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Autore: Piccola_Luna    08/05/2018    1 recensioni
Allison, Daniel, James e Callie. ultimo anno di liceo, tutta la vita davanti, una forte amicizia. ma l'amicizia può dimostrarsi debole quando ci si mette anche l'amore?
-“Questo è il nostro ultimo anno e tutto andrà bene, me lo sento”
-“Stavo sperando che noi due potessimo chiarire speravo che tu capissi perché non te ne parlavo. Ma come hai detto tu sei la mia migliore amica, non sono tenuto a darti spiegazioni”
-“Comunque dovresti evitare di lasciarmi segni sai?"
-“Io ti amo, sono innamorato di te"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 3
 
Daniel’s Pov

In quel momento stavo provando mille emozioni, ero incazzato perché avevo in casa mia quella ragazza, ma una parte di me era ancora in camera con Allison. Decisi però che la mia attenzione doveva essere rivolta ad un’altra ragazza, precisamente a quella che negli ultimi giorni stava causando solo problemi. Ero infastidito dalla sua presenza, Jessica non mi era mai piaciuta, era una serpe, una delle ragazze peggiori che si potessero incontrare, era una falsa. “Ti ho fatto una domanda Jessica, cosa ci fai in casa mia.” Lei mi guardò, sorridendomi falsamente “Niente, sono venuta a trovare Jason, infondo siamo amici, no?” Era uno sguardo da sfida, e mi faceva venire il nervoso, perché non sapevo cosa fosse successo. “E tu Cristin, cosa ci fai qui?” solo quando Allison pose la domanda mi accorsi della ragazza presente, rimasta accanto alla porta fino adesso. Cristin era una compagna di squadra di Allison, si conoscevano dalla prima. Tra di loro c’era sempre stato uno strano legame, del quale però Allison non aveva  mai voluto parlarmene “Eravamo insieme, poi ha visto ed è voluta venire qua.” Rispose, calcando sul verbo e guardando Allison “Il punto ora è dove è mio fratello” dissi, tornando a Jessica “E’ Da Callie, lei è qui perché l’ha avvertito su cosa ha visto, dico bene?” guardai Allison, quasi stupito, “Complimenti Allison, molto intelligente. Immagino che visto con la foga con cui sia uscito, penso che ormai sia già davanti a casa sua.” Allison iniziò a scendere le scale, raggiungendola Jessica la guardò con un’altra dei suoi sorrisi, stavolta più ironico. Scesi le scale anche io, cercando di raggiungere Allison. Ero ormai quasi vicino a lei, ma fu abbastanza veloce Allison che nonostante i miei riflessi, l’aveva già sbattuta contro il muro. “Ascoltami bene Jessica, augurati che Jason non abbia fatto cazzate, altrimenti ti giuro che questa volta non la passi liscia” Mi avvicinai “Lascia stare. Non perdere tempo.” Dissi e le misi una mano sulle spalle per allontanarla. Jessica era rimasta zitta, la guardava quasi spaventata. Notai che le spalle di Allison si fossero rilassate, “Penso che tu debba uscire da questa casa, ora Jessica. ” dissi guardandola, non annuì nemmeno, non ci saluto, prese ed uscì di casa, seguita da Cristin. “Ormai, il casino l’ha fatto, ora dobbiamo solo decidere cosa fare. O aspettiamo che Jason ritorni, o andiamo da Callie per fermare l’inevitabile.” Ma sapevo già quale fosse la risposta, quando la guardai negli occhi. Poco dopo l’uscita delle due ragazze, afferrai la giacca e le chiavi della macchina ed uscimmo diretti verso casa di Callie.
 
