Just
one lifetime
Mi torco le mani guardando la lampada spenta e impolverata. Non riesco a vedere la luna da qui.
Non dormo da tre notti.
Non
ti ho mai visto dormire
Non
mangio da tre giorni. Non
ti ho mai visto mangiare
Non
faccio niente, da quel
giorno.Qualcosa di te me l’hai lasciata, Cuarta Espada.
L’abisso di desolazione che ti portavi dentro tu
Da anni? Da secoli? Da sempre?
si
sta impadronendo anche di me. Sto diventando te
Parassita
feroce e vorace della mia anima. La seziona, la divora, la fa a
brandelli, portandosi via qualcosa, un momento, un ricordo,
un’emozione, ogni secondo che passa, svuotandomi di tutto.Ma non di te.
E il freddo.
Tanto freddo, che sento di poterne morire assiderata.
Ma questo freddo è innaturale, uccide lentamente; è il freddo che strazia l’anima ancora prima che la carne.
Ora lo so.
Eri tu a farmi sentire
Paradossale contraddizione
ancora
calda, ancora viva.Tu che ogni giorno venivi a svegliarmi dal mio intorpidimento interiore.
Tu che cercavi di aprirmi gli occhi, con le tue espressioni allusive e le tue osservazioni criptiche,
Solo ora comincio a capire
che
a me sembravano semplice espressione del tuo perverso desiderioSolo ora so che non era
così
di
torturare il mio essere fino a farlo crollare, fino a distruggermi.Mi hai mantenuta in vita in un
luogo dove ogni angolo odorava di morte
Se l’hai fatto consciamente e volontariamente o no, beh…Questo non lo so.
Ma in cuor mio lo spero
L’hai
fatto. E contano i fatti, le cose reali e tangibili.
Lo dicevi sempre, tu.
Lo dicevi, e dicendolo sondavi il mio animo
Un libro aperto, per te
con
gli occhi gelidi e lo sguardo letale di un serpente.Imperscrutabile per me
Ora sono io a guardarmi dentro, e sento che qualcosa si è incrinato.
Spezzato per sempre
La
consapevolezza di ciò che sono, rispetto a ciò
che ero. Lo chiamano crescere. Mi hai fatta crescere.
Mi hai aperto gli occhi, forse con troppa violenza, per quella che allora era la mia mente,
Così ingenua e
sprovveduta
che
lo percepiva come un sadico gioco, un tuo atroce dilettarti a mettere
alla prova le mie certezze,Un gioco dove a vacillare ero
sempre io
facendole
crollare, con spietata meticolosità, come le carte di una
partita di domino.Un gioco dove a vincere eri
sempre tu
Certezze
che anche ora che non ci sei stanno crollando una dopo
l’altra, trascinando anche me, ultimo anello di una catena di
distruzione di cui conosco l’inizio, ma non la fine.E'
il terreno che frana sotto i miei piedi
Mi hai fatta crescere.
E, senza troppe premure, mi hai sbattuto davanti agli occhi il mondo intero così com’è,
E io vedevo il mondo come volevo
io
tirandomi
fuori con forza dalla gabbia d’oro in cui ero rinchiusa;In cui continuano a rinchiudermi
ma
io continuavo a essere cieca e debole, a non prestare attenzione.E io vedevo il mondo come
volevano loro
Nero
e Bianco. Shinigami ed Espada. Bene e Male.Hanno sempre cercato tutti di proteggermi,
E mai di insegnarmi a proteggere
me stessa
una
protezione a cui ero abituata, che ormai sentivo come dovuta, da parte
di tutti.Da parte di Kurosaki.
«Io... Io ti... Io ti
proteggerò!!»
E
credimi, davvero non capivoAhimè! Sciocca
com’ero!
che
questa volta non erano loro ad aver ragione, ma tu, un nemico,Tu, così disincantato
che,
quando ero a terra, mi invitava a rialzarmi con le mie gambe, e non a
contare sempre sull’arrivo degli altri.Tu, che hai ribaltato le carte
in tavola
E mi sono ritrovata a imparare dalla tua fredda quanto naturale tendenza al raziocinio e all’autosufficienza.
E tu invece
L’hai capito, nei tuoi
ultimi istanti
dalla
mia spassionata, incondizionata fiducia…nel cuore degli
altri.E il tuo me
l’hai lasciato, prima di andartene
La scintilla che talvolta mi sembrava di scorgere nei tuoi occhi, il languore ipnotico nei tuoi sguardi,
Oh sì, guardami ancora
i
tuoi silenzi enigmatici, le tue frasi lasciate a metà.Oh sì, parlami ancora
Sempre
incomplete, sempre tese a nascondere Ma non poi così bene
qualcos’altro.Ho finalmente cominciato a capire in cosa consistesse quest’altro
Prima non c’ero
riuscita, o forse non avevo voluto
quando
ti ho visto come eri davvero, Il tuo secondo rilascio,
così l’hai chiamato
quando
ti ho visto incatenare i miei occhi ai tuoi Così verdi,
così letali, e, finalmente, pieni
per
l'ultima volta.E nonostante tu avessi perso quasi tutto ciò che nel tuo aspetto poteva ricordare un essere umano, per fare spazio al demone,
Un demone giunto direttamente
dall’Inferno per pareggiare i conti
in
quel momento ai miei
occhi eri più bello, e più umano di quanto
fossi mai stato.Ma era tardi ormai.
Sai,
Davvero strana la vita
da
quando non ci sei più ho l’impressione Ormai solida consapevolezza
che
lui non mi amerà mai
come mi avresti amata tu.Come mi hai amata tu
Ma è tardi ormai.
Non saprò mai che fine hai fatto, vero?
Io so, ne sono certa, da qualche parte dentro di me,
Con la certezza irrazionale dei
sogni
che
avrò un’altra possibilità.Sai, dicono che sia molto sottile il confine tra sogno e realtà.
Ma è da tre notti che non sogno.
Tu probabilmente, da
un’eternità
Ho deciso che vivrò anche per te.
Per te che un’altra possibilità non l’hai avuta, e la meritavi.
E' strana la vita, lo credo ora più che mai
Ero una ragazzina.
Io, così immatura
Ora
sono un’altra persona. Un’altra Orihime.Una donna. Una nuova donna.
Sarei stata la tua donna
Che
non aspetterà più che arrivi Kurosaki.Che guarda il mondo con occhi diversi.
Che finalmente sa cosa vuole e sente il peso delle sue scelte.
«Ah! Se potessi avere almeno cinque vite! Così rinascerei in cinque città diverse... Farei scorpacciate di cinque cose diverse... Farei cinque lavori diversi... E poi, tutte e cinque le volte... M'innamorerei della stessa persona.»
Ora so che di vita me ne basterebbe una.
Una sola.
Un’altra possibilità.
Con te.
Angolino dell’autrice
Ed eccomi qua.
Innanzitutto spero che Orihime non sia venuta troppo OOC, ma mi è piaciuto pensare a una possibile evoluzione del personaggio in seguito agli ultimi avvenimenti - vedi capitoli 353 e 354 -, perché una cosa del genere deve, per forza, in qualche modo, averla segnata.
Il titolo, Just one lifetime, è anche quello di una canzone di Barbara Streisand, e la citazione finale, come ben sapete, è del volume 21, e secondo me era davvero doveroso inserirla.
A presto,
Sewa