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Autore: Tefnuth    13/05/2018    0 recensioni
Dopo la sconfitta di Profondo Blu, le Mew Mew sono tornate a condurre una vita pressoché normale e il pianeta natale di Pai, Kisshu e Tart è stato salvato grazie alla miracolosa acqua cristallo che li aveva riportati in vita. Ma un nuovo pericolo incombe, quando gli antichi seguaci di Profondo Blu, i Cavalieri Oscuri, si risvegliano e decidono di vendicarsi per il torto subito.
Per poter evitare il disastro, Mew Mew e alieni dovranno allearsi e combattere con tutte le loro forze.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sebbene l’interno del castello fosse ormai in rovina, dalle sue pareti ancora trasudava l’antico splendore. Camminando per i suoi corridoi, il Cavaliere Blu e il ragazzo dagli occhi dorati avvertirono una strana sensazione: un misto di nostalgia, e déjà-vu.

“Anche tu hai, la sensazione di…?” iniziò Mark, guardandosi attorno.

“Di esserci già stato? – Concluse Kisshu, tastando la cicatrice pulsante. – Purtroppo sì” non l’aveva detto, ma dal momento in cui erano entrati lì dentro stava avendo dei flash continui. Vedeva il castello, com’era una volta, e sentiva una strana melodia.

“Forse questa era la loro casa, un tempo” ipotizzò il Cavaliere Blu, toccando la parete.

Intorno a loro, tutto si oscurò, e quando la luce tornò si ritrovarono al centro della rocca. Era un grande salone, la cui bellezza purtroppo era andata perduta più che nei corridoi che avevano visitato. Anzi, sembrava che fosse stata scenario di un’esplosione: alle colonne erano state private di una parte importante, tutte dallo stesso lato; e nel mezzo della sala una macchia nera.

In n’ulteriore flash, Kisshu rivisse l’istante in cui Zeruo si sacrificò per fermare gli ex-compagni. Un frammento di vita passata che gli mise l’angoscia nel petto. Per non darlo a vedere, strinse ancora di più la mano sulla cicatrice. L’unica cosa solo sua.
“Benvenuti, nella nostra antica dimora. – Li salutò Arkei, dal trono su cui era seduto, dando risposta al dubbio di Mark. – Un tempo così bella, ammirata da ogni dove, e ora in rovina a causa tua” indicò Kisshu con uno sguardo accusatorio.
I due ragazzi si misero sull’attenti, e strinsero forti le else delle proprie armi.

“Ti sconfiggeremo” esclamarono in coro.

Le mani di Arkei si caricarono di energia, e poi da esse partirono varie sfere di energia che, come missili di ricerca, inseguirono Kisshu e Mark per tutta la sala.

“Inutile scappare” sussurrò il nemico.

Uno schiocco di dita, e i globi di energia si moltiplicarono. Poi si appiattirono, e divennero lame estremamente pericolose. Per bloccarne una, il Cavaliere Blu usò la propria spada, rischiando seriamente di venir tagliato in due. L’intervento di Kisshu, con una delle sue scariche elettriche, fece sparire la sfera. Gli altri globi seguitarono ad attaccarli senza sosta, l’uno dietro l’altro, e i due dovettero spalleggiarsi per non essere colpiti. Solo con un grande sforzo riuscirono ad eliminare tutte le sfere, liberandosi nuovamente il passaggio.

“Ridicoli” affermò Arkei.

Gli bastarono pochi secondi, giusto quelli che gli servirono per scendere dal trono e raggiungere i ragazzi, e Mark e Kisshu si ritrovarono feriti a terra.

“Accidenti” lamentò il Cavaliere Blu, tentando di rialzarsi, tuttavia il nemico lo costrinse a terra con il piede.

“Chissà quale vergogna sarà stata, per il mio signore, reincarnarsi in un mollaccione come te” lo canzonò il nemico, la naginata pronta in mano

“MAAARK” gridò Kisshu che, raccogliendo le forze, si lanciò contro Arkei.