Callie’s Pov

Stavamo tornando a casa a piedi, James aveva deciso di riaccompagnarmi, per non farmi tornare da sola, anche se casa mia era a pochi passi da casa mia. Era stato un pomeriggio tranquillo, avevamo chiarito, avevamo riso e mi sembrava di essere tornata prima di tutta questa faccenda, con la differenza che a volte mi soffermavo a guardarlo. Quando rideva, quando si spostava i capelli, era bello James. E dopo che lo avevo ascoltato sapevo che era anche mio. Ed ero egoista, perché io avevo un ragazzo, un ragazzo che diceva di amarmi. Eppure.. i miei pensieri furono interrotti quando ci trovammo a pochi passi da casa. “Allora grazie James, della giornata e di tutto. Sono contenta di essere riuscita a chiarire” dissi abbassando lo sguardo, “Callie, non ringraziarmi, abbiamo risolto. Ti voglio bene Callie.” disse, poi mi abbracciò, e io sentì il mio cuore a mille, ricambiai la stretta. L’atmosfera però venne rotta d un applauso, sentì James irrigidirsi e poi mi allontanò mi girai a guardare il punto da cui proveniva il rumore. Strabuzzai gli occhi, e la tranquillità che avevo prima passò quando guardai Jason negli occhi. “Ma che romantici.” Disse, aveva solo una maglietta a maniche corte e i pantaloni della tuta. Era scuro in volto, “E così avevi da fare eh. Con lui immagino.” Cercai di aprire bocca, ma non sapevo cosa dirgli, come potevo difendermi, aveva ragione lui. “Sai quando Jessica mi ha detto che vi aveva visto insieme non volevo crederci, ma poi.. qualcosa mi ha detto che era vero. Ed eccomi qui.” “Jas.. aspetta, posso spiegarti” dissi con tono dolce, allontanandomi da James e avvicinandomi a lui. “Lo so, ho sbagliato a non dirtelo, ma non volevo litigare con te. Siamo solo andati  mangiare un toast insieme, e abbiamo parlato per chiarire. Lo dicevi anche tu che ero nervosa. Adesso va tutto bene.” Dissi, guardandolo negli occhi, era arrabbiato, ma sembrava che quella frase lo stesse un po’ calmando. Ma solo un po’. “E con me? Con me quando avresti risolto? Hai deciso di scegliere lui al mio posto. Di risolvere con lui. Anche noi avevamo litigato.” Mi disse avvicinandosi e afferrandomi un braccio. La presa era forte e faceva male, ma cercavo di non farglielo capire. “Jas, stai tranquillo, ho insistito io. Lei non c’entra” avevo sentito James parlare e lo sguardo di Jason indurirsi. Spostò lo sguardo su di lui, tenendomi sempre il braccio. “Sto parlando con la MIA ragazza” disse sottolineando, il mia. “Tu dovresti pensare a calmare quella che ti sei scopato se continua a intromettersi in tutto.” Disse sprezzante, lasciandomi il braccio e avvicinandosi a James. Mi mossi immediatamente mettendomi in mezzo “Amore, guardami, lui non c’entra, dobbiamo risolvere noi”  “Ora vuoi risolverla Callie? Che ne sai, magari sono io che non ho voglia adesso, magari ho da fare.” Era un tono cattivo il suo, e il suo sguardo altrettanto. La verità era che non volevo che toccasse James, che non se la prendesse con lui. “Jas” dissi, sussurrandolo e mettendogli una mano sul petto, sentivo gli occhi bruciare. Mi guardò e per un attimo rividi la tranquillità nel suo sguardo. “Hai ragione.. dobbiamo prima risolverla tra di noi.” Disse, quasi sconfitto, si allontanò poco da noi, e io rilasciai un sospiro di sollievo. Con la coda dell’occhio vidi James rilassarsi, almeno, per ora, Jason non se la sarebbe presa con lui. “Possiamo entrare ora?” mi guardò negli occhi, e lessi la supplica, la tristezza come se fosse consapevole di qualcosa che  neanche io capivo. Annui debolmente, e lui si mosse verso la porta di casa, io mi girai a guardare James, rimasto in silenzio. Lo guardai dispiaciuta, e lui alzò le spalle e  dopo averlo guardato di nuovo, mi allontanai seguendo Jason.
Appena entrati, mi resi conto che la luce era accesa e che anche la tv andava, segno che qualcuno fosse in casa. Perciò chiunque ci fosse, o mamma o papà, aveva sentito le urla. Varcata la porta della cucina, trovi mia mamma che stava asciugando gli ultimi piatti, guardando fuori dalla finestra che dava sulla casa dei vicini. “Ciao mamma” “Ciao cara. Jason” vidi che la tavola non era ancora apparecchiata, nel frattempo Jason era andato in bagno. “Si ferma a mangiare?” mi domandò mia madre, guardandomi. Annuì, mentre iniziavo ad apparecchiare. Mi sentivo osservata come se mia madre stesse seguendo ogni mia mossa. Mi girai a guardarla, lei aveva ascoltato, o per lo meno aveva sentito qualcosa. “Sei troppo buona Callie.. è questo che ti frega” mi disse semplicemente, tornando poi ai fornelli, dove notai solo ora che c’era una pentola e dell’acqua che bolliva. “Mamma” “Posso aiutarvi’” mi interruppe Jason, era sempre stato gentile ed educato, e aiutava sempre, ma ora mi dava fastidio, avercelo in casa  mi dava fastidio. “Si, aiutala ad finire di apparecchiare.” Poi suonò il campanello. Non una ma due, tre, un continuo di suoni. “Ma chi è che può suonare così?” domandò mia mamma abbastanza infastidita. “Non saprei” mi mossi verso la porta “Callie!  APRI PORCA MISERIA!” Allison. Aprì la porta e la guardai, lei e Dan, di fronte a me. “Cosa diavolo stai facendo. Sei impazzita?” lei mi guardò, scrutandomi, “Stai bene.. sta bene” disse girandosi verso Dan. “Sta bene” affermò lui. “Lui è qui?” mi domandò Al, spostandomi ed entrando, seguita da Dan che mi guardò. “Si, è in cucina, con MIA MAMMA” sottolineai, guardandoli. Allison, ovviamente, era già in cucina “Ciao Candice, tutto bene?”, io mentre sentivo la mia amica parlare con mia madre, guardai Dan. “Cosa ci fate qui?” “Jessica è venuta da noi oggi. Ha detto a Jason che tu eri con James. Lui è corso fuori, incazzato. E noi beh siamo venuti qua, per sapere se andava tutto bene.” Lo guardai sempre più sbigottita, “Jessica? cosa diav..” poi mi ricordai della frase detta da Jason, e  capì. “Ma come si permette..” sussurrai. “Mi sembra che tutto vada bene, perciò io e Allison possiamo anche tornare a casa.” Io annuì, e raggiungemmo gli altri in cucina “Sera signora Grent” “Dan, quante volte ti ho detto di chiamarmi Candice” rispose mia madre, sorridendogli. “Hai ragione Candice, forse è meglio che andiamo eravamo passati per un saluto” disse Dan, fissando Jason. “Va bene ragazzi, quando volete, sapete che siete sempre i benvenuti” li riaccompagnai alla porta, prima di uscire Allison mi disse di farmi sentire poi dopo.
Aspettammo l’arrivo di mio padre per mangiare, non ci furono altre interruzioni fino alla fine della cena. Dopo aver aiutato mia madre a sparecchiare, io e Jason ci spostammo in stanza. Chiusi la porta , poi mi trovai con la schiena contro e il corpo di Jason addosso. “Jas..aspetta.. cosa fai” ma Jason non mi ascoltava, si era spostato a baciarmi il collo, mi dava i brividi, ma non era piacere, era dal fastidio, dal nervoso. Prima voleva chiarire, e questo per lui era chiarire. Eppure, per un attimo mi sentì in colpa. Perché mi sentivo così in presenza del mio ragazzo, perché l’idea di baciarlo mi disturbava, in più sarebbe stata a seconda volta che lo rifiutavo. Mi sforzai di farmelo piacere, mossi le mani tra i capelli, glieli strinsi, e lui tornò a baciarmi, cercai di ricambiarlo, di sforzarmi. Lui mi sollevò, portandosi le mie gambe intorno ai fianchi, per poi portarmi verso il letto. Mi fece stendere, lentamente, continuando a baciarmi. Poi qualcosa scattò nella mia testa, forse fu la mano di Jason che passò sotto la mia maglietta, la sua bocca che scendeva sul mio collo e poi sempre più giù. Lo fermai, cercai di spingerlo via, lo sentì resistere, “Jas, no, staccati. Non voglio. Dobbiamo parlare” si staccò sbuffando, e io mi alzai dal letto, mettendo una distanza “Di cosa? Cosa vuoi chiarire Callie? Tu hai sbagliato a nascondermi che sei uscita con lui oggi pomeriggio. Ti sto perdonando, non voglio pensare ad altro che a noi ora.” Mi disse, mentre si passava una mano sulla faccia “Jas, io voglio parlare, per farti capire che se non ti ho detto niente era per evitare questo! O  che tu potessi pensare chissà cosa!” affermai guardandolo, la mia sicurezza stava iniziando  cedere, iniziavo a provare un po’ di sensi di colpa, su come stavo reagendo e sui miei stessi pensieri. “E secondo te, cosa posso pensare eh? Mi menti, mi dici che avevi da fare, e poi mi dicono che eri con lui. Dimmi Callie! Cosa posso pensare.” Si era alzato e si era avvicinato, come una furia, e io avevo arretrato. Lui stava soffrendo, lo sta facendo stare male. “Jas..solo fidati di me.. per favore” “Tu.. tu non capisci. Io posso fidarmi di te, ma di lui? Lui è innamorato di te.” Rimasi con la bocca aperta, James innamorato.. di me.. “Jas.. cosa stai dicendo? Non è vero” “Dio Callie, come fai a non capirlo!” alzò la voce, avvicinandosi “Ti ha sempre amato. Sempre. Lo vuoi sapere cosa ha fatto quando  è stato con lei? Lo sai? Ha ripetuto il tuo nome tutta la notte! mentre se la scopava lui immaginava te!” sentì gli occhi bruciare, cercai di allontanarmi, ma lui mi afferrò il braccio “Non scappare. Non ora. Cos’è lui non ti ha detto questo particolare?!” “Jas, lasciami, mi fai male..” la stretta era forte, non riuscivo ad allontanarlo. “Hai idea di quanto tu mi stia facendo male Callie? Pensi che non l’abbia capito?! Pensi che sia così cieco da non accorgermi che anche tu lo ami? O che se non lo ami comunque provi qualcosa per lui” Iniziai a muovere la testa, negando le sue parole “Smettila Jason. Finiscila di dire cavolate. Tu non sai niente. Io avrò sbagliato a non dirti che avrei visto James, ma ora stai esagerando.” Non volevo urlare, non volevo agitarmi e agitare lui, volevo che se ne andasse, che mi lasciasse sola.  “Callie” “No Jas, niente Callie, io.. ho bisogno di dormire, e ne hai bisogno anche tu. Domani saremo più lucidi, e potremo parlarne meglio, ma non stasera. Non ora che siamo entrambi agitati e potremmo dire qualcosa che non pensiamo veramente.” Lo vidi vacillare mentre io cercavo di restare fredda, impassibile, mi diresse verso la porta, spalancandola, aspettando che uscisse. Non lo accompagnai all’uscita, lo guardai solo allontanarsi, senza neanche un saluto o uno sguardo. Quando sentì la porta di casa sbattere, chiusi quella di camera mia, e mi lasciai andare ad un pianto appoggiandomi ad essa. Tutta la stanchezza di quel giorno mi scivolò addosso. Piansi per me, per la situazione creata con James, per la mia confusione e i miei dubbi. Ma piansi soprattutto per Jason, perché lui stava pagando per una situazione che avevo creato io, e che rischiava di rovinare la nostra relazione.
 
