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Autore: MellyV    05/07/2009    5 recensioni
[In corso di Revisione.]
- Acciaio, ti ordino di partecipare al ballo dell’Esercito che si terrà qui la settimana prossima. –
Edward sobbalzò appena.
Si avvicinò veloce alla scrivania, e sbatté le mani su di essa.
- Come?! –
Mustang non si scompose. – Non fingere di non capire, Acciaio. Hai sentito bene. –
Edward ringhiò silenziosamente.
- Io non ci vengo. –
- Il mio è un ordine, è come tale va eseguito. Non vorrai disobbedire ad un tuo superiore, vero Acciaio? –
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Winry Rockbell | Coppie: Edward/Winry, Roy/Riza
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 ~ Il Ballo




Cap. 1 – Preparativi.



Edward varcò la soglia della grande porta marrone, entrando nella stanza bianca del Colonnello Mustang, che lo aveva  richiesto per un annuncio speciale.
L’alchimista lo trovò seduto alla sua scrivania, visibilmente annoiato, intento a firmare una parte dei suoi documenti.  
Rimandare il dovere porta inevitabilmente a non provare i propri piaceri per indeterminato tempo.
Il biondo sbuffò, chiuse la porta alle proprie spalle e raggiunse la scrivania del Colonnello, arrestandosi di pochi centimetri da essa.
- Salve, Tenente. –
- Ciao, Edward. –
Hawkeye era occupata nella sistemazione di una pila di documenti firmati, e di tanto in tanto buttava qualche occhiata al suo superiore, controllando che stesse continuando il lavoro.
Edward aspettò qualche secondo, in attesa che il Colonnello lo notasse.
Portò le mani nelle tasche, e sospirò scocciato.
- Colonnello, mi ha chiamato? –
Mustang mugolò un qualcosa di incomprensibile, senza staccare gli occhi e la concentrazione dal suo lavoro.
Si decise ad alzare lo sguardo, poi, quando il Tenente lo chiamò ancora una volta.
- Oh, Acciaio. –
Lasciò ogni mansione, si appoggiò allo schienale della nera sedia e lo guardò attento.
- E’ da tanto che non ci si vede. Come te la passi? –
- Fino a poco prima che vedessi la sua faccia, bene. –
- Così mi offendi. –
- Lo so. –
Riza sospirò rassegnata, e si avviò verso la propria scrivania, di poco lontana da quella del superiore.
Il biondo non distolse gli occhi da quelli del Colonnello, e calmo gli domandò ancora una volta perché lo avesse chiamato.
Mustang portò le mani congiunte sotto il mento, e abbassò le palpebre.
- Tra una settimana ci sarà il consueto ballo di fine anno dell’Esercito. –
Edward corrugò la fronte confuso.
- Si, e allora?
- Se non erro tu non hai mai partecipato a detto evento. –
- Non sbaglia. –
- Posso sapere perché? –
Lo guardò, Roy, attendendo una risposta. Edward si scambiò una veloce occhiata confusa col Tenente, che alzò entrambe le sopracciglia, imponente di dargli una qualsiasi risposta.
Il biondo voltò lo sguardo di lato, osservando la parete, e si strinse nelle spalle.
- Perché non mi è mai andata. –
Mustang sorrise.  – E’una così bella festa, se non la provi non potrai mai sapere se ti piace o no. –
- Non mi va. -
Portò gli occhi dorati a chiudersi in due fessure, ritornando ad osservare il superiore.
Quest’ultimo rise silenziosamente, chinando il capo.
- Sei davvero testardo, sai. –
Appoggiò i gomiti sulla scrivania, e portò le mani congiunte a poca distanza dalle proprie labbra.
Guardò nuovamente Edward, e una scintilla gli brillò negli occhi.
- Se la metti così, non mi lasci altra scelta. –
L’alchimista si scambiò un’ennesima occhiata con Riza, curiosa di voler scoprire dove volesse andare a parare Mustang.
- Acciaio, ti ordino di partecipare al ballo dell’Esercito che si terrà qui la settimana prossima. –
Edward sobbalzò appena.
Si avvicinò veloce alla scrivania, e sbatté le mani su di essa.
- Come?! –
Mustang non si scompose. – Non fingere di non capire, Acciaio. Hai sentito bene. –
 Edward ringhiò silenziosamente.
- Io non ci vengo. –
- Il mio è un ordine, è come tale va eseguito. Non vorrai disobbedire ad un tuo superiore, vero Acciaio? –
Ed lo guardò, è strinse i denti preso dall’ira.
- Ti aspetto oggi nel mio ufficio per dirti cosa fare e come presentarti. Vedi di esserci, i miei consigli sono preziosissimi. –
Strinse gli occhi, Edward.
Una vena cominciò a pulsargli forte sulla fronte, è capì al volo che doveva allontanarsi da quella stanza il più presto possibile, o da lì a poco avrebbe perso quel briciolo di pazienza che si ostinava a controllare.
Si voltò, è a grosse falcate raggiunse l’uscio, uscendo dalla stanza e successivamente sbattendosi la porta dietro.
Roy rise silenzioso.
Prese nuovamente la penna nera tra le mani, e riprese quel lavoro noioso precedentemente interrotto.
Riza cominciò a battere tasti sulla macchina da scrivere, apparentemente indifferente.
- Colonnello, posso chiederle perché vuole Edward alla festa? -
Mustang non staccò gli occhi dai suoi fogli, e le rispose sicuro.
- Mah… –

