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Autore: Sewa    03/07/2009    5 recensioni
Tre giorni dopo gli avvenimenti del capitolo 353,
Orihime è sola, coi suoi pensieri e i suoi ricordi.
[UlquiorraxOrihime; Spoiler capitolo 353]
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Just one lifetime




Mi torco le mani guardando la lampada spenta e impolverata. Non riesco a vedere la luna da qui.
Non dormo da tre notti.
Non ti ho mai visto dormire
Non mangio da tre giorni.
Non ti ho mai visto mangiare
Non faccio niente, da quel giorno.



Qualcosa di te me l’hai lasciata, Cuarta Espada.
L’abisso di desolazione che ti portavi dentro tu
 Da anni? Da secoli? Da sempre?
si sta impadronendo anche di me.
Sto diventando te
Parassita feroce e vorace della mia anima. La seziona, la divora, la fa a brandelli, portandosi via qualcosa, un momento, un ricordo, un’emozione, ogni secondo che passa, svuotandomi di tutto.
Ma non di te.



E il freddo.
Tanto freddo, che sento di poterne morire assiderata.
Ma questo freddo è innaturale, uccide lentamente; è il freddo che strazia l’anima ancora prima che la carne.



Ora lo so.
Eri tu a farmi sentire
Paradossale contraddizione
ancora calda, ancora viva.
Tu che ogni giorno venivi a svegliarmi dal mio intorpidimento interiore.
Tu che cercavi di aprirmi gli occhi, con le tue espressioni allusive e le tue osservazioni criptiche,
Solo ora comincio a capire
che a me sembravano semplice espressione del tuo perverso desiderio
Solo ora so che non era così
di torturare il mio essere fino a farlo crollare, fino a distruggermi.
Mi hai mantenuta in vita in un luogo dove ogni angolo odorava di morte



Se l’hai fatto consciamente e volontariamente o no, beh…Questo non lo so.
Ma in cuor mio lo spero
L’hai fatto.
E contano i fatti, le cose reali e tangibili.
Lo dicevi sempre, tu.
Lo dicevi, e dicendolo sondavi il mio animo
Un libro aperto, per te
con gli occhi gelidi e lo sguardo letale di un serpente.
Imperscrutabile per me  



Ora sono io a guardarmi dentro, e sento che qualcosa si è incrinato.
Spezzato per sempre
La consapevolezza di ciò che sono, rispetto a ciò che ero. Lo chiamano crescere.



Mi hai fatta crescere.
Mi hai aperto gli occhi, forse con troppa violenza, per quella che allora era la mia mente,
Così ingenua e sprovveduta
che lo percepiva come un sadico gioco, un tuo atroce dilettarti a mettere alla prova le mie certezze,
Un gioco dove a vacillare ero sempre io
facendole crollare, con spietata meticolosità, come le carte di una partita di domino.
Un gioco dove a vincere eri sempre tu
Certezze che anche ora che non ci sei stanno crollando una dopo l’altra, trascinando anche me, ultimo anello di una catena di distruzione di cui conosco l’inizio, ma non la fine.
E' il terreno che frana sotto i miei piedi



Mi hai fatta crescere.
E, senza troppe premure, mi hai sbattuto davanti agli occhi il mondo intero così com’è,
E io vedevo il mondo come volevo io
tirandomi fuori con forza dalla gabbia d’oro in cui ero rinchiusa;
In cui continuano a rinchiudermi
ma io continuavo a essere cieca e debole, a non prestare attenzione.
E io vedevo il mondo come volevano loro
Nero e Bianco. Shinigami ed Espada. Bene e Male.

Hanno sempre cercato tutti di proteggermi,
E mai di insegnarmi a proteggere me stessa
una protezione a cui ero abituata, che ormai sentivo come dovuta, da parte di tutti.
Da parte di Kurosaki.
«Io... Io ti... Io ti proteggerò!!»
E credimi, davvero non capivo
Ahimè! Sciocca com’ero!
che questa volta non erano loro ad aver ragione, ma tu, un nemico,
Tu, così disincantato
che, quando ero a terra, mi invitava a rialzarmi con le mie gambe, e non a contare sempre sull’arrivo degli altri.
Tu, che hai ribaltato le carte in tavola



E mi sono ritrovata a imparare dalla tua fredda quanto naturale tendenza al raziocinio e all’autosufficienza.
E tu invece
L’hai capito, nei tuoi ultimi istanti
dalla mia spassionata, incondizionata fiducia…nel cuore degli altri.
E il tuo me l’hai lasciato, prima di andartene



La scintilla che talvolta mi sembrava di scorgere nei tuoi occhi, il languore ipnotico nei tuoi sguardi,
Oh sì, guardami ancora
i tuoi silenzi enigmatici, le tue frasi lasciate a metà.
Oh sì, parlami ancora
Sempre incomplete, sempre tese a nascondere
Ma non poi così bene
qualcos’altro.



Ho finalmente cominciato a capire in cosa consistesse quest’altro
Prima non c’ero riuscita, o forse non avevo voluto
quando ti ho visto come eri davvero,
Il tuo secondo rilascio, così l’hai chiamato
quando ti ho visto incatenare i miei occhi ai tuoi
Così verdi, così letali, e, finalmente, pieni
per l'ultima volta.
E nonostante tu avessi perso quasi tutto ciò che nel tuo aspetto poteva ricordare un essere umano, per fare spazio al demone,
Un demone giunto direttamente dall’Inferno per pareggiare i conti
in quel momento ai miei occhi eri più bello, e più umano di quanto fossi mai stato.



Ma era tardi ormai.



Sai,
Davvero strana la vita
da quando non ci sei più ho l’impressione
Ormai solida consapevolezza
che lui non mi amerà mai come mi avresti amata tu.
Come mi hai amata tu



Ma è tardi ormai.
Non saprò mai che fine hai fatto, vero?



Io so, ne sono certa, da qualche parte dentro di me,
Con la certezza irrazionale dei sogni
che avrò un’altra possibilità.
Sai, dicono che sia molto sottile il confine tra sogno e realtà.
Ma è da tre notti che non sogno.
Tu probabilmente, da un’eternità



Ho deciso che vivrò anche per te.
Per te che un’altra possibilità non l’hai avuta, e la meritavi.
E' strana la vita, lo credo ora più che mai




Ero una ragazzina.
Io, così immatura
Ora sono un’altra persona. Un’altra Orihime.
Una donna. Una nuova donna.
Sarei stata la tua donna
Che non aspetterà più che arrivi Kurosaki.
Che guarda il mondo con occhi diversi.
Che finalmente sa cosa vuole e sente il peso delle sue scelte.



«Ah! Se potessi avere almeno cinque vite! Così rinascerei in cinque città diverse... Farei scorpacciate di cinque cose diverse... Farei cinque lavori diversi... E poi, tutte e cinque le volte... M'innamorerei della stessa persona.»
Ora so che di vita me ne basterebbe una.
Una sola.
Un’altra possibilità.
Con te.












Angolino dell’autrice
Ed eccomi qua.
Innanzitutto spero che Orihime non sia venuta troppo OOC, ma mi è piaciuto pensare a una possibile evoluzione del personaggio in seguito agli ultimi avvenimenti - vedi capitoli 353 e 354 -, perché una cosa del genere deve, per forza, in qualche modo, averla segnata.
Il titolo, Just one lifetime, è anche quello di una canzone di Barbara Streisand, e la citazione finale, come ben sapete, è del volume 21, e secondo me era davvero doveroso inserirla.

A presto,
Sewa
  
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