Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: Roiben    27/05/2018    1 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Trentacinque


Dovrebbe riposare, ne è perfettamente consapevole, peccato che l’idea di stendersi e chiudere gli occhi gli metta addosso i brividi. Le sue recenti disavventure non hanno per nulla giovato alla sua serenità mentale, ma quel che maggiormente lo preoccupa è il futuro che li attende. Sospira e si sofferma a immaginare ciò che i guardiani in compagnia di spiriti e divinità assortite staranno facendo nell’ormai eccessivamente affollato salone di St. North. Con ogni probabilità saranno intenti a discutere e mettere in dubbio le loro possibilità, le possibilità del loro mondo; trovare il modo per tirarlo fuori dai guai, ancora una volta. Strofina le dita sulle tempie, sfiora le palpebre chiuse, stira le labbra scontento e torna a fissare Nyx, che ignara continua a giacere addormentata. Gli manca casa sua; tutte e due, in effetti, ma al momento quella più a portata di mano sarebbe la sua tana, buia e tranquilla, accogliente e senza pretese. Purtroppo al momento non può farvi ritorno.


«Non ancora» soffia, arricciando le labbra in un piccolo broncio deluso e amareggiato.


*


Sobbalza allarmato, rendendosi conto di essersi inavvertitamente assopito nonostante il suo parere contrario, a causa di un frastuono proveniente dal cuore del palazzo, parrebbe. Si guarda attorno, ma tutto sembra essere intatto, esattamente come lo aveva lasciato prima di cedere alla stanchezza. Poi un altro boato riecheggia lungo le pareti e turbato si alza in piedi, fissando nervosamente prima l’uscio e poi la finestra che dà sull’esterno. Un mugolio fuori posto distoglie infine la sua attenzione, portandola al giaciglio sul quale è adagiata la dea della notte che, giusto in quel momento, sfarfalla debolmente le ciglia ridestandosi quindi con un borbottio infastidito.


«Ma che succede?» mugola con voce impastata.


Suo malgrado Pitch sbuffa una soffice risata, attirando inesorabilmente su di sé tutta l’attenzione di lei. Lei che, resasi conto di non essere da sola, spalanca gli occhi e balza a sedere con uno scatto sconcertante.


«Pitch!» ulula, a una frequenza che rischia di infrangere le vetrate della finestra.


L’interessato arriccia il naso, infastidito, e borbotta «Ottimo spirito di osservazione».


Ciò che tuttavia non si aspettava è la rapidità con la quale Nyx scatta in piedi e si catapulta direttamente su di lui. Può solo limitarsi a un insignificante passo indietro, incerto e sconcertato, prima di trovarsi avvinghiato nella letale morsa delle sue seppur esili braccia.


«Sei tornato!» esclama, apparendo sconvolta.


«Ma, veramente…» tenta, dubbioso.


Il suo tentativo viene troncato sul nascere quando lei si scosta un poco, liberandolo dalla sua presa stritola ossa e gli rifila uno schiaffo che per un soffio non gli stacca la testa dal collo. Lui si volta, con qualche difficoltà e una serie di preoccupanti scricchiolii, decisamente molto seccato, ma anche questa volta non trova il tempo di aprire bocca per esibire le sue giuste rimostranze.


«Stupido!» strilla, appioppandogli un pugno sulla spalla (quella che prima era perfettamente sana, e grazie tante).


«Insomma, sei impaz…» ritenta, invano.


Non paga, senza apparente soluzione di continuità, torna a stringerglisi addosso, riuscendo a non soffocarlo solo in virtù della sua supposta e non completamente comprovata immortalità. Stremato, soffia un tiepido mugolio che vorrebbe essere di protesta ma si limita a incrinare appena l’aria attorno.


«Mi hai spaventata a morte» bofonchia invece lei, con il viso seppellito nella sua veste.