~

Non appena varcò la porta della propria camera d’albergo, Edward prese a calci un cesto di legno di medie dimensioni, distruggendolo in un sol colpo.
Al accorse non appena ebbe udito il frastuono, preso dallo spavento.
- Fratellone, che succede? –
Edward tirò i lunghi ciuffi biondi ai lati del viso esasperato, ringhiando rabbioso.
- Lo odio! –
Al lo guardò confuso, mentre recuperava da terra i residui di legno di quel cesto distrutto.
Edward raggiunse il divano di pelle nera e si buttò su di esso senza ritegno, affondando il viso nel tessuto liscio.
- Maledizione! –
- Fratellone, mi dici cos’è successo? –
- E’ successo che il mio odio verso Mustang è aumentato vertiginosamente! –
Al sospirò.
Raggiunse il tavolo riposto a centro stanza, prese una sedia e si sedette rivolto verso il fratello.
- Racconta. –
Edward espirò contro il tessuto, poi girò su sé stesso, portando il braccio meccanico dietro la nuca.
- Ricordi quella festa organizzata dall’Esercito ogni anno? –
Al annuì. –Quella a cui tu hai sempre rifiutato di partecipare. –
- Esatto. Ecco, oggi il Colonnello mi ha chiamato nel suo ufficio per un “annuncio speciale”, ha detto. Tsk… mi ha ordinato di partecipare a quella stupida festa che si terrà la settimana prossima. –
Al sobbalzò, stupito. – Oh, capisco. Tu non vuoi, ma lui te lo ha ordinato e non puoi disobbedire. –
- Bravo. –
Chiuse gli occhi,  sospirando. – Mi ha costretto. –
Al rise flebile. – Si, l’ha fatto. –
Edward balzò, mettendosi seduto. Appoggiò i gomiti sulle coscia, e strofinò gli occhi con i palmi delle mani.
- Oggi Mustang mi dirà qualcosa in più sulla festa. –
Subito dopo si alzò, e fece per dirigersi verso la propria stanza.
- Al, vado a fare un pisolino. –
Al annuì. – Non svegliarti tardi. –
- In tal caso svegliami tu. –
Un rapido gesto con la mano, poi Al sentì la una porta sbattersi forte.
Sospirò, e aprì un libro di Alchimia, immergendosi subito nella lettura.


