XXV: Guardandosi negli occhi
Parole:712
Nota tecnica per questo
capitolo [e per tutti i capitoli in cui Den e Nor saranno bambini]: Ho usato un linguaggio non molto
corretto sintatticamente, credo, perché volevo che tutte le parole dette
sembrassero i pensieri di un bambino – anche se qui sono più o meno ragazzini.
Chiedo perdono se magari le troverete difficili da digerire.
Mi rendo conto che Nor mi è uscito piuttosto OOC, lol.
Chiedo perdono.
Non riesce a trovarlo. Sembra…
sparito nel nulla. E sembra che sparire nel nulla sia una delle abilità di Nόregr – e, in un certo
senso, Danmǫrk è preoccupato che un
giorno il giovane sparisca davvero…
Si immobilizza quando sente dei rumori provenire
dal folto del bosco – e sente dei canti e il suono di una cetra e pensa che ci
siano delle streghe, ma poi si ricorda che le streghe si riuniscono solo in
piena notte ed è solo il tramonto e quindi gli ritorna la paura. Ma si fa
coraggio perché deve trovare Nόregr e
spera che non sia in pericolo.
In silenzio e con il pugnale stretto tra le dita si
avvicina alla fonte del canto e quando è abbastanza vicino balza addosso a un
giovane che per lo spavento cade all’indietro – ed entrambi rotolano sull’erba
fresca e umida per la brina della sera, fino a quando Danmǫrk
riesce a immobilizzare il giovane sotto di sé.
-Ti ho pre… so.- mormora stupito, osservano il giovane.
-Per tutti gli Dei, vuoi farmi prendere un colpo?!-
esclama Nόregr, divincolandosi come un
cucciolo di cervo braccato dai cacciatori.
Ma Danmǫrk
non lo lascia andare e lo osserva stupito, fissando i suoi occhi viola che
sembra stiano evitando il suo sguardo.
- Nόr… - lo
chiama appena sussurrando il suo nome come se avesse paura di spaventarlo ma
non lo lascia andare perché teme che se lo facesse lui scapperebbe, ma l’altro
giovane non si calma e continua a scalciare e agitarsi.
-Lasciami.-
-Cosa stavi facendo?-
-Ti ho detto di lasciarmi.-
-E io ti ho chiesto cosa stavi facendo qui, da
solo, di sera. E se ti avesse attaccato un orso? O qualche guerriero un
villaggio vicino?- si è davvero preoccupato.
-Mi so difendere.- quasi
ringhia in risposta indicando con un cenno del capo l’arco e la faretra
appoggiate al ceppo di un vecchio albero tagliato. –Ora mi lasci andare?-
-Prima mi dici cosa facevi qui da solo.- ribatte Danmǫrk,
questa volta riuscendo a incontrare gli occhi viola di Nόregr
– che brillano quasi di luce propria e Danmǫrk
ne è incantato come tutte le volte che riesce a incontrare quello sguardo
sempre sfuggente.
-…non posso dirtelo.-
sussurra ma Dan non si arrende.
-Sì, invece. Puoi fidarti di me… -
-No. Rideresti di me proprio come riderebbe di me
tutto il villaggio.- Nόregr
evita di nuovo il suo sguardo, stringendo gli occhi con forza.
-Ma io non riderei mai di te… - e non capisce
perché non voglia dirgli perché era lì, eppure si erano sempre promessi di non
nascondersi niente… Proprio non capisce, Danmǫrk,
ma gli sorride comunque. Uno di quei grandi sorrisi che fin dal loro primo
incontro avevano colpito Nόregr dritti
al cuore per quanto fossero luminosi e, sì, sinceri. Può fidarsi di lui, Danmǫrk non lo tradirebbe mai…
Ed è quando gli occhi di Nόregr
incontrano di nuovo i suoi che capisce che quello che gli tiene nascosto è
qualcosa di molto, molto più grande di loro.
-Me lo prometti?- sussurra
e Danmǫrk
continua a sorridergli. –Prometti che non lo dirai a nessuno?-
Se possibile il sorriso si allarga ancora di più e
sembra quasi un incoraggiamento che fa finalmente morire ogni paura di Nόregr e lo aiuta a mettersi seduto sull’erba
che sta cominciando a bagnare le loro vesti e si siede vicino a lui.
-…nessuno deve saperlo, hai capito? Se dovessero
saperlo… Dovrei andarmene, credo, o morirei per la vergogna.-
mormora ancora, ma alla fine prende un profondo respiro e comincia a
pronunciare una litania incomprensibile e Danmǫrk osserva le piccole luci che nascono tra le
dita di Nόregr e si librano nell’aria
fredda della sera insieme alle arcane e indecifrabili parole sussurrate da
quelle labbra pallide e sottili.
Magia.
E, per un attimo, il suo sorriso si spegne. Ma
quell’attimo è abbastanza affinché sia notato da Nόregr,
che subito si zittisce e si alza di scatto balbettando quanto fosse stato
stupido per essersi fidato e che ora dovrà andarsene o sarà davvero tutto
finito e…
Entusiasta, Danmǫrk
afferra Nόregr per le spalle
interrompendo quel fiume di parole e lo abbraccia promettendo a sé stesso di
proteggere il suo segreto.
E la luce nei suoi occhi e quel piccolo sorriso che
gli dona quando interrompe l’abbraccio, oh, non hanno prezzo.
B.S.P.P.:
Breve Spiegazione Post Partum
Per i Vichinghi, la pratica della
magia era riservata alle donne. Gli uomini che sapevano usare la magia venivano
accusati di essere non solo omosessuali, ma anche passivi e di sottomettersi
fisicamente e psicologicamente a un altro uomo. Anche se molti Dei, tra cui Loki e lo stesso Odino, sapevano usare la magia e la
praticavano liberamente e la usavano addirittura come accusa per insultarsi
a vicenda, coerenza portali via era considerato uno sfregio alla virilità.
…non credo ci sia molto da
aggiungere.
Maki