Mi rigirai tra le lenzuola, mentre la sveglia continuava a suonare, allungai il braccio spegnendola. Avevo un forte mal di testa, notai che il cuscino fosse bagnato, a causa delle lacrime che avevo versato la sera prima. Mi alzai, dirigendomi in bagno, avevo bisogno di una doccia. Mi guardai allo specchio, il trucco colato, gli occhi rossi e gonfi. Decisi di muovermi in fretta, per evitare che mia mamma potesse vedermi, optai per la doccia, più veloce per darmi una svegliata. Afferrai il borsone e il telefono mettendomelo in tasca.  Quando scesi di sotto però non trovai nessuno, solo  un bicchiere di spremuta e alcuni biscotti, e un biglietto dei miei, in cui mi auguravano una buona giornata e  di ricordarmi il pranzo nel frigorifero.
Guardai l’orario ero ancora in tempo per prendere il bus, uscì e mi diressi verso la fermata. C’era un bel sole, caldo, e poco vento. Restai in piedi tutto il viaggio, poiché i posti erano tutti occupati, ma non mi costò, ero immersa nei miei pensieri, e mi chiedevo cosa poteva succedere, se Jason sarebbe venuto, mi avrebbe parlato? James? Lui che avrebbe fatto?  Quando arrivai davanti ai cancelli della scuola, mi guardai indecisa se cercare gli altri oppure dirigermi subito in classe. Guardai il telefono, rendendomi conto che effettivamente non lo guardavo dalla sera prima. Trovai tantissime notifiche, messaggi dal gruppo di cheerleader, della classe, due chiamate di Allison e dieci messaggi tutti suoi, un messaggio di Jason, e tre messaggi di James. Jason mi aveva mandato la buonanotte, e delle scuse. James mi chiedeva se era andato tutto bene, come mai non rispondevo e una buonanotte. I messaggi di Allison erano quasi più minacciosi, come mai non rispondevo alle chiamate, cosa era successo, tutti così. Guardai l’orario, accorgendomi che mancavano pochi minuti alle 8. Guardai verso i cancelli, non notai nessuno di loro. Poi vidi Jas, Allison e Dan arrivare dai parcheggi. Jason sviò verso i suoi amici, seguito da Daniel che raggiungeva un gruppo un po’ più in là. Mentre Allison venne verso di me. “Callie, potrei sapere dove hai tenuto il tuo cellulare finora? Ti avrò mandato un centinaio di messaggi” disse quando mi fu di fronte, “Scusai, ma non l’ho guardato da ieri” “Ti va di entrare così mi racconti un attimo cosa è successo?” mi domandò Al, annuì, ma prima di andarmene guardai un’ultima volta il cancello, cercando James “Dan non l’ha sentito.” Allison aveva dato una risposta alla domanda che avevo in testa da quando avevo messo piede a scuola. Optammo per il corridoio più isolato della struttura, mentre le spiegai come si era conclusa ieri sera mantenni comunque un tono basso, per evitare che se fosse passato qualcuno non avrebbe potuto sentire o almeno capire di cosa stavamo parlando. “Quindi fondamentalmente neanche tu sai come si è conclusa. Insomma tu l’hai respinto, e lui se ne è andato. Poi non l’hai più sentito?” mi domandò, “Mi ha scritto un messaggio in cui diceva che gli dispiaceva. Ma l’ho visto stamattina, e non gli ho risposto. “Tu lo sai che mandando via James, è come se avessi scelto Jason, vero?” mi accigliai, e mi bloccai di colpo. “Io non ho scelto proprio nessuno, la situazione era pesante, non sapevo cosa Jason potesse fare. Così ho cercato di allontanarlo da James. Non ho scelto Jason.” Alzò lo sguardo, e mi fissò come se stesse metabolizzando tutto quello che le avevo detto. “Chi sceglierai, allora, Callie?” non riuscì a rispondere alla domanda, ma in cuor mio, forse, la risposta c’era.
Quando entrammo in classe Dan era già seduto al solito posto, ma il banco vicino al suo era ancora vuoto, e molto probabilmente lo sarebbe stato per l’intera giornata. la prima ora passò lenta, non avevo risposto ad Allison e sentivo il suo sguardo addosso, mi stava ancora cercando di leggere, la odiavo quando faceva così, perché sapevo che avrebbe trovato una risposta o sarebbe arrivata ad una conclusione prima di me, conclusione che poi io avrei confermato, come succedeva sempre. Al suono della campanella che dava inizio alla seconda ora la porta della classe si aprì. James entrò consegnando una giustifica del ritardo e prendendo posto accanto a Daniel. Non mi aveva neanche guardata.


