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Autore: Carnis_K    03/05/2018    0 recensioni
Jahzara è pronta per la sua nuova avventura da ragazza emancipata.
Si lasca alle spalle il proprio passato tortuoso con l'intento di realizzare i suoi sogni e spuntare una lista che ha scritto in adolescenza. In un modo o nell'altro cercherà di riempire tutte le caselle e fare luce sulla sua infanzia oscurata.
Troverà tempo per aiutare un nuovo amico a farsi strada nella società scavalcando tutti i suoi ostacoli. Non permetterà che qualcuno lo imprigioni come il passato di Jahzara ha fatto con lei. Nel contempo lui l'aiuterà ad affermarsi come lottatrice. Ma qualcosa di inaspettato cambierà i suoi piani.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Adrian

 

La mattina di Natale fu magica. 

La neve fioccava fuori dalla finestra e la luce filtrava in modo spettacolare nella stanza. Sorrisi contento, rotolandomi tra le coperte calde. Non vedevo la neve da anni, soprattuto in Nebraska.
Era sempre stata una mattina magica, quella di Natale. Quando ero piccolo, la vigilia non dormivo, in attesa del mattino seguente. Mia madre e mia zia si alzavano prima di tutti per preparare la colazione. La casa si profumava, così come quella mattina, di burro, pancake, crostate, biscotti di zenzero. Era inevitabile svegliarsi felici, soprattutto con il tempo bianco.

Mi alzai lentamente, strofinandomi gli occhi ancora assonnati. Era diventato difficile dormire con i pensieri degli ultimi giorni. Per quanto potesse essere passato un po’ di tempo da quella maledetta sera, il ricordo di quei tradimenti, mi faceva ancora male. Essere traditi nella sera più importante per la tua carriera, dalla tua ragazza e dal tuo migliore amico, è una cosa che ti segna a vita. Avevo imparato a non affezionarmi più così tanto a persone che potrebbero tradirmi. Ormai, mi fidavo solo della mia famiglia. E di Jahzara.
Il mio attaccamento verso quella ragazza poteva diventare molto pericoloso per me. 

 

Seguii l’odore di dolci giù in cucina, pregustandomi già la colazione ricca di grassi e calorie. Mi fermai in corridoio appena notai la porta di ingresso spalancata e una sagoma correre avanti e indietro.
Mi affacciai, posandomi allo stipite della porta, con le braccia incrociate. Jahzara si rotolava nella neve che si era posata a terra, lanciandone in aria, come una bimba felice che vede la neve per la prima volta. Possibile fosse davvero la prima volta?
Mi lasciai andare in un sorriso divertito, guardandola giocare come se avesse un terzo della sua età. Mi scaldava il cuore vederla felice, lasciava che la mia testa si svuotasse da tutti i pensieri, i pesi, le preoccupazioni, per lasciar posto solo al suo sorriso e alla sua gioia.
Abbassai lo sguardo, cercando di far smettere al mio cuore di sentirsi così pieno.
<< Adriaaan! >> mi sentii chiamare da lei. Ok, sforzo invano, ora sentivo il cuore così pieno che temevo potesse esplodere da un momento all’altro. Jahzara prese le mie mani, trascinandomi nella neve. Faceva freddo, ma avrei fatto di tutto per lei. Anche ustionarmi con la neve. << Non è bellissimo? >> continuava a parlare ad altissima voce, esternando tutta la sua contentezza.
“ Tu sei bellissima “ mi ritrovai a pensare.
Deglutii, annuendo solo in risposta. Mi accovacciai per raccogliere un po’ di neve, assestandola tra le mie mani come una palla, prima di lanciargliela in faccia. Restò per un momento interdetta, cercando di capire cosa fosse successo. Poi si girò verso di me, con sguardo di sfida. In quel momento, la guerra era iniziata.
Iniziò a raccogliere tutta la neve possibile, lanciandomela addosso. Cercava di colpirmi, invano.
<< Piccola, io sono l’esperto in questa battaglia! Hai perso in partenza! >> mi strinsi nelle spalle, con fare da superiore. Si intestardì ancora di più, lanciandomi più neve di prima. Io ricambiavo, con meno palline bianche.
Sussultai appena sentii una palla di neve infrangersi contro il mio petto. Aprii la bocca stupito, guardando Jahzara che intanto si era data ad una danza vittoriosa.
<< Esperto un corno! Colpito da una principiante! >> esclamò contenta, muovendosi a ritmo di una musica che era solo nella sua testa.
Restai serio, immobile, a guardarla fare quello strano balletto. Era così bella, così felice. La sua risata mi riscaldava. Mi mossi d’istinto.
Percorsi a grandi falcate la distanza che ci separava, parandomi di fronte a lei. Afferrai il suo viso tra le mani e avvicinai il mio. Mi bloccai a pochi millimetri dalle sue labbra. Le sfioravo, riuscivo a sentire il calore delle sue labbra morbide contro le mie. Avevo una gran voglia di baciarla e non lasciarla più andare via dalle mie braccia, ma non potevo. Sospirai contro la sua bocca, che era schiusa e non emetteva fiato. Lo stava trattenendo, stupita.
Chiusi gli occhi e posai la fronte alla sua, prima di lasciare un bacio su di essa. Non potevo infrangere una delle regole, avrei rischiato di perdere anche quei momenti intimi che mi concedeva.

