Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: jaspeg    04/06/2018    0 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il grande giorno era arrivato. Quel sabato sera, Alys avrebbe visto suo fratello sfilare tra gli Owl blue come membro della squadra del torneo di kriket. 
Era così emozionata che non stava più nella pelle e ovviamente con lei non poteva mancare la guardia del corpo; Visto che non era di buon costume presentarsi senza un accompagnatore Ciel aveva chiesto a sua altezza di accompagnare la sorella al ballo dell'apertura. Appena entrarono l'attenzione degli ospiti si spostò tutta sulla giovane coppia. Lui era vestito rigorosamente di abiti scuri con una camicia rosso cremisi e un fazzoletto nero. Lei invece al contrario era avvolta in uno splendido abito blu notte con lo scollo a V senza spalline, le maniche in pizzo con fantasia a felce erano dello stesso colore del corsetto; Questo era plissettato e adornato con qualche applicazione di pizzo bianco sul busto attraversandolo trasversalmente fino all'anca sinistra, mentre la stoffa scura ricadeva fino al ginocchio; sulla parte destra un fiocco morbido blu notte sosteneva la stoffa scura rivelando il pizzo bianco sopra il tulle. Al collo portava un collié di zaffiri con un diamante blu incastonato al centro. I capelli; raccolti in un'acconciatura quasi regale, con un pettinino in madreperla e rose bianche, spiccavano tra il bluastro dei capelli.
Erano al centro dell'attenzione di tutti. Nessuno riusciva a distogliere lo sguardo dai due e quando varcarono la soglia i nobili non poterono fare a meno di spostarsi al loro passaggio dalla solennità che trasmettevano.
Alys era a disagio; non capiva perché la gente reagisse così alla loro presenza. Il primo pensiero fu che fosse colpa della faccia truce di Shade. Mai una volta che sorridesse quello.
Si avvicinò a lui parlando a bassa voce per non farsi sentire dagli altri ospiti.
- Ehi.
- Che c'è? 
- Perché ci fissano tutti? 
Lui impassibile come sempre continuò ad avanzare scrutando ogni singolo individuo che occupasse quella sala. Stranamente non vide il maggiordomo da nessuna parte; probabilmente era con Ciel per decidere sul da farsi della prossima mossa.
- Perché siamo personaggi di rilievo nell'alta società.
- Che cosa?! Ma se io nemmeno la frequento l'alta società!
- Lo so. Nemmeno io, ma le voci corrono e a quanto pare quelle che ho sentito non era del tutto infondato.
- Quali voci? 
Finalmente le rivolse lo sguardo incrociando i suoi occhioni da cucciolo curioso.
- Qualcuno ha messo in giro la voce che tra noi due ci sia qualcosa. Dopo il mio viaggio sulla Campania ho frequentato spesso voi Phantomhive e a quanto pare la cosa non è passata inosservata.
Lei non era convinta. Probabilmente non era sfuggita agli occhi della gente perché LUI stesso non voleva che sfuggisse. C'era da chiedersi cosa stesse tramando.
Finalmente arrivarono dai Midford e dopo un saluto di cortesia e un inchino, le arie si rilassarono. Finalmente il gelo della sala si era dissolto tra le chiacchiere e i pettegolezzi delle signore, mentre Alys continuava a guardarsi in torno alla ricerca del fratello e del demone. Per la prima volta era decisa ad affrontarlo e trovare una risposta a quello che era accaduto quella notte con Shade.
- Scusate un momento... io vado a prendere da bere.
- Certo cara.
La congedò con la solita rigidità zia Farsis.
Al tavolo del buffet poté tirare un sospiro di sollievo, almeno fino a quando non si trovò un bicchiere di champagne proprio davanti agli occhi sorretto da una mano guantata.
- Ma che splendida visione. è da un po' che non ci vediamo mio splendido pettirosso e a proposito di petto... vedo che lei lo ha riempito molto bene.
Un giovane uomo, biondo dai capelli lunghi, sui 23 anni, la stava squadrando da capo a piedi come se fosse un cibo prelibato (Poteva quasi paragonarlo a Sebastian considerando la vera natura del maggiordomo). Alys non lo riconobbe immediatamente, ma poi si ricordò; quello era il visconte Druitt!
Lo aveva incontrato sulla Campania e ricordava il disagio del fratello nei confronti dell'uomo, ma per la sua sicurezza decise di assecondarlo.
- Già... a quanto pare...
- Mi permetta di offrirle una coppa di champagne. L'ho scelto io stesso e l'ho fatto importare dalla Francia.
- Gra... Grazie, ma... no, grazie. Non sono molto brava a reggere l'alcol.
- Ma dai, un sorso non la ucciderà mica.
- Davvero è meglio se...
Continuando a indietreggiare, la fuga della giovane fu fermata da qualcuno che le poggiò le mani sulle spalle prima che potesse finirci addosso.
- Faccia attenzione signorina.
Riconobbe immediatamente quella voce.
- Sebastian? 
- Come prego? 
Il visconte non aveva capito molto bene cosa avesse detto, ma in fin dei conti era molto meglio così. In un secondo di distrazione del biondo, venne trascinata tra la folla da quelle mani dal tepore rassicurate per poi allontanarsi e una volta al sicuro...

- State bene my lady?
- S..si.
Appena si voltò vide Sebastian nei panni di un docente scolastico, con occhiali e tutto l'armamentario da insegnante, rosario compreso e questa era la cosa più incredibile. Dopo qualche secondo di spiazzo Alys scoppiò a ridere davanti al demone sconcertato.
- Haha! Non... Hahaha!!!
- My lady... che le prende? Ho qualcosa di strano sulla faccia? 
Niente da fare, non c'era modo di farla smettere, tanto che si dovette appoggiare ad una colonna per potersi reggere sulle proprie gambe.
- Haha! Non per quello che hai sulla faccia, ma per tutto quello che indossi! Hahaha!
Sebastian si guardò confuso. Gli sembrava di essersi mimetizzato al meglio per quel ruolo da insegnante e cominciò a convincersi di essersi sbagliato su qualcosa nel suo travestimento.
- Mi può spiegare a cosa si sta riferendo? 
- Al fatto che un demone porti un crocefisso al collo e si comporti da brav'uomo! Haha!
Ora si spiegava tutto. La sua signora si stava prendendo gioco di lui. Che un demone potesse spacciarsi come esempio da seguire... era proprio l'ironia in persona, ma anche se non era proprio la reazione che si aspettava, era felice di vedere quel lato di Alys che ormai considerava perso. 

Intanto Shade era ancora a parlare con i nobili e in molti lo riconobbero come il nipote preferito della regina, anche se non avevano proprio idea di che fosse figlio e tentavano di indagare velatamente. 
Si accorse che Alys ci stava mettendo troppo e decise di andare a cercarla il più discretamente possibile.

Dopo che si fu calmata Alys prese la mano di Sebastian portandolo in uno dei corridoi secondari.
- Devo parlarti.
Il