James’s Pov

Si dice che la notte porti consiglio, a me invece non aveva portato niente. Se non un gran mal di testa e un bel ritardo. La sveglia non aveva suonato, mi ero vestito in fretta, e il viaggio era stato disastroso. In tutto questo avevo solo pensato a Callie, mi ero esporto troppo con lei, in più l’idea di non sapere cosa fosse successo tra lei e Jason mi stava mandando fuori di testa. Non mi aveva risposto al messaggio, e io non sapevo cosa pensare. Avrebbe voluto essere ancora mia amica? Aveva capito cosa provavo per lei? Aveva scelto lui? La risposta a quell’ultima domanda mi spaventava, se avesse scelto lui, cosa sarebbe successo a noi? Mi sentivo pure un imbecille a pensare queste cose. Non cera un noi, o almeno c’era, ma solo un noi legato al termine amicizia. Quando arrivai a scuola, tentennai, per un attimo pensai di saltare lezione, tornarmene a casa e non uscirci, ma ormai ero lì. In realtà non volevo affrontare Callie e la verità, avevo quasi timore. Per questo quando entrai in classe, non la guardai nemmeno, troppo spaventato di leggere nei suoi occhi una risposta. Mi accomodai di fianco a Dan, e iniziai a seguire lezione. O almeno cercai, ma non solo sentivo ogni tanto lo sguardo di Allison addosso, ma quello che mi pesava di più era quello di Callie, lo sentivo che mi guardava. e per un attimo fui sul punto di dirle di smetterla, di non guardarmi perché non aveva scelto me.
Alla pausa pranzo mi alzai subito, ed uscì, ma non ero stato abbastanza veloce, perché mi trovai Dan alle calcagna. “Jam, almeno aspetta me.” Io rallentai, “Come mai questo ritardo?” “Non era suonata la sveglia” lo vidi annuire, per poi guardare dritto di fronte a lui. “Vuoi parlarne?” arrestai il passo, fermandomi nel bel mezzo del corridoio. Volevo parlarne? Di cosa poi? Di come ero stato felice quel pomeriggio? Di come stare con Callie mi facesse stare così bene? O di come mi era crollato il mondo quando avevo visto lei entrare in casa con Jason. Si era fermato anche lui, ora eravamo due idioti fermi in mezzo al corridoio, mentre gli altri studenti ci passavano accanto “Non saprei cosa dirti” non aspettai un commento, mi allontanai continuando verso la mensa, che si stava iniziando a riempire. Dopo aver preso il mio vassoio, mi diressi al solito tavolo, quello che occupavamo con la squadra, che per ora ancora era in fila per prendere il pranzo. Fissai anche il tavolo delle cheerleader, Callie era già entrata e come al solito si era portata il pranzo da casa, era seduta al tavolo ma non stava toccando cibo. Era bellissima e semplice, come l’avevo sempre vista, non era cambiata dai primi tempi che l’avevo conosciuta, il fatto che fosse diventata una cheerleader non le aveva montato la testa. La vidi mentre si sistemava i capelli, in un gesto che faceva ogni volta che era nervosa. La visuale su di lei però mi fu coperta da un’altra figura “Ehi James! Come butta?” guardai Eric, giocatore della seconda linea difensiva, che si sedeva di fronte a me con il suo vassoio “Eric, tutto bene, te? Non ti ho visto a lezione” chiesi “No ho avuto un permesso, oggi ho fatto da guida turistica all’interno della scuola a mio cugino. A proposito lui è Bill.” Solo in quel momento mi accorsi del ragazzo silenzioso, che aveva preso posto accanto a lui. Si guardava in giro abbastanza spaesato e incuriosito “Ciao! Io sono James, da dove arrivi?” gli chiesi mentre gli stringevo la mano “Mi sono trasferito da San Francisco, e sono qua da qualche giorno, ma solo oggi sono riuscito a venire a scuola” “Cavolo però è un bel cambiamento, come mai questo trasferimento?” chiesi “Perché a mio padre è stato offerto un ottimo lavoro qui” mi rispose sorridendo. Dopo qualche minuto il tavolo venne occupato da altri ragazzi della squadra. Dan ci raggiunse qualche minuto più tardi, sedendosi accanto a me. Bill iniziò a conoscere gli altri, spiegando che al padre era stato offerto un ottimo lavoro come ingegnere, che nella sua vecchia scuola faceva football, e ricopriva il ruolo di ricevitore, “Dan, tu sei il quarterback giusto? Io volevo sapere se ecco ti serviva un  secondo ricevitore, sai tanto per tenermi un po’ in allenamento. Perché so che ormai le selezioni sono già state fatte.” “Dovrei prima vederti in azioni, ma un giocatore in più non fa mai male”. Durante tutta la conversazione io avevo tenuto sotto controllo non solo Callie, ma anche Jason, il quale era rimasto seduto ad un altro tavolo, senza mai avvicinarsi a lei. Mi sembrava molto strano, oppure c’era qualcosa che non capivo. Oppure.. forse, lei non aveva scelto lui. Il mio cuore, per un attimo, perse un battito. Immaginarmi Callie che sceglieva me, che baciava me, che faceva l’amore con me, mi faceva sentire una femminuccia. Dovevo smetterla con questi pensieri.
Finito il pranzo, ci dirigemmo in aula per l’ultima lezione prima degli allenamenti. Bill ci seguì, essendo del nostro anno, sarebbe stato nel nostro stesso corso. “Mi dispiace che tu debba iniziare la scuola con scienze, ma purtroppo mi sa che ti tocca” affermai, mentre entravamo in classe. Le ragazze erano già dentro, stavolta non riuscì a non guardarla. Così mentre prendevo posto la fissai dritta negli occhi, venendo ricambiato. Nei suoi occhi leggevo mille dubbi, incertezze. E poi le sorrisi, per un attimo mi sembrò che si fosse rilassata. “Ragazze, lui è Bill, è il cugino di Erik, è un nuovo arrivato.” Lo presentò Dan, facendolo sedere nel banco di fronte ad Allison “Piacere Bill, io sono Allison, spero che ti troverai bene qui e per qualsiasi cosa chiedi” disse sorridendogli, aveva usato un tono abbastanza malizioso che aveva reso Bill abbastanza imbarazzato visto che aveva ringraziato velocemente. “Forza tutti a sedere. Siamo già in ritardo con la lezione.” “E ti pareva che non lasciava neanche respirare” sussurrò sottovoce Allison “Si signorina Preston? Qualcosa da dire” “Effettivamente si, abbiamo un nuovo compagno signorina Reth, non se ne è accorta?” disse Allison con un tono di sfida “Giusto, lei è il nuovo studente” “Si sono Bill Johnson” “Molto bene, non pensi che perché sia l’ultimo arrivato possa prendere la mia lezione sottogamba. Verrà trattato come gli altri.” “Che caloroso benvenuto” rispose, abbassa voce, ma abbastanza da farci sentire. Allison si lasciò scappare un risolino, come d’altronde alcuni ragazzi poco più in là. Non mi sfuggì però lo sguardo di Dan