~


Edward osservò per bene la porta dell’ufficio del Colonnello con occhi cattivi.
L’idea di rivedere quell’uomo non lo entusiasmava per niente. Come sempre, d’altronde.
Diede tregua alla rabbia dentro lui, cercando di allontanarla da sé il più lontano possibile.
Inspirò ed espirò, e si decise ad entrare.
Mustang era in piedi davanti alla grande finestra dietro alla sua scrivania, di spalle.
Il Tenente era seduta alla sua postazione, e controllava ancora alcuni fogli.
Edward sbuffò scocciato, ed avanzò di quale passo.
Salutò nuovamente Riza, che non mancò nel rispondergli.
- Oh, Acciaio. –
Sembrava che Mustang si accorgesse dell’entrata di Edward sempre una manciata di minuti più tardi.
Edward alzò un sopraciglio, guardando di lato.
- Siediti, prego. –
Roy si appoggiò davanti alla sua scrivania, mentre Ed si avviava verso il divano nero.
- Sei venuto, sono profondamente stupito. –
Edward sbuffò. – Veda di muoversi, ho da fare. –
Roy si grattò la fronte. – Già, immagino. –
Nella sua voce c’era qualcosa di sarcastico, e Ed non mancò nell’avvertirlo.
Mustang incrociò le braccia al petto, ed iniziò a parlare.
- Il ballo è un evento speciale a cui partecipano tutti i membri dell’Esercito, dal Comandante Supremo al soldato semplice. Ogni Quartier Generale della nazione ne organizza uno a fine anno, ed è quasi un obbligo, se non un piacere, parteciparvi. –
Riza cominciò nuovamente a battere su macchina, ma non mancava nell’ascoltare le parole del superiore.
Ogni tanto lanciava un’occhiata ad Edward, e lo vide assumere un’espressione noiosa.
Sorrise di nascosto a quella visione.
- Anche quest’ anno avverrà la festa, e quella di Central City è la migliore di tutte, ti dirò. Per quest’anno si dice che si organizzerà qualcosa di davvero bello. Come di consueto, la festa si terrà nella sala annunci della sede, e comprenderà la piazza d’armi scoperta e gran parte delle stanze vicine. –
- Intende la sala dove c’è quella grande scalinata…? –
- Esatto. –
Edward appoggiò le braccia sulle coscia, e guardò a terra.
Cercò di localizzare per bene la stanza, e successivamente se la immaginò addobbata per bene in ogni angolo e piena di gente danzante.
Strizzò gli occhi, infastidito dall’immaginazione.
- Oh, volevo dirti che non perché si chiami “ballo” si deve ballare per forza. –
Edward alzò gli occhi su di lui, portati a due fessure.
- Stia sicuro che il verbo "ballare" non rientra nel mio vocabolario. –
Roy rise silenziosamente.
- Abbiamo finito? –
- Quasi. –
Distese le braccia all’indietro, e appoggiò le mani sulla scrivania.
Ed incrociò le braccia al petto, e avvicinò la schiena al duro schienale del divano.
- Abbigliamento. –
Edward trasalì.
- Dovrai avere un abbigliamento formale ed elegante, ma non troppo. I capelli fatteli pure come vuoi. –
Il biondo parlò a denti stretti, sporgendosi davanti.
- Dove cavolo trovo un abito formale ed elegante ma non troppo. –
Roy chiuse gli occhi, e abbozzò un sorriso. – Avevo previsto una cosa del genere. –
Portò successivamente una mano nella tasca, e da questa estrasse un piccolo bigliettino bianco.
Lo porse ad Edward, che lo guardò stranito.
