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Autore: Laura Taibi    15/05/2018    4 recensioni
Questa one shot si ricollega a "Non lasciarmi" (quindi prima leggete quella). La storia ha qualche parte un pizzico spinta, niente di che ma vi avverto, nel caso non vi andasse di leggere cose del genere! Per tutti gli altri... buona lettura!!!
"Marinette dimenticò ogni raccomandazione e, senza riuscire a impedirselo, si allungò verso il ragazzo, cingendogli le braccia al collo e baciandolo con trasporto. Non sapeva chi ci fosse sotto quella maschera, ma lo amava... lo amava con tutta se stessa."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando le loro labbra si staccarono Ladybug era tornata a essere Marinette.

La ragazza vide un lampo di stupore negli occhi appannati di Chat Noir, prima che il ragazzo perdesse i sensi.

Tikki crollò a terra, esausta dopo la trasformazione. «Questo sì che è un bel problema» esclamò, guardando il ragazzo, la cui ferita imbrattava l'acciottolato della banchina di rosso.

Marinette scostò i capelli dal viso del giovane, guardandosi intorno, senza sapere cosa fare. «Non possiamo lasciarlo qui, dobbiamo fare qualcosa! Forse portarlo in ospedale...»

«Se lo fai, tutti scopriranno la sua vera identità, non appena gli sfileranno l'anello» obbiettò il kwami.

Marinette si morse il labbro. La sua piccola amica aveva ragione e, se le cose stavano cosi, c'era una sola cosa da fare.

La ragazza prese un biscotto dalla borsetta e lo porse al kwami.

Mentre Tikki mangiava, lei rimase al fianco di Chat Noir, accarezzandogli le criniera dorata. Non voleva ancora confrontarsi con il gesto che aveva appena compiuto, non voleva dover pensare al perché di quel bacio. Al momento l'unica cosa che contava era che lui stesse bene.

Non appena Tikki si fu ricaricata, Marinette si ritrasformò. Seppur con fatica, riuscì a prendere Chat Noir e caricarselo sulle spalle. con una parte del filo dello yo-yo lo assicurò a sé e, senza altre esitazioni, si lanciò in volo, diretta nell'unico posto sicuro che conosceva: casa sua.
 

Calare Chat Noir attraverso la botola che dal terrazzo conduceva alla sua camera non fu semplice.

Ci riuscì, ma alla fine perse l'equilibrio e ruzzolò anche lei all'interno, finendo con il ragazzo sul letto che, fortunatamente, attutì la caduta.

I suoi genitori per fortuna erano di sotto, in pasticceria, o si sarebbero di certo chiesti cosa diavolo stava combinando lassù, per fare tutto quel baccano.

Si ritrasformò nuovamente e sistemò il ragazzo sul suo letto, chiedendosi cosa avrebbe mai potuto fare.

«Beh» iniziò Tikki, come se le leggesse nel pensiero «direi che prima di tutto dovresti pulire la ferita, dopodiché fasciarla in modo che smetta di sanguinare.»

Marinette sospirò. La vista del sangue non era nella top ten delle sue cose preferite e il suo letto era già tutto imbrattato. Nonostante ciò convenne con Tikki che quelle erano le cose giuste da fare e, dopo aver preso tutto l'occorrente dalla cassetta dei medicinali che si trovava in bagno, tornò in camera sua e si mise all'opera. Chat respirava con fatica ed era davvero pallido.

Fu a quel punto che si rese conto dell'ostacolo.

«Secondo te dovrei...?» fece con voce esitante al kwami, che alzò le spallucce, cosa che Marinette interpretò come un sì.

Afferrò il sonaglio dorato che il ragazzo aveva al collo e quello tintinnò. Il ricordo del bacio che si erano scambiati poco prima la travolse come un lampo. Le loro labbra che si sfioravano e tantissimi altri piccoli ed insignificanti particolari, come la morbidezza dei suoi capelli o i loro respiri che si fondevano, le fece sobbalzare il mentre sentiva il viso avvamparle.

  «I-io davvero n-non credo di farcela!» squittì la ragazza.

Tikki le si avvicinò al viso. «Andiamo, se non lo aiuti morirà dissanguato.»

