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Autore: GioRavenlcaw_    07/05/2018    0 recensioni
Arya ha sedici anni e una vita tutt'altro che semplice. Dopo essere stata coinvolta in un incidente, subito un grave lutto ed essere caduta in uno stato di depressione sia fisica che psicologica, sua madre e i medici che l'hanno in cura, ritengono che per lei sia opportuno cambiare vita. E' così che finisce col trasferirsi da suo padre a Sidney, dove questi ha iniziato una nuova vita con la compagna e il figlio di lei.
Arya si sente fuori luogo ovunque si trovi e una nuova realtà non è quello che sperava per la sua vita. Ma l'incontro con un gruppo di ragazzi, l'aria dell'Australia, l'amicizia e l'amore faranno sì che rimetta in discussione la sua vita o quel che rimane di essa.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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La mattina seguente, mi sveglio ancora un po' intontita dal cambio d'ora, ma molto meno rispetto al giorno prima.
Mi faccio una doccia veloce, e mi vesto. Infine mi guardo allo specchio,
Pensavo che cambiare l'arma con cui mi uccido ogni giorno potesse funzionare a rendermi più felice, ma anche qui, il riflesso di me stessa non fa altro che farmi salire il vomito. Ed è proprio quello che faccio. Vomito, anche se non ho ancora messo nulla sotto i denti. Mi lavo i denti e mi sistemo la felpa larga sulle spalle.
Esco dalla mia camera e scendo le scale.
Appena arrivo in cucina sento l'odore dei pancake e delle uova strapazzate.
Un conato mi sale in gola ma cerco di trattenerlo perché non voglio vomitare. Non ancora almeno.
Una donna, più o meno dell'età di mio padre, mi vede e mi sorride.
<< Arya! Che piacere conoscerti! Io sono Hanna. >> dice abbracciandomi.
Ricambio un po' imbarazzata.
<< Piacere di conoscerti. >> dico dandole del tu.
Lei sorride e mi fa cenno di sedermi per fare colazione.
Hanna sa perfettamente della mia malattia eppure mi sta riempiendo il piatto di cibo che io devo mangiare assolutamente altrimenti mio padre mi trancia in due.
Lei mi fa domande di vario genere, ma la mia mente sta cercando di assimilare tutte le calorie dei cibi che Hanna mi sta mettendo nel piatto.
Pancakes al cioccolato, bacon, uova, biscotti, latte e succo d'arancia. Il mio stomaco sta iniziando a singhiozzare perché il solo pensiero che tutto ciò dovrà essere inghiottito e accumulato lo fa stare male.
Mi sale la nausea e così mi porto una mano alla bocca ordinando a me stessa che non devo, non posso correre in bagno di nuovo.
In quel momento arrivano a fare colazione anche mio padre e Michael. Entrambi mi salutano e io ricambio con un sorriso tirato.
La nausea si calma un poco ma appena mi accorgo che siamo tutti seduti a tavola ed è arrivato il momento di mangiare, inizio a sentirmi di nuovo lo stomaco sottosopra.
Respiro forte e facendomi coraggio prendo la forchetta tra le mani e raccolgo una minuscola quantità di uova.
Fisso la sostanza gialla e bianca che si avvicina alla mia bocca e in un attimo la sto masticando.
Il sapore è buono, ma il gusto del cibo che dovrò vedere fra poco nel wc mi fa stare male.
Prendo un sorso di succo e butto giù quella roba sotto gli occhi preoccupati di mio padre e di Hanna. Michael non sembra essersi accorto di nulla.
Hanna sospira e continua a guardarmi masticare e mandare giù a fatica neanche metà del cibo presente nel piatto. Dopo aver assaggiato tre forchettate di uova, due bocconcini minuscoli di pancake e un pezzetto microscopico di bacon, il mio stomaco inizia a ribellarsi.
Lo sento storcersi e fitte di dolore mi prendono l'addome.
Stringo gli occhi e bevo un altro po' di succo.
<< Arya, tutto ok? >> domanda mio padre.
Io annuisco ma lui sa benissimo quello che mi sta accadendo. Lui conosce i sintomi. Li conosce tutti fin troppo bene.
Hanna mi sorride e mi fa un grosso favore quando mi toglie il piatto da sotto gli occhi.
Le sorrido sussurrandole un “grazie”.
Michael invece sta ingurgitando il suo terzo pancake e nel piatto mancano le uova e il bacon presenti poco prima.
Distolgo lo sguardo e cerco di promettermi di non rimettere il cibo appena mangiato. Il mio stomaco smette di agitarsi e tutto va bene. Per ora.
Mio padre si accorge che mi sto trattenendo e mi sorride annuendo.
Lui vuole il mio bene. Vuole che io viva. Non vuole lasciarmi andare.
 