Pitch solleva gli occhi al cielo e, liberando a fatica un braccio, picchietta con garbo una mano sulle sue spalle, sperando di riuscire a calmarla quel tanto da poter tornare libero di respirare adeguatamente.


«Dovrei considerarlo un complimento? Se mai te ne fossi scordata, stai ancora parlando con l’Uomo Nero» si sforza di scherzare.


«Simpatico» biascica, non sembrando per nulla intenzionata ad allentare la presa.


*


«Iniziano a dolermi le ossa» mormora Pitch, senza neppure troppa convinzione.


Tuttavia, inaspettatamente lei sembra cogliere il discreto invito e, anche se visibilmente reticente, allenta la presa limitandosi a rimanere appoggiata al suo petto.


«Mi dispiace» bisbiglia, senza mai sollevare lo sguardo ma tenendo testardamente il capo accostato a lui.


«Figurati. Torneranno come nuove in poche ore» sdrammatizza, senza accennare a scostarsi.


L’atteggiamento di lei lo impensierisce e vuol essere certo che sia tutto a posto, prima di tornare ai propri pensieri.


«Non per quello» ribatte, scuotendo debolmente la testa. «O meglio, magari anche per quello, ma non solo».


Pitch aggrotta le sopracciglia, ora decisamente confuso, ma rimane in silenzio, non sapendo come ribattere a quelle parole cui non riesce a dare un senso. Invece, senza neppure avvedersene, solleva un braccio e lo avvolge attorno alle piccole spalle candide.


Nyx riporta finalmente lo sguardo su di lui e Pitch avrebbe di gran lunga preferito che non lo facesse, perché nei suoi occhi neri c’è qualcosa di oscuro che l’ultima volta non era lì. Deglutisce e attende, augurandosi che non vi siano altre cattive notizie all’orizzonte.


«Per… ciò che ho detto nell’ultima occasione» chiarisce, continuando a fissarlo con insistenza, come ad accertarsi che lui abbia effettivamente compreso. «Ero adirata» prosegue, provando a spiegarsi a dovere, «desideravo unicamente… potermi muovere in libertà e distruggere un po’ di cianfrusaglie inutili. Invece mi avevi…» tentenna, incerta.


«Intrappolata» soffia, venendole in soccorso.


Nyx accenna un sorriso e annuisce piano. «Sì, esattamente. Per un momento, solo un breve istante, ti ho odiato» ammette, curvando le labbra all’ingiù nel vederlo sussultare. Di nuovo scuote la testa. «Ho commesso un errore. Sono stata sciocca e avventata. Ma non ti avrei mai fatto del male, non sul serio». Ancora lo guarda, ora con una muta preghiera nello sguardo, la speranza che lui possa crederle.


«Cercavo solamente di evitare che qualcun altro ci andasse di mezzo» bisbiglia Pitch, distogliendo gli occhi da lei.


«Ed è proprio ciò che è accaduto: qualcuno ne ha fatto le spese» replica Nyx, assottigliando le labbra contrariata e posando una mano sul suo petto. «Tu» soffia, piegando le dita come a voler afferrare qualcosa che non le appartiene.


Pitch storce la bocca e solleva le spalle. «Già, beh, non è una novità, dopo tutto» rimarca sarcastico.


Nyx torna a stringerlo, ma questa volta lo fa con garbo, così da evitare di polverizzare le sue costole.


«Mi perdoni, quindi?» decide di accertarsi.


Sospira e si scompiglia i capelli fra le dita. «Ho forse qualche alternativa?» recrimina debolmente.


Lei ridacchia e si perde a disegnare figure astratte sulla sua veste nera. «Dipende, in effetti, da quanta fantasia riusciresti a metterci» prova.


Tutto quello che ottiene, come del resto già sospettava, è uno sbuffo sconfortato, prima che lui si sciolga definitivamente dalla stretta, allontanandosi e lasciandola di nuovo sola con la sua frustrazione.