Ci fu un veloce scambio di stoccate, poi l’arma nemica lo colpì in pieno.

“Oh no” esclamò il Cavaliere Blu, osservando impotente l’amico cadere a terra.

Il sangue caldo stava fluendo via dal suo corpo, e la testa già aleggiava in un mare di nebbia. Il castello di Arkei svanì, così come il Cavaliere Blu, e tutto divenne buio.
“Ma dove sono? – Si domandò Kisshu, sdraiato nella piena oscurità. Mark?
Zeruo apparve come un fantasma, e dall’alto della sua posizione eretta guardava il ragazzo in fin di vita.
“Ti fai sempre vedere nei momenti meno opportuni tu” sbuffò l’alieno dagli occhi dorati. Sentiva le forze scemare.
“Non riuscirete mai a batterlo. – Affermò Zeruo. – Ha in sé l’energia degli altri Cavalieri”
“Continuerò a lottare, finché ci sarà sangue nelle mie vene. – Sussurrò Kisshu, usando le sue ultime forze per parlare. – E forse anche dopo”.
“Un nobile intento, ma inutile” affermò il Cavaliere di cristallo, sedendosi accanto al suo alter ego.
“Non posso star a guardare, mentre quello distrugge la Terra e la mia famiglia. – Nella debole voce di Kisshu si poté percepire la volontà di salvare il pianeta. – Se sei venuto solo per farmi perdere tempo in chiacchiere inutili, faresti meglio ad andartene”.
“Il tuo desiderio è anche il mio, e vorrei aiutarvi. Ma il prezzo, per te, sarebbe alto – Confessò Zeruo, lasciandosi sfuggire una lacrima iridata. – Sai a cosa mi riferisco”.
“Non mi importa di svanire. Sarei già dovuto essere morto. – Il ragazzo alzò il busto, puntando i gomiti per non cadere, e guardò il Cavaliere dritto negli occhi. – Cosa stai aspettando? Prendi questo corpo: guariscilo e usalo. Presto, prima che muoia e diventi inutile” si sdraiò nuovamente, percependo la vita allontanarsi sempre di più.
Il Cavaliere silente pose una mano sul torace del giovane alieno, scambiando con lui un lungo gioco di sguardi. Sentì la sua forza entrare nel corpo di Kisshu, la cui coscienza stava iniziando a svanire, e guarire le ferite inferte dal nemico.
“Torci loro un capello, e giuro che ti farò diventare matto” affermò il giovane ridendo. Ormai la sua voce era più un sussurro nella mente di Zeruo.
“Li salverò, o morirò nel tentativo”.
 
 
Il corpo di Kisshu si rialzò agile. La pelle non portava più il pallore della morte, e le ferite erano state richiuse dal cristallo.
“Kisshu! Per fortuna stai bene” esclamò felice Mark, con le lacrime agli occhi.

“Ti sbagli. – Lo contraddì Arkei, percependo l’essenza che animava quel corpo. – Quello non è più il tuo amico. Non è vero, Zeruo?”

La bocca del giovane alieno accennò a un sorriso malizioso, e il cristallo lo ricoprì del tutto. Quando il minerale si ruppe, dal guscio fuoriuscì Zeruo che aveva mutato gli abiti in una leggera armatura.

“Come sarebbe a dire? – Ribattè il Cavaliere Blu, rialzandosi. – Non capisco, lui è qui davanti a me”.

“Il Cavaliere di cristallo ha completato la sua rinascita, e della sua reincarnazione non vi è traccia” affermò Arkei, tornando a sorridere orgoglioso. Adesso riconosceva lo Zeruo dei tempi antichi.

“È vero, quello che sta dicendo?” domandò Mark al Cavaliere silente, e questi lo guardò con aria contrita.

“Eravamo entrambi d’accordo, che questa fosse l’unica possibilità per il pianeta. – Rispose l’altro, nei cui occhi non c’era veramente più traccia della coscienza della sua reincarnazione. – Mi dispiace, non lo avrei fatto se non fosse stato necessario”.

