Portraits
First
1993
Paper and apple, 162cm x 187cm x 184cm x 190cm
Shohoku High School, Rukawa’s House and Ryonan High School, Kanagawa
Se
il suo gemello era riuscito a rientrare nelle finali a quattro dopo
una faticosissima partita contro lo Shoyo, per lei quel giorno era la
resa dei conti: ci sarebbero stati gli esami e, di conseguenza, la
graduatoria della media scolastica degli studenti del primo anno
della prefettura di Kanagawa.
Per
una settimana Keiko era stata più intrattabile del solito e
se ne
era accorto anche Mitsui, tanto che l'aveva deliberatamente evitata,
anche se un giorno dovette per forza averci a che fare, dato che
doveva controllarle il libretto scolastico, con suo enorme
dispiacere. Il richiamo era sempre lo stesso: lei davanti la porta
della sua classe ed in mano quel blocchetto della malora che
molleggiava tranquillamente.
“Più
cerco di evitarti, più questo libretto del cazzo mi
perseguita!”
esclamò nervoso Mitsui, con una vena pulsante sulla fronte.
“Hm.”
scollò le spalle la Rukawa, sedendosi stancamente su una
sedia, di
fronte al banco di quell'ex capellone teppista, e passandosi una mano
sui capelli.
“Domani
hai l'esame?” - annuì - “Kogure mi ha
detto che è da tre anni
che il liceo Shohoku non ci partecipa... E' una grande
responsabilità.”
“Hm.” si riprese il suo libretto,
scoccandogli un'occhiata che Mitsui non riuscì a definire
bene. Non
era superba ma aveva un'ombra che non piacque per nulla al ragazzo:
aveva forse paura di non farcela? Dopotutto, era solo una matricola,
ed era forse la prima volta che partecipava ad esami del genere con
studenti provenienti da tutte le scuole della prefettura. Oltretutto,
era l'unica rappresentante del liceo Shohoku, una grande
responsabilità, oltre che scocciatura.
“Ehi
Rukawa.” la richiamò alla porta e lei si
voltò verso di lui, con
un sopracciglio alzato e notò che il suo senpai stava
ghignando -
“Spacca i culi.”
Gli esami si tenevano nel liceo Ryonan, con grande disappunto del gemello.
La
famiglia Rukawa era di nuovo a tavola, ma la tensione che c'era
poteva tagliarsi con un coltello. I gemelli avevano litigato. Satsuki
se ne era accorta dalle occhiatacce in tralice che si rivolgevano i
due ed il mutismo forzato in cui erano piombati solo per non dover
mugugnare tra di loro. Il problema era che la donna non riusciva a
capire il perché, insieme a quel povero Nobuo che decise,
per
salvarsi la pellaccia, di far finta di niente. Cosa del tutto
ignorata dalla donna, che voleva sapere. A differenza delle normali
persone, che gridavano e si sputavano in faccia le cattiverie
più
assurde, quei due assestavano monosillabi e frasi striminsite dette
con grugniti tanto sommessi che si sentivano a malapena tra di loro,
quindi figurasi se qualcuno si accorgeva di qualcosa!
“Allora
Kaede...” esclamò improvvisamente la Signora
Rukawa “Quando ci
sarà la prossima partita?”
“Settimana
prossima.” mormorò tra un boccone ed un altro il
gemello maschio,
scoccando un'occhiata di fuoco alla gemella femmina che gli aveva
rifilato una botta al gomito, facendogli cadere dalle bacchette la
sua porzione di frittata.
Erano passati ai dispetti da bambini.
Tipico.
Satsuki vide sua figlia impassibile a quella occhiata e
quindi si buttò su di lei “E tu Keiko? Gli esami
quando li
avrai?”
“Dopodomani.” grugnì, mentre incassava
ed ignorava
una gomitata alla sua ciotola di riso dal gemello.
“E
dove si svolgeranno?”
“Al
Ryonan.” - Kaede le rifilò un'altra gomitata, con
tanto di
grugnito questa volta. Se si potesse ammazzare con lo sguardo, lo
avrebbero fatto quei due testoni.
“L'accompagni
tu, caro?” chiese la donna al marito, più per
avere una mano con
quei due che per altro.
“Hm?” - perché i suoi gemelli
dovevano per forza assomigliare a Nobuo Rukawa?