*


«Non mi interessa affatto se sei un custode di una qualche assurda dimensione che non conosce nessuno. Tu non puoi venire qui e spiaccicare i miei elfi con le tue zampacce. Hai capito?» ringhia Nicholas, punzecchiando Aileliath con un dito, incurante di bruciacchiarselo a ogni tocco, troppo furente per il suo comportamento sconsiderato.


«Non l’ho fatto apposta!» esclama, evidentemente non per la prima volta, il leone, tenendo gli occhi fissi sul dito minaccioso e mugolando stremato per quella discussione inutile. Per qualche minuscolo elfetto finito per errore sotto le sue zampe, quante storie! E sono comunque ancora vivi, anche se non propriamente vegeti. Sbuffa, annoiato e seccato da tante recriminazioni.


Pitch, da poco comparso sulla soglia del salone, ma ancora in ombra, osserva con scetticismo la discussione in atto e si domanda se fossero quelli i motivi per i rumori molesti che aveva avvertito in precedenza dalla camera da letto. Poi però rivolge l’attenzione a un altro punto del salone, notando Ba’al seduto a terra a gambe incrociate e con il muso lungo, e Mot con l’aria decisamene contrariata e un preoccupante tic al sopracciglio destro. Ciò fa nascere nell’Uomo Nero certi sospetti sul reale responsabile del frastuono avvertito.


Frost è seduto sul camino e sembra impegnato in un’accesa discussione con le fatine di Toothiana. Pitch si chiede come riescano a comunicare decentemente ma, riflettendoci meglio, è probabile che disponendo di una similare dimensione celebrale siano comunque sulla stessa lunghezza d’onda.


Epiales, in un angolo in ombra, sta evidentemente ragguagliando Lumbar e gli altri compagni sugli ultimi fatti avvenuti durante la sua assenza, e lo stesso fanno gli altri con lui, aggiornandosi a vicenda. Pitch annuisce soddisfatto, lieto che almeno i suoi incubi conoscano la situazione e siano quindi pronti alle conseguenze, cosa che non può certamente affermare dei guardiani che, al contrario, sembrano troppo impegnati in futili discussioni totalmente prive di utilità strategica. Ma, in fondo, per quale motivo dovrebbe ancora stupirsi? Sono guardiani, dopo tutto: la loro massima aspirazione è quella di allietare marmocchi viziati. Ebbene, avranno certamente qualche serio problema nel continuare a farlo, se Liùsaidh~dorcha deciderà di cancellare l’umanità intera dalla faccia della Terra; tutto sta a farglielo notare, ora.


Con la massima discrezione si schiarisce la voce, attirando istantaneamente e come prevedibile l’attenzione di tutti i presenti su di sé. «Desolato di dovervi disturbare durante le vostre necessarie e improrogabili attività di pianificazione» esordisce sarcastico, avvertendo Nyx alle proprie spalle ridacchiare. «Sono gravemente conscio che, nei vostri convulsi impegni, potrebbe esservi sfuggito questo particolare di poco conto. Ciò non di meno vorrei, mio malgrado, farvi notare che c’è ancora un demone a piede libero che attualmente minaccia l’esistenza dei vostri preziosi bambini (e dei loro genitori, in effetti) con la sua sola presenza» sibila, lanciando un’occhiata malvagia a Mot e osservandolo impallidire. «Suppongo potremmo trovare del tempo per dedicare una minima parte della nostra attenzione anche a questo irrisorio problema, non ne convenite? Ovviamente, lungi da me tediarvi oltre. Si tratta, dopo tutto, di una semplice opinione personale» ringhia, con poca pazienza e ancor meno comprensione per lo sgomento altrui.


Da dietro i folti rami di un enorme abete si fa avanti Phanês, scintillante più di quanto potranno mai essere le luminarie di St. North, e lo scruta con sguardo calcolatore e una preoccupante curva sulle labbra.


«Potrei avere un’idea per risolvere questo piccolo problema, in effetti».

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: Roiben