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Autore: PancakenFrenchToast    10/05/2018    0 recensioni
"Pidge e Hunk sono sempre stati compagni di corso, ma non si sono mai parlati prima d'ora."
Questa è una storia a capitoli scritta a quattro mani, incentrata sulla coppia Hidge/Punk.
E' un Modern/School AU, basato su vari nostri headcanon.
Utilizzeremo solo il nome "Pidge".
I capitoli saranno divisi in base ai vari giorni della settimana, quelli di Pidge sono scritti da Acilegna, mentre quelli di Hunk da Foglio.
Speriamo vi piacerà, buona lettura!
Edit: Scusate per il disguido con il codice html di EFP, abbiamo sistemato tutto
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Holt Matt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’ultima lezione del mattino si è conclusa da dieci minuti. È una mattinata soleggiata e calda, così Pidge ha deciso di aspettare Hunk seduta sul muretto fuori scuola, quello che da sul giardino.

Hunk aveva accettato l’invito per mangiare insieme quel pomeriggio e avevano deciso insieme di fare una specie di picknick, avrebbe portato lui la coperta su cui sedersi.

Sorride ripensandoci, ha lo sguardo basso sul cellulare mentre scrive un messaggio: “Ti sto aspettando vicino all’uscita, sono seduta sul muretto 🐤” lo invia.

Durante la breve chat della sera prima si erano scambiati i numeri, cosa che a Pidge aveva fatto molto piacere, era un bel passo avanti.

Sospira mentre ancora sorride e torna a guardare davanti a se. Non lascia il cellulare dalla stretta, vuole sentire la vibrazione quando Hunk le risponderà. Dondola le gambe che non toccano terra, è emozionata per quell’incontro e si sente un po’ stupida ad esserlo ma la felicità non le fa pensare troppo a quel piccolo dettaglio.

La sera prima era andata a dormire con quella strana euforia che aveva provato anche la mattina. Quella, mista all’essersi abituata ad andare a dormire alle cinque, non l’avevano fatta dormire molto. Fortunatamente il caffè di mamma l’ha aiutata a non sembrare un morto vivente. Ha un po’ di occhiaie ma quelle le ha quasi tutti i giorni, non è un gran problema.

Sente il cellulare vibrare e abbassa lo sguardo leggendo l’anteprima: “Sto arrivando” si mordicchia le labbra e decide di non sbloccare il telefono, lo sistema in tasca e le gambe si muovono più velocemente. Si pente di non essersi vestita meglio, quella mattina si era detta che era solo un pranzo assieme, a scuola fra l’altro, quindi non aveva bisogno di essere troppo elegante ma ripensandoci ora magari doveva esserlo. Si guarda la felpa leggera che le cade giusta alla cintura dei jeans chiari. È una di quelle felpe corte che quando alzi le braccia mostrano la pancia, non le dispiace quel vedo non vedo e poi sopra c’è scritto nero su bianco  “Give me space” con qualche pianeta disegnato, quindi è ancora meglio.

Muove i piedi facendo schioccare i tacchi delle Platform, tutto sommato non è vestita così male ora che ci pensa.

<< Pidge, eccomi! >> viene risvegliata dalla voce di Hunk, sposta lo sguardo su di lui mentre prima era persa ad osservare gli alberi in giardino. Fa un sorriso a trentadue denti, le viene naturale.

<< Ciao! >> scende dal muretto prendendo la borsa e mettendola in spalla, si sofferma ad osservarlo

<< Ci ho messo un po’ ma il prof non voleva davvero smettere di parlare >> sorride anche lui più imbarazzato. Indossa dei pantaloni neri e Pidge nota subito una catena che pende dai passanti, è sorpresa da quel tocco ma lo trova interessante. La felpa arancione invece non è una novità, Hunk indossa spesso colori caldi dal quel che si ricorda lei e con la sua pelle scura stanno benissimo.

<< Fa nulla, mi stavo godendo il caldo sulle gambe >> sorride di nuovo, oggi Hunk sta davvero bene, forse anche lui sta mattina aveva pensato di sistemarsi bene per l’occasione << Dove ci mettiamo? >> fa un passo avanti verso di lui.

<< Io pensavo di metterci sotto un albero, così stiamo all’ombra. >> non era una cattiva idea visto i problemi di scottature di Pidge, però spera di non cominciare a starnutisce a manetta. Ci pensa qualche secondo

<< Mh, Si, Si, va bene. >>

<< Sicura? >> Hunk la guarda con le sopracciglia corrucciate, forse ci aveva messo troppo a rispondere.