La donna tornò a
guardare i due, maggiormente perché aveva sentito un rumore
di
bicchieri rovesciati: Keiko aveva fatto cadere il bicchiere di
saké
del padre sulla frittata di Kaede.
Sarebbe
stata un lunga cena.
Dopo
essersi fatto una doccia, Kaede trovò la gemella seduta sul
letto,
mentre era circondata da diversi libri e ne sfogliava uno, vagando
velocemente sulle pagine con gli occhi. Avevano passato l'intera
serata a grugnirsi contro ed a farsi dispettucci stupidi solo per
innervosirsi e disturbarsi l'un l'altro. Ora la osservava in piena
crisi scolastica. Non lo dava a vedere, ma lui la capiva più
di
tutti: le dita che tamburellavano su un ginocchio, i piedi
impossessati da tic nervosi e lo sguardo stanco. Doveva darsi una
regolata con lo studio, togliendo da parte ovviamente il fatto che
l'esame l'avrebbe fatto nella scuola del suo rivale Porcospino.
Sapeva che si conoscevano, ma quanta più distanza ci fosse
tra di
loro, più lui era tranquillo.
Entrò
nella stanza della gemella, facendola finalmente alzare gli occhi dai
suoi libri, anche se non ne sembrava molto entusiasta, data
l'occhiataccia in tralice che gli aveva rifilato. Kaede non ci fece
caso e, con una semplice manata, le gettò a terra tutti i
tomi che
aveva sul letto, compreso quello che stava sfogliando.
“Sei
impazzito?” gli grugnì contro, vedendosi puntare i
suoi stessi
occhi addosso.
Non
proferì parola e si stese sul letto della sorella, posandole
una
mano sui capelli, come ad invitarla affianco a lui. La sentì
sbuffare, ma si stese accanto al fratello, poggiando la testa sul suo
braccio e finalmente si concesse di chiudere gli occhi. Kaede
sentì
attraverso la pelle del braccio il battito di Keiko che rallentava a
mano a mano, calmandosi sempre più. Era da tempo che non si
concedevano di rilassarsi insieme e chiuse anche lui gli occhi. La
sentì muoversi affianco a lui e posargli una mano
all'altezza del
cuore e prendere fiato. La mano sul cuore era il loro collegamento:
nonostante a quei due non piacesse il contatto fisico, tra di loro se
lo concedevano sporadicamente.
“Se farò schifo?”
Aprì
di scatto gli occhi “Keiko Rukawa che non prendeva cento ad
un
compito?” - “Invece no.”
Parve
pensarci su “Hm.” disse semplicemente.
“E
sta lontana dal Porcospino.” aggiunse poi Kaede con un
grugnito.
La
sorella imprecò “Kami!”
Nel
Ryonan c'era fermento.
Quel
giorno si sarebbero svolti gli esami scolastici della prefettura di
Kanagawa e tutti gli studenti del primo anno si erano recati
lì.
Sendoh, nonostante fosse arrivato in ritardo, trovò mezza
scuola
fuori ad aspettare che arrivassero le matricole degli altri licei,
più per curiosità che per un reale interesse a
chi sarebbe arrivato
primo. Sendoh non era tra questi, ma perché entrare prima in
classe
e perdersi lo spettacolo?
Le
maggiori scuole di Kanagawa presentavano un nutrito gruppetto di
matricole la cui media scolastica superava il novanta su cento. Altre
scuole, non tanto prestigiose o famose, presentava i suoi
quattro-cinque studenti migliori, ma sicuramente non meno affamati di
punti rispetto ad altri. Gli occhi di Sendoh però furono
colpiti
dalla sola e unica studentessa dello Shohoku, accompagnata da un solo
professore, un uomo poco più altro di lei e con la testa
pelata come
una palla da bowling. Era lei.
Il
professore le stava parlando ma lei non batteva ciglio o rispondeva,
mettendosi una ciocca di capelli corvini dietro un orecchio e
guardandosi intorno curiosa. Arrivarono di fronte ad un professore
del Ryonan che si presentò ai due dello Shohoku e gli fece
strada
per la stanza adibita all'esame. La ragazza si sistemò
distrattamente il fiocco rosso della sua divisa e seguì il
professore.
Sendoh vagò con lo sguardo, alla ricerca di quel
pettegolo di Aida, che sicuramente sapeva tutto quello che sarebbe
accaduto quel giorno.
