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Autore: Morghana    26/05/2018    1 recensioni
Dicevano gli antichi "A tutto c'è un limite... anche all'indecenza!"
I tre bellocci del Drago Spaziale, decisamente, non gliela fanno più a sopportare di essere protagonisti di fanfiction, soprattutto di quelle a sfondo erotico... ma, ancor meno, sopportano che le idee "a rating rosso" provengano da due presunte vecchie carampane che, secondo loro, se potessero li trasformerebbero nei loro toy-boy.
Decidono di passare al contrattacco... ma saranno davvero due carampane, quelle che si troveranno di fronte?
E soprattutto... ne usciranno vittoriosi?
Ai posteri - pardon, al giudice - l'ardua sentenza!!!
(Degno - si spera! - sequel della one-shot "Maledetto il giorno che quelle due..." della nostra Briz65)
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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“Che EFP sia dannato! All'inferno quella tale Briz e soprattutto Morghana...”

Il ringhio dell'ingegnere Sakon Gen e soprattutto la porta sbattuta fecero sobbalzare il capitano Pete Richardson e Sanshiro, che si voltarono di colpo.

L'ingegnere, scuro in volto e con gli occhi che mandavano lampi, andò a sedersi alla sua postazione, con la faccia ingrugnata e smozzicando improperi vari.

“Che è successo adesso? Che altro hanno scritto quelle due folli da manicomio?” chiese Sanshiro, allarmato, comprendendo immediatamente a chi si riferisse il loro ingegnere.

“Meglio che non te lo dico... ricordi l'avvertimento di Pete riguardo alla fanfiction comica? Quella ambientata in un convento?”
“E me lo ricordo sì... perché? L'hanno scritta davvero?”
“Morghana l'ha scritta, anzi la sta scrivendo... e non hai idea delle follie che sta partorendo da quel cervello fulminato!!!”

“Spiega un po'...” chiese Pete, pronto a chiedere una licenza per recarsi in Italia e commettere quelli che la legge avrebbe definito, senza esitazione, due omicidi volontari premeditati.

“Spiegare? Che c'è da spiegare? Vai sul sito di EFP e leggi... LEGGI!!! – ululò Sakon – Io non gliela faccio più!!! Non le bastava resuscitare Lisa come una specie di ninfomane ed impormi delle maratone di sesso da lasciarmi schiantato... non le è bastato costringermi a farti da paraninfo in Burrasca ed a prendere in braccio la tua rampolla sbavante, che alla fine m'ha pure pisciato addosso! Nooo, no che non bastava... giuro, avrei preferito tenermi addosso la divisa “benedetta” dalla marmocchia, anche senza lavarla, piuttosto che il saio francescano!!!”

Seguito a ruota da Sanshiro, Pete si avventò sul tablet che aveva in dotazione e richiamò la pagina in questione, per rendersi conto di quali assurdi eventi si fosse resa autrice l'ormai famigerata Morghana, preparandosi al peggio... ma non avrebbe mai potuto immaginare a cosa si sarebbe trovato di fronte!

Riuscì a reggere il conato di nausea nello scorrere il primo capitolo ma, arrivato al secondo, il tablet letteralmente volò in aria, mentre il capitano correva nella toilette.

Lo sventurato apparecchio fu prontamente afferrato da Sanshiro, i cui occhi caddero sul disegno che corredava il testo.

“AAARGGGH... Pete in abito talare??? Ma che... oddio, sembra un gay travestito da prete!”
“E non si è limitata a lui!!! Scorri la pagina dall'inizio...” mugugnò Sakon, trattenendosi a stento dal seguire Pete in toilette e liberarsi dal peso che aveva sullo stomaco.

“URGH... e questo saresti tu? Ma che è, un incrocio tra un frate e l'agente zero-zero-sette? E da quando James Bond porta gli occhiali?”
“Tsè... quello sarebbe il meno! Guarda più avanti...”

Sanshiro seguì il suo consiglio... per poi pentirsene amaramente: per un attimo rimase a bocca spalancata, ma fu solo un attimo.
Un urlo da lupo inferocito fece tremare le pareti.
“EEEH? E QUESTA... QUESTO... INSOMMA QUEST'ESSERE INDEFINIBILE TRUCCATO DA DONNA E VESTITO DA SUORA... SAREI IO?”

Questa volta il tablet non poté salvarsi: finì in terra, mentre il pilota del Gaiking andò a far compagnia al capitano nel liberarsi lo stomaco.

Sakon, letteralmente accasciato sulla poltrona della sua postazione e con la fronte tra le mani, ancora non riusciva a capacitarsi di quel che aveva visto... finché il suo cervello non riprese a funzionare, suggerendogli la sola via d'uscita possibile.

