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Autore: Saruwatari_Asuka    30/05/2018    2 recensioni
"Il perché della sua assenza, del suo mutismo, per tutti quegli anni. Anni che avevano portato odio, discordia e sofferenza fra i Dodici Gold Saint, e un dolore infinito per Aiolia.
Ma anche per lui. Perché Shion era il suo maestro, ma era anche la sua famiglia."
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Mi avete stuzzicata e ora eccovela.
Pre e Post- Dodici Case.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Mu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SPETTATORE

 

 

"Coraggio! Spiega perché sei rimasto col culo sui sassi dello Jamir per tredici anni senza far vedere la tua faccia o dare un avvertimento!"

 

Mu si strinse le ginocchia al petto, solo nella pagoda in Jamir. Era stato mandato via per continuare e finire l'addestramento, ma sapeva ormai che Shion, il suo maestro, non sarebbe mai tornato.

Nessuno l'avrebbe raggiunto in Jamir.

Era rimasto solo. Di nuovo.

Shion l'aveva trovato proprio lì, quattro anni prima, bambino, sperduto. E l'aveva portato al Santuario, l'aveva cresciuto, insieme a tutti gli altri, i suoi cosiddetti compagni. Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, ogni cosa. Come riparare le armature, come controllare i suoi poteri telecinetici...come diventare un cavaliere, per prendere il suo posto, quando anche in lui si era risvegliato il Cosmo.

E adesso era tutto finito. Il Cosmo di Shion si era indebolito sempre più, e anche quello di Aiolos era sparito. Ne era certo. L'aveva sentito, chiaro.

Il suo pensiero andò ad Aiolia, inesorabile. Aveva capito quello che era successo? E gli altri, avevano capito?

Puntò gli occhi sullo scrigno dorato che conteneva la sua Cloth, un sospiro pesante sulle labbra tremolanti.

No, fu la risposta che gli diede l'armatura. Nessuno aveva capito.

Neanche Aiolia.

E nessuno avrebbe capito.

Shion era morto, probabilmente, o comunque stava succedendo qualcosa, qualcosa di grosso, e nessuno se ne stava curando, lì al santuario, nessuno! Tutti avevano creduto a quell'uomo, chiunque fosse -perché no, no, non era il suo maestro-, qualunque fosse il suo reale intento. Tutti quanti.

Aldebaran, Aiolia, Milo, Shaka...tutti.

Dohko no. Dohko aveva creduto a lui, quando era andato a chiedergli aiuto, consiglio, dopo giorni di inutile attesa che il suo maestro si rivelasse. Che gli dicesse che aveva capito male, che andava tutto bene. L'aveva guardato afflitto e gli aveva fatto cenno di sederglisi accanto, davanti quel promontorio a picco sulla cascata. Mu aveva capito dai suoi occhi che Dohko sapeva, o immaginava, ma non aveva fatto niente. Forse non poteva.

Lui sì. Lui poteva. Lui e Aiolia, aveva pensato, nell'ingenuità dei suoi sette anni. Aveva perso il fratello, la sua famiglia. Come lui, anche Aiolia doveva essere arrabbiato, no?

Ma non avrebbe creduto, diceva Dohko. E forse aveva ragione.

Nessuno di loro avrebbe creduto alle sue parole, nessuno, nemmeno Shaka e Aldebaran, che erano suoi amici. Nemmeno Aiolia, che aveva perso suo fratello.

Sarebbe stato un suicidio inutile, il suo. Inutile parlare, non era tempo.

Non era tempo perché la verità venisse fuori, forte e prepotente, abbastanza per essere creduta, vista. Athena era ancora in fasce, se anche fosse stata ancora in vita. Aiolos era un traditore e lui un reietto.

E i traditori e i reietti vanno solo eliminati.

Non era saggio tornare al Santuario, no. Questo decise. Dohko non aveva espresso opinioni, su quel fatto, ma neanche dissenso. Non sapeva se era o meno d'accordo, se secondo lui fosse più saggio tornare e fare buon viso a cattivo gioco, ma Mu era troppo arrabbiato, in quel momento, per non sputare in faccia a tutti la loro ingenuità, o forse ben altro, se se li fosse trovati davanti.

