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Autore: Dihanabi    09/05/2018    1 recensioni
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09.05.2018 / Wednesday: Hydrangea | tranquility, wounded heart, grace
“Yuu” c’è un sospiro, una voce delicata e al tempo stesso leggermente arrochita dal sonno. Delle braccia forti si stringono attorno al corpo di Kanda in una presa inizialmente esitante, quasi con il timore che toccandolo questo scomparisse, come la più ignobile delle illusioni.
“Yuu, sei a casa.”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alma Karma, Yu Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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III Notte: Hydrangea

My december

 

09.05.2018 / Wednesday: Hydrangea | tranquility, wounded heart, grace

 

Dicembre aveva portato con sé giornate corte e troppo buie. Kanda si trova spesso immerso nell’oscurità a trascorrere le ore e a versare il proprio sangue durante lotte potenzialmente mortali per un ordine che disprezza.

 

Era tornato per Allen, lui, non per quel posto di merda. Era tornato perché semplicemente glielo doveva.

 

I capelli blu e la divisa militare nera si fondono nel buio tanto da farlo scomparire. I suoi passi silenziosi sulla neve sono appena percettibili mentre il ghiaccio sotto questa scricchiola leggermente al peso dell’uomo.

 

Fa freddo, ma non se ne cura veramente. Ha un obbiettivo preciso in mente, una destinazione segreta che non ha nulla a che vedere con la missione, terminata due giorni prima, ma che ha riferito al quartier generale richiederà più tempo del previsto.

 

 

Il sentiero risulta pallido illuminato dalla luna distorta, quasi deforme, che sembra cantare per la morte di troppe anime.

C’è una capanna in lontananza, di legno. Una lanterna all’uscita la illumina di un tenue arancio, conferendogli un aspetto insolitamente caldo e con quel retrogusto di casa persino allo sguardo naturalmente distaccato di Yuu.

 

Si sfila lentamente il guanto di pelle scura quando è ancora a qualche metro dalla porta leggermente rovinata. Affonda le dita fredde nella giacca della divisa, sfilandosi la collana argentea con una piccola chiave che stava indossando, nascondendola allo sguardo del mondo. Nel farlo, con la catenina, solleva i fili blu della sua chioma, liberandoli un po’ di più nella aria tersa. Qualche soffice e sbarazzino fiocco di neve ne approfitta depositandovisi con un leggero inchino, macchiando di bianco quel notturno blu dei cieli infiniti.

 

Gira la chiave lentamente, solo in parte per non far rumore. La neve gli è complice, poiché tutto rinchiude in un morbido e ovattato silenzio. Si potrebbe anche morire senza che suono alcuno raggiunga orecchie lontane.

 

“Sono a casa.” sussurra piano. Le parole appaiono estranee sulla sua lingua, una frase mai pronunciata almeno in questa vita.

 

È buio, all’interno, ma vi è un piacevole tepore derivante dalla stufetta, rimasta accesa per rendere più confortevole quella notte d’inverno. Riesce comunque a scorgere le sagome degli oggetti e la leggera confusione che permea la stanza grazie agli scorci di luce provenienti dalla lanterna esterna, che entrano fuggiaschi dalla finestra chiusa.

 

Toglie le scarpe e la giacca scura, poi sbottona la parte superiore della divisa, abbandonando infine gli indumenti su una sedia, in un ordine contrastante con la confusione circostante.

 

C’è un sospiro agitato dall’altro lato della stanza, che sembra provenire da un angolo. Kanda si acciglia leggermente.

Senza avere il tempo per pensare Yuu si ritrova in poco tempo con un coltello puntato alla gola.

La minaccia dura appena un secondo, e l’arma bianca si abbassa, allontanandosi dalla sua pelle.

Kanda si volta piano, stanco dalle incessanti missioni, solo per posare il capo sulla spalla del ragazzo.

 

“Yuu” c’è un sospiro, una voce delicata e al tempo stesso leggermente arrochita dal sonno. Delle braccia forti si stringono attorno al corpo di Kanda in una presa inizialmente esitante, quasi con il timore che toccandolo questo scomparisse, come la più ignobile delle illusioni.

 

“Yuu, sei a casa.”

Alma trema mentre lo stringe, sorride e piange al medesimo tempo, un mix di emozioni che Kanda non si stanca mai di vedere.