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Allison’s Pov

Quell’ora sembrava interminabile, ma poco prima della fine della lezione, il rappresentante di istituto bussò alla porta, interrompendo la vipera e permettendoci di rilassarci. Lasciò sulla cattedra il volantino per la festa di Halloween, che come ogni anno si sarebbe tenuto in una discoteca, con un prive, ma senza gli studenti del primo e del secondo anno, che sarebbero però potuti venire alla cena. Ovviamente bisognava presentarsi rigorosamente mascherati. Sbuffai perché in effetti non aveva preso molti minuti alla professoressa, e quindi quella aveva ripreso la sua lezione, non più molto silenziosa, perché molti bisbigliavano già sulla festa che si sarebbe tenuta fra poche settimane. Poi suonò la campana, mettendo fine a quel supplizio, mi stiracchiai dal posto, per poi spostare il mio sguardo su Dan che proprio in quel momento si era alzato e, nel compiere il mio stesso gesto, aveva sollevato la maglietta mostrando un po’ del suo fisico. Ripensare a quel fisico, e alle mie mani che neanche qualche ora prima lo stavano accarezzando mi fece seccare le labbra su cui passai la lingua per inumidirle. Quel gesto però non passò inosservato Dan mi stava guardando, e nei suoi occhi lessi quello che avevo letto ieri sera dopo il bacio, eccitazione. “Vedi Bill, come benvenuto potrai venire alla festa di Halloween” affermò James, quasi entusiasta. Da quando era arrivato non aveva mai rivolto una parola a Callie, anzi se non fosse stato per lo sguardo che le aveva lanciato all’inizio di questa lezione lei sarebbe stata depressa e in crisi per tutta la giornata. “Sarà la solita festa, con gente che vomita e ormoni a mille” affermò Dan mentre raccoglieva l sua roba. “Ma dai, non sono così male” “Disse quello che l’anno scorso ha vomitato pure l’anima” affermai, mentre guardavo James, che imbarazzato si grattava la testa “è stata una congestione okay?!” disse sempre più rosso, mentre ci seguiva verso l’uscita “Dillo alla ragazza a cui hai vomitato sul vestito” Bill scoppiò a ridere a quella rivelazione. James si infurio di più facendoci ridere tutti, persino Callie si lasciò andare ad un sorriso “Oggi vi allenate all’aperto?” non mi accorsi di quanto Dan si fosse avvicinato, lo guardai. “Si penso di sì, perché?” chiesi mentre raggiungevamo il portone che avrebbe portato al campo “Così potrò fissarti deliberatamente il tuo fondoschiena” me l’aveva sussurrato all’orecchio, mi ero bloccata con la mano sulla maniglia, rimanendo ferma i flashback del bacio tornarono di botto. Era stato solo un bacio, impulsivo maledizione, un solo bacio non poteva farmi sto effetto. Riuscì solo a fargli un sorriso, appena entrai in contatto con l’aria mi sentì più libera. “Ragazzi io vi saluto, che vado a casa a finire di sistemare. A domani!” Salutammo Bill e poi ci separammo, ognuno diretto nel propri spogliatoio.
Nello spogliatoio delle cheerleader c’era un bel po’ di casino, le ragazze ridevano e parlavano, l’argomento? Il ballo. Alzai gli occhi al cielo e mi accomodai sulla panchina per cambiarmi, non eravamo molte ma quelle poche che c’erano urlavano come se fosse stato il gruppo completo. “come mai non ci sono le altre?” “Staranno arrivando, so che un professore ha dato di matto e ha tenuto gli alunni in classe più del dovuto” neanche a dirlo, alcune ragazze entrarono proprio in quel momento “Quel rincoglionito. Cosa pensava di fare rinchiudendoci in classe. Ci ha sequestrato” “Non farla cosi esagerata dai.. ha solo sbroccato” aveva affermato Cristin. “Bene, quando sarete tutte pronte e al completo, mi raggiungerete fuori. E non fatemi aspettare, sapete quanto odio i ritardatari” dissi alzandomi, e sistemandomi meglio la divisa, aspettai Callie, ormai pronta, e poi mi lasciai lo spogliatoio alle spalle. “Sembra che anche la squadra di Dan abbia dei ritardatari” annuì mentre con lo sguardo guardavo l’altra metà del campo, mezza vuota “Non capisco perché ci fanno allenare all’aperto” “Beh All, fino a quando è caldo ci siamo sempre esercitati fuori” mi rispose Callie. “Mmh, ma non fa più tanto caldo.” “No okay, però alla fine quando dobbiamo essere presenti alle partite siamo all’aperto. Quindi è meglio se ci alleniamo all’esterno” “Tu stai bene?” dissi guardandola, ma lei annuì, semplicemente “Capo, ecco qua le casse come promesso” “Deb quante volte ti ho detto di chiamarmi solo Allison, e non capo.. grazie delle casse, puoi andarmi a chiamare il resto delle squadra?!” affermai, mentre collegavo le casse al telefono, facendo partire la musica casuale. “Forza, su. Muovetevi. Altrimenti vi faccio recuperare i minuti che perdete tenendovi qua!”
“Forza! Cristin più forza in quelle braccia! Gordon e Kart non dovete essere rigidi, rischiate di farvi più male!” era da una mezz’oretta che continuavo ad urlare e ripetere le stesse cose. Non era concentrata la squadra. Sembrava presa da altri pensieri “Callie, ferma la musica! Cosa avete intenzione di fare? Vi sembra il modo di allenarvi? Ditelo subito, avete intenzione di fare cosi per il resto dell’anno? Vi siete visti? Siete disattenti, sembrate su un altro pianeta. Gordon e Kart sembra che non abbiate mai fatto quelle mosse, sembrate quasi preoccupati di non riuscire ad afferrarla al volo. Voi quattro” affermai guardando quattro ragazze “Dovreste essere quelle più attente, invece continuate ad inciampare nei vostri stessi piedi. Parliamoci chiaro. se siete troppo distratti dal ballo o da altro ditelo subito e vi mando a casa. Ma sappiate che se avete davvero intenzione di comportarvi così io ci metto un attimo a trovarmi una squadra più pronta e attenta.” “Non serve trovarti un’altra squadra, adesso cercheremo di stare più attente.” Mi rispose una delle quattro ragazze che avevo ripreso. “Si, e io e Kart cercheremo di essere meno rigidi.” Mi rispose Gordon. “Bene, voi altre? Pensate di poter continuare?” chiesi al resto della squadra che in silenzio annuì. “Bene, ora riprendiamo da capo. E non voglio vedere distrazioni.”
 