- Vai qui e fai il mio nome. Ti ho ordinato un completo nero, adatto a te. –
Edward lesse il nome del negozio scritto sul biglietto, e l’indirizzo. Volse lo sguardo al Colonnello, e lo guardò sospettoso.
- Perché? –
Roy sorrise. – Non volevo che facessi una brutta figura alla tua prima comparsa. –
Ed si insospettì ancora di più. – Lo ha anche pagato? –
- Certo che no. –
- Già, logico. Quindi costerà un mucchio di soldi. -
- Gira il biglietto, dovrebbe esserci scritto. –
Edward obbedì, e per poco non gli venne un colpo.
- Costa un occhio della testa! –
Roy alzò le mani, stringendosi nelle spalle.
- Cosa vuoi, la classe costa. –
- La classe non mi importa, non c’era qualcosa di più economico? –
- Avanti Acciaio, non fare il taccagno. E poi così ringrazi una persona che ti ha fatto un tale favore? –
Roy sorrise sarcastico, e Riza sospirò.
Edward trattenne la rabbia dentro sé, ed una vena cominciò a pulsargli sulla fronte.
Ecco, era il momento di andare.
Si alzò e fece per raggiungere la porta, quando il Colonnello lo fermò con la voce.
- Ehi, non ho ancora finito. –
Edward si ostinò ancora a controllare la sua irascibilità.
Sospirò rumorosamente, e lo guardò.
- Faccia presto. –
- Devo dirti un’ultima condizione da rispettare. –
Restò in silenzio per una manciata di secondi, sotto lo sguardo impaziente di Ed e l’orecchio attento di Riza.
- Ogni invitato dovrà essere accompagnato. –
- Verrà mio fratello. –
- Oh certo, fallo venire pure, ma come accompagnatore intendo… -
Sorrise divertito, e Riza si preparò al peggio.
- … una donna. –
Edward sgranò gli occhi.
- U-na c-che? –
- Ti piace proprio fare il tonto, eh? –
Edward deglutì a fatica. Tremò leggermente, poi, abbassando il capo.
A questo punto scoppiò. – Io a questa stupida festa non ci vengo! –
Roy negò con il capo, tranquillo.
- Sapevo che l’argomento donna ti avrebbe mandato nel panico. -
Edward strinse i denti così forte che ebbe la sensazione di poterli rompere.
Roy si diede una veloce occhiata con il Tenente.
- Le donne verranno accompagnate da un uomo, gli uomini da una donna. Una sorta di dame e cavalieri. Questa è la regola base di ogni ballo, sai com’è. Anzi no, non lo sai. –
L’alchimista guardò di lato, imbronciando il viso.
- Chi cavolo ha inventato questa regola…? –
Roy portò due dite al mento, pensieroso. – Non so, ma è un grande. –
Edward e Riza sbuffarono rassegnati.
Roy richiamò l’attenzione di Ed, e curvò le labbra in un sorriso divertito.
- Sono proprio curioso di vedere chi inviterai. –
Ad Ed tremò leggermente un occhio, preso dalla rabbia. Poi si voltò verso il Tenente, la salutò con un rapido ed inaspettato saluto militare e a grosse falcate uscì dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle.
Appena fuori, Mustang e Riza udirono la sua voce imprecare per tutto il Quartier Generale.
Roy sospirò soddisfatto, e prese posto alla sua scrivania.
Riza terminò ogni mansione, e osservò il Colonnello.
- Gran parte delle cose che ha detto ad Edward non sono vere, Colonnello. –
- Oh Tenente, voglio solo divertirmi un po’. –
Riza sorrise leggermente.
- Ancora devo capire cos’ha in mente. –
Roy sospirò, e subito dopo sorrise silenzioso.

