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Autore: Harry Fine    16/05/2018    1 recensioni
Papillon è stato ormai sconfitto da anni. E da altrettanto tempo, Ladybug, Chat noir e gli altri portatori sono scomparsi nel nulla, creando le loro famiglie come persone normali. Ma un'ombra proveniente dal passato si profila nuovamente all'orizzonte. E stavolta, toccherà combattere ad una nuova generazione di portatori.
Saranno in grado di sventare la minaccia?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chatte noire saltò rapidissima verso l'alto, schivando l'ennesimo affondo della lancia del nemico. Aveva il fiatone e i suoi riflessi non erano più sufficienti ad evitare del tutto gli attacchi. Ma non aveva la minima intenzione di fermarsi!

Quella lotta stava andando avanti da troppo tempo, ma lei doveva vincere. Anche se era stanca ed arrabbiata per tutto. La situazione in quei giorni era di colpo precipitata.
A Parigi si era scatenato il panico. O meglio, si era ingigantito ancora di più! E questo a causa di incidenti come quello che era accaduto nel bagno della loro scuola, che si erano verificati in massa e loro non avevano idea di quale fosse la causa o come intervenire.
Specchi mandati in frantumi, tubature e muri sfondate, quel disgustoso liquido nero ovunque che lasciava parole terribili stampate sulle pareti e sempre quella risata inquietante ad accompagnare tutto questo.

Aveva chiesto delle spiegazioni a Plagg, ma lui non aveva sentito ragione ed era rimasto zitto anche quando lo aveva minacciato di gettarlo nel water e tirare lo sciacquone. E non era finita lì.
C’erano stati ben altri due attacchi di quei mostri alla città. Ed entrambi piuttosto violenti. 
Avevano preso d'assalto la chiesa di Saint Sulpice e il ponte dei lucchetti, riducendo molto male entrambe le bellissime attrazioni.

Lei e Coleoptere si erano subito presentati in entrambi i casi e avevano distrutto i mostri dopo uno strenuo combattimento, ma non avevano potuto evitare che vari civili venissero feriti. Anche combattendo al loro massimo, erano comunque ancora inesperti. Ma non sembrava importare a nessuno. Anzi, era solo un altro motivo di scherno nei loro confronti!
Anche quel momento ne era un esempio lampante. L'ennesimo attacco era avvenuto, stavolta a Place de la Republique, e la stava distruggendo completamente, bombardandola con fiammate tremende e colpi di lancia. 

Il loro avversario sembrava una specie di donna alta e sottile, vestita con un ricco abito rosso e azzurro dalla foggia cinese e con una grossa fiamma al posto della testa. Era in sella ad un grosso cavallo nero e in mano brandiva una enorme lancia. 
Quando aveva fatto la sua comparsa, sia lei che il suo compagno erano subito arrivati sul posto per dare una mano, ma la gente li guardava con sdegno. Come se fossero solo due impiccioni.
Non era minimamente importante che loro stessero mettendo a repentaglio la loro incolumità per loro o che stessero distruggendo il vero colpevole delle aggressioni. 

No. Contavano solo gli errori che avevano commesso senza volere
Ormai erano stati etichettati da tutti come eroi falliti. Ed era una situazione seriamente comica per certi versi. 

Plagg aveva detto ad Emma che Ladybug e Chat noir erano ancora due quattordicenni quando erano diventati portatori, solo che loro erano stati subito acclamati dalla gente, nonostante gli inconvenienti dati dall'inesperienza, mentre lei e il suo partner erano solo vittima di disprezzo dalla maggior parte. 
La frustrazione bolliva nelle vene della giovane. Loro combattevano per difendere quelle persone, quindi si sarebbe aspettata almeno un po' di gratitudine! 

Ed era talmente frustrante dover sopportare tutta quella situazione senza potersi sfogare con i suoi amici.
Dopo l'incidente nel bagno, aveva cercato di tenersi il più possibile lontana dagli altri, per paura che potesse succedere di nuovo una cosa simile, in particolare da Jules e Davide.
Loro due, Xu, Dalia e i gemelli avevano provato più volte a chiederle cosa non andasse, ma lei aveva sempre aggirato la domanda o gli aveva rifilato delle bugie inventate sul momento.
E se c'era una cosa che seriamente detestava davvero moltissimo, era mentire ai suoi amici, visto il rapporto speciale che aveva con tutti loro, in particolare col ramato, e l'odio dell'italiano verso le bugie. Ma non sapeva che altro fare!

