
Insieme a…
Non riusciva a pronunciare il suo nome.
Dalla sala arrivarono le voci di Laura e Toby, intenti a conversare riguardo al caldo estivo che sarebbe stato insopportabile.
Logan cadde ai piedi del letto, scivolando lentamente sul tappeto, con le lacrime agli occhi. Lacrime piene di rabbia, dolore, tradimento, dolore, dolore.
Dolore.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: giamma21