Marinette fece un paio di respiri per calmarsi, dopodiché prese ad aprire la zip della tuta in latex del suo partner, rivelando un fisico asciutto ed atletico che non fece altro che accrescere l'imbarazzo e la temperatura corporea della ragazza, che iniziò a sentire davvero caldo.

Cavoli, era davvero un bel vedere, pensò la ragazza, dandosi immediatamente della stupida per aver pensato una cosa del genere in un momento simile.

Facendo attenzione a non muoverlo troppo, iniziò a pulire la ferita con un panno umido. Ogni tanto, quando tamponava con maggior forza, sentiva il ragazzo lamentarsi e il cuore le si stringeva in una morsa, quasi fosse lei stessa a provare dolore.

"Se non avesse fermato il colpo, adesso ci sarei io al suo posto" pensava.

Una volta pulita, la ferita parve un po' meno grave. Con garza e bende la ragazza gli fasciò l'addome, stringendo in modo da fermare la fuoriuscita di sangue ma stando attenta a non fargli troppo male.

Non appena ebbe finito sospirò esausta. Senza rendersene conto era passata quasi un'ora.

Scese di sotto per mettere tutto a posto e ritornò in camera con qualcosa da mangiare. Non appena si fu arrampicata sul letto quasi non cadde di sotto nel vedere Chat Noir con gli occhi aperti.

Lei deglutì, senza sapere cosa dire. Il ragazzo aveva ancora la zip abbassata e la osservava con uno sguardo che non riusciva ad interpretare.

Poggiò il vassoio con le vivande - biscotti e qualche croissant - e si sistemò accanto a lui, imbarazzata per quella situazione. «Scusa, non sapevo dove portarti» disse.

Chat sospirò, sorridendo. Non disse nulla ma si limitò a fissarla, cosa che mise Marinette a disagio.

 «Spero che non ti faccia tanto male. N-non sono brava come infermiera» disse, tentando di sorridere.

Ancora quell'espressione incomprensibile.

«I-insomma, dimmi qualcosa!» sbottò lei.

Chat Noir allargò ancora di più il sorriso. «Sei tu» disse.

Il suo sguardo la fece avvampare. «Che vuoi dire? Ci conosciamo?»

Chat tentò di mettersi a sedere ma una fitta all'addome lo fece sobbalzare.

Marinette lo aiutò, sorreggendolo e aiutandolo nei movimenti. «Stai attento, non sei ancora guarito!» esclamò lei, preoccupata, ma con suo immenso stupore notò che il ragazzo stava ridendo. Prima che potesse chiedersi se il suo partner fosse del tutto impazzito, quello la avvolse in un abbraccio, stringendola al suo petto.

Se qualcuno le avesse chiesto il nome in quel momento, probabilmente non avrebbe saputo rispondere. Sentiva il cervello in tilt e il cuore che premeva con forza nel petto, galoppando a mille battiti al secondo.

Chat Noir le prese il viso tra le mani e la guardò dritto negli occhi. I loro visi si avvicinarono e i loro nasi si sfiorarono ma lo sguardo di Marinette venne attratto dalle foto di Adrien, appese vicino al suo letto.

si allontanò di scatto.

Il ragazzo la guardò confuso poi, seguendo il suo sguardo, notò anche lui le foto. «Ti piace Adrien Agreste?» chiese.

Marinette abbassò gli occhi. Sentiva la gola secca e non riusciva a parlare, così si limitò ad annuire. Adesso si sentiva davvero malissimo.

Sapeva che Chat Noir provava qualcosa per lei e baciarlo lo aveva illuso, gli aveva fatto credere che ci sarebbe potuto essere qualcosa... ma, in fondo, anche lei per un attimo ci aveva creduto, no? Le era sembrato giusto in quel momento. Allora perché adesso stava così male?

Inspiegabilmente Chat Noir non smise di sorridere. «Ma mi hai baciato, quindi... ti piaccio anch'io?» chiese.

«No!» esclamò di getto la ragazza. «Cioè si! Forse... non lo so!»