Lo
trovò davanti agli armadietti delle scarpe, intento a
togliersi le
sue per sostituirle con quelle dell'istituto.
“Hikoichi!”
La
matricola gli sorrise a trentadue denti “Sendoh! Buongiorno!
Come
stai?”
L'asso del Ryonan ricambiò il sorriso “Bene,
grazie. E
tu?” ma non aspettò la sua risposta “Sai
che sta
succedendo?”
Annuì con fervore “Ci sono gli esami scolastici
della prefettura per quelli del primo anno. Ci partecipa anche un
ragazzo della mia classe. Si chiama Yoshikawa! Ci sono ottime
probabilità che il Liceo Ryonan si posizioni nelle prime
cinque
posizioni!”
“I
risultati per quanto si avranno, che tu sappia?”
“Dopo la
pausa pranzo. E' un test, quindi la correzione sarà veloce,
dato che
arriva direttamente dal Ministero dell'Istruzione.”
“Grazie
Hikoichi.” e Sendoh si dileguò.
L'avrebbe
fermata a pranzo, decise.
Quell'idiota
del professore di Fisica lo aveva trattenuto fin troppo in quella
classe, solo perché doveva finire la sua interrogazione, che
fortunatamente raggiunse la sufficienza striminzita. Corse fuori
verso il cortile scolastico e si guardò un po' in giro: era
stracolmo di studenti, del Ryonan e non. Con un cenno salutò
Koshino, che si stava intrattenendo in una chiacchierata fitta fitta
con una matricola dello Shoyo, e cercò un posto tranquillo
ed
isolato, lontano da tutti. Sapeva che l'avrebbe trovata lì:
se era
riuscito ad inquadrare ben il gemello, lei non era tanto diversa da
lui.
Ed
infatti, fu così.
La
trovò all'ombra di un albero, la testa china su un libro
posato
sulle gambe stese ed un torsolo di mela che si stava già
annerendo
all'aria, più una scatola di bento vuota. Il sole faceva
capolino
tra le fronde dell'albero, illuminandole lievemente i capelli con
degli specchietti di luce dorata e donandole una strana
tranquillità
da farla sembrare meno fredda del solito. Decise di avvicinarsi e di
sfoggiare il miglior dei sorrisi che avesse nel suo repertorio,
sperando che non fosse in tutto e per tutto uguale al
gemello.
“Ciao.”
Keiko era rimasta con una pagina a
mezz'aria ed alzò il viso, assumendo un'espressione contrita
in
volto. Merda, Kaede era un uccellaccio del
malaugurio!
Sendoh
continuò a sorriderle “Com'é andato il
test?”
“Bene.”
rispose breve lei, riprendendo a sfogliare il libro.
Le si sedette
affianco, incrociando le gambe e sbirciando un po' tra le pagine
“Fisica?” - essa annuì, non distogliendo
gli occhi - “Ikegami
è un mostro in fisica! Conosce tutti i libri del triennio...
A
differenza mia!” e scoppiò a ridere di nuovo.
La ragazza lo
osservò sottecchi, mentre la sua risata cristallina le
riempiva le
orecchie e la distraeva un po' dal casino che aveva fatto
“Sono
sicura di aver confuso alcuni principi della Termodinamica.”
ammise
mesta e guardando gli occhi blu del ragazzo allargarsi dallo
stupore.
Gli aveva risposto veramente?
In realtà, Keiko non si
spiegava perché glielo avesse confessato. Forse la sua
risata
l'aveva messa a suo agio oppure l'annebbiamento del suo cervello si
era ripresentato, dopo che le aveva fatto sbagliare quasi sicuramente
la risposta sulla Termodinamica. Kami, e meno male che aveva detto al
suo senpai che sarebbe arrivata prima... Si era giocata il
primato!
Sendoh continuava a guardarla con stupore, ma poi le
rivolse un sorriso che parve rassicurante “Sei l'unica
studentessa
dello Shohoku del primo anno, vorrà pur dire
qualcosa...”
“Hm.”
Il
DNA della volpe era comparso di nuovo “Quando escono i
risultati?”
“Alle tre.”
Si
guardò il polso, dove aveva un orologio che guardava
praticamente
mai “Tra un'ora.”