Daniel’s Pov

“Sembra che la squadra di Allison oggi non voglia collaborare” mi disse Erik, spostai lo sguardo sull’altro lato del campo, aveva fatto stoppare la musica e ora lei stava davanti al gruppo. Guardai la mia squadra che stava finendo il riscaldamento. Osservai James, concentrato nei suoi addominali, poi spostai lo sguardo sul resto della squadra. Jason non era ancora arrivato, e sinceramente non sapevo neanche se sarebbe venuto. “Dovrei ringraziare il preside per aver premesso alle cheerleader di fare allenamento in campo. Almeno abbiamo una bella vista” sentì dire da un ragazzo della squadra. “Si è vero. Quanto è sexy la Preston?” “Voi due. Avete intenzione di continuare per molto?” dissi, girandomi a guardare i due, concentrandomi maggiormente su Logan, che aveva fatto quel commento su Allison. Sapevo che Allison attirava le attenzioni dei ragazzi, ma sentire quel commento mi aveva dato fastidio “E dai capitano! Non puoi dire che non è vero. Anzi mi chiedo come fai tu che sei sempre con lei a resistere.” Disse ridendo, “Vedi di pensare all’allenamento e non chiederti altro” “Capitano, io stavo solo scherzando. E poi sono cose che pensiamo tutti” “Allora, penso che dovreste tutti concentrarvi sugli allenamenti, visto che non mi sembrate tutti in forma. Bene, finiamo con il riscaldamento. iniziamo con il gioco vero.” ribollivo di rabbia, quei commenti.. e l’idea che altri della mia squadra pensavano le stesse cose mi faceva imbestialire. Non aveva detto niente, aveva solo detto che era sexy. E dannazione se lo era. Con quella divisa e quelle gambe. E mentre si arrabbiava era ancor più sexy. Maledizione… non potevo continuare con questi pensieri. Dovevo smetterla di pensarla o ne sarei uscito matto.
L’allenamento mi era servito, avevo scaricato la tensione. Eravamo tornati nei nostri spogliatoi, ed ero passato davanti ad Allison, l’avevo guardata, giusto un attimo, e poi avevo distolto lo sguardo. Jason non si era fatto vedere agli allenamenti, ma realizzai solo in quel momento che molto probabilmente mi aveva anche scritto un messaggio. Messaggio che trovai sul mio telefono, dove c’era scritto che aveva preferito andare a casa, ma che mi aveva lasciato la macchina con le chiavi nel cruscotto.
“James, vuoi un passaggio?” “Se non ti scoccia, lo accetto volentieri” annuì, afferrai il borsone, e mi diressi verso l’uscita dello spogliatoio, aspettando fuori James. Di fronte alla porta trovai Allison “Non sapevo se aspettarti o meno. Vieni con me e Callie in bus?” mi chiese “Ho la macchina, vi porto a casa  io. Dobbiamo solo aspettare James. È un problema?” dissi, mentre la guardavo, si sistemo la coda “Non penso, se non lo è per te” “Jason mi ha lasciato la macchina, lui non è venuto agli allenamenti” semplicemente annuì. E poi cadde il silenzio, prima arrivò Callie, poi, finalmente, ci raggiunse James “Possiamo andare allora” ci dirigemmo verso il parcheggio, c’era tensione tra tutti e quattro. Callie camminava con il viso basso, stringendo il borsone. James poco dietro di lei, mentre Allison camminava affianco a me.
“Grazie Dan del passaggio, ci vediamo domani. Ciao Allison, ciao Callie” mi sembrava che sull’ultimo nome avesse temporeggiato un po’. In effetti non avevano ancora parlato, non si erano nemmeno rivolti la parola in quella giornata. “Callie questa è la tua fermata.” “Grazie Dan. Al ci sentiamo dopo.”
“Ho visto che oggi hai ripreso la tua squadra” dissi per spezzare la tensione “Si, erano distratti. E non erano concentrati, mi davano il nervoso. Però dopo che li ho ripresi hanno dato il meglio” disse con uno sguardo compiaciuto “Beh hai fatto bene, anche io riprendo i miei quando si distraggono, e devo dire che da quando ci siete voi ad esercitarvi in campo succede spesso” dissi, guardandola con la coda dell’occhio “Beh, a volte anche i tuoi sono un motivo per distrarre le mie ragazze” “Beh si devo dire che siamo molto affascinanti” il discorso finì lì.
“Accosta un attimo Dan.” la guardai confuso, mancavano pochi isolati “Perché?” “Accosta e basta no?!” disse quasi isterica. “Va bene” misi fuori la freccia, e accostai. ”Cosa c’è? Hai perso qualcos..” ma non riuscì a parlare perché Allison mi bacio. Un bacio prima a stampo, e poco dopo sentì la sua lingua. Ricambiai il bacio, portando la mano dietro la sua testa, con una mano le accarezzavo il collo, mentre con l’altra spingevo la sua testa verso di me. Si sollevò di poco, e l’aiutai a passare sopra il freno a mano. Si posizionò a cavalcioni su di me, senza staccarsi. Continuava a baciarmi, mentre sentivo le sue mani sulle spalle e sul petto. Poi si staccò. Il respiro affannoso, le labbra gonfie e gli occhi lucidi. La guardavo ed era bellissima, avevo il fiatone anche io. Si sistemò in fretta sul sedile, mentre io restai immobile sul sedile. Presi un respiro profondo e la guardai “Perché?” “Non lo so okay. È stato un momento. Una voglia che ho da tutto il giorno e ho dovuto togliermela. Possiamo andare ora?” “Una voglia? Da tutto il giorno?” dissi, “Si e allora?” mi disse guardandomi nervosa “Sapevo che non dovevo cedere, maledizione” “Va bene, andiamo a casa.” Dissi rimettendo la macchina in moto “Una voglia.. almeno l’hai fatto tu” dissi, con un sorrisino. “Perché avresti voluto farlo tu?” “E’ tutto il giorno che ci penso. Ma almeno sei stata tu a cedere” dissi ridendo compiaciuto. “Maledizione. Sapevo che non dovevo. Perché non l’hai fatto tu?” “Perché io ho ceduto ieri” dissi, parcheggiando nel vialetto. Spensi la macchina. “Quando vuoi sono disponibile per soddisfare le tue voglie” “Dan sei un cretino” mi disse tirandomi uno schiaffo sulla spalla e scendendo dalla macchina. Io restai in auto, la guardai mentre correva in casa. Guardai il volante e sorrisi “Allora Allison anche tu mi desideri”.
 