-+-

Edward rincasò una mezz’oretta circa dopo essere uscito dal Quartier Generale.
Chiuse violentemente la porta dietro sé, causando un improvviso sobbalzo di Al, immerso ancora nel suo libro di alchimia.
Lo vide avviarsi sul divano e successivamente buttarsi come morto su di esso, una scena già vista quello stesso pomeriggio.
Edward sbuffò pesantemente.
Al chiuse il libro, e si apprestò ad osservare il fratello.  Sospirò rassegnato.
- Cos’è successo, stavolta?-
Edward sbuffò nuovamente,  senza staccare il viso sprofondato nel tessuto nero.
- Quel Mustang… lo odio. –
Al si grattò l’elmo.
- Cosa vecchia. Cos’è successo al Quartier Generale?  –
Edward tremò.
Al lo guardò confuso, e lo incitò a parlare.
Il biondo si girò su sé stesso, stendendosi e fronteggiando il soffitto con il proprio viso corrucciato.
- Che ha detto il Colonnello Mustang? –
- Mi ha spiegato dove avverrà il ballo. –
- Bene, così non ti sperderai. –
Edward lo corresse, guardandolo di scatto.
- Al, non ci sperderemo. –
L’armatura sobbalzò.
- Vuoi che venga anch’io? –
- Certo. –
- Non faccio parte dell’Esercito. –
- Sei mio fratello,parente di un Alchimista di Stato. Non crearti problemi, tu verrai. –
Al sospirò.
Edward tornò ad osservare il soffitto, portando, come consuetudine, un braccio dietro la nuca.
- Mustang mi ha detto come vestirmi, “Un abito formale ed elegante ma non troppo”. -
Imitò la voce del superiore, assumendo un’espressione disgustata subito dopo.
Al prese ad osservarlo, catturato dalla sue parole.
- Dove credi di poter trovare un abito del genere? –
- Se n’è occupato Mustang. Questo è l’indirizzo. –
Estrasse dalla tasca il foglietto bianco, e lo porse ad Al.
- Oggi vado a prenderlo. Mi accompagni? –
Al annuì.  - E’ stato gentile da parte del Colonnello, non credi? –
Edward corrugò la fronte, chiudendo gli occhi.
- Aspetta a parlare. Gira il foglio e leggi il prezzo. –
Al obbedì, e per poco non rischiò di cascare a terra.
- Ma è carissimo! –
- Visto? Non è stato per niente gentile, altrimenti avrebbe anche pagato. Tsk. –
Al ripose il foglio sul tavolo, e riprese ad osservare il fratello.
- C’è altro? –
Edward trasalì. C’era altro, eccome.
Guardò di lato, ed arrossì leggermente di nascosto. – Ecco... -
Al lo guardò confuso. –Allora? –
Ed non distolse lo sguardo dallo schienale nero alla sua sinistra, timoroso di fargli vedere il color porpora che avevano assunto le sue guancie.
- Ha detto che dovrò essere accompagnato… da una ragazza. –
Al sobbalzò leggermente. Dopo di ciò, entrò il silenzio.
- Oh… -
Al non aveva mai sentito pronunciare dal fratello il nome comune “ragazze”, non si era mai aperto con lui un discorso su questo argomento, non ne avevano mai parlato.
Ora che Edward era stato obbligato a partecipare a questo ballo, e a portare una ragazza con sé, Alphonse non riuscì proporio ad immaginare come il fratello se la sarebbe cavata. Era un po’ deprimente, si ritrovò a pensare.
- Cos’hai intenzione di fare? –
Edward chiuse gli occhi, portando anche il braccio sinistro dietro alla nuca.
- Mustang ha detto che è una regola base, e mi ha quasi obbligato a farlo. Non voglio apparire…inesperto davanti a lui, ma allo stesso tempo il tutto mi terrorizza. Non so davvero cosa fare.  -
Due piccole strisce rosse apparvero sulle sue guancie.
Al portò le mani congiunte sulle ginocchia, dopo essersi avvicinato con la sedia al fratello.
La domanda che voleva fargli era forse un po’ troppo frettolosa, ma non esitò.
- Fratellone, chi hai intenzioni di invitare? –
Edward lo osservò di scatto, sgranando gli occhi. Non si aspettava una domanda del genere, aveva appena ricevuto la notizia. E cosa più importante, non sapeva rispondergli. Forse.
- Beh ecco, ho appena ricevuto la notizia e… non lo so… -
Al negò con l’elmo, a mo’ di rassegnazione alla “capacità di non pensare” del fratello.
- Fratellone, entrambi non conosciamo ragazze, e tu che rimorchi non riesco proprio ad immaginarlo. -
Bel complimento.
Edward corrucciò il viso, leggermente offeso dalle parole così veritiere del fratello.
- … in più, vuoi pure stare lì a pensarci? Invita Winry, no? –
Edward balzò dal divano di scatto, mettendosi seduto. Assunse un espressione sconvolta, e il viso cominciò a fumargli come se fosse stato appena bruciato dal fuoco.
- Co-c-che … che?! –
Osservò Al spiazzato, in preda, da lì a poco, ad una crisi isterica.
Al gesticolò con le mani, tranquillo.
- Ma si, fratellone! Chiedile di venire, che ti costa? Sono sicuro che ne sarebbe felice e accetterà con piacere! –
Ed rimase ad osservarlo basito. Voltò il capo, poi, dandosi una calmata.
Cercò di alleviare il rosso colore che il suo viso aveva assunto, ma non riuscì molto nel suo intento.
Restò in silenzio qualche secondo, immerso nei pensieri.
Winry, Winry, Winry, Winry.
Si disse che infondo il suo nome era stato il primo a venirgli in mente.
Si alzò dal divano, fermandosi davanti a questo.
- …Vedrò. –
Al lo osservò mentre si dirigeva verso l’attacca panni, prendendo il suo cappotto rosso e indossandolo.
- Avanti, andiamo a prendere ‘sto vestito. –
Al lo seguì. - …e telefonerai anche a Winry, non è così? –
Edward si affrettò ad uscire dall’appartamento, nascondendo il lieve rossore delle sue guancie.
- Certo, certo. –
Al sospirò, e subito dopo lo raggiunse.


