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Autore: Le VAMP    18/05/2018    2 recensioni
Per tutte quelle bellezze di cui non ci accorgiamo, e che possono divenir luminose per indicarci la via per quella gioia che tanto affannatamente rincorriamo.
"Era de maggio e te cadéano 'nzino,
a schiocche a schiocche, li ccerase rosse.
Fresca era ll'aria, e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciento passe."
- Era de maggio, 1885
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era de maggio

Era de maggio e te cadéano 'nzino,
a schiocche a schiocche, li ccerase rosse. 

Fresca era ll'aria, e tutto lu ciardino 
addurava de rose a ciento passe. 
Era de maggio; io no, nun mme ne scordo, 
na canzone cantávemo a doje voce. 
Cchiù tiempo passa e cchiù mme n'allicordo, 
fresca era ll'aria e la canzona doce.

 

Giunto è davvero quel tempo di sole, cui nuova vita spera di tornar come i raggi descritti più
volte in tele e testi, dipinto in occhi ridenti;
quel mese d’amor a cui motivi e canzoni cantan allegri
autori e poeti, cogliendo quel petalo che da candido fior cade!
Quando d’inverno si parla, stando a veder come ben danzano nero e bianco di quelle lunghe notti
innevate, o del carbone di quel camino che rischiara la veste dei santi abbigliati; poi s’attende
impazienti il nuovo ritorno di luci e colori, nei campi e nei vialuzzi, e odor di natura che s’impone
in quei nostri, più preziosi ricordi ch’inizieremo a raccontar a tal modo:
“Era de maggio”.

E diceva: "Core, core! 
core mio, luntano vaje, 
tu mme lasse e io conto ll'ore... 
chisà quanno turnarraje?" 
Rispunnev'io: "Turnarraggio 
quanno tornano li rrose. 
si stu sciore torna a maggio, 
pure a maggio io stóngo ccá. 
Si stu sciore torna a maggio, 
pure a maggio io stóngo ccá.”

_______________

E cosa posso dirvi su questo testo, se non che prima che finiva maggio dovevo scriverlo per forza! :) 
Il brano musicale in questione penso che non abbia bisogno di presentazioni. Era de maggio, canzone napoletana
“basata sui versi di una 
poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo e messa in musica da Mario Pasquale Costa.[1] 
I versi sono quelli di una canzone d'amore. Nella prima parte viene narrato l'addio, durante il mese di maggio, tra due amanti, i quali si ripromettono di ritrovarsi negli stessi luoghi, ancora a maggio, per rinnovare il loro amore. La seconda parte della canzone è incentrata sul nuovo incontro tra i due.” (cit. Wikipedia)

Interpretata e rivista nelle più svariate versioni, tra cui quella di Mina, la ritengo una delle più belle e dalle melodie più delicate che abbia mai sentito.

Il testo che ho scritto è dedicato a questa canzone, a maggio, e a tutte le piccole cose meravigliose della nostra quotidianità di cui non ce ne accorgiamo.

   
 
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