Cavoli, sarebbe stato tutto più semplice se avesse tirato su quella stupida zip! Avrebbe dovuto essere risoluta e sicura di sé, e invece non faceva altro che far cadere lo sguardo su quella porzione di ben di dio che la confondevano, facendole fare pensieri tutt'altro che pudici!

Il ragazzo fece per avvicinarsi a lei ma Marinette si tirò ancora più indietro nel letto, stringendo le mani al petto e chiudendo gli occhi, in un'espressione quasi sofferente, che fece preoccupare e allos tesso tempo intenerire l'altro.

 «Che succede? Perché ti allontani da me?» chiese Chat, dolcemente.

  «Perché se ti lasciassi avvicinare poi non riuscirei a controllarmi e alla fine so che me ne pentirei» disse la ragazza. «Quindi, ti prego, va via. Non voglio ferirti!»

Era quasi sul punto di piangere. Perché doveva essere così difficile?!

Chat Noir allungò la mano e le sfiorò la guancia in un gesto che la fece trasalire per la sua dolcezza.

«Milady, tu non potresti mai ferirmi.»

Marinette dimenticò ogni raccomandazione e, senza riuscire a impedirselo, si allungò verso il ragazzo, cingendogli le braccia al collo e baciandolo con trasporto. Non sapeva chi ci fosse sotto quella maschera, ma lo amava... lo amava con tutta se stessa.

Chat Noir le avvolse le braccia intorno al busto, aggrappandosi a lei e inspirando il suo profumo. Le loro labbra si schiusero e le lingue si unirono in una danza, mentre le mani del ragazzo esploravano i fianchi di Marinette, insinuandosi sotto la maglietta.

Lei accompagnò il gesto, invitandolo a salire un po' di più mentre, con un rapido gesto, si liberava della maglia, lasciando in bella mostra il reggiseno, che contornava le sue forme sinuose. Allungò le mani sul petto di lui, le fece salire sul collo e poi su, fino alla nuca, afferrando i capelli biondi e attirando il viso di lui a sé, con foga.

Fu a quel punto che lui si staccò dalla bocca di lei, guardandola con desiderio mentre la ragazza si chiedeva come fosse finita cavalcioni su di lui.

«Aspetta» disse il ragazzo, senza smettere di accarezzarla. Marinette lo guardò confusa. non era quello che aveva sempre voluto? E allora perché adesso si fermava?

Queste domande dovevano essere quasi stampate sul viso della ragazza perché Chat Noir sorrise, grattandosi la testa e arrossendo leggermente. «Se continuiamo non sono certo che riuscirò a fermarmi.»

Marinette arrossì a sua volta. «S-scusa, non volevo c-costringerti a...»

«No! Non hai capito!» esclamò il ragazzo «Io voglio, non hai idea di quanto lo voglia... ma prima, devo mostrarti una cosa.»

Non aspettò oltre, annullò la trasformazione e ritornò ad essere Adrien.

Se Marinette aveva creduto di aver raggiunto il limite d'imbarazzo che una persona potesse provare, beh, dovette ricredersi. Il suo viso avvampò, si rese conto di essere in reggiseno e di aver appena baciato - più e più volte - il ragazzo su cui aveva fantasticato per mesi!

Il kwami del ragazzo si lamentò riguardo del formaggio, o qualcosa del genere, volando via, mala ragazza era troppo sconvolta per prestarvi attenzione.

«Scusa» disse Adrien, mentre l'imbarazzo coglieva anche lui «non era mia intenzione nasconderti la mia identità ma... beh, non sapevo come dirtelo.»

Marinette non mosse un muscolo, troppo sconvolta per fare qualsiasi cosa, tanto che il ragazzo prese a preoccuparsi. «T-tutto bene? Se vuoi che vada io...»

La ragazza lo afferrò per la maglietta e lo attirò a sé, ricominciando a baciarlo.

«Resta con me» disse lei.

Rimase... tutta la notte.

 

 

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Ok, contenti? L'ho fatto!

Ahhhhhhh, mi sento male! Non so scrivere certe cose!!!!

Spero tanto che vi sia piaicuta, e adesso non ditemi di continuarlo xD

 

Fatemi sapere che ne pensate! Baci!!!!!!!

   
 
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