Goro-ho (Cina)
Guardo l’incessante e potente scorrere della cascata di Goro-ho, i miei giovani occhi si perdono alla vista di queste secolari montagne che mi hanno visto nascere, e che adesso mi vedono partire.
Tu sei lì, seduto sul ciglio di quella montagna che mi osservi. Pur non vedendomi con gli occhi, la potenza e la forza del tuo cosmo mi guidano e mi indicano la via da seguire. Tu…padre, maestro, amico e primo avversario, mi hai trasmesso i tuoi insegnamenti e inculcato i tuoi valori. Mi hai insegnato ad essere prima un uomo e poi un cavaliere, crescendomi nel culto di Athena e nel rispetto dell’amicizia.
Ereditare l’armatura che un tempo fu tua è per me fonte d’orgoglio e tormento. Conosco bene le mie debolezze e le mie fragilità, ma sono anche consapevole della forza del mio cosmo. Un cosmo che tu mi hai aiutato a far crescere e diventare potente. Ricordo ancora i nostri allenamenti nelle condizioni climatiche più impervie ed ostili, i sacrifici le sconfitte le mie lacrime i tuoi silenzi.
Adesso è arrivato il momento che io segua la mia strada, e compia le mie esperienze, per meritare appieno l’armatura che ho tanto desiderato. Tra le mura di Palaestra completerò l’addestramento che tu hai cominciato, sarà un confronto con altri giovani cavalieri.  Alcuni diverranno rivali, altri spero, amici. Si, quegli amici di cui tu mi parli sempre, con i quali hai condiviso una parte della tua vita e per i quali sacrificheresti tutto. Perché ciò che mi hai sempre detto è che la vera forza di un cavaliere sta nel compagno che lotta al suo fianco.
Le lacrime scendono inesorabili, e non vorrei.
Dovrei mostrarmi forte e risoluto, ma guardo il volto di mia madre e so che a lei lascerò una parte del mio cuore insieme a questo abbraccio che vale più di mille parole. Tra noi invece, com’è usanza della nostra terra, solo un cenno di saluto e una promessa che ha il sapore di una sfida ma anche la certezza di fare sempre del proprio meglio.
“Ti renderò fiero di me padre” ti dico con voce tremante
“Ricorda sempre il motivo per il quale combatti e onora l’armatura che indossi, così che lei sia sempre una tua fedele compagna” mi rispondi, senza perdere la tua proverbiale tranquillità.
Raccolgo le mie cose e mi allontano, un ultimo sguardo verso coloro a cui devo tutto, mentre cerco di imprimere nella memoria immagini e momenti che sembrano lontani, eppure così vividi e tangibili. Ci rivedremo un giorno, quando avrò la giusta consapevolezza per capire tutto questo. Quando sarò degno di essere chiamato Saint di Athena e potrò condividere il campo di battaglia con il mio leggendario padre.