<< Si, cioè >> si sistema gli occhiali affrettandosi a rispondere << Sono un po’ preoccupata di mettermi a starnutire per colpa dei pollini ma non è un problema, cioè, lo è quando starnutisce troppo >> ride << ma per ora non mi sembra ancora il periodo di occhi rossi e naso che cola >> Pidge, perché lo hai detto? Non potevi trovare argomento migliore prima di pranzo. Le viene voglia di sbattere la testa su uno spigolo.

Per fortuna Hunk ride << Nel caso ci spostiamo >> lei annuisce per evitare di aggiungere qualcos’altro di imbarazzante, si incamminano verso il primo albero che non è ancora stato occupato da qualcuno.

<< Come sono andate le lezioni fino ad ora? >> Hunk sembra non voler lasciar scendere il silenzio, meno male

<< Bene! Il lunedì mattina mi piace, c’è molta scienza e poca arte >> sorride guardandolo << a te? >>

<< Bene, sì >> non sembra convinto, poi ride << in realtà è stato molto noioso ed ero anche assonnato >> anche Pidge ride, anche lei lo era stata le prime ore prima che il caffè facesse  effetto.

<< Ma tutto sommato non è stato malissimo >> continua << Ho avuto Lunedì peggiori >> la fa sorridere di nuovo, quando ormai sono sotto la chioma di un albero libero.

<< direi che qui va più che bene >> Pidge fa scendere la borsa dalla spalla sull’erba.

<< Anche secondo me >>  si sfila lo zaino e lo poggia per terra, non è quello che ha di solito è molto più grande, sembra uno di quelli da trekking. Lei china la testa di lato e le sfugge una risatina << quanta roba hai portato? >>

<< Il giusto per un buon pranzo >> risponde aprendolo, si vede la coperta ben piegata alla sua estremità, deve essere davvero pieno. La stende con un gesto deciso e la sistema << Okay ci siamo >> si siede lasciandosi un po’ andare e prende anche il suo pranzo, è riposto in delle scatoline in plastica semi trasparenti.

<< Io penso di avere solo la pasta fredda che mi ha preparato ieri mamma >> ride mentre si sfila le scarpe, non vuole sporcare la coperta. Un po' si sente in imbarazzo ad ammettere di non farsi io pranzo ma è la verità. Ai fornelli riuscirebbe a bruciare anche l’acqua che bolle. Che, per la precisione, è impossibile.

<< Solo? >> Hunk prende dallo zaino anche un paio di posate e una bottiglietta d’acqua << Fortunatamente ho deciso di portare qualcosa in più. >> Pidge lo guarda confusa mentre si siede a gambe incrociate affianco a lui che allunga di nuovo la mano nello zaino. Ne tira fuori un’altra di quelle scatole ma più grande. Da fuori si possono vedere quelli che sembrano biscotti.

<< Non dirmi che.. >> lo guarda stupita, ha un mezzo sorriso

<< Biscotti al burro di arachidi >> sorride fiero di sé << Ma con un tocco di Hunk. >>

<< Non ci credo! >> ride e si sporge verso di lui che sta aprendo la confezione, la sera prima durante quella breve chat gli aveva accennato quanto le piacessero. Lui le aveva risposto che glieli avrebbe preparati ma Pidge non ci aveva creduto troppo, erano quasi le dieci quando ne stavano parlando e non aveva molto tempo per farli davvero.

<< Ecco perché eri assonnato, ci avrai messo tutta la notte a cucinarli! >> ride e arrossisce, quel gesto è stato davvero carino. Non se lo aspettava.

<< Ops >> gli porge la scatola << Dai assaggia, dimmi come sono >> non se lo fa ripetere due volte e ne prende uno fra le dita. Sono davvero grandi come biscotti e solo a guardarli le fanno venire l'acquolina in bocca. Lo assaggia.

Ah si.

Questo non è un biscotto al burro di arachidi, è un biscotto al burro di arachidi perfetto. Chiude gli occhi con un sorrisetto  << È buonissimo. >>

<< Non vorrei vantarmi ma è vero >> quella frase la fa sorrisede e lo sente aprire anche il suo pranzo. Riapre gli occhi << È verissimo >> abbassa lo sguardo sulle mani che stanno tenendo la forchetta e il contenitore << cosa altro hai di buono? >>

Hunk sorride e gli porge la forchetta con il cibo << Vuoi assaggiare? >>

<< Oh, no, no >> sorride imbarazzata prendendo la borsa e aprendola << Ho il mio pranzo, ero solo curiosa. >> Prende un bento color verde brillante, ha delle foglioline bianche stampate sopra, alza di nuovo lo sguardo su Hunk che sta finalmente mangiando.

