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Autore: Persychan    04/07/2009    7 recensioni
Si sa, quando sono i buoni ad arrabbiarsi...
[Bad!CanadaxAmerica]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Kumajirou sa quando avere paura
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Matthew Williams (Canada), Alfred F.Jones (USA)
Parte: 1/1
Note:
- questa fic non ha alcun senso di esistere, ma è tutta colpa delle ragazze del Forum di Hetalia che mi danno brutte idea. Ah, e io amo Bad!Canada **
- Scritta per il compleanno di Canada che cadeva il 1 luglio (ma non sono in ritardo, sul forum l'ho postata in orario XD)


Kumajirou sa quando avere paura


La porta sbatté contro il muro.
Dopo avrebbe dovuto ridare una mano di pittura, ma infondo non era così grave, nell’ultima settimana – tempo passato da quando era stato costretto a ritinteggiare l’intera stanza dopo la geniale idea di America di provare se il ketchup potesse essere usato per fermare i criminali. Prova ovviamente eseguita su di lui – la parete si era lievemente ingiallita e non le avrebbe fatto male una mano di colore e poi quello era un giorno troppo bello per litigare.
Canada appoggiò la fetta di torta che stava mangiando sul tavolo, controllò che Kumajirou avesse abbastanza cibo e poi si voltò con un sorriso speranzoso verso il selvaggio che stava saccheggiando la sua dispensa.

“ Come mai sei venuto a trovarmi, America?”

Alfred si girò verso di lui brandendo un recipiente a mo’ di richiesta, troppo impegnato ad masticare qualcosa.

“Di che cosa hai bisogno?”
“Deei scii..slr..loppo ach..gnam..erooo..pler collascioe cof..anhemmm..hero”
“Non ti capisco, puoi ripetere?”

Canada pensò che Alfred dovesse essere imparentato con uno struzzo. E in piccolo angolo di sé si chiese se la caccia agli struzzi fosse permessa.

“…oh, finalmente con la bocca libera. Dicevo: ho bisogno dello sciroppo d’acero per le mie frittelle che sono necessarie per fare una vera colazione da eroe!”
“ Ah, era questo il motivo. Va bene puoi prendere quello che ho lì, vicino alla torta con le candeline e con il mio nome che c’è sulla tavola…

America si lanciò sul contenitore come un affamato e travasandolo quasi tutto nel barattolo che aveva portato con se, affondando così un gomito nella soprannominata torta. Se, in quel momento, si fosse voltato avrebbe visto per un attimo un’aura scura circondare il corpo di Canada e Kumajirou che tremava.

“Non devi dirmi altro, America?”
“No, tutto a posto. Certo che non serviva che specificassi così tanto quale torta, infondo ce n’è solo una...”
“Sei proprio sicuro che tu non abbia nulla da dirmi. È il primo luglio...”

Continuando a versare lo sciroppo d’acero, Alfred girò il viso verso di lui con fare pensieroso facendo immergere metà braccio nella panna montata.

“Umm, primo luglio…ah sì, ora ricordo!”
“Cosa?”
“Questa sera è l’anniversario della morte di Marlon Brando e c’è la maratona dei suoi film.”

Quella stessa strana ombra iniziò a circondare le gambe di Matthew, mentre Kumajirou cadeva dietro alla sedia come a ripararsi da una possibile esplosione.

“No, io parlavo di un’altra cosa. Un compleanno...”
“Tra tre giorni è il mio compleanno!”

E l’aura continuava a diffondersi e a salire.
“No, sto parlando di un compleanno che cade proprio oggi.”

Il borbottio sommesso dei pensieri di Alfred – perché lui era rumoroso anche quando rifletteva – riempì la stanza e ad ogni secondo che passava il sorriso di Canada si faceva sempre più ampio ed inquietante. Kumajirou si raggomitolò.

“No, non mi viene in mente proprio niente.”

E l’ombra scura divenne immensa e spaventosa, mentre il suo sorriso perdeva ogni connotazione umana. Alfred, per la prima volta dopo tanto tempo, ebbe paura.

“Quindi tu, che dovresti essere mio fratello, ti ricordi così poco di me da dimenticare il mio compleanno anche quando un decerebrato ci arriverebbe?”
“Ma...”
“Zitto. È tutta colpa tua se nessuno mi nota perché tu sei troppo infantile ed egocentrico anche soltanto per accettare qualcuno al tuo fianco o farti venire in mente che non esisti soltanto tu!”
“Ma...”
“Zitto. Ti ricordi quando dicesti che eri fortunato perché pur avendo un fratello che vive al freddo non sembrava fuori come gli altri nordici?”

America lo ricordava bene: era stato dopo un viaggio nei paesi scandinavi dove era stato fortemente scioccato dagli assurdi festival di Finlandia e dalla passione per il bricolage quasi ossessiva di Svezia. Ovviamente la frase era rivolta anche al re nordico della pazzia: Russia.

“Sì, lo ricordo.”
“Ti ricordi le stronzate che dici, ma non quando tuo fratello compie gli anni, bene. Comunque sappi che avevi torto.”

Canada lo sollevò da terra mettendoselo sulle spalle a mo’ di sacco e America si rese conto di quanto fosse diventato forte il suo fratellino.

“Dove mi stai portando? Non mi puoi rapire, io sono l’eroe!”
“Zitto! E poi non ti devi preoccupare, ho solo trovato un modo per non farti dimenticare di me. Mai.”

Quando lo vide andare verso la camera da letto America si ricordò che Matthew era per metà francese e la paura si trasformò in terrore.

“Stai buono, non vuoi costringermi a legarti, vero?”

E Alfred si chiese se agli eroi fosse consentito svenire.
   
 
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