Non poteva dire loro di Plagg o dell'effettiva esistenza e la funzione dei Miraculus. Sarebbe stata un'imprudenza e anche se lei stessa li aveva coinvolti in quella storia, non aveva intenzione di rivelare nulla. 
Anche a costo di continuare a mentire e non poter più essere loro amica.

Solo che questa prospettiva era tremenda per lei. Non voleva rimanere sola! 
Solo che lei e il suo partner non riuscivano più a reggere quella situazione! 

Era pure strano, ma ormai i combattimenti erano ironicamente diventati la sua unica valvola di sfogo. Colpire con forza, saltare, correre, usare i suoi poteri. Tutto questo la faceva stare molto meglio. Sentiva le endorfine scorrere dentro di lei. E le piaceva da matti.
Lo stava mettendo in mostra giusto in quel momento, evitando le fiammate e gli affondi della lancia della sua nemica, ricambiando a suon di bastonate.
Coleoptere, giocando d'astuzia, attorcigliò lo yo-yo attorno alla lancia, tirando con tutte le sue forze, dolo che una vampata lo costrinse a spostarsi, cadendo a terra.

La mora gli si avvicinò velocissima. 《Stai bene?》
《Si. Grazie, Micetta》 Scherzò lui.

L’altra sorrise. 《Dobbiamo usare i nostri poteri. Questo scontro sta andando troppo per le lunghe.》
L'altro annuì, tirandosi su. 《Lucky charm!》

Immediatamente, tra le sue mani cadde un secchio rosso a pois neri, che lo fece rimanere di stucco.
Di sicuro il suo potere era particolare. Non si era ancora abituato alla comparsa di quegli strani oggetti. Ma non aveva molto tempo per pensare a cose del genere.
L'amazzone stava nuovamente caricando con le sue fiammate, costringendoli a scappare sui tetti per non  venire bruciati.

《Accidenti. A che serve un secchio contro una che incenerisce tutto in un attimo?!》 Urlò esasperata la ragazza gatto. 
Il suo compagno non poteva che essere d'accordo. I suoi poteri non potevano dargli un estintore o qualsiasi cosa che potesse spegnere quel fuoco!?

Continuarono a correre come dei forsennati, mentre Chatte noire usava il suo bastone per lanciare macerie addosso alla loro nemica. Solo che non servivano quasi a niente.
Il ragazzo coccinella era nel panico. Gli restavano solo quattro minuti in quella forma e non aveva idea di come usare il suo oggetto fortunato.
Solo che poi sentì una frase della sua compagna di battaglia. 《Prendi questo, testa di candela!》

Un masso anche più grosso si scaricò sulla testa fiammeggiante del mostro e un lampo di genio gli arrivò.
Si ricordava ancora che sua nonna gli diceva che prima, per spegnere le candele, si usavano delle specie di tappi per estinguere la fiamma. Quindi un secchio faceva proprio al caso suo.
《Chatte! So come batterla. Tu aspetta che io abbia fatto la mia mossa e poi vai col Cataclisma!》
Senza aspettare risposta, si buttò dritto dritto verso l'amazzone e, aggrappandosi alla sua lancia, le ficcò il secchio sulla testa, premendo con forza e indebolendo la fiamma.

E a quel punto, toccò alla sua partner.
《Cataclisma!》 Urlò, graffiando il mostro con i suoi artigli distruttori. 
Questo, come da programma, divenne scuro e si sbriciolò come cenere in un attimo.

《Ottimo lavoro.》 Le disse il ramato, regalandole un sorriso che la fece sciogliere. 
《E adesso… Miraculus Coleoptere!》 Terminò il ragazzo, lanciando il secchio in aria.

Questo si scompose immediatamente in moltissimi fasci di luce rossa che fece svanire ogni singolo danno causato dal mostro.
Questo lo fece sorridere. Era un potere di cui Tikki gli aveva parlato da poco. Per fortuna funzionava a dovere.
《Bene. Andiamo via prima di ritrasformarci.》 Commentò la sua compagna, sentendo i segnali del suo anello.