Michael guida l'auto di sua madre verso la via che il giorno prima ho percorso con mio padre e ci immettiamo nel traffico mattutino di Sidney, diretti a scuola.
Michael parla della vita al liceo, della squadra di football, delle cheerleaders senza cervello e dei suoi tre migliori amici.
Dice anche che a scuola li rispettano, che sono popolari. Io non lo sono mai stata nella mia vecchia scuola. Almeno, non lo sono mai stata fino al giorno della mia quasi morte. La mia prima quasi morte.
<< Ti piaceranno i ragazzi vedrai, Ashton è mezzo pazzo, Calum invece è sempre pronto ad aiutarti. Luke invece... beh, lo vedrai. Non è il tipico ragazzo australiano. >>
<< Cioè? >> domando incuriosita.
Lui fa spallucce.
<< Beh, è un po' fuori di testa. Insomma, non è il ragazzo perfetto. >> risponde.
<< Un ragazzaccio. >> dico divertita.
Lui ride e annuisce.
<< Si, più o meno. Lo capirai, fidati. >>
 

Michael mi accompagna al mio armadietto e poi all'aula C12 per la mia prima lezione di storia. Lo ringrazio ed entro presentandomi al professor Molina, un uomo sulla cinquantina di origini messicane. Vedo un banco vuoto sul fondo dell'aula e mi ci siedo cercando di evitare le occhiate che i miei nuovi compagni di scuola mi stanno lanciando.
Mi siedo nel banco e guardo fuori dalla finestra il cortile del liceo che si sta svuotando.
La campanella suona e io cerco di stare attenta alla lezione senza addormentarmi.
Difficile, ma non impossibile.
Dopo circa un quarto d'ora la porta dell'aula si spalanca e un ragazzo alto e biondo entra in classe.
Lo guardo e ne rimango rapita. È bellissimo. Capelli biondi che spuntano da un cappellino grigio, occhi azzurri, di un azzurro limpido come il cielo, un'aria da strafottente ma affascinante e poi quel sorriso divertito sulle labbra rosa con un particolare che mi fa diventare matta.
Lo vedo sorridere alla sfuriata di Molina per il suo ritardo e i denti bianchi tirano il piercing al labbro che rende quel ragazzo assolutamente perfetto.
<< Hemmings, non dirmi che vuoi farti bocciare un'altra volta? Oh al diavolo! Siediti là e non dar fastidio, per questa volta farò finta di niente. >> dice il professore ritornando a spiegare.
<< Grazie Professore. >> dice il ragazzo venendo nella mia direzione.
Alza lo sguardo e incontra il mio. Sul suo volto scompare il sorriso e appare un'espressione incuriosita.
Mi sento salire il caldo sulle guance e abbasso gli occhi sul libro.
Il tipo si siede nel banco a pochi centimetri da me, si leva il cappellino e appoggia un libro malridotto sul banco senza nemmeno aprirlo.
Alzo appena gli occhi e riesco a leggere l'iniziale del suo nome sulla copertina.
L.
Poi lo guardo un'ultima volta e mi accorgo che anche lui mi sta fissando. Corruga le sopracciglia e mi percorre con gli occhi tutta la figura, dalla testa ai piedi.
Lo lascio fare e mi concentro sulla lezione.
Per tutto il tempo non mi ha staccato gli occhi di dosso.
 

