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Autore: DredaSM    14/05/2018    0 recensioni
Jared Ouray è un ragazzo problematico.
Nonostante sia benestante non perde occasione per dimostrarsi una vera e propria testa calda. Sarà Gad, suo nonno, a tentare di riportarlo sulla retta via portandolo nelle foreste della sua tanto amata riserva.
Tuttavia, non passerà neppure un giorno che il ragazzo scapperà e sarà proprio sul rettilineo intrapreso in macchina che, nel buio, una figura a quattro zampe sbucherà fuori all'improvviso provocando l'incidente in cui perderà i sensi.
Quando si risveglierà si scoprirà diverso.
Perchè lui? Cosa gli sarà successo veramente? Come potrà tornare ad essere ciò che era prima?
E, soprattutto, questa trasformazione gli cambierà solamente l'aspetto o anche il cuore?
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 5:
 
La mattina del giorno seguente sentì arrivato il freddo pungente dell’inverno. Strano, non si sa mai quando di preciso sia quel giorno in cui ci si sveglia e si capisce che sì, è iniziata la nuova stagione. Lui, da lupo, poteva sentirne quasi l’odore.
-Randy?- chiamò Jared mentre ancora in molti dormivano nella grotta.
L’altro lupo mugugnò qualcosa ricevendo un colpo di zampa sulla schiena. Gemette debolmente spostandosi più vicino al rossiccio.
-Che c’è?-
-Dreda ieri ha parlato di “Sfera Chiara” e credo di aver capito che si tratti di quella che splende nel cielo di notte, giusto? Ma la Sfera Sanguinosa cos’è? Perché ha detto che ci farà avere brutti sogni? E gli scontri?-
A Jared parve strano dover parlare in quella maniera della semplice e tranquilla luna ma voleva trovare un senso alle parole della capobranco e quindi era oramai intenzionato a scoprire il più possibile, continuando a spacciarsi per uno comune di loro.
-Piano! Una domanda per volta. Dunque… la Sfera Chiara è il cerchio luminoso che illumina la notte. Quando è un cerchio perfetto la chiamiamo Occhio Luminoso. Quando nel cielo c’è l’Occhio Luminoso ci raduniamo tutti a cantare le gesta in battaglia dei nostri antenati o dei nostri parenti…-.
-Ma ci si raduna anche con gli altri branchi della zona?- chiese Jared interessato.
-No, ma ci ascoltiamo tutti quanti. Riusciamo a sentirli e credimi: quelli del branco a sud sono dei gran bugiardi. Mai che raccontino la verità. Noi amiamo arricchire di particolari le nostre storie ma loro le devastano sotto ogni aspetto- commentò Randy sbadigliando ampiamente per poi rimettersi steso al suolo. Non era l’unico lupo pigro della zona…
-E la Sfera Sanguinosa?- insistette Jared accucciandosi anche lui a terra.
-Quando il cerchio luminoso del cielo è di colore rosso, è chiamato Sfera Sanguinosa. Quando c’è la Sfera Sanguinosa, ci raduniamo tutti noi del branco e, chi lo desidera (solitamente più della metà di noi si aggrega), ci affrontiamo in scontri di uno contro uno per rafforzarci e per vedere chi è il lupo più forte-.
-E’ inutile dire che sarà Lex il più bravo sul campo, ora che Arty non c’è più…- mormorò infine Randy rabbuiandosi ed abbassando lo sguardo.
Il lupo rossiccio di fronte a lui lo imitò e abbassò il muso poggiando il naso sulla fredda pietra della grotta lasciandogli un po’ di tempo per tornare a parlare.
-Quando il cerchio di luce è una sfera completa e di colore rosso è chiamata: Goccia di Sangue. Nella notte della Goccia di Sangue si è chiamati alla battaglia contro un branco avversario delle altre terre e ci battiamo fino a quando non è deciso chi è vinto e chi è vincitore-.
-Aspetta, aspetta, ma… come fate a decidere quale branco di lupi attaccare? E come fanno a sapere loro che volete attaccarli voi e non un altro branco? E se attaccate in due lo stesso branco?-, chiese con crescente interesse Jared, ponendo domande su domande.
Randy fece una smorfia alzando il muso per guardarlo con uno sguardo indecirabile.