 “Ma non è giusto” lamentò Mark, guardando con astio entrambi i Cavalieri.

  “Rassegnati. – Gli consigliò Arkei, insensibile alla tristezza del ragazzo. – Il tuo amico è praticamente morto. E ora io potrò finalmente divertirmi sul serio”.

Combattendo contro il dolore, sia fisico che spirituale, il Cavaliere Blu si alzò e affiancò Zeruo.

“Ti aiuterò, ma solo per lui” affermò, tirando un paio di volte su col naso.

“No, tu tornerai dai tuoi amici” lo contraddì il Cavaliere di cristallo.
 
Un movimento della sua mano, e il ragazzo si ritrovò fuori, in mezzo al gruppo.

“Che è successo? – Domandò Ichigo, avvicinandosi al fidanzato. -  Dov’è Kisshu?”

Il viso di Mark si rabbuiò, allarmando tutti.

“Cavaliere, dov’è mio fratello?” chiese Tart, il cui respiro si era accelerato come se avesse presentito qualcosa.

Il ragazzo deglutì, trovandosi purtroppo costretto a raccontare l’accaduto.

“Non c’è più: ha permesso che Zeruo si risvegliasse del tutto” abbassò la testa.

Le ragazze spalancarono gli occhi, e Tart smise di respirare per qualche secondo. Solo Pai reagì, adirandosi moltissimo.

“Cos’hai detto?” ringhiò, afferrandolo per la collottola.

Il Cavaliere non seppe rispondere, e si limitò a sospirare tenendo lo sguardo basso.

“Ma questo vuol dire che…” accennò MewMinto.

Le mani dell’alieno con i capelli viola lasciarono il colletto di Mark, e poi si lasciò andare ad un grido di frustrazione.

All’interno del maniero, i due contendenti stavano battendosi in una lotta senza quartiere. Già il volto della sala era cambiato moltissimo: le pareti erano state rovinate ancor di più, e qua e là frammenti di cristallo adornavano il pavimento e il soffitto.

“Adesso sei veramente tu, finalmente” affermò Arkei, scagliando una potente onda d’urto da cui Zeruo si protesse con lo scudo.

“Tu mi hai costretto a farlo. – Fece il Cavaliere di cristallo, nell’attimo i cui le loro armi si incrociarono. – Non avrei mai voluto fare un simile sacrificio”.

Si separarono di nuovo, per attaccarsi a vicenda con fasci di pura energia. Tuttavia Arkei, in virtù della sua triplice forza, sopraffece facilmente l’avversario che andò a sbattere contro la parete. Le mani di Zeruo persero la presa sui Sai, e il Cavaliere venne investito dai ripetuti attacchi dell’avversario.

“Una stupida debolezza. – Arkei fermò gli attacchi, e si avvicinò minacciando l’altro con la naginata alla gola. – Se solo tu mi avessi dato retta, ora non saremmo a questo punto”.

Alzò la spada, ma qualcosa dentro di lui gli impedì di portare a termine il colpo. Il suo corpo si illuminò, e la forza vitale di Rumiko si trasferì volontariamente da lui a Zeruo.

“Grazie” pensò nel suo profondo il Cavaliere di cristallo, pago del dono che gli era stato fatto.

Si rialzò, e costrinse Arkei il nemico ad allontanarsi con una scia di vibranti cristalli.

“Avere lei dalla tua parte, non ti servirà a nulla” affermò Arkei, sistemando la presa sull’arma.

Volendo concludere lo scontro, entrambi concentrarono al massimo la propria aura, e si lanciarono l’uno contro l’altro. Le loro armi si conficcarono l’una nel corpo dell’altro, e così rimasero a mezz’aria.

“Abbiamo già vissuto questa cosa. – Rammentò Arkei. – Sai già come andrà a finire”.

“Lo so” sorrise Zeruo.

Come già aveva fatto in precedenza, il Cavaliere di cristallo concentrò tutta la propria essenza, mista a quella di Rumiko, in un unico attacco. Tutta l’energia fu riversata unicamente sul corpo di Arkei il quale, nonostante tutta la sua potenza, si disgregò.