 
Allison’s Pov

Ero un imbecille, avevo ceduto. Per un attimo, un semplice attimo mi ero lasciata andare. Desideravo assaggiare di nuovo le sue labbra, sentire quelle mani da uomo su di me. E l’avevo ottenute, ma poi avevo realizzato della cazzata che avevo fatto nell’esatto momento in cui mi ero trovata su di lui. Uscì dalla doccia, indossai il pigiama e raggiunsi i miei in cucina. “Allora, come è andata oggi?” “Bene, allenamenti un po’ pesanti. Sono tutti distratti dal solito ballo di Halloween.” “Sono adolescenti Allison, ti ricordo che un paio d’anni fa anche tu eri così” mi rispose mia madre “Beh okay, ma erano le prime volte!” dissi un po’ scocciata per essere stata paragonata a quel branco di imbecilli. “e allora non ci andare” “Mamma, sono il capo cheerleader, non posso non andarci. Almeno ci saranno Dan, James e Callie. Spero. Comunque mangiamo? Ho davvero fame” dissi, guardando cosa stava cucinando. “Non ti aspettare chissà che cosa, ho fatto del riso con gli avanzi di carne e verdure.” “Mmh, lo sai che mi piace!” dissi sedendomi a tavola.
Dopo cena, scrissi un messaggio a Callie, chiedendole se James o Jason si erano fatti sentire. Mi rispose che non aveva avuto notizie da nessuno dei due. E che sinceramente non sapeva se doveva essere lei a scrivere per prima ad entrambi. In effetti si era fatto un certo orario, e iniziare una conversazione a quest’ora non era l’ideale. È meglio che cerchi di affrontare il discorso domani, con più calma e da sveglia. Ora vado a letto. Notte Callie inviai il messaggio. Entrai in camera, misi il telefono in carica, mentre mi sistemavo sotto le coperto vibrò il cellulare. Avrei una certa voglia da soddisfare, ma per oggi ti lascio in pace. Un cretino, ecco cosa era il mio migliore amico, un cretino.
Spensi la sveglia, mi stiracchiai e scesi dal letto. Dopo essermi preparata e vestita, afferrai lo zaino e scesi di sotto. C’era la tv accesa, segno che mio padre non era ancora andato al lavoro, e si stava informando sulle ultime notizie “Ciao papà” dissi mentre iniziai a fare colazione “Oggi inizi più tardi?” “In teoria sono a casa oggi” “Wow, papà mi stupisci. Un giorno a casa?” dissi ridendo. Ti aspettiamo fuori “Io vado papà. Dan e Jason mi aspettano!” misi il cappotto, afferrai lo zaino ed uscì.
“Eccomi, scusate il ritardo” dissi salendo in macchina. “Tranquilla Al, siamo anche in anticipo.” Mi rispose Jason, sorridendomi. In effetti eravamo molto in anticipo. “Dove è Dan?” “Sta arrivando, ha dormito poco mi sa stanotte e ha fatto fatica a svegliarsi” poco dopo la portiera davanti si aprì e salì Dan “Sono pronto, possiamo andare” lo guardai di sottecchi, beccandolo che mi osservava dallo specchietto.
Jason parcheggiò nel solito posto, una volta scesi ovviamente si separò da no, raggiungendo il suo gruppo d’amici. Scrissi un messaggio  a Callie, chiedendole dove fosse, se era già arrivata a scuola. Mi rispose che era in bus, che aveva fatto un po’ di ritardo.  “Hai sentito James?” domandai a Dan, mentre ci dirigevamo in cortile “Si, è in macchina.” ”Va bene” mi sedetti sul muretto. “Come mai non hai dormito stanotte?” gli chiesi, sollevò lo sguardo, osservandomi “Chi te l’ha detto?” “Jason” “In realtà ho dormito bene” disse, spostando lo sguardo altrove. “Sicuro?” domandai “SI” mi rispose nervoso. “Va bene”. “Ciao ragazzi!” James ci raggiunse “C’era traffico stamattina” disse, mentre si sedeva accanto a me “Noi non abbiamo trovato molto traffico” “Grazie voi abitate qui vicino” “Ciao…Ragazzi.. scusate il ritardo” disse Callie con il fiatone “Ritardo Callie? Non è neanche suonata la prima campanella” le dissi ridendo “Vuoi dire che ho fatto gli scalini di corsa per niente?” domandò guardandoci. E tutti e tre scoppiammo a ridere. “Ehi non prendetemi in giro” disse mettendo il broncio “Su togliti quel broncio che non ti sta bene” disse James, sorridendole. Callie lo guardò per un attimo tornando poi  sorridere. La campanella suonò dando inizio alla mattinata di scuola, così ci dirigemmo verso la classe.
Le prime due ore furono molto pesanti. la professoressa di scienze aveva deciso di interrogare e poi spiegare. Al cambio dell’ora però, dalla porta entrò Jason. Guardai subito Callie, che ancora non si era accorta di lui, e poi osservai James, immobile, che aveva lasciato lo sguardo fisso a terra. Ma lo vedevo che continuava a stringere i pugni. “Callie” a quella voce, la mia amica aveva sollevato di botto lo sguardo, restando a guardarlo fissa. “Potremmo parlare?”. La guardai, la vidi osservare di sottecchi dove si trovava James. “Si” disse, poi si alzò. Mi guardò un attimo, la guardai cercando di comunicarle di stare calma. Lei annuì impercettibilmente. E poi uscì dalla classe. Sentì una sedia spostarsi “No. Fermati. James lascia perdere” vidi Dan mettere una mano sulla spalla del ragazzo “Non complicare le cose.” “James siediti, tornerà” affermai, James mi guardò, e poi si sedette.  “Allison, ehm, scusa” nel mio campo visivo comparve Bill, “Dimmi Bill” “Ecco, la professoressa di scienze mi ha detto che tu sei molto brava in chimica, ed ecco io sono un po’ indietro. E mi ha consigliato di chiedere a te per un ripasso. Volevo sapere se potevi darmi qualche ripetizione” era imbarazzato, e non riusciva a guardarmi più di qualche secondo negli occhi. “Beh, io ho anche gli allenamenti, ma penso che qualche ora riesco a ritagliartela.” Risposi, guardandolo, poi decisi di divertirmi un attimo “Se vuoi, ti do il mio numero, così possiamo sentirci e metterci d’accordo, per quando vogliamo farlo” dissi sorridendogli vedendolo arrossire e balbettare qualche cosa. Sentì un colpo di tosse poco più in là, accorgendomi che era stato Dan. E così sei geloso eh, pensai fra me e me “Dammi il telefono” Bill continuò a ringraziarmi mentre gli salvavo il numero “Ecco qua. Allora ci sentiamo” dissi, poi mi girai verso Dan, guardandolo. Ero compiaciuta a leggere una certa gelosia nel suo sguardo. Poi gli sorrisi. E l’unica cosa che pensai era che volevo un altro bacio.