-Sei un lupo davvero strano, Jared…- disse questo facendo rabbrividire il suo interlocutore. Era meglio non esporre troppo la sua ignoranza canina. -Noi lo sentiamo e basta. Siamo noi, come branco, a sapere chi attaccare e per gli altri branchi del sud e dell’est è la stessa cosa. Pensavo che per tutti i lupi fosse lo stesso. Come funzionavano le cose nel tuo vecchio branco, prima che ti portassero qui?-.
Questa volta il curioso fu Randy, ma il quadrupede di fronte a lui si stiracchiò, farfugliò qualche parola di scusa e disse di essere di fretta perché si era dimenticato di dover parlare urgentemente con Dreda.
Uscito dalla grotta, ebbe un sospiro di sollievo. Alla fine non aveva ancora trovato risposta alla domanda sugli incubi ma Randy gli aveva comunicato abbastanza informazioni per il momento.
Non si era preparato niente da dire nel caso gli avessero fatto domande più pressanti e più dettagliate. Poteva solo che schivarle allontanandosi dal suo interlocutore.
Uscito all’esterno, vide Dreda impegnata in una discussione con Lex.
I toni sembravano molto accesi e il più grosso, dopo essersi rialzato sulle quattro zampe, si allontanò sparendo oltre un gruppo di cinque alberi verso sud.
-Spiare… è un’altra mancanza di rispetto, straniero- disse d’improvviso la lupa voltandosi per fissare con diretta arroganza Jared.
-Mi dispiace, non ho sentito niente…- cercò di dire lui arrampicandosi sugli specchi ma alla fine decise di starsene zitto e di arrivare dritto al punto. Dopotutto, non aveva sentito nulla davvero…
–Dovrei incontrare l’aquila Miles a sud per una questione personale-.
Ci fu silenzio per almeno una buona manciata di secondi, tanto che Jared non capì se avesse dovuto aggiungere qualcosa o se lei gli avesse voluto fare un discorso serio con un’introduzione solenne.
Alla fine fu comunque Dreda a parlare.
-D’accordo, straniero. Ti prego di tornare entro sera e, se vorrai, potrai partecipare agli scontri con i nostri lupi migliori-.
Annuendo a lei accettò le sue parole e fece dietro-front per allontanarsi verso est un po’ titubante.
-Straniero- lo richiamò la lupa e questo si voltò, prima di trovarsi troppo lontano per sentirla. –Cerca di tornare prima dell’imbrunire del cielo. Anche se gli umani arrivano da nord-ovest, molto spesso capita che attacchino il branco di Yuma a sud. Fa attenzione-
Detto questo, Dreda non attese risposta dal suo interlocutore e si alzò entrando nella grotta più profonda.
 
Correva già da qualche minuto ma ci mise almeno un quarto d’ora per arrivare fino alla piana in cui era stato attaccato dall’aquila.
Non c’erano esseri umani in quella zona ed era davvero una cosa strana. Era convinto che tutte le piane della zona fossero utilizzate come area da pic-nic ma a quanto sembrava si sbagliava di grosso.
Sedendosi con le zampe posteriori sull’erba e il terriccio, sbadigliò ampiamente essendo ancora un poco assonnato.
Alzò il muso verso l’alto.
Non era ancora l’ora giusta ma poco ci mancava. Avrebbe aspettato. Poteva anche schiacciarsi un pisolino intanto, no?
Così fece e si addormentò con piacere ipnotizzato dall’odore del prato attorno a lui.
Non poté riposare che per pochi minuti poiché gli arrivò in picchiata una tagliente beccata, questa volta diretta sul fianco.
Jared si svegliò di soprassalto e si guardò attorno attonito mentre il cervello era ancora assopito dal sonno ma al contempo in tilt per il brusco risveglio.
-C-chi c’è?- domandò, sbadigliando allo stesso tempo.
-Sono io…- borbottò la voce femminile di Miles. Jared si voltò verso l’ammasso di pietre ricoperte per buona parte di muschio e vi vide sopra l’aquila, intenta a guardarlo più vispa del giorno prima.
-Hai mangiato- intuì il lupo fissandola.
-Si vede tanto?- domandò lei piegando il collo per studiarsi il corpo piumato. Allungò le ali, aprendole completamente, così da guardarsi meglio.
Jared scoppiò a ridere, non badando più alla nuova beccata ricevuta.