Keiko annuì e decise di chiudere il libro
con un tonfo e si appoggiò con la schiena sul tronco
dell'albero. Un
po' di minuti di riposo non avevano mai fatto male a nessuno,
soprattutto a lei.
Akira le rimase affianco, non pronunciando più
parole e sorridendo tra se nel vederla per la prima volta rilassata
ed in pace con se stessa, forse.
Sembrava
così diversa da quella volta che la vide alla partita dello
Shohoku
contro lo Shoyo.
Il
palazzetto era colmo di gente, ma solo i cori dello Shoyo
riecheggiavano distinti, sovrastando quelli miseri dello Shohoku.
Gli
amici di Sakuragi avevano preso posto comodamente nella prima fila
degli spalti, affiancati da Haruko Akagi e le sue amiche di classe, e
si stavano guardando in giro curiosi.
“Non manca qualcuno?”
chiese Yohei, lanciando un'occhiata sugli altri spalti.
Takamiya
aveva una mano infilata in un pacchetto di patatine al curry
“Manca
la signorina Rukawa.”
“E'
vero!” notò Okuso “All'ultima partita
era dei nostri...”
“Starà
arrivando...” disse Noma, voltandosi poi alla sue spalle
“Ooh...
Guardate, c'è il Ryonan!”
I
quattro si voltarono, seguendo il dito del ragazzo, sgranando gli
occhi.
Notando
la figura di Uozumi, la porchetta esclamò “Il
capobranco!”
In
cima agli spalti, l'intera squadra del Ryonan si era ritrovata di
fronte la squadra del Kainan, la più forte della prefettura
di
Kanagawa, ed alla sua guida il loro capitano Shin'ichi Maki nella sua
tuta blu e d'oro. Sorrise di circostanza ai giocatori del Ryonan,
lanciando una lunga occhiata al loro asso.
Sendoh, non per nulla
intimorito, ricambiò il sorriso, rivolgendosi direttamente a
lui “Al
Kainan chi pensate che vincerà? Eh, Maki?”
“Lo
Shoyo con dieci punti di scarto...” rispose deciso, non
distogliendo gli occhi dal ragazzo.
Alla sue spalle, Soichiro Jin
prese parola “E secondo il Ryonan, Uozumi?”
“Io punto sulla
squadra favorita!”
“Dal
capobranco c'era d'aspettarselo!” esclamò Mito,
sorpreso.
Okuso
affilò lo sguardo “Oh! Guardate chi c'è
lì!” esclamò
indicando le due squadre sugli spalti. Gli altri tre seguirono il suo
dito, scontrandosi con la figura di Keiko Rukawa, con la divisa
scolastica addosso intenta a sistemarsi alla meno peggio il fiocco
rosso che aveva sul petto, facendosi spazio tra i ragazzi del Kainan.
“Permesso.”
disse, spostando il più gentilmente possibile un ragazzo che
le
sembrava più una scimmia per come non riusciva a stare
fermo. Sendoh
rizzò i peli sul collo, sgranando gli occhi nel vedere la
ragazza.
Fece per dire il suo nome, ma venne preceduto da
qualcun'altro.
“Signorina Rukawaaaaa!”
L'intero
gruppo si voltò in direzione della voce, trovandosi di
fronte i
quattro amici di Sakuragi agitare le mani in direzione della ragazza,
che assunse un'espressione tutt'altro che piacevole.
La
scimmia prese parola “Ru-Rukawa.... Come quel
Rukawa?”
Keiko
non si prese nemmeno la briga di rispondergli e gli rivolse
un'occhiataccia di puro ghiaccio, ma evidentemente non bastava per
far freddare il carattere del giocatore del Kainan, nonostante si
fosse allontanata da lui.
“Ehi!
Tu!” esclamò il ragazzo, puntandole un dito
“Dì a tuo fratello
che il rookie numero uno sono io, Nobunaga Kiyota dell'imbattibile
Kainan King!”
Si
fermò sul primo gradino, lanciando un'occhiata agli amici
del Rosso,
intenti a reprimere le risate. Si voltò per la prima volta a
guardare il ragazzo, non facendo caso a come fosse vestito o che
faccia avesse “Emerito idiota.” sillabò
cupa, assottigliando gli
occhi, come a reprimere gli starnazzi di quei quattro scalmanati, e
riprese a scendere verso il posto a sedere che Mito le indicava
affianco a se, ma evidentemente qualcuno quel giorno ce l'aveva con
lei.