∞ 

Callie’s Pov

Seguivo Jason, ero agitata. Non mi sentivo pronta a parlare con lui. Non sapevo cosa dirgli, cosa fare, non sapevo cosa poteva aspettare che gli dicessi. Mi accorsi che avevamo raggiunto la biblioteca, entrammo, e si diresse nell’angolo più appartato che poteva trovare. Ci sedemmo al tavolo. Per un po’ rimanemmo in silenzio “Callie… ecco, io..maledizione.. mi sono preparato il discorso” borbottò mentre continuava a muoversi sulla sedia “Volevo innanzitutto chiederti scusa. Per quello che ti ho detto l’altra sera. Ero fuori di me. Non riuscivo più a sostenere questa situazione. Sai quanto sono orgoglioso e quanto ci metto a dire di aver sbagliato. In più Jessica mi aveva detto che tu eri con James e io non c’ho visto più.” “Jason, accetto le tue scuse, ma ho sbagliato anche io. Ho sbagliato a non affrontare la situazione, a non accettare determinate cose e soprattutto ho sbagliato il mio comportamento ne tuoi confronti. Non dovevo escluderti. Dovevo comunque parlarti, ma non sapevo cosa dirti,  o come comportarmi. È una situazione pesante per tutti.” Lo vidi annuire “Mi dispiace davvero. Mi dispiace non averti parlato ieri, ma io non sapevo cosa dirti. O almeno come dirtelo” “Jason non lo sapevo nemmeno io fino ad un attimo fa. Non sapevo come comportarmi con te” mi guardò “Quindi, ora abbiamo sistemato ? Insomma abbiamo chiarito” mi sembrava più sollevato, eppure per me non era chiarito niente “No Jason. Non è tutto sistemato. Tu hai detto tante cose l’altra sera, e mi hai anche aggredito verbalmente. Hai insinuato che io ti tradissi, hai insinuato che tra me e James ci fosse qualcosa. Non puoi pensare di chiarire così tranquillamente. Perché quelle frasi tu e pensi, ti hanno creato dei dubbi” Lo vidi irrigidire la mascella “Quindi cosa vuoi fare? Punirmi per i miei dubbi?” “Non capisci vero che le tue insinuazioni mi hanno ferito? Tu hai messo in dubbio i miei sentimenti” Alzai un po’ la voce perché mi stavo innervosendo. “E ora, sono io che sono stufa. Io non accetto più questo comportamento immaturo. Io voglio solo stare tranquilla.” Mi prese la mano tra la sua, guardandomi “Possiamo sistemare io posso cambiare. Possiamo ancora essere tranquilli” “No Jason. Io voglio stare tranquilla da sola.” Solo quando dissi la frase realizzai il vero significato. Realizzai che quella frase aveva mille significati, realizzai quello che veramente volevo, quello che in fondo non volevo accettare. Ora capivo cosa intendeva Allison quando diceva che a volte le parole uscivano da sole. Jason mi guardava, la mascella sempre più rigida, e solo in quel momento realizzai che la mia mano era stretta nella sua. E che non la sentivo più da quanto stava stringendo. “Jas, lasciami la mano, mi fai male” “Mi stai lasciando Calliope?” nome completo, mai mi aveva chiamato così. mai. “Mi stai dicendo che dopo quattro anni che stiamo insieme, la prima volta che abbiamo delle incomprensioni non vuoi nemmeno provarci?” “No, perché non servirebbe, ti conosco. E poi non sono incomprensioni da niente. Tu hai dei dubbi su di me. Hai insinuato che ti tradissi con James.” “E guarda caso, tu mi lasci dopo che, a causa sua, sono nati questi problemi” disse ancor più duro. “Non scaricare la colpa delle tue frasi e dei tuoi comportamenti su di lui. E lasciami la mano ho detto.” Nel mentre strattonai via la mano, liberandola dalla sua stretta. Ci fissammo, per qualche secondo poi, prese un respiro profondo. “Non poso costringerti a stare con me, se non vuoi. Vuoi stare tranquilla? Va bene. Mi metterò da parte. Ti renderai conto, Callie, che i miei dubbi non erano che realtà. Non mi avrai tradito, ma tu provi dei sentimenti per lui. Sentimenti che ti hanno spinta a lasciarmi. Io ti amo. Potrò averti detto delle cattiverie, ma io ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre. E si ho avuto dubbi, ma quei dubbi rappresentavano la mia paura più grande, quella di perderti, per un altro e per il mio carattere. E ora quella paura è reale” Sentì le mie guance umide, il suo era un discorso d’addio. Stava accettando la mia richiesta, si stava mettendo da parte. I suoi occhi erano sinceri, e un po’ lucidi, ma non avrebbe pianto, non davanti a me. Anzi molto probabilmente avrebbe semplicemente sofferto in silenzio.”Ci vediamo in giro Callie” mi disse semplicemente, per poi alzarsi e lasciarmi sola. Lo guardai andare via, incapace di muoversi. Dopo quattro anni, la nostra relazione era finita.
 
 
 
 
Note d’autrice
Buonasera. Si sono ancora viva, e si sono tornata non è un’allucinazione.. vi chiedo perdono. Veramente anno difficile, mi sono ambientata in università, ho studiato, sono diventata pazza. Ma finalmente sono riuscita a sistemare il capitolo.
Che dire, abbiamo diversi sviluppi:
Allison e Dan giocano molto sulla loro attrazione, molto di più Dan, che accetta senza lamentarsi, che ci scherza. Perché si sono migliori amici, ma sono anche giovani, sono governati a volte dagli impulsi. Il personaggio di Allison, di questa nuova versione, è molto più morbida, lei cerca di resiste e di restare fredda, ma a volte ha dei cedimenti, si lascia trasportare dall’irrazionalità.  Ma siamo solo all’inizio.
Sono stati introdotti due nuovi personaggi, Cristin, che, per chi già conosce la storia, non è molto superficiale nella storia ma anzi ha un ruolo. E Bill, che ovviamente sta già scatenando una piccola gelosia in Dan, su cui Allison tende a giocarci solo per infastidirlo.
Ma arriviamo ora al punto saliente. Callie e Jason. Callie si sta rendendo conto di provare qualcosa per James, sa che non riesce a stare più in pace con se stessa, ma non sa come fare per non far soffrire Jason, che al contrario sa già tutto. Il discorso di sto ragazzo è abbastanza dolce, semplicemente perché non ho mai  mostrato un suo lato tenero e dolce, l’abbiamo conosciuto come il geloso, l’impulsivo, ma mai il ragazzo dolce e innamorato che in fondo è. Devo essere sincera, un po’ mi è dispiaciuto per lui, ma ovviamente il suo personaggio non sparirà, sarà presente nella storia, con un ruolo secondario ma molto importante.     
Per quanto riguarda Callie e James, loro intesi come coppia e non singoli, li ho trascurati in questo capitolo, perché era giusto vedere il loro pensiero sulla questione. Entrambi con i dubbi, ma dubbi di diversa origine. James che ha chiaro cosa vorrebbe, e Callie che ancora non sa come gestire il tutto.
Detto ciò, lasciatemi una piccola recensione, anche negativa, che sono sempre costruttive.
E alla prossima!
Piccola_Luna
 
 
  
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