-Ma allora anche voi animali avete il senso estetico! No, mi riferivo al fatto che sembri più in forma oggi-.
Alle parole del lupo, Miles si arruffò le penne e con il becco ne tolse una particolarmente fastidiosa dall’ala destra.
-Lo prendo come complimento… ora seguimi!- gli intimò l’aquila prima di salire in volo e gridare la direzione da seguire.
Jared fu costretto a correre davvero veloce per riuscire a stare al suo passo.
-Ecco perché non gareggio mai con i quadrupedi: non c’è il gusto della sfida. Andate a passo di lumaca!- sbraitò Miles dall’alto del cielo mentre Jared, da terra, faticava nella corsa.
-Non è colpa mia se la maledizione mi ha trasformato in lupo! Gli altri in cosa sono stati trasformati?-
-Dunque…- Miles ci pensò un po’ su e infine gli vennero in mente alcuni casi in particolare. –Dopo la trasformazione di Jolon in daino ci fu Nova che diventò una farfalla, Chayton un falco, Mosi un puma, Kaliska un coyote, Skah un serpente e Bly che diventò un cavallo. Gli altri non li ricordo molto bene-
-Ma da quanti anni esiste questa maledizione? Quanti sono riusciti a fermarla?- domandò Jared, stupito dall’elenco dettato dall’aquila.
-La maledizione esiste da circa duecento anni credo e solamente in due sono riusciti a fermarla in tempo-
-Come hanno fatto?-
-Uccidendo loro padre. Furono Mosi e Skah gli unici a scampare alla morte uccidendo loro per primi, ma rimasero per sempre animali-.
Jared si ammutolì.
Certo, non si prospettavano molto bene le cose nel suo futuro però, per il momento, sentì di poter stare tranquillo. Suo padre chissà dov’era e probabilmente aveva molto di meglio da fare che andarsene alla riserva per sparare a un lupo qualsiasi, no?
Oltretutto era più che sicuro non potesse essere uno di quei bracconieri che facevano continuamente irruzione nelle foreste della riserva, quindi questo gli dava un discreto vantaggio sugli altri sui compagni di sventura.
-Quindi non ci sono prove che, se riuscissi a far ragionare mio padre, qualunque cosa lui stia facendo, io potrei tornare un essere umano. Esatto?-
-Esatto… ma perché essere così malfidenti delle parole di Nashoba?-
 
Dopo una buona mezzora di corsa veloce, con un bel fiatone e i muscoli indolenziti, Jared si fermò appena uscirono dalla folta zona boschiva piena di alberi. Aveva circumnavigato il territorio del branco di Yuma grazie a Miles che gli disse bene come deviare per passarvi oltre. Ora, lasciandosi alle spalle il bosco di conifere, aveva di fronte a se un torrente per nulla profondo ma che tradiva i meno attenti per le sue acque gelide e forti.
Una delle cose che suo nonno Gad gli aveva insegnato sin da subito era di stare molto attento ai torrenti. Mai oltrepassarli saltando di pietra in pietra perché sono scivolose e come niente ti puoi ritrovare in acqua in balia della forza delle correnti. Neppure pensare di passarlo a piedi si poteva fare perché, nonostante l’acqua arrivi massimo fino alle ginocchia, il fiumiciattolo può avere una potenza tale da buttarti a terra e trascinarti via.
Da lupo tutto ciò che avrebbe potuto fare, era provare a saltare di masso in masso e stare molto attento a non scivolare, oppure fare come da umano: cercare una zona in cui sarebbe stato più facile oltrepassare il torrente.
In quel momento però non interessava a nessuno dei due lì presenti superare il torrente ma ispezionarlo.
-Assaggia l’acqua-
Jared starnutì d’indignazione.
-Non ci penso proprio! E se davvero fosse inquinata? Dovrei avvelenarmi anch’io?- sbraitò il lupo sedendosi al limitare del letto del torrente ora tranquillo e languido.
-Ho detto che ha un cattivo sapore ma non sono certa che sia inquinata. E poi un solo assaggio non fa di certo male, no? Gli animali della zona bevono solamente da questa fonte, che dovresti fare se questa fosse l’unica acqua dei dintorni? Morire di sete? Forza, assaggiala-
Le parole dell’aquila Miles lo fecero tentennare ma sospirò arrendevole.
