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Autore: TeamFreeWill    07/05/2018    8 recensioni
Attenzione spoiler stagione 13. Missing moment della stupenda 13*21.
Dean vede morire Sam, il suo fratellino.
Lo vede morire ancora una volta e questa volta, per Dean, deve essere l'ultima.
Sam non può più farlo e allora quella promessa fatta dal più giovane sarà lui a mantenerla: "E se dovessimo morire? Faremo anche quello insieme". :)
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'I pensieri '
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Note autrice
Cin75 sono onorata di questa collaborazione che abbiamo avuto. L'aspettavo da tanto! Abbiamo fuso le nostre due storie e ne è nata questa. Wow! Ripeto sono onorata! Grazie ancora, mia mentore!

 


Un attimo prima parlo con il mio fratellino. Un attimo dopo piango il mio fratellino.

Lui è felice e sorride come non lo vedevo fare da tempo. Molto tempo.

Non ricordo nemmeno più quando ha sorriso di cuore in quel modo. E’ deciso, energico. E’ pieno di speranza. Ed è così stupido da parte mia essere felice nel vederlo così.

Per un folle attimo penso:
“Si! Stavolta andrà bene! Per una volta tutto andrà per il verso giusto! E ce la faremo”

Ma poi…poi…La realtà.

La nostra dura realtà ci ripiomba addosso peggio di un macigno.

Una realtà fatta di morte e dolore. Fatta di un attacco a sorpresa. Di denti aguzzi e sferzate taglienti sulla pelle. Una realtà che diventa un incubo tangibile in un cazzo di tunnel oscuro in un mondo che non è nemmeno il nostro mondo!

Un dolore lancinante. Improvviso. Che mi spezza il cuore. Che mi ferma il respiro.

Non ho tempo di realizzare. Di correre da lui. Di impedire che quei vampiri lo uccidano in quel modo brutale.

Lui è lì, piegato, in ginocchio. Quel mostro che gli si avventa affamato contro. Il mio nome chiamato disperatamente e a stento. Il suo sangue che fugge via dal suo corpo, dal suo collo lacerato.

Le sue grida nelle mia testa. Nelle mie orecchie.La mia voce che grida disperata il suo nome con la stupida convinzione che il solo chiamarlo avrebbe potuto aiutarlo. Salvarlo.

“Sammy‼!” grido ancora mentre lo trascinano via, nell’oscurità. Non so cosa sia successo. Un ringhio rabbioso mi esplode dentro l’anima e nella voce e riesco a battere i miei mostruosi avversari. Corro verso Sam o almeno verso il posto in cui lui era.

Rivedo il buio tra le rocce che lo inghiotte.

Rivedo Castiel che mi ferma e mi uccide peggio di come avrebbero fatto quei vampiri se avessero preso anche me. “Non c’è più!”...“Non c’è tempo!” ...”Non possiamo salvarlo!” e ha ragione e io voglio ucciderlo perché gli do’ ascolto e mi fermo e torno indietro. E lo lascio al buio che me lo ha portato via.

NO‼! NO‼ la mente grida. E il cuore?

Perché non smette di battere? Perchè respiro ancora?

Perché lui è morto e io sopravvivo?

“E se dovessimo morire? Faremo anche quello insieme”  Me lo avevi promesso Sammy. Insieme. Fino alla fine. E anche questa volta, piccolo figlio di puttana, mi hai deluso. Mi hai abbandonato. Tu sei morto e mi hai lasciato qui, da solo, in mondo che non è nostro, a combattere una guerra che non è nemmeno nostra. Con nemici o amici che siano che non sanno nemmeno chi siamo.

Dovevamo morire insieme, Sammy!! Butch Cassidy e Sundance, ricordi? Blaze of Glory per i Winchester!!

Dio! Nemmeno quello mi hai concesso!

Guardo, disperato, ancora una volta verso quel tunnel.

E mi sento come se in qualche modo lo stessi uccidendo di nuovo. Con le mie mani.

Oltre a non averlo protetto, l’ho pure abbandonato.

Con che coraggio lo dirò alla mamma? Come potrò guardarla in faccia?

Come potrò convivere con questo rimorso?

Come?  Questa volta no. Questa volta non riuscirò ad andare avanti.

Sarà impossibile farlo. 

Mettere passo dopo passo per raggiungere Dayton è un supplizio peggio dell’Inferno. Costringere il mio corpo ad andare avanti, un dolore atroce spezzato da dolorosi flash che non fanno altro che mostrarmi la sua morte.

E poi…
Poi la vedo. L’ho ritrovata. Mi abbraccia. Sorride e io muoio dentro ancora e ancora e ancora.

E quando la mamma mi chiede: “Dean, dov’è Sam?” non posso far altro che piangere. I miei occhi non riescono a guardarla sempre. La mia bocca non riesce a parlare, a spiegare o solo a dire il suo nome.

Così rimango in silenzio mentre le lacrime parlano per me e lei capisce.

E’ una mamma. Loro capiscono sempre tutto.

Mi abbraccia. Piange con me e mi ripete “Non è colpa tua. Non è colpa tua, Dean”

Ma io non la sento nemmeno parlare. No, non la sento, perché lei non ha detto niente. Nemmeno piange e quel dolore, che sia mio o suo, è solo nella mia testa.

Nei miei pensieri. Con le immagini di Sammy. Tra le mie lacrime.
 
Solo una cosa sento e so che è reale: la rabbia e l’incredulità di Jack, che non accetta che Sammy non ci sia più. Jack che si infuria con Castiel e con Gabe per non averci nemmeno provato. Che li biasima solo con lo sguardo quando l’arcangelo si giustifica con un colpevole “Non sono abbastanza forte!”

Quella rabbia mi sveglia dal mio doloroso torpore. Non sono lucido, ma solo determinato : “Dobbiamo tornare indietro a recuperare il suo corpo” dico con calma glaciale.

E non m’importa se è un missione suicida. Non m’importa di niente.

Non più ormai. Niente ha importanza se lui non c'è più.

Non voglio vivere in un mondo in cui non posso parlare con il mio fratellino. 
Non voglio vivere in un mondo in cui sono costretto a piangere il mio fratellino.

Non voglio vivere.







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 Note autrice
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
  
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