Pausa pranzo. Un incubo. Ma non quanto dover mangiare a casa. A scuola almeno non ci sono genitori preoccupati per la tua salute e che ti obbligano a mangiare.
Entro in sala mensa dove incontro Michael che mi saluta raggiante e mi spara domande a raffica sulle mie prime impressioni riguardanti la scuola.
Io rispondo che è ok finora.
Ci avviciniamo al bancone self service e tutto il cibo presente mi mette in ansia. Michael mi sorride passandomi un vassoio con le posate.
Lo ringrazio e mi metto davanti a lui, appoggiando il vassoio sul pass di metallo.
<< Ti va di mangiare con me e i miei amici? >> mi domanda prendendo dell'insalata.
Osservo la scodella con la verdura verde acceso e decido di prenderla anche io, sapendo benissimo che il mio stomaco ne accetterà solo due foglie.
<< Si, mi farebbe piacere. >> rispondo a Michael sorridendo.
Lui prende poi delle patate fritte e un hamburger, io invece una bottiglia d'acqua e della macedonia di frutta.
Mi accorgo poi delle occhiate che il mio “fratellastro” mi sta mandando.
Indica il cibo che ho preso con la mano.
<< Mangi solo quello? Sai, a differenza di molte altre scuole, qui la mensa è fantastica! >> esclama.
Io rido e scuoto la testa.
<< Non ho molta fame. >> mi giustifico.
Lui aggrotta le sopracciglia ma lascia perdere. Poi mi fa cenno di seguirlo e ci avviciniamo ad un tavolo rotondo e rosso dove sono seduti tre ragazzi ai quali nessun altro studente osa avvicinarsi troppo.
Mi guardo intorno e mi accorgo che buona parte dei ragazzi e delle ragazze presenti mi stanno fissando.
Forse è perché sono con Michael o forse per il mio aspetto, ma lo stomaco ricomincia ad attorcigliarsi alla vista di quegli sguardi e la voglia di scappare e rinchiudermi in uno stanzino isolato e in disuso si fa presente nella mia testa.
 

Luke's Pov:
 