In fin dei conti forse aveva ragione lei e un semplice assaggio non avrebbe creato problemi. In più avrebbe forse scoperto se qualcuno stava realmente inquinando l’acqua. In caso affermativo avrebbero controllato l’intero percorso del fiumiciattolo fino a trovare qualcosa e forse sarebbero risaliti a suo padre. Forse…
-D’accordo- accettò il lupo allungando il muso verso il basso.
Ancora titubante ingoiò a vuoto prima di dare una leccata all’acqua che all’apparenza sembrava a dir poco cristallina. Il gusto era normale, nulla di strano, sennonché per un piccolo particolare a lui molto familiare ma agli animali, probabilmente, molto meno.
Si mise a ridere.
-Non c’è niente. E’ solamente cloro-
-Cloro?- domandò Miles abbassandosi dal ramo sul quale si era appollaiata per arrivare a posarsi su un grande masso poco distante dal lupo.
-Sì, serve per pulire l’acqua. Probabilmente queste acque erano inquinate ma così ora sono potabili. Non c’è nessun problema qui, dovremmo cercare da un’altra parte temo…-.
-E voi umani siete abituati a bere l’acqua con questa roba dentro?- domandò sdegnata l’aquila facendo una smorfia schifata. –L’ho sempre detto io: gli esseri umani sono strani-.
-Ci sono altre anomalie nella zona?- domandò Jared cercando d’investigare sulla questione e lasciando correre le sue lamentele.
-Oltre ai bracconieri come piaga abbiamo Anouk, ma non credo debba essere messa in lista. E’ solo una volpe rompiscatole ma forse lei potrà dirti di più sulla quasi totale scomparsa delle sue sorelle dalla zona. Dovresti incontrarla-
-Dove posso trovarla?-
Miles fece per rispondere ma si zittì all’istante spiccando il volo. Un istante dopo Jared sentì un profondo ringhio sommesso alle sue spalle.
Non era un lupo, era fuori dal loro territorio. O meglio, glielo aveva garantito Miles.
Uscito da una folta zona del bosco alla sua destra, vide avanzare un grosso puma di color marroncino e con una cicatrice sul muso che lo costringeva a tenere l’occhio chiuso.
-Cosa fai qui, lupo?- ruggì molto lentamente e capì trattarsi di una femmina.
Peggio. Le femmine sono sempre più brave a cacciare, se si trattava di felini.
-Oltrepassa il torrente! Mettiti al sicuro, Jared!- gli urlò Miles da sopra la sua testa volando in circolo e gridando in continuazione.
Il puma rise sommessamente.
-E credi di potermi sfuggire così? Sei già morto, lupo- disse in tono divertito il puma, avanzando verso di lui mentre questo arretrò con cautela.
Un passo in avanti del grosso felino corrispondeva ad uno indietro del lupo.
-Sei nuovo… non sei del branco di Yuma. Loro non oserebbero mai entrare nel mio territorio-.
-I puma hanno territori?- domandò incerto Jared, prendendo tempo.
-Io sì- sbuffò fissandolo famelica, avvicinandosi di altre due falcate mentre il lupo ne arretrò di altre due verso il torrente. Oramai era fermo lì, se si fosse spostato ancora di poco sarebbe finito in acqua.
Non mostrò i denti, non ringhiò e neppure diede segni con il corpo. Sapeva che con la maggior parte degli animali si deve solo stare fermi immobili.
-Kyra! Kyra?!- urlò qualcuno dal bosco alle spalle del puma e questa si voltò all’istante.
Jared approfittò di quel momento di distrazione per balzare su di un masso nel centro del torrente bagnandosi le zampe e la punta della coda.
-Cavolo, è anche più difficile che da umano però!- sbraitò Jared, più a se stesso che verso Miles o altri presenti.
Ancora un balzo e con le zampe anteriori atterrò sull’altra sponda di sassi ma scivolò con la destra posteriore e finì con metà corpo dentro il torrente.
Di male in peggio. Non solo aveva dietro di se un puma, ma ora era anche semisospinto dalle correnti del torrente gelido.
 
Le grida di Miles dal cielo gli urlavano di fare quel piccolo sforzo, che non ci voleva nulla.