Il castello esplose, e tutti i suoi detriti si sparsero nell’aria. Avvolto in un bozzolo di cristallo, che si frammentò una volta toccato il suolo, il corpo di Kisshu atterrò dolcemente in mezzo al gruppo dei suoi amici. Un pallore mortale gli aveva tolto ogni colore, e non c’era alcun tipo di movimento ad indicarne la vitalità.

“L…lui è” balbettò Tart, con le lacrime agli occhi; a stento riusciva a trattenersi dal piangere.

“Non ditemi che…” sussurrò Ichigo, con le mani alle labbra.

“NON DITE SCIOCCHEZZE! - Sbottò improvvisamente Pai, fiondandosi sul corpo del fratellastro. – Avanti, non fare scherzi” ma Kisshu non reagì.

Una luce illuminò il loro campo visivo, e il diafano spirito di Zeruo si mostrò a loro.

“Che gli hai fatto? – Gli ringhiò contro Pai, con gli occhi pieni di rancore. – MALEDETTO! Mi fidavo di te”.

“Non c’è stata altra scelta. –Spiegò contrito lo spirito. – Grazie anche all’aiuto di Rumiko, sono riuscito a salvarlo. Ma il suo spirito è debole, ed è pronto a morire”.

“PIANTALA DI DIRE BUGIE” strillò Tart, stringendo i pugni.

“È tutto vero. – Zeruo sospirò, il suo tempo stava finendo. – Non ho potuto fare di più. Perdonatemi, vi prego” svanì del tutto.

“Pai, io non voglio che lui…” lamentò il più giovane degli alieni, ormai in lacrime. MewPurin lo abbracciò, così senza dire una parola.

“Non morirà, non oggi. – Dichiarò Pai, scuotendo il fratellastro con forza. – Mi hai sentito? Sei così testardo che mi fai sempre venire i nervi, e ora non puoi accettare così facilmente la morte. Per una volta nella tua vita, UBBIDISCIMI e SVEGLIATI. Pezzo di cretino”.

Ci fu un momento di silenzio e poi, di colpo, Kisshu riprese a respirare. Il suo corpo tornò roseo, e aprì gli occhi in preda alla confusione.

“Sono, davvero vivo?” domandò, con la voce un po’ roca.

Nessuno rispose, perché stavano tutti sorridendo dalla gioia. Solo Tart e Ichigo si inginocchiarono, e lo abbracciarono con forza.

“Per fortuna stai bene” gli disse la rossa, sciogliendo l’abbraccio per asciugarsi le lacrime.

“Sei un egoista. – Disse invece Pai, i cui occhi avevano sorprendentemente iniziato a lacrimare. – Volevi andartene così, eh? Chi avrebbe continuato a far divertire Tart, con le sue stupidaggini? Chi mi avrebbe fatto arrabbiare ogni giorno? Chi, se non tu?” nel parlare il tono della sua voce era andato in crescendo.

“Sembra quasi, che tu ti sia preoccupato per me” ribattè Kisshu, alzandosi.

“Certo che sì. – Anche Pai si alzò, e prima di continuare a parlare prese un profondo respiro. – Sei mio fratello minore accidenti. È il mio lavoro, prendermi cura di te e Tart”.

Per lo stupore, gli occhi dorati si aprirono come finestre, e la bocca si serrò.

“Non fare quella faccia” ridacchiò Tart, che aveva ritrovato il sorriso.

“I…io non pensavo. -  Kisshu si commosse, e di nuovo restò senza parole. – Grazie”.

“Stupido” Pai gli mise un braccio sulle spalle, e gli sorrise.

Ora che il nemico era stato sconfitto, ognuno poté tornare alla propria casa. Nonostante ciò, alieni e Mewmew trovarono il modo per mantenersi in contatto, e non era raro che i ragazzi trascorressero una vacanza, una vera vacanza, a Tokyo.

 
  
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