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Autore: Arwen88    04/07/2009    5 recensioni
introduzione introspettivo full metal panic Prima fan fiction su questo fandom, Sosuke pov. Perché forse la guerra per lui non è tutto. [Spoiler Second Raid]
[...]Io sono un mercenario, le mie mani si sono sporcate di sangue già molti anni fa.
Per questo avrei potuto capire benissimo se tu non avessi voluto avere rapporti con me, forse nemmeno toccarmi, anche se mi faceva male.
Però tu mi dicesti che non ti facevo paura.
Non so nemmeno io cosa provai in quel momento ma credo che qualcosa, dentro di me, prese a spezzarsi.
Forse una sottile lastra di ghiaccio che si era formata col tempo.[...]
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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introspettivo full metal panic Buondì! Questa è la mia prima fan fiction su questo fandom, è nata da una domanda che ho fatto ad un amica. "Secondo te, a cosa pensa Sosuke?" la sua risposta è stata immediata: "Guerra.". Beh, forse non è del tutto così. Sosuke pov.
I personaggi non mi appartengono e questa storia non è scritta a scopo di lucro.



                                                  Dove pensi di andare?


Io sono uno specialista, la mia missione era proteggerti.
Lo ammetto, forse non conoscevo bene il tuo mondo: la tua sfera di quotidianità fatta di scuola, club e amiche mi era del tutto estraneo.
Penso che piombando nella tua vita io abbia scombussolato il tuo universo, tuttavia c'è una cosa che non hai mai saputo. Una cosa che non ti ho detto, di cui forse solo coloro che mi stavano più vicini si sono resi conto.
Tu, semplice studentessa giapponese, hai scombussolato il mio di mondo.

In principio non me n'ero reso conto nemmeno io, i primi sospetti avevano preso a ronzarmi nella testa il giorno in cui eri stata catturata: il mio compito era mettere al sicuro gli ostaggi e la tua sicurezza era di secondaria importanza.
Però quel giorno ho disubbidito agli ordini, mi sono preoccupato innanzitutto di te.

Io sono un mercenario, le mie mani si sono sporcate di sangue già molti anni fa.
Per questo avrei potuto capire benissimo se tu non avessi voluto avere rapporti con me, forse nemmeno toccarmi, anche se mi faceva male.
Però tu mi dicesti che non ti facevo paura.
Non so nemmeno io cosa provai in quel momento ma credo che qualcosa, dentro di me, prese a spezzarsi.

Forse una sottile lastra di ghiaccio che si era formata col tempo.

Durante la mia prima battaglia sull'Arbalest pensai di morire... Finché non sentii la tua voce.
Seguii quella, i tuoi consigli, ti diedi cieca fiducia. E allora, come tante altre volte successivamente, tu mi hai salvato.
Patetico, no? Io, sarei dovuto essere io a salvare te. Ed invece tu non hai mai avuto bisogno di me.

Man mano che il tempo passava io mi integravo sempre di più nel tuo mondo e tu nel mio, ho finito per considerarti più importante di qualsiasi altra persona; il mio desiderio di proteggerti perché tu eri tu superava in forza la mia volontà di proteggerti per la tua natura di whispered. Col tempo capii che tu eri in cima ai miei pensieri non perché eri il mio soggetto da proteggere ma perché eri la donna, l'unica donna, a cui desiderassi rimanere accanto.

Quando ti ho portato su quel promontorio a pescare credo di averlo fatto perché desideravo mostrarti che anche io posso avere una vita normale, come quella che desideravi tu.

Non avevo mai capito quanto tu potessi essere importante per me finché non ho saputo che non ti avrei più rivisto.
È stato terribile.
Non avevo mai provato una rabbia simile, improvvisamente odiavo il mondo che mi circondava, lo trovavo ingiusto e desideravo solo poter essere lasciato in pace, poter tornare da te. Volevo che nessuno si mettesse sulla mia strada.
I sentimenti degli altri non contavano più,  gli ordini non contavano più.
C'era solo il vuoto nel mio petto, il vuoto che spezzando le mie difese avevi provocato e nel quale avevi trovato posto. Ed ora non ci sei più.

Cammino per le strade di questa città evaquata, una bottiglia di liquore in mano, e penso che se non posso più vederti... Forse non vale più nemmeno la pena di sopravvivere. Sì, "sopravvivere", perché io ho vissuto veramente forse solo i momenti passati con te. Ora è probabile che mi fucileranno come disertore o che mi sbattano in qualche prigione.

Ma guarda: mi hanno già trovato.
Chi se ne frega, non combatterò più con quel "coso": non lo sopporto più, non ha niente a che vedere con me.
E forse ha troppo a che vedere con te.
Già, forse è precisamente questo il motivo per cui da quando ti ho dovuta abbandonare non riesco più a combatterci: eri tu il ponte fra noi due ed ora che non ci sei non possiamo che essere abbandonati entrambi al nostro destino.

Cosa non darei per poterti avere al mio fianco ora, per sentire la tua voce... Per ritrovare la mia voglia di vivere.
Ma ormai tu non ci sei più, sei morta ed in fondo è tutta colpa mia. Mia, perché non ti ho saputa proteggere. Mia, perché avresti lottato anche tu se ti avessi detto per tempo cosa significhi per me. Mia, perché ho capito troppo tardi che lasciarsi colpire a sangue non serve per far capire ad una donna che la ami.
Mia, solo mia. Avrei voluto che tu fossi veramente solo mia.
Ma ora mi uccideranno. E sarò io a venire da te.



-Dove pensi di andare?-
-Chidori?-


Ecco qua, spero che la storia vi abbia interessato. Se vi andrà di lasciare qualche commento costruttivo ne sarò veramente felice, grazie.

  
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