-Chiudi il becco! Non starnazzare!- ringhiò questa volta lui cercando di usare tutta la sua forza, ignorando il dolore al collo e alla spalla dove si facevano sentire le ferite non del tutto guarite.
Il torrente aveva scelto proprio un buon momento per aumentare d’intensità la sua corrente…
Cercò con le zampe posteriori di darsi la spinta facendo leva su dei ciottoli sott’acqua per uscirne e, una volta trovato un appiglio ben saldo, si issò fuori dalle acque e si riversò a terra con il fiato corto.
-Fantastico!- disse una voce sconosciuta mentre Miles atterrò su un tronco riverso lì vicino gonfiandosi in petto, indignata per le parole ricevute da parte di Jared poco prima.
Il lupo mezzo fradicio si rimise sulle quattro zampe scrollandosi di dosso le gocce d’acqua gelide dal pelo lungo, stando ben attento a non gettarne addosso all’aquila, già abbastanza irritata.
-Oddio, che freddo…- mormorò battendo i denti.
-Ehi! Come ti chiami, lupo?!- sbraitò di nuovo quella voce mai sentita in direzione dell’altro versante verso il quale si voltò il quadrupede.
Lì ferma vi era il puma che, rimasta a bocca asciutta, si leccava i baffi e sbuffando voltò il capo verso un’altra direzione facendo scattare la coda con dei colpetti nervosi.
Alle zampe di questa, una giovane lince dal pelo lungo fece la sua comparsa con gli occhi vispi e lo sguardo vivace. Aveva ciuffi di pelo bianco e candido sulle orecchie e sulla coda mozza. Arrivava sì e no a metà zampa del puma. Aveva gli occhi grandi e verdi piazzati sopra a Jared con adorazione, lui però non capiva cosa ci fosse di così strabiliante in lui dato che era appena scappato invece che affrontare la lotta.
-Jared!- rispose il lupo alzando la voce per farsi sentire da sopra il rumore del torrente.
-Ian, finiscila ora e andiamocene da qui- intimò il puma alla giovane lince. Sembravano proprio una madre con il suo cucciolo. Era davvero un caso strano…
-Ma Kyra…- farfugliò il giovane mormorando ancora qualcosa che Jared non sentì a causa dell’aumentare dello scrosciare d’acqua nel torrente.
Sparirono entrambi poco dopo così come erano arrivati.
 
-Ti ho già chiesto scusa tredici volte… perché non mi perdoni e non mi dai una mano?- sbuffò Jared cercando di aggirare le chiazze di fango più ampie vicino al terreno del torrente.
-Ora vuoi ascoltare il mio starnazzare? Arrangiati!- sbraitò Miles sbattendo più ferocemente le ali mentre il lupo continuò a seguirla, cercando allo stesso modo di trovare un punto in cui guadare il torrente che fosse meno pericoloso di prima.
-Dai, Miles! Ero per metà nell’acqua gelida e stavo scivolando… tu quando urli hai certi decibel… No, scusa, non intendevo che… Aspetta, Miles!-.
Insomma, la situazione non andava a migliorare ma nel cielo iniziarono ad arrivare nuvole grigie e oscure cariche di pioggia e forse portatrici anche di un temporale.
Miles dovette abbassarsi di quota e oramai sfiorava i rami bassi delle conifere dei dintorni.
-Ho riflettuto a che altro può essere successo nella zona per indurre alla maledizione di impadronirsi di te ed ho pensato che fuori dalla riserva, verso nord-est, lontano almeno due ore di corsa, ci sono dei macchinari umani che stanno abbattendo quasi l’intera foresta al fianco del territorio dei ranger-
-E tu come fai a sapere qual è il territorio dei ranger?- chiese distrattamente Jared cercando di evitare attentamente la melma che stava iniziando ad essere più presente nella zona mentre il torrente sembrò assottigliarsi poco a poco.
Non arrivò risposta ma lui era concentrato sul da farsi e quando qualcosa lo colpì di spalle facendolo cadere a terra di faccia in mezzo al fango, di sicuro non era quella la risposta che si aspettava.
-Ora siamo pari- rise di gusto Miles tornando a volteggiare nel cielo.
Jared aveva già il nervoso e dopo essersi scrollato il fango di dosso e immerso con cautela il muso nell’acqua gelida e pungente, mandò silenziosamente a quel paese Miles rimettendosi in marcia, fulminandola con lo sguardo.