BASTA... io chiamo l'avvocato!”
 

*******    UN MESE DOPO    *******

 

Tribunale Internazionale

Corte d'Assise di Tokyo - in teleconferenza con il Tribunale di Napoli et con il Tribunale di Bologna.

Parte attrice, patrocinata dall'avvocato Dott. Thomas Matthew Richardson.
- Dott. Ing. Sakon Gen
- Capitano USAF Pete Richardson
- Comandante Sanshiro Tsuwabaki
Parti convenute in giudizio, patrocinate dall'avvocato Dott. Darius “The Great” di Zela
- Sig.ra Morghana (alias Mirella)
- Sig.ra Briz65 (alias Marina)


"Signori, in piedi... entra la Corte!" fu l'invito stentoreo dell'usciere.

La porta della camera di consiglio si aprì e fece il suo ingresso un giudice dignitosamente in là con gli anni ed, a giudicare dal colorito rubicondo e dal passo incerto, anche dignitosamente brillo.

I tre giovani si scambiarono uno sguardo dubbioso, per poi rivolgersi al loro avvocato - nonché fratello del capitano Richardson - per un parere professionale.

"Ehi, Tom! - chiese perplesso Pete - Ma... dove hanno pescato questo giudice?"
"In fondo a una bottiglia, mi sa..." rispose Sakon, senza dare il tempo al loro legale di aprir bocca.

"Silenzio in aula!" fu il tonante richiamo dell'usciere, mentre l'arzillo magistrato prendeva regalmente posto sul suo scranno ed iniziava a leggere i documenti di introduzione della causa.

“Tom... non mi dire che a sentenziare sarà quella faccia da rimbambito!” sussurrò Sanshiro all'orecchio del loro legale.
“SSSH... stai zitto, ché quel giudice lo conosco ed è pure permaloso!”
“Pure... cominciamo bene!” fu il commento sconsolato di Pete.

Sakon, imbufalito come non mai, stava per aggiungere il suo “parere” ma la sua istintiva prudenza lo indusse a tacere.
Avrebbe avuto tutto il tempo per parlare... ed avrebbe parlato, eccome se avrebbe parlato!

Espletate le formalità di rito, la causa si aprì con la lettura della citazione legale, a firma del capitano Peter Jonathan Richardson, dell'ingegnere Sakon Gen e del comandante Sanshiro Tsuwabaki... lettura che il giudice, occupato a spulciare i dépliant di varie enoteche, nemmeno ascoltò.

Solo il leggero tossire di uno dei giudici “a latere”, che gli segnalava la triste necessità di cominciare il dibattimento, richiamò la sua attenzione sulla causa in corso: il dignitoso vegliardo, pertanto, dopo aver constatato la presenza delle parti attrici, puntò lo sguardo sul banco degli imputati... trovandolo deserto, salvo la presenza dell'avvocato di controparte: un tizio dall'aspetto poco raccomandabile, con un viso che sembrava ricostruito alla bell'e meglio dopo un brutto incidente e dall'espressione decisamente incazzosa.

“Avvocato Darius, dove sono gli imputati?”
“Ehm, Vostro Onore, saranno presenti in teleconferenza, dato che risiedono in Italia...”
“In Italia? E che mai possono aver combinato di così devastante da propagarne gli effetti sino in Giappone?”

Una sonora gomitata del già citato giudice “a latere” lo indusse a non approfondire la questione, a scanso di far capire a tutti di non aver capito niente... nemmeno il perché fosse stata intentata la causa.
Tacque, saggiamente, attendendo che i monitor per la teleconferenza fossero attivati e che il collegamento con le aule italiane fosse aperto.

Purtroppo la saggezza del giudice – anche se in buona parte alcoolica – non faceva parte delle virtù dei tre sventurati membri dell'equipaggio del Drago Spaziale, i quali attendevano, con visibile rabbia, di poter finalmente guardare in faccia le due arpìe che, da anni ormai, li avevano fatti oggetto dei loro vaneggiamenti.

Pochi minuti ancora e si sarebbero tolti la soddisfazione di vedere che aspetto avessero quelle due vecchiacce ultracinquantenni e sicuramente inguardabili tra lardume debordante da ogni dove, facce cascanti con baffetti refrattari alla ceretta, capelli strafatti di tintura dal colore impossibile... e chi più ne ha più ne metta!!!
Solo pochi minuti...

Non sapevano, i tre tapini, che quei pochi minuti... erano quelli che li separavano dalla catastrofe!!!

< continua...>

  
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