<< Sono solo alcuni avanzi della cena di ieri >> risponde dopo aver deglutito.

<< Sembra buono però, come i biscotti >> lo apre, c’è la pasta fredda come aveva detto, condita con pezzetti di verdura e formaggio. Dondola e prende la forchetta dall’altro scomparto.

Iniziano di nuovo a parlare dei loro pranzi, Hunk si è avvicinato per curiosare il bento commentando come fosse carino e come la pasta sembrasse buona. Pidge ha un po’ di difficoltà a rispondere a quel discorso quindi appena può cambia direzione, chiedendogli di come ha passato il weekend. Iniziano a parlare del lavoro di lui, cosa gli piace e cosa no. Parlano di come lei il sabato sia stata sveglia tutta la notte per finire il suo computer, di quanto fosse felice di averlo visto accendere senza alcun problema e di come ora si stia piegando la schiena sulla programmazione. Hunk come sempre la ascolta attento e partecipa al discorso attivamente. Lei sorride per tutto il tempo senza nemmeno accorgersene. Gli chiede della ventola se è riuscito a montarla e di come funziona. Hunk gli riassume la giornata di Domenica, che è stata così impegnato che per un momento pensava di non riuscire a montarla nemmeno quel giorno. Lei è stupita della quantità di parenti autoinvitati, la fa ridere, a casa sua non succederebbe mai una cosa del genere e comunque lei si sarebbe chiusa in camera o nello studio, non ama le visite dei parenti.

<< Comunque alla fine verso tardi sono riuscito a controllare che tutto andasse bene e poi mi hai scritto tu >> sorrise guardandola, ha un sorriso così dolce che con quella frase fa arrossire Pidge.

<< Sì.. a proposito >> lei abbassa un attimo lo sguardo sul bento vuoto, il sole che passa dalle fronde le sta scaldando la schiena << Volevo parlarti di una cosa >> rialza lo sguardo, si sta mordicchiando le labbra. Ogni tanto ha dei periodi dove lo fa così spesso che si fa sangue rompendo la pelle o si lascia piccoli ematomi. Non riesce a controllarlo troppo quando è stressata o nervosa. Hunk la guarda con le sopracciglia alzate sembra quasi preoccupato, forse emozionato << Sì, dimmi >>  si sistema seduto composto, mentre chiacchieravano si era sempre più stravaccato sulla coperta.

<< Ho pensato un po’ in questi giorni >> chiude il bento iniziando a giocare con il coperchio <>  sorride timida stringendosi alle spalle, vorrebbe continuare il discorso ma è bloccata.

Hunk sembra ancora stupito con le sopracciglia alzate e le labbra dischiuse, chissà a cosa sta pensando. Magari aveva esagerato, non doveva essere così frettolosa.. o doveva solo continuare per spiegarsi meglio. Sta per riaprire bocca quando lui continua per lei << Anche a me piace parlare con te >> Pidge rilassa le spalle sentendosi sollevata << E, come ti ho detto per messaggio ieri, mi ha fatto piacere ricevere il tuo invito per mangiare insieme >> e lei torna a stringersi alle spalle ma sorridendo. Boccheggia un attimo cercando di parlare, vede Hunk ridacchiare. Deve avere una faccia buffa, scrolla la testa per riprendersi.

<< Quindi.. volevo chiederti se magari possiamo vederci più spesso o anche sentirci più spesso >> riesce finalmente a buttare fuori quello che pensa e appena finisce la frase si morde forte le labbra. Ha lo sguardo sul viso di Hunk che sorride a trentadue denti

<< Mi piace, è una bella idea >> le porge i biscotti e lei sorride felice prendendone uno << Allora bene >> le trema un po’ la mano.

<< Sta sera ci sentiamo per organizzare la prossima uscita e non sarà a scuola >> prende anche lui un biscotto dandogli un morso.

<< Ehi! Io pensavo di pranzare insieme anche domani. >> 
Ridono entrambi e senza accorgersene si siedono uno più vicino all’altra tornando a parlare.
Parlano di domani, parlano di loro conoscendosi ancora.
Pidge 
spera che quella pausa non finisca presto.

 
   
 
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