-Tutti qui conoscono il limitare del territorio dei ranger, è facile: ci sono le reti di protezione per non farci uscire e finire in mezzo alla strada- rispose in quel momento la volatile alla domanda di prima.
La mente di Jared tornò di nuovo alla notte in cui aveva investito Randy. Quella notte loro due erano fuori dalla riserva appositamente per salvare Anouk? Possibile che fossero usciti dalle recinzioni? Anouk, in particolare, si era allontanata di notte solo per cacciare? Gli sembrò al quanto assurdo. Doveva esserci un buco da qualche parte che aveva oltrepassato quando, cieco dalla stanchezza, a guidarlo erano gli occhi di Randy che lo stava portando verso l’interno della riserva.
-Voglio andarci- decise Jared facendo un grande salto per atterrare sull’altra sponda del torrente. –Miles, domani dovrò fare una capatina in un posto… il giorno dopo ci potremmo incontrare di nuovo alla piana in mattinata?-. All’indecisione di questa aggiunse: -Ti porterò una bella lepre, che ne dici?-
A quella condizione Miles gridò in risposta con tono affermativo.
 
-Coniglio- sentenziò Kory piazzandogli la sua vittima di fronte a lui. Questa volta il giovane lupo indossava una specie di marsupio rosso attorno al collo che gli dava un’aria da cane sanbernardo.
Jared annuì pensieroso e sbuffò stancamente nascondendo il muso sotto la grossa zampa destra.
-Scusa Kory… mi spiace che tu debba ancora cacciare per me, purtroppo non so come si fa e ho così tanto per la testa che…-
-Cosa?! Non sai come si caccia?- domandò stupito il lupo grigio attirando su di se qualche sguardo nervoso dei più vicini che stavano cercando di mangiare chi un daino e chi un cervo o qualche topo. –Come hai fatto a sopravvivere fino ad ora? Mangiavi dagli altri?-
-No, è che… scusa, ti racconterò appena posso, ma… ecco, diciamo che non ho davvero mai dovuto “arrangiarmi”- rifletté Jared allontanando la zampa dal muso e mettendosi a sedere abbassando invece lo sguardo sul paio di conigli che aveva cacciato l’amico. –Kory, mangiateli tu. Domani potresti insegnarmi a catturare un coniglio? Ne avrei al quanto bisogno…-
In effetti, aveva promesso un bel coniglio a Miles e non aveva ancora idea di come fare per procurarselo.
-Certo e… Jared?-
-Hm?-
-Ti mangeresti almeno una zampa? Non credo di riuscire a mangiarli entrambi…- disse Kory addentando il primo coniglio facendo sorridere Jared. Una delle particolarità di Kory non era certamente lo stomaco piccolo.
 
Era notte oramai e dal cielo scendeva una pioggia talmente fitta che era quasi impossibile riuscire a vedere il limitare del bosco dall’entrata della grotta. Jared vi rinunciò.
Quella sera la luna era tremendamente rossa. Era la notte della Sfera Sanguinosa, quindi i lupi avrebbero combattuto l’uno contro l’altro. Chi voleva e chi se la sentiva, avrebbe potuto gareggiare contro gli altri, finché non sarebbe stato battuto da qualcun altro, decretando così il vincitore.
Tutto andava bene. Di certo Jared non aveva nessunissima voglia di invischiarsi in un altro combattimento avendone sostenuti più che abbastanza in quegli ultimi giorni. Lui non era nato lupo e quindi non era bravo ad usare le zanne, gli artigli e chissà che altro pur di vincere, quindi rimase lì, nella grotta ampia somigliante quasi ad un’arena, solo per vedere come andavano le cose. A dirla tutta era in disparte, seduto sulle zampe inferiori, e si stava letteralmente addormentando dalla stanchezza. Proprio quando le sue palpebre stettero per crollare a causa del sonno, qualcuno fece il suo nome, o meglio, lo chiamò a gran voce facendolo risvegliare di soprassalto.
-Straniero! Ehi! Muoviti e vieni qui- disse con il suo vocione profondo Lex dal centro della grotta mentre altri dieci contendenti stavano ancora dandosele di santa ragione.
Il lupo rossiccio spalancò lo sguardo incredulo. Aveva ancora metà corpo nel mondo dei sogni, quindi pensava, e sperava, di aver sognato quelle parole. Che fossero un incubo magari?