Cosa mi stava succedendo..?

<< Andiamo a fare colazione.. >> sussurrai sulla sua fronte, prima di entrare dentro, sconfitto.
Bramavo le sue labbra più di qualsiasi altra cosa al mondo. 

 

Mi accomodai a tavola, sotto lo sguardo indagatore di mio cugino Cameron. Afferrai un biscotto di pan di zenzero, osservando Jahzara accomodarsi accanto a Cam, accoccolandosi sulla sua spalla. Si comportava come se non fosse successo nulla. Non sapevo come prenderla: se essere sollevato perché non ci aveva dato importanza, o se essere offeso perché è come se a lei non avesse dato emozioni.
Mangiai a fatica, la mia testa ormai era impegnata a indagare sul perché la mia voglia di baciarla era così forte. Per fortuna ero riuscito a fermarmi a tempo. Ma il contatto con le sue labbra, anche se piccolo, aveva risvegliato in me emozioni seppellite da tempo.
Decisi di lasciar perdere, però, e godermi il Natale. 

 

Dopo la colazione, ci accomodammo tutti in soggiorno, avanti il pino addobbato, per il tradizionale scambio di regali. Non staccai gli occhi di dosso a Jahzara, che, nonostante non credesse nella nostra religione, ci osservava contenta.
<< E’ il mio turno.. >> parlai all’improvviso, dopo che tutti diedero i propri regali. Mi abbassai per afferrare una busta che avevo ben nascosto sotto l’albero, porgendola alla mia allieva.
<< Cosa? È per me? >> mi chiese stupita. Era il suo primo regalo di Natale. Annuii.
<< So che non è una tua festa questa, ma.. volevo fartelo lo stesso.. In realtà è anche per Cameron >> sorrisi, guardando mio cugino precipitarsi sull’amica. Aprirono insieme la busta, scrutandone il contenuto. Due biglietti aerei per Parigi, partenza stimata per la settimana dopo la finale. Guardai i volti stupiti e contenti dei due. Iniziarono a scaldarsi, trattenendo urla di gioia, probabilmente.
<< Per Parigi? Sei impazzito? >> esclamò Cameron, scrutando i biglietti, ancora incredulo.
Mi strinsi nelle spalle, ridendo contento per la loro gioia. Persi di poco l’equilibrio quando Jahzara si buttò su di me per abbracciarmi con forza. La strinsi a mia volta a me, ricambiando il suo abbraccio forte da farmi mancare il fiato.
<< Grazie grazie grazie grazie!! >> esclamò, lasciandomi poi di stucco. Posò le sue labbra sulle mie, premendole con forza in un bacio che mi sembrò infinitamente lungo. Purtroppo fu solo un bacio a stampo, ma mi accontentai. La guardai stupito quando si allontanò. << Non montarti la testa, per questo. E’ solo per ringraziarti >> precisò ancora ridendo, prima di tornare da Cam.
Restai qualche secondo ancora lì imbambolato, poi mi schiarii la voce e continuai a distribuire i regali, sotto gli occhi indagatori di tutti. Mi sentivo troppo osservato. Avevo fatto una faccia troppo strana forse?
Mi sentivo gli organi in subbuglio, era tutto sottosopra dentro di me. Era stato un bacio così casto, così innocente, ma allo stesso tempo fu come una bomba esplosa dentro di me. Ero fregato, maledettamente fregato. 

