Buonasera a tutti! Eccomi qua con un'altra delle mie Fanfiction che era stata cancellata, questa volta dalla sottoscritta. Per un breve, ma bellissimo periodo questa storia era stata pubblicata sotto forma di romanzo, ovviamente con nomi differenti dall'originale. Ora, dal momento che il romanzo non è più in vendita, ho deciso di riproporla qui per due motivi: primo perchè l'ho amata e mi ricordo che era tanto piaciuta anche ai lettori, secondo perchè è mia intenzione continuare a scrivere e pubblicare il seguito che è sospeso da tempo...Spero di fare cosa gradita e di non andare contro le regole del sito^^ Quindi...buona lettura!!!
Capitolo Uno - Prologo
Il treno viaggiava a una velocità costante, il paesaggio scorreva veloce di là
del finestrino e una giovane figura femminile osservava i cambiamenti che si
susseguivano, la fronte appoggiata al vetro e gli auricolari dell’i-pod alle
orecchie.
Il cielo era nuvoloso e sembrava
rispecchiare l’umore della ragazza, ombroso e imbronciato.
Osservandola, chiunque avrebbe affermato che non era per niente una bellezza:
capelli di un biondo sbiadito, crespi e con un taglio uniforme, e occhi azzurri
coperti da spesse lenti. Il fisico sottile e minuto non veniva risaltato dagli
abiti indossati: un paio di jeans di una taglia più grande e un maglioncino
nero dolcevita, anch’esso più grande di almeno una taglia.
Era in viaggio da diverse ore; si era
lasciata San Francisco alle spalle la mattina all’alba ed era quasi giunta a
destinazione… Los Angeles, la città degli Angeli!
Chissà se sua madre era uno di quegli
angeli di cui tanto aveva sentito parlare? Chissà se in quel momento era lì al
suo fianco, intenta ad accarezzarle i capelli com’era solita fare quando la
vedeva triste?
Adesso lei non c’era più, non le avrebbe augurato la buona notte, non l’avrebbe
ascoltata ripetere più e più volte la lezione che avrebbe dovuto esporre il
giorno dopo durante l’interrogazione. Tanti episodi che non si sarebbero ripetuti
più perché nessuno avrebbe mai potuto sostituire sua madre, men che meno la
nuova moglie di suo padre!
Durante tutto il viaggio non aveva fatto altro che ricordare vari aneddoti
vissuti insieme a lei, scomparsa tragicamente due settimane prima in un terribile
incidente automobilistico che vide lei stessa coinvolta, ma da cui era uscita
miracolosamente illesa.
La musica che proveniva dal lettore neanche le giungeva, talmente erano intense
le emozioni che stava provando in quel momento, e dire che stava ascoltando uno
dei suoi dischi preferiti!
Il Coast Starlight, il treno su cui
viaggiava, d’un tratto iniziò a rallentare, segno che stavano entrando in
stazione. Osservando meglio, la giovane si rese conto di essere giunta a
destinazione: la centrale Union Station.
Scostò la fronte dal finestrino e
guardò fuori, sopraffatta dall’angoscia di quello che l’aspettava; casa nuova,
scuola nuova, amici…quali amici? Non ne aveva molti neanche a San Francisco,
eccezion fatta per Alex, amica d’infanzia e compagna di scuola.
Alexandra, a differenza sua, era
espansiva e molto carina; invece lei era timida e bruttina, almeno così si
definiva. In pratica erano come il giorno e la notte! Per Alexandra, però,
questo non rappresentava un ostacolo: le aveva sempre voluto bene, nonostante
le tante differenze. Non vedeva l’ora di sentirla, ma l’avrebbe chiamata solo
una volta sistemata nella nuova casa.
Si alzò, spense l’i-pod e prese il borsone che aveva portato con sé; non era
molto grosso perché la maggior parte delle sue cose era stata spedita e
sarebbero arrivate il giorno dopo.
Si guardò intorno a osservare gli altri passeggeri suoi compagni di viaggio: un
signore anziano che leggeva ancora un quotidiano nonostante il treno fosse
quasi fermo e una signora impettita con piccoli occhiali sul naso, che la
guardò dall’alto in basso, soffermandosi molto sull’abbigliamento.
Non badando all’esame della donna, uscì dallo scompartimento, accingendosi a
scendere dal treno.
Dovette percorrere l’intera banchina perché il suo posto era uno degli ultimi;
arrivò nell’atrio della stazione e cominciò a guardarsi intorno in cerca del
padre con cui aveva appuntamento. Non vedendolo prese a cercarlo, ma la
stazione era molto grande perciò, per evitare di perdersi, tornò nel punto
prestabilito per l’incontro.
Girandosi di scatto, però, urtò contro qualcosa di solido che ricordava non
esserci poco prima; alzò gli occhi e ne incontrò un paio blu come la notte che
la guardarono con sdegno.
Era un ragazzo alto e con corti
capelli neri e quello contro cui era andata a sbattere era il suo torace.
“Stai più attenta!” le disse spostandola bruscamente e allontanandosi.
La giovane non badò più di tanto neanche a questo e si mise in attesa del padre
che, dopo circa un’ora, ancora non si vedeva. Avrebbe dovuto cavarsela da sola!
Tirò fuori da una delle tasche del borsone un biglietto
su cui era annotato l’indirizzo di dove avrebbe abitato da quel momento in poi
e s’incamminò verso l’uscita in cerca di un taxi.
“Coraggio Sara…” si disse.
Breve prologo per presentare la protagonista! Piccola confessione da fare: ho deciso di cambiare il taglio di capelli di coloro che, in origine, li portano lunghi...perchè proprio i capelli lunghi a me non piacciono eheheh...Non uccidetemi. Tra l'altro anche alcuni colori saranno diversi ^^ A presto!!!
Anzy