-Dai, Jared. Lex ti sta chiamando- gli fece notare Randy lì vicino, reduce da uno scontro appena concluso. Una ferita sotto l’occhio destro gli sporcava il pelo grigio di sangue.
-Lo so che mi sta chiamando… ma perché io?- domandò Jared, scosso.
Randy rispose con un’alzata di spalle mentre il neolupo si vide costretto ad alzarsi sulle quattro zampe e, ingoiando a vuoto, dirigersi nel mezzo della grotta dove lo attendeva il grande Lex.
-Ti sfido, straniero-
Ecco, era sopravvissuto a un incidente stradale, ai bracconieri, all’essere sbranato da un cane, un’aquila, un puma e alle acque ghiacciate di un torrente… perché doveva proprio affrontare anche questa sfida? Eppure si trattava di combattimenti, più o meno, pacifici. Un po’ come quando nelle fiere di paese, nei lunapark, ci si infila l’imbottitura da lottatore di sumo e ci si da dentro con i colpi affrontandosi uno contro uno. Peccato però che nel suo caso specifico non si usi un’imbottitura…
-Potrei anche rifiutarmi … - mormorò Jared, allungando lo sguardo da un’altra parte.
Dreda in quello stesso momento stava gareggiando, contrariamente da ciò che il giovane avrebbe pensato, si era messa ad affrontare un lupo del suo branco. Era convinto che i capi non s’immischiassero in certi passatempi. Dovette ricredersi. La lupa sembrò andare in vantaggio afferrando per il collo il suo avversario e scaraventandolo a un metro di distanza balzando con le zampe anteriori sopra di lui, atterrandolo. Aveva vinto.
Si accorse solo in quel momento che Lex gli aveva parlato.
-Che cosa?- domandò.
-Ho detto che rifiutandoti di gareggiare quella poca reputazione che “potresti” avere nel nostro branco crollerebbe totalmente a zero. A te la decisione- ghignò Lex roteando le scapole per sgranchirsi le ossa e riscaldare i muscoli, muovendosi un po’ sul posto. –Cosa decidi straniero?-
Jared tornò a posare lo sguardo su Dreda e poi su Randy, il quale teneva l’occhio chiuso ma tutto sommato in buone condizioni. Infine guardò Kory che se la stava vedendo brutta con Kendal, spinto più dalla rabbia che dalla competizione.
Che doveva fare? In realtà aveva già deciso quando tornò con lo sguardo sugli occhi di Dreda: severi e duri. Lo esortavano a provare, anzi, quasi lo costringevano. Chissà per quale motivo, ma era convinto che quella sarebbe stata un’altra lezione della lupa. Si voltò di nuovo verso Lex e con espressione combattiva annuì, convinto, o quasi.
-D’accordo. Ci sto!-
 
-Ahia…- mormorò Jared alzando il muso verso l’alto, lasciandosi bagnare dalla pioggia fredda per dare un po’ di sollievo alle sue numerose ferite. Le fitte si sprecavano e il dolore gli attanagliava la testa.
Non era andata poi così male, almeno secondo lui no, poteva andare molto peggio. Aveva naturalmente vinto Lex ma era riuscito a tenere duro per diversi minuti prima di cadere stremato a terra con la mascella di Lex sulla nuca.
Era relativamente fiero di se stesso, nulla da ridire, o quasi, però gli rimase il dolore delle ferite conseguenti alla lotta intrapresa. Forse chiamarle “ferite di guerra” sarebbe stato eccessivo.
-Stai imparando un’altra lezione, straniero- disse la voce di Dreda alle sue spalle. Preso di sproposito, Jared sussultò e la lupa avanzò fino a raggiungerlo sotto la pioggia, affiancandolo.
-Quale? Evitare scontri con Lex?- domandò ridendo e sentendo sghignazzare per la prima volta anche Dreda che, come lui, aveva riportato qualche acciacco, ma la quale era molto più abituata di lui a sopportare dolori simili.
-La difesa del proprio orgoglio. Affrontare anche l’inaffrontabile pur di vivere con dignità e tentare qualsiasi cosa, senza paura, in modo d’andare avanti nel proprio cammino. L’accettazione di se stessi comporta anche questi passaggi e forse, così facendo, diventerai Jared-.