Shion, Aiolos e Saga li avevano cresciuti cercando di farli essere compagni, amici, fratelli -per quanto possibile, con così tanti caratteri tutti diversi, a volte opposti- ma era sfumato tutto, non esisteva più niente.

Non si fidava più di loro, Mu. Come avrebbe potuto?

Con gli anni, niente era cambiato al santuario, se non in peggio.

Così si era allenato. Da solo, e con Dohko, ed era cresciuto. Ma non aveva fatto niente, neanche quando aveva saputo del pretendente all'armatura di Pegasus.

Ormai l'aveva capito. Non era ancora tempo, le stelle e il destino non avevano fatto il loro corso.

I suoi cosiddetti compagni avrebbero dovuto sbattere con violenza contro la verità, per capirla, per andare a fondo e poi, forse, risalire. Per chi ne avrebbe avuto la forza. La forza di fare un passo indietro ed ammettere d'aver sbagliato.

Ma non sarebbe stato lui a portarli a tanto, non era compito suo.

C'era un destino già scritto, in tutta quella storia, e lui era solo uno spettatore.

 

"Non mi avreste creduto, Aiolia. Nessuno di voi. Le cose dovevano andare così, e basta."

Non fermò il pugno di Aiolia, non cercò l'aiuto di Milo, che li guardava. Sapeva che Shaka era alla Sesta e sentiva Aldebaran, percepiva la sua presenza lì vicino, forse fuori dalla porta, ma non era pronto ad intervenire, il buon Toro. Però evidentemente anche lui voleva ascoltare la verità, la sua verità.  Il perché della sua assenza, del suo mutismo, per tutti quegli anni. Anni che avevano portato odio, discordia e sofferenza fra i Dodici Gold Saint, e un dolore infinito per Aiolia.

Ma anche per lui. Perché Shion era il suo maestro, ma era anche la sua famiglia.

E non aveva una storia da raccontare, Mu, non aveva una giustificazione da dare. Non si sentiva di doversi giustificare.

Non era stato lui a sbagliare.

 

Angolino Autrice:

Ordunque, rieccomi e con lo stesso tema xD
Voi direte, e perché non l'hai scritta subito, invece di quella Flash? Perché non sarebbe venuto niente di decente -è decente questa? Spero di sì-
Il fatto è che mi ci hanno fatto ragionare tanto tutte quelle anime bellissime che hanno commentato la Flash scorsa -grazie di cuore a tutte, davvero davvero tanto!- e ci ho ragionato, e ragionato!
E alla fine ho pensato che se ho fatto sfogare Aiolia, anche Mu era giusto dicesse la sua. La sua verità, l'unica, in definitiva. E ho ripreso anche le battute della scorse, perché sono ovviamente collegate, questa e Wrong Answer. Così sapete anche dove sono Aldy -che mi perdonerà per averlo fatto origliare, spero- e Shaka -che no, come ho detto nei commenti non ce lo vedo a preoccuparsi di sta roba, deve ritirare su il suo mondo dopo che Ikki l'ha fatto crollare!-
Il riferimento a Shion che lo trova nella pagoda è di un'altra mia OS, First Meet -facciamo pubblicità massì x°°- che racconta proprio questo fatto. Il fatto che Mu si trovi già in Jamir , invece, è ripreso dal Capitolo speciale Episode Zero di Kurumada che per me si poteva anche risparmiare ma oh, c'è, quindi lo uso! Per questo non ho perso tempo a spiegare chi come e perché sia lì, ecco.
Ancora una volta non ho voluto creare una One Shot  infinita sull'argomento, che forse se lo merita, ma non credo di esserne in grado. Però, ci tenevo a riscattare anche il buon Mu, che ho martoriato tanto nell'altra, facendolo passare per un ingrato crudele. Io ce l'ho con lui per tanta roba, ma qui in realtà aveva ragione, e mi sembrava carino fargli dire la sua ù_ù
Sto scrivendo più qui che nella Shot x°°

Un bacione!
Asu


   
 
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