Non spicciai parola con nessuno dopo lo scambio dei regali, soprattuto perché erano tutti intenti a prepararsi per la messa di quella mattina.
Io mi chiusi in camera, mentre mio fratello e i miei cugini si preparavano in bagno.
Mi stesi sul letto, già lavato e con l’asciugamano ancora alla vita. Non avevo la forza di vestirmi.
<< Adrian.. Dobbiamo parlare. >> sentii all’improvviso. Cameron entrò di soppiatto, chiudendosi a chiave la porta alle spalle.
Mi girai verso di lui, mettendomi a sedere mentre lo guardavo con la fronte corrugata.
<< Aiutami, Cam.. Che mi succede.. >> sussurrai con voce tremante. Mio cugino sospirò, sedendosi accanto a me sul letto.
<< Vi ho visti stamattina.. quando ti sei fiondato su di lei per baciarla.. Mi sembrava di aver capito che non vi siete mai baciati e che non avreste dovuto mai.. >> chiese perplesso, posando una mano sulla mia spalla nuda.
<< Si, perciò mi sono fermato.. Desideravo baciarla come non ho mai desiderato nient’altro.. >> sospirai, passando una mano tra i capelli ancora bagnati. << E’ come se non mi bastasse più avere il suo corpo.. Voglio di più ma non posso averlo. Rischio di perderla. >> continuai, rivolgendogli poi uno sguardo disperato. << Non.. Non provo queste cose da anni ormai.. E non voglio provarle. Non devo. Aiutami. >>
Cameron sospirò dispiaciuto, abbracciandomi con forza.
<< Adrian.. non posso aiutarti a non amarla. Non avrebbe dovuto baciarti prima.. è un’ingenua. >> si staccò dall’abbraccio, passando una mano sulla faccia << Che casino.. In un modo o nell’altro rischi di perderla, Adrian.. Devi solo decidere se perderla avendole detto che ti stai innamorando di lei o perderla a causa di qualcun altro o perché hai deciso di allontanarti.. >>
<< Non posso! Non posso perderla in nessun caso, Cam.. Ma forse.. se non mi faccio coinvolgere più sessualmente.. non lo so.. >> sbuffai, alzandomi dal letto. Dovevo vestirmi e cercare di scacciare via il ricordo di quel bacio impresso ancora sulle mie labbra.
<< Non andarci più a letto potrebbe essere un passo avanti, ma tu ti stai innamorando di quello che è lei dentro.. Ormai per il suo corpo sei impazzito da tempo. Ho letto le vostre chat.. “Latte” ovunque, tutti i giorni, a tutte le ore. Siete instancabili. >> scosse la testa in senso di diniego, ma io sorrisi.
<< E non hai contato le volte in cui eravamo già insieme.. >> ridacchiai, abbottonando la camicia bianca. << Devo solo allontanarmi da lei per riseppellire queste emozioni.. Ma non posso farlo.. Non ci riuscirei nemmeno volendo. Lei ha bisogno di me. >> ammisi.
<< Vienine a capo, Adrian.. O ti immergi completamente in questi sentimenti, o la perdi perché sei un codardo. >> mi rispose sincero mio cugino, lasciandomi una pacca sulla spalla prima di uscire dalla stanza, lasciandomi solo con il mio fardello.


Finii di vestirmi in fretta, raggiungendo gli altri all’ingresso mentre sistemavo la giacca blu del completo. La messa di Natale era l’unica occasione in cui mi vestivo elegante. Avevano detto anche a Jahzara di venire con noi. Avrei preferito restasse a casa, se non fosse che sarebbe rimasta completamente sola. Non potevo sopportare quel peso anche a messa. Però poi mi sarebbe mancata e avrei pensato tutto il tempo a lei e alla sua assenza.
Sarei impazzito a breve.
La vidi scendere le scale nel suo vestito bianco che le scopriva le gambe perfette slanciate dai tacchi. Deglutii, scrutandola in tutta la sua bellezza. Avrei voluto prenderla lì, in quel preciso istante. Se solo non ci fossero stati tutti gli altri..
Incastrai il labbro inferiore tra i denti, stringendolo quasi a farlo sanguinare, rivolgendo poi uno sguardo di aiuto a mio cugino, che sospirò rassegnato.
Non avrei potuto farcela, a percorrere nessuna via, né verso di lei né lontano da lei. 

   
 
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