Le parole di Dreda gli arrivarono dritte in corpo, come iniettate. Lo portarono a ripensare a tutti i tentativi fatti nella sua vita. Sì, aveva rubato, picchiato molta gente, aveva ingannato persone e accordato fiducia ad altre che non ne meritavano piuttosto che credere in chi per lui c’era sempre stato. Aveva sbagliato, ma non era questo che gli s’incolpava, piuttosto il fatto di non aver imparato dai propri errori e anzi, l’esser stato recidivo e aver perseverato nelle proprie scelte, sapendo che esse erano sbagliate, era molto peggiore.
Si morse la lingua abbassando il capo, colpevole, comprendendo solo in quel momento ciò che aveva sbagliato di se in quegli anni.
-C’è una cosa che non ho capito. Forse sembrerà strano, ma non mi chiedere il perché te lo domando-, disse Jared, voltandosi verso di lei e al suo assenso riprese a parlare. –Ogni volta che un lupo viene colpito… è normale avvertirlo, cioè… sentire la sua voce nella propria testa?-.
Era una cosa che gli era successa alla morte di Arty. Aveva sentito quella che probabilmente era la sua voce che chiamava i suoi fratelli. Ricordava ancora in quello stesso momento il suono del suo respiro, il suo battito che poco a poco, da incredibilmente veloce, iniziava a spegnersi fino a non farsi più udire. La sua paura, le sue ansie, la forza che lasciava il suo corpo e la consapevolezza di star per morire.
Come se una parte di se stesso fosse morta con lui quel giorno, la sua parte umana, il suo passato.
Quando si accorse dell’espressione e dello sguardo di Dreda, tornò al presente schiarendosi la voce.
La lupa sembrò turbata all’inizio, ma portò poi lo sguardo lontano e socchiuse gli occhi sotto la pioggia scrosciante, come se stesse pensando per bene a cosa rispondere prima di dire qualsiasi cosa.
-Non sono certa di poterti rispondere… Ciò che mi turba sono queste domande. So che non sai cacciare e neppure eri a conoscenza delle occasioni di ritrovo per noi lupi. Straniero, tu non sei un lupo normale, non è vero?- domandò lei, voltandosi verso il suo interlocutore con sguardo inquieto.
-Kory e Randy hanno…-
-No, non hanno parlato. Io, in quanto capo del branco, devo essere al corrente di tutto.-
Jared sospirò, impensierito, piegando il muso in direzione del capo del branco ed annuendo incerto.
-Un giorno, non troppo lontano di certo, spiegherò la mia situazione, ma per ora, ciò che vi chiedo è ospitalità. Per diventare Jared ho ancora molta strada da fare-.
-E sia-, accordò infine Dreda facendo un segno di saluto, dirigendosi poi verso la grotta dalla quale ancora provenivano gli schiamazzi degli altri lupi.
Quella notte non fu una notte come le altre.
Sogni ne aveva fatti, anche incubi, ma mai e poi mai come quello.
Dreda lo aveva detto la sera prima: “…la Sfera Chiara domani sarà sostituita dalla Sfera Sanguinosa che ci farà avere brutti sogni.
E in quel momento stava passando un brutto quarto d’ora in incubi contorti, oscuri, nei quali vide Gad, sua madre e un uomo misterioso che riconobbe come suo padre biologico.
Erano incubi bui in cui sua madre lentamente era inghiottita dalle tenebre e Gad, di spalle a lei, non muoveva un muscolo. L’uomo misterioso invece lo vedeva lontano. Scompariva lentamente. Più Jared cercava di correre verso di lui e più sentiva delle fitte nel cuore. Si fermò ad un tratto portandosi la destra al petto e si rese conto che quella non era più una mano umana ma una zampa. In seguito iniziò a prendere fuoco in tutto il corpo fino a dimenarsi, urlando a pieni polmoni.
Così si svegliò: urlando.

 
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Salve,
dopo qualche settimana di assenza sono riuscita a tornare attiva e, per compensare queste tre settimane di assenza ho voluto inserire un capitolo in più all'interno della storia.
Spero vogliate ancora seguire questa mia prima narrazione lunga. Come detto è molto acerba ma, nonostante tutto, non posso fare a meno di volerle bene.
Vi ringrazio e buona serata/giornata!

 
   
 
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