L'altro annuì, saltando via con lei, solo che notò qualcosa di strano in lei. Conosceva Chatte da circa due settimane ormai, e lei era sempre stata molto aperta, sbruffona e allegra, ma in quel momento era scura in volto e crucciata. 
《C'è qualcosa che non va? Mi sembri strana oggi.》
《Non preoccuparti, Milord. Sono solo pensieri.》

Cercando di ignorare il modo in cui l'aveva chiamato, lui insistette.
《Sei sicura? Non sembri stare affatto bene》

Lei cercò ancora di negare, ma aveva seriamente bisogno di sfogarsi con qualcuno. E poi, quegli occhi grigi la facevano sentire decisamente più ben disposta ad aprirsi, quindi si decise.
《Semplicemente ho capito questo compito sia pesante. A parte i combattimenti, il formaggio puzzolente del mio Kwami e la fatica fisica e mentale, mi sono ritrovata anche a dover mentire ai miei migliori amici riguardo tutto. L'altro giorno uno di loro ha subito un attacco da parte di quel liquido nero e un altro lo ha aiutato. Avevano entrambi paura, ma io sono stata troppo codarda per parlare con loro e spiegargli che era probabilmente l'opera di un altro di questi mostri. Sono rimasta zitta. Così come con gli altri. Mi hanno chiamato e chiesto spiegazioni, ma io non ho mai risposto. E adesso finirà che non ne vorranno sapere più niente di me.》
《Oh, andiamo… non credo che lo faranno.》 Commentò l'altro, sedendosi accanto a lei.

《Se sono veri amici, capiranno la situazione e ti lasceranno il tempo per aprirti. Non penso smetterebbero di volerti bene solo perché non sei pronta a rivelare di essere Chatte noire.》
《Il punto è che io li voglio proteggere. Ho sognato di essere come Chat noir proprio perché non volevo che i miei amici fossero in pericolo a causa di un attacco come quelli di queste settimane. Ma sono vittima solo di disprezzo.》

Coleoptere, ignorando il tempo che stava passando, le avvolse le spalle e le fece appoggiare la testa sul proprio petto. Aveva imparato a conoscerla durante le loro ronde. Era una persona che seriamente meritava tutto e di cui poteva definirsi amico e il suo modo di fare spensierato gli ricordava un pochino quello di Emma, quindi l'avrebbe tirata su in ogni modo.

Lei, dal canto suo, sentì le guance scaldarsi e il cuore accelerare quando si vide tanto vicina a lui, ma si godette quella stretta gentile, il suo calore e quella strana familiarità. La facevano sentire protetta.
E quell'atmosfera aveva qualcosa di speciale. Erano soli sui tetti di Parigi, stretti l'una all'altro, nel silenzio notturno, finalmente riposando e confortandosi a vicenda.

Chatte si sentiva molto più leggera e tranquilla in quel momento. Come aveva detto, la presenza di quel ragazzo la faceva star bene.
Stava finalmente iniziando a pensare che tutto sarebbe andato bene con Dalia e gli altri, solo che poi sentì qualcosa che ruppe la sua pace. Un sibilo veloce e sempre più vicino.

E furono i suoi riflessi felini a salvarli entrambi. Strattonò infatti il suo compagno con forza, facendolo cadere in avanti poco prima che una freccia luminosa si conficcasse esattamente dove prima stava la sua testa.
《Ma che cavolo…!?》
Non fecero in tempo a farsi domande. Tantissime altre frecce gli arrivarono addosso, costringendoli ad utilizzare il bastone e lo yo-yo per pararle.

《Ma che sta succedendo?!》
《Che sia l'ennesimo attacco?!》 Si chiese il ragazzo, sentendo di nuovo l'allarme dai suoi orecchini.

L'altra se ne accorse, osservando che anche il suo tempo era agli sgoccioli. 《Non abbiamo più tempo. Dobbiamo ritirarci e dar da mangiare i nostri Kwami.》
Entrambi tentarono una fuga velocissima tra i tetti, schivando le frecce per un soffio, ma l'ennesima sorpresa li bloccò.
Un vorticante sciame di farfalle viola scuro apparve dal nulla e li circondò da ogni lato, costruendo una barriera per bloccarli, mentre due figure femminili li raggiungevano sinuose. 
《Voi siete gli indegni portatori del gatto nero e della coccinella. Vi ordiniamo di renderci subito i vostri Miraculus.》 Dissero imperiose.
   
 
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