~


Della prova vestito Edward non voleva avere nulla a che farci.
Avrebbe volentieri preferito pagare l’elevata cifra appena varcato la soglia della porta d’entrata del lussuoso negozio d'abbigliamento,e filarsela a passo veloce, ma sia il venditore che Al lo avevano obbligato a provare l’abito, e lui non poté fare altro che ubbidire a malincuore.
Dopo esser usciti dal negozio situato in uno dei quartieri più lussuosi della città, Alphonse lo aveva preso per il colletto e, incurante del suo sbraitare continuo, lo aveva trascinato in una cabina telefonica lì vicino, chiudendo entrambi all’interno di questa.
Dopo aver trovato lo spazio adatto per poterci stare entrambi, Edward dopo una buona mezz’oretta decise di prendere la cornetta tra le mani. Prese l’aria e il coraggio di cui aveva bisogno, sotto gli incoraggiamenti continui di Al, e compose quel fatidico numero che lo avrebbe messo in contatto con l’amica ora situata a Rush Valley.

- Pronto, officina Garfiel! –
- … Winry? –
- Ed! –
- Dann… che urli a fare? –
- E che non mi aspettavo una tua telefonata. Non me l’aspetto mai, in verità. –
- Scusa.. –
- A che devo questa telefonata? –
- … -
- E’ successo qualcosa, non è vero? –
- Non è successo proprio nulla. –
- E’ impossibile che tu mi chiami così, tanto per farlo. -
- Come stai? –
- E’ impossibile anche che tu lo faccia per questo. –
- Ci deve essere per forza un motivo? –
- Se a chiamare sei tu, si. -
- Sei pesante. –
- Non credo. Allora? –
Al gli diede una gomitata.
- … Hai presente il ballo di fine anno dell’Esercito? –
- Si, quello a cui ti rifiuti sempre di andare. –
- Eh. Ecco, quest’anno ci andrò, ma non di mia spontanea volontà, diciamo che sono stato obbligato… -
- Davvero? Fantastico! –
- Non c’è nulla di fantastico. –
- Si, invece. Adoro questo genere di feste, con un mucchio di persone, e coppie danzanti, e vestiti eleganti, e … -
- … Non c’è nulla di fantastico. –
- Ti vestirai elegante? –
- Tu che dici? –
- Davvero indosserai uno di quegli abiti neri a strati, con tanto di papillon, pantaloni a sigaretta e mocassini tirati a lucido? –
- Papillon?! –
- Che darei per poterti vedere! –
- Che fai, sfotti? –
-  Non pensare male. –
- Con te non posso pensare diversamente.. –
- Mi hai chiamata per dirmi questo? –
- Si, voglio dire no, no ‘spè in verità… Al mi dai il tempo?! -
- Al? –
Un calcio rotante arrivò sull’elmo di Al, causando un rumore assordante.
- Cos’è successo? –
- Niente, ti saluta Al. –
- Ricambia da parte mia. –
- Certo, lo farò. –
- Beh? Hai detto che c’era dell’altro. –
- Si, si ecco… -
- Ed, non ho tutto il pomeriggio, i clienti mi vogliono. –
- Lo sai no, come sono fatti questi balli… -
- …Che vuoi dire? –
- Si, quel fatto che gli uomini invitano le donne… lo sai, né? –
- Si… Ed non ti capisco, dove vuoi arrivare? –
- Beh ecco, Mustang mi ha detto che dovrò invitare una rag… Dannazione, Al! –
- … -
- Non è facile, sai?! –
- Ed… -
- Oh, maledizione! –
- Edward, io dovrei andar… -
- Winry, vuoi venire con me al ballo dell’Esercito in veste di mia dama! –
- … -
- Scusa, doveva essere una domanda. -
- Oh… -
- Beh, a-allora? Non rimanere zitta, la situazione è già troppo imbarazzante … -
- Ecco, sono stupita, Ed. Non me l’aspettavo. –
- Nemmeno io. Si, quindi…emh…eh? –
- Oh, sisi, o-ok, per me va bene. –
- Grazie. –
- Quando ci sarà il ballo? –
- La settimana prossima e… -
- La settimana prossima?! Ma io non ho né l’ abito, né sono preparata mentalmente! Potevi dirmelo prima?-
- Guarda che anche io l’ho saputo questa mattina! –
- … Ma quando cambierai? –
- Sono lo stesso da 16 anni, non aspettarti che cambi adesso. –
- Poveri noi. -
- Ti aspetto dopo domani alla stazione di Central City, ti va bene? –
- No che non mi va bene, dovrò fare un sacco di acquisti! –
- Avanti, fai l’impossibile. Tu puoi  farlo, no? –
- Ci proverò. –
- Bene, ti ringrazio. –
- A dopo domani. –
- Si, e non portarti dietro quel confetto barbuto. Sono disposto a spendere tutti i soldi che ho per ogni tua esigenza, piuttosto che avere quel… “coso” tra i piedi. –
Winry rise.
- Ci vediamo dopo domani, Win. –
- Ciao Ed, e grazie per l’invito. –
- Grazie a te per aver accettato. Ciao. –