“Ciao
Rukawa.”
Si
voltò nuovamente, questa volta in direzione dei giocatori
del
Ryonan, dato che la voce proveniva da loro. Si ritrovò la
figura
tutta sorridente di Akira Sendoh intendo a sventolarle una mano per
salutarla.
Alzò
gli occhi al cielo e raggiunse i suoi compagni di scuola, mentre le
risate del Porcospino le riempirono le orecchie.
Alle
tre in punto, vennero esposti i risultati del test. Keiko stava
ancora riposando e perciò Sendoh le sfiorò
brevemente il braccio
con una mano, togliendola immediatamente quando la vide scattare come
una molla. Gli rifilò un'occhiata strana, non era rabbiosa o
altro,
solo stupita.
“Sono
usciti i quadri.” le disse il ragazzo, indicando una piccola
folla
che si era ammassata nell'atrio. Raccattò velocemente le sue
cose e
scattò in piedi, fermandosi poi di botto e lanciando uno
sguardo
verso Sendoh. Si alzò anche lui e l'accompagnò,
sorridendole e
beccandosi uno sbuffo dalla Rukawa.
Keiko
si fece largo a forza, mentre il ragazzo era rimasto un po' fuori
quella folla, aspettando che gli facesse sapere qualcosa, con le mani
affondate nelle tasche dei pantaloni. Tornò quasi subito,
con uno
sguardo che non preannunciava nulla di buono. Gli occhi le
fiammeggiavano. Gli passò affianco, senza degnarlo di uno
sguardo,
mentre si mordicchiava un'unghia nervosamente, guardando fissa
davanti a se.
“Rukawa.”
la richiamò Sendoh, seguendola verso l'uscita della sua
scuola, ma
sembrava essere diventata sorda “Keiko!” -
finalmente si voltò,
assestandogli uno sguardo tutt'altro che amichevole.
“Che vuoi?”
- il tono di voce era freddo e rabbioso.
“Com'è
andata?”
La
ragazza parve rifletterci su, ma alla fine parlò
“Seconda.”
Sendoh
sospirò “E' un buon risultato...”
Keiko si scurì in volto “I
secondi sono i primi degli ultimi.”
L'Asso
del Ryonan scoppiò a ridere. “Imbecille”
pensò la
ragazza, facendo per andarsene, ma fu agguantata al polso da una mano
di Sendoh. Lo guardò con occhi gelidi.
“Scusa.”
si affrettò a dire il ragazzo, grattandosi la testa.
“Lascia
perdere.”
“Kami!
Identica a tuo fratello.”
“Gemelli.”
“La
prossima volta arriverai prima.”
Keiko
sgranò leggermente gli occhi per poi sbuffare e guardare
Sendoh
orgogliosa “Ovviamente.”
Si
voltò ed andò via, non prima di aver rivolto
un'occhiata al
ragazzo, che scoppiò a ridere e sventolò una mano
in segno di
saluto.
Salve
a tutti
Quando si dice "Chi non muore si rivede"
In questo ritratto, si delinea un po' di più il carattere di
Keiko, molto simile a quello del gemello eppure totalmente diverso.
Sappiamo tutti che Kaede è un ghiacciolo fatto e finito, ma
volevo comunque instaurare una connessione con sua sorella, fatta
ovviamente di silenzi. Inoltre, mi sono divertita a scrivere la parte
in cui si punzecchiano a vicenda solo perché a lui non va
giù il fatto che lei vada nella scuola del suo acerrimo
nemico.
Il rapporto con Sendoh è criptico. Nel senso, Keiko sa chi
è lui per il gemello, ma non riesce ad inquadrarlo ancora
per se stessa. Lampante il fatto che fa un cenno verso di lui
affinché la segui a vedere i risultati e che riesca a
scucirsi con qualche parola in più.
Mitsui, caro Mitsui. Come ogni senpai che si rispetti, vuole che la sua
kohai non lo faccia sfigurare, anche se pare si stia facendo largo
dell'istinto fraterno? Boh.
Scusate la lunga attesa, questo capitolo era già pronto ma
non ero mai sicura del risultato ed è cambiato parecchie
volte nel frattempo.
Per concludere, spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne
pensate...
Alla prossima...
Vostra, Lu.