Angolino dell'autrice
Ce l'ho fatta! ^^Onestamente non ci speravo, ma alla fine sono riuscita a terminare in tempo i due capitoletti extra e quindi... beh, eccoli qui!
Come ho già detto sono ambientati dieci anni dopo l'ultimo capitolo e... niente, spero vi piacciano. ^_-
Questa raccolta partecipa al contest “La corsa delle drabble&flash-fic”, indetto da AleDic sul forum di EFP.
Disclaimer: i personaggi e la storia di “The Greatest Showman” non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.
Buona lettura a tutti! ^_^
Nickname sul forum e su EFP: rhys89
Fandom: The Greatest Showman
Personaggi e pairing: Philip Carlyle, OC, altri, accenni Barnum/Carlyle
Prompt: //
Numero parole con Utelio: 500
Note autore: AU; POV Philip; Philip ha ventisette anni, P.T. circa quarantadue.
Blu #Epilogo
- Prima parte -
And we will come back home.
And we will come back home.
Home, again!
[From Now On]
[Dieci anni dopo.]
Palleggio, finta a destra, scatto di lato. Tiro. Canestro!
«In forma come sempre, capitano.»
Sorridi al suono di quella voce e ti volti verso il tuo migliore amico.
«Non sono più il tuo capitano, Cole» ribatti, asciugandoti il sudore con la maglietta. «Anzi, è già un miracolo che sia tra i titolari…»
Cole sbuffa e ti lancia una bottiglietta d’acqua.
«Ma smettila, che il coach ti ha fatto la corte più che a sua moglie per farti entrare in squadra!»
Sogghigni.
«Ci ha fatto la corte» lo correggi: dopotutto vi hanno reclutato insieme.
Sorride anche lui, e per qualche secondo bevete in silenzio.
«Qui hai finito?» ti chiede poi, in volto la stessa espressione fintamente noncurante che fin da ragazzino hai imparato a riconoscere come campanello d’allarme.
«Che avevi in mente?» domandi in risposta.
Cole, però, sorride misterioso.
«Lo vedrai» dice soltanto. Poi, al tuo sopracciglio alzato, sbuffa risentito. «E non fare quella faccia, guarda che è una cosa bella!»
Ridacchi e gli dai un pugno amichevole sulla spalla, poi vi avviate insieme negli spogliatoi.
Attraversare la città senza la benché minima idea di dove diamine stiate andando è già abbastanza irritante di per sé, ma se poi ci aggiungiamo le frasi sibilline con cui Cole continua a stuzzicarti non si capisce perché mai ancora tu non l’abbia mandato a quel paese. E poi, quando stai per perdere del tutto la pazienza, vi fermate di fronte a quello che sembra l’ingresso di un teatro.
«Allora? Sono o non sono il migliore amico del mondo?» ti chiede la voce divertita di Cole.
E tu vorresti davvero dire qualcosa, ma la gola si è chiusa non appena hai visto quella locandina: “The Greatest Showman – speciale decimo anniversario”.
La guardia all’ingresso è estasiata nel vedervi, e bastano solo un paio di autografi, qualche foto e la promessa di biglietti gratis alle partite per il resto dei suoi giorni per convincerlo a farti passare.
«Divertiti!» ti saluta Cole con un occhiolino.
Gli sorridi riconoscente – è davvero il miglior amico del mondo – e ti incammini verso la platea col cuore a mille… ma prima di arrivare incroci una tua vecchia conoscenza.
«Ciao, omonimo!» lo saluti.
Lui ti guarda perplesso qualche secondo, ma alla fine sorride.
«Philip!» esclama, stringendoti in un abbraccio.
Qualche obbligatorio minuto di convenevoli dopo – Come stai? E tu? Scuola, famiglia, carriera? – prendi fiato e gli fai l’unica domanda che in questo momento ti preme davvero.
«E dimmi, P.T…. c’è anche lui?»
Lo vedi esitare un momento, prima di rispondere.
«Sì, c’è, ovvio che c’è, ma…»
“Ma”? Ma cosa?
«Non vuole vedermi, vero?» mormori, distrutto da quell’improvvisa epifania. Dopotutto è comprensibile, sono passati dieci anni ed è ovvio che sia andato avanti con la sua vita: magari sei soltanto tu ad essere rimasto ancorato al passato.
«Cosa? Ma no, Phil, è solo…»
«È sposato. O fidanzato, o–»
«O magari» ti interrompe «è solo andato a prendere qualcosa al bar. Tornerà tra cinque minuti.»
Oh.
Quel sorrisetto divertito ti fa arrossire d’imbarazzo come se fossi di nuovo un diciassettenne.
E, a questo proposito…
Sorridi dell’idea che hai appena avuto: se P.T. non è qui, allora…
«Senti… non è che potresti prestarmi il tuo costume di scena?»