“Sono a casa.”

 

 

 

Alma ha spesso degli incubi. Si sveglia al primo rumore e rischia sempre di fare del male a Kanda quando questo si presenta nella notte.

Teme tornino a prenderlo, teme possano fargli nuovamente del male, mentre la sua preoccupazione per Yuu e per quello che sta passando non lo abbandona neppure da sveglio.

 

Ma alle volte crede gli basti questo, più di quanto lui possa aver meritato. Gli basta passare i polpastrelli tra i capelli soffici di Yuu. Gli basta poter essere il suo rifugio e il suo posto da chiamare casa.

 

C’è tranquillità, dei respiri soffici come il cadere lento e incessante dei fiocchi di neve che coprono il nero del loro mondo di un tenero bianco. Almeno per una singola notte. Almeno per fingere che vada tutto bene.

 

Ci sono i batti accelerati di cuori spezzati e la grazia di gesti che portano con sé un amore condannato in una notte segreta.

 

E ad Alma manca il respiro ancora prima di posare le sue labbra su quelle di Yuu.

 

Non fa incubi quella notte, ma fa l’amore.

Marchia a fuoco la sensazione della pelle bollente di Kanda sulla sua dimenticando tutto il dolore che il suo corpo ha subito. Dimenticando ogni cosa al di fuori di quegli occhi del color del mare in tempesta, così simili ai suoi eppure così differenti.

 

Lo bacia come se ne andasse della sua vita, come potesse essere l’ultima opportunità, perché, in fondo, con lui non ne ha mai avute abbastanza.

 

È arte il fondersi dei capelli blu di Kanda contro il suo candido cuscino. Un tenero contrasto di cui potrebbe vivere senza mai stancarsi, che desidererà rivedere nelle notti in cui sono lontani mentre si chiederà disperatamente se l’altro sia ancora vivo, se il suo cuore starà battendo ancora per lui.

 

“…non posso dirglielo, se Yuu scoprisse che quella persona sono io, smetterebbe di cercarla. Finché manterrà quella promessa, lui mi apparterrà.”

 

Era stato sempre egoistico, Alma, nei suo confronti. Si era fatto uccidere da lui in nome di quella promessa, lo aveva fatto vivere cercando una persona che non avrebbe potuto trovare solo per sapere che Kanda, in un modo o nell’altro, sarebbe sempre stato suo.

Perché Alma era troppo giovane, all’epoca, ma aveva già capito che per loro non c’era speranza.

 

Quello che hanno ora, quest’ultimo barlume di serenità, l’ultimo stralcio di possibilità di amarsi, lo deve ad Allen e non biasima Kanda un solo secondo per essere tornato all’ordine per salvare quel ragazzo.

 

Ma Yuu è lì ora, e forse per avere le sue mani di nuovo su di lui, che lo stringono come fosse una cosa fragile e preziosa, e non il soggetto di un test quale era stato, ha reso un ricordo lontano tutto quel dolore, quel sangue, quella sofferenza.

 

Quelle dannate mani bollenti sul suo corpo lo amano in ogni sua cicatrice rimasta da quella loro ultima battaglia che gli ha permesso di arrivare dove era. Lo amano in ogni suo errore, in ogni suo sorriso e in ogni sua lacrima.

 

E quando Yuu si muove sopra di lui donandogli solo piacere tenendo fermamente la sua mano. Lo sente contro di sé, dentro di sé, con i suoi lunghi capelli che gli accarezzano la pelle, le labbra che lo scaldano e gli occhi che lo osservano come meritevole di devozione Alma sa che ne è valsa la pena.

 

Ringrazia Allen, maledice dio e venera il corpo di Yuu Kanda fino all’alba nel tiepido tepore delle coperte che odorano di loro, non preoccupandosi fino al loro nuovo addio di sperare che non sia l’ultima volta e che Kanda torni vivo da lui.

 

This is my December
This is my time of the year
This is my December
This is all so clear

And I give it all away
Just to have somewhere
To go to
Give it all away
To have someone
To come home to

(Linkin Park)

 

 

 

NOTE:

Questo era per il terzo giorno della week, domani e dopodomani seguiranno altre due fic separate da questa. (La più bella è l'ultima, sappiatelo)

Anyway, what if Alma is not death!

A presto, Dihanabi

 

  
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