Titolo: Fuochi nel cielo
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Yao Wang (Cina), Hong Kong + Kiku Honda (Giappone), Im Yong Soo (Corea del Sud), Taiwan
Parte: 1/1
Rating: verde
Riassunto: E i suoi bambini, i suoi piccoli protetti, sorridevano.
Note: - non betata
- Scritta per il compleanno di Hong Kong - il 1 luglio - ma non sono in ritardo: sul forum l'ho postata in tempo

Fuochi nel cielo

Fiori di fuochi si aprivano nel cielo cancellando la luce delle stelle come incedi brucianti nell’aria e sulla terra fredda e umida della notte giungevano, invece, solo i frammenti ormai spenti di quelle fiamme.
Una bambina dai lunghi boccoli mori sedeva su un masso con le ampie volute della gonna a circondare il suo fragile corpo, con gli occhi scuri volti al cielo e il viso splendete come a riflettere quei bagliori colorati, mentre un bambino dal curioso ciuffo ribelle tentava con le mani paffute di prendere quelli che gli sembravano frammenti di stelle, ruzzolando a terra e sporcandosi le vesti, ma continuando a sorridere a quei fuochi. Un altro bambino dagli occhi neri, in cui la luce sembrava quasi venir inghiottita, volgeva lo sguardo in alto disinteressandosi, per una volta, a tutte quelle complicate nozioni che gli erano state spiegate sulla pirotecnica, preferendo alla polvere da sparo una magia.
Yao li guardava e non poteva fare a meno di sorridere come i suoi piccoli protetti. Era così felice di aver creato qualcosa capace di farli divertire tutti insieme: la sua bellissima Taiwan che profumava di fiori e appariva bella come una camelia sotto quelle luci , quello scavezzacollo di Corea che anche adesso non riusciva a stare fermo, il serio Giappone che abbandonato, anche se solo per qualche istante, il suo rigido contegno fissava incantato il cielo e ...
Si guardò intorno, dov’era Hong Kong?
Si alzò e, sperando che Corea non decidesse di farsi male proprio mentre lui era assente, si mise alla sua ricerca. Qualche minuto dopo lo ritrovò seduto a parecchi metri di distanza con gli occhi chiuse e il viso serio volto verso il terreno.

“Non ti piacciono i fuochi d’artificio che ho preparato, aru?”

E il bambino bisbigliò qualcosa che venne coperto dal rimbombare delle esplosioni. Yao fu costretto ad avvinarglisi per riuscire a capire, finalmente, quel flebile soffio.

“Il rumore.”
“Ti fa paura il rumore che fanno, aru?”
“No.”

Non capiva.
Era spesso difficile comprendere le parole di Hong Kong come se il suo non usarle mai le rendesse diverse, più ricche di significato, ma allo stesso tempo troppo complesse per poter sciogliere l’arcano che vi si nascondeva dietro.

“No, non mi fa paura, ma Corea faceva troppa confusione e io non potevo sentire il rumore.”

Si sentì il fischio di un nuovo razzo che saliva verso il cielo.

“È un rumore così bello, che rimbomba. È come se la terra che non potendo catturarne la luce si accontentasse del suono, intrappolandolo dentro di se.”

La sua piccola mano andò a prendere quella del più grande costringendola a toccare il terreno, mentre nell’aria un nuovo incendio esplodeva e la terra tremava.

“Ti insegnerò come fare fuochi che non brucino nell’aria, ma che facciano ugualmente il rumore che ti piace, aru”

Yao fu sicuro che non avrebbe mai potuto immaginare serata migliore quando vide Hong Kong sorridere di nascosto.