Dopo aver riattaccato, fece un  lungo sospirò liberatorio.
Ripose le mani nelle tasche e uscì svelto dalla cabina, seguito da un Al curioso più che mai.
- Allora, che ha detto? –
Edward in un primo momento esitò, poi durante il tragitto raccontò tutto al fratello, con un sorriso accennato sulle labbra.


~


- Cara, che ti succede? –
Winry rimase immobile, con ancora la cornetta telefonica tra le mani.
- Tesoro? –
Il Sig. Garfiel la scrollò leggermente, e lei sembrò scendere dalle nuvole.
Si voltò, e lo guardò seria.
- Ho bisogno di un bel vestito per un ballo, e lei deve insegnarmi a truccarmi per bene. –
L’uomo dapprima la guardò confuso, poi sorrise malizioso e la prese per un polso, trascinandola su al piano superiore, dimenticando i clienti che impazienti aspettavano la loro manutenzione.
- Vieni con me, cara. Ti insegnerò ad essere fa- vo- lo –sa! –
Winry rise divertita, e si preparò agli insegnamenti del suo capo tutto fare.



















Salve!
Rieccomi in questo fandom dopo tanto tempo d'assenza!
E ritorno con grande entusiasiasmo presentandovi il primo capitolo di questa breve fiction di soli due capitoli, a cui pensavo da tantissimo tempo, e che finalmente ho messo su carta.
Ammetto che non so se l'Esercito ha una specie di ballo, una grande festa a fine anno. Ma mi piaceva l'idea che potessero averla, per dimenticare un pò il duro lavoro che i soldati fanno.
In questa fiction mi sono data alla pazza gioia xD
Nel senso che gran parte delle mie fiction sono malinconiche, perchè ho l'indole nel farle così. Uso, quindi, un linguaggio adatto a detto genere, freddo.
In questa piccola fiction invece mi sono lasciata andare in una qualche maniera a scrivere proprio come la mia mente immaginava le scene e i dialoghi, andando a volte nel comico.
Spero che il risultato non dispiaccia ^^
Ah! Vorrei specificare che ho inserito dell'EdWin, e ho provato a scrivere qualcosa RoyAi.
Perdonatemi se il risultato di quest'ultimo pairing non potrà essere di vostro gradimento, ma non ho scritto mai nulla su di loro ^^"
Vi invito dunque a leggere anche il prossimo capitolo, che come ho detto sarà il secondo/l'ultimo.
Se mi lasciate qualche commento ne sarei anche felice ^^
A presto!
MellyVegeta



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Scostarono le tende, e furono immediatamente colpiti dalla luce dorata che splendeva in quella stanza.
Era addobbata elegantemente in ogni dove, ed era enorme.
C’era una grande scalinata sulla destra, da dove Edward notò il Comandante Supremo Bradley osservare compiaciuto il suo esercito divertirsi.
Sotto di essa, un orchestra suonava una melodia di mille note, con lucidi strumenti musicali.
E nella grande sala, sulle note della canzone che ora si andava suonando, danzavano coppie elegantissime nei loro abiti.














  
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