Finisco di fumare la mia sigaretta e vado in mensa. Ash e Cal sono seduti al solito tavolo e mentre mi avvicino noto gli sguardi di molti studenti, in particolare ragazze, su di me.
Non mi interessa. Che mi fissino. Lo sanno chi sono e che non mi devono calpestare. Qui a scuola io sono il re e nessuno osa sfidare un re.
Calum mi vede e mi saluta.
Ricambio e mi siedo accanto a lui.
<< Allora, vedo che tutti temono ancora il grande Luke Hemmings. Sembrano abbastanza impauriti. >> dice Calum divertito indicando quelli che mi stanno ancora con gli occhi puntati addosso.
<< Si e mi piace. >> rispondo.
<< Alcune ragazze ti stanno mangiando con gli occhi, Luke. >> risponde Ashton ridacchiando.
<< Non ho tempo adesso per le ragazze. Domani sera c'è l'incontro, devo restare concentrato. >> dico.
Calum si acciglia e mi guarda disapprovando quello che ho appena detto.
<< Hai deciso di partecipare, allora. >>
Alzo gli occhi al cielo esasperato.
<< Si, ho deciso di partecipare. Che c'è Cal? Una volta amavi anche tu combattere, ricordi? >> dico ricordando i tempi in cui il mio amico faceva parte del giro.
<< Sai che non combatto più Luke. È inutile che tenti di persuadermi. >>
<< Oh Cal, andiamo! Anche Ashton si batte domani. Chissà forse troverà di nuovo il fegato per sfidarmi. >> dico puntando lo sguardo sul mio amico che mi fa una smorfia.
<< No, grazie. Il mio occhio nero mi è bastato. >> risponde facendomi ridere.
Calum continua a scuotere la testa. Lo odio quando fa così.
<< Che cazzo, Cal! Sembri mio padre! Perché detesti tanto il fatto dei combattimenti? >>
<< Li detesto da quando è successo quel che è successo. >> risponde cupo.
La sua risposta mi toglie dalla faccia il sorriso divertito e mi fa ripensare a quella sera. La sera in cui per la prima volta sul ring del fight club clandestino, è morto un ragazzo. Da allora nessuno è mai riuscito a battere il suo assassino. Io però ci riuscirò. Non domani, forse, ma ci riuscirò.
Giro la testa in cerca di Michael che sarebbe già dovuto essere qui con il cibo.
Lo vedo vicino al bancone della mensa. Che sta parlando con una ragazza dai capelli blu.
Si, quella dai capelli blu. È la ragazza nuova. Non ho idea di chi sia, ma durante l'ora di storia non ho fatto altro che fissarla. Ha un qualcosa di strano quella.
<< Ragazzi? >> chiamo i miei amici << chi è la ragazza con Mickey? >> chiedo indicandogliela con un cenno del capo.
<< Credo sia la figlia del compagno di sua madre. Mi aveva detto che sarebbe arrivata dall'Alaska ieri. >> dice Ashton tamburellando con le dita sul tavolo.
<< È carina. >> dice Calum sorridendo.
<< E sembra un cadavere. >> rispondo io in tono acido.
In effetti quella ragazza è di una magrezza spaventosa. Ha un viso incredibilmente pallido. Non sembra stare bene.
<< È solo magra, Luke. >> dice Ashton.
Io annuisco ma non mi convinco.
Li vedo avvicinarsi e Michael ci saluta allegro mentre la tipa dai capelli blu gli sta dietro con la testa bassa e gli occhi fissi sul suo vassoio.
<< Ehi Ragazzi! Vi presento Arya, la mia... quasi sorella. >> dice Michael << Arya, loro sono Ashton >> lui la saluta agitando in aria le bacchette della batteria e sorridendole << Calum... >> lui invece fa il simpatico << e Luke. >>
Alzo gli occhi e incontro i suoi. Li sbarra e sulle guance pallide appare un po' di colore. Sorrido sghembo per la sua reazione.
<< Noi ci siamo già incontrati a storia. >> dico mettendo le mani nelle tasche della felpa.
Lei annuisce e sorride imbarazzata.
<< Si, tu sei il ragazzo della sfuriata. >> dice facendo ridere i miei amici.
Alzo gli occhi al cielo.
<< Ma come Luke, ancora in ritardo? Stai certo che Molina ti segherà un'altra volta se continui così. >> dice Michael divertito.
Gli faccio la linguaccia e poi si siedono.
Lei è accanto a me e non posso fare a meno di notare quanto sia magra. Fa addirittura impressione. Però è bella. Straordinariamente bella, anche se davanti ai miei compagni e soprattutto davanti a lei non lo ammetterei mai.
Michael mi passa un hamburger e io lo prendo senza un grazie.
Calum mi rimprovera ancora per la mia maleducazione e ancora una volta mi sembra mio padre.
Addento il mio panino e poi sposto gli occhi sul piatto di Arya.
Sta girando a vuoto delle foglie di insalata senza la vera intenzione di mangiarle.
Aggrotto la fronte e lei si accorge che la sto guardando.
Subito rimedia a ciò che ho pensato prima e addenta un po' di verdura con una strana smorfia sul viso.
Nessuno a parte me fa caso al suo strano modo di approcciarsi con il cibo.
<< Allora Arya, ti piace Sidney? >> le chiede Calum dividendo un piatto di patatine con Michael e Ash.
Lei sorride appena e annuisce piano.
<< Sono arrivata solo ieri e, per ora, non mi dispiace. >>
<< Certo un bel cambiamento dall'Alaska, eh? >> dice Ashton.
Lei annuisce e mangia ancora una foglia di insalata.
<< Beh, che ne dici se stasera usciamo e ti facciamo conoscere Sidney? >> domanda Calum.
<< Si, saremo le tue guide al divertimento del giovedì sera australiano. Tu che dici Luke? >> chiede Michael allegro.
Io sbuffo e annuisco.
<< Quanto entusiasmo Hemmings. Non sforzarti troppo di sembrare felice dell'idea. >> mi dice Ashton.
<< Non mi sembra che miss capelli turchesi sia molto emozionata di uscire con noi. >> rispondo acido.
<< Luke! >> mi rimprovera Calum.
Lei mi guarda accigliata e scuote la testa.
<< In realtà sarei felice di uscire con mister “LukesonoaffettodamaniedigigantismoHemmings” e i suoi amici normali. >> fa lei mangiando ancora un po'.
Ashton ride mentre Michael e Calum cercano di trattenersi.
Io la guardo stringendo gli occhi a fessura.
<< Ma sentila! Io non sono affetto da gigantismo. >>
<< Noooooo >> dicono in coro i miei tre amici per poi infine scoppiare a ridere.
Quegli stronzi.
Scuoto la testa e guardo Arya negli occhi. Mi guarda anche lei e non perdo il contatto coi suoi occhi.
La nuova arrivata deve capire chi comanda e che nessuno prende in giro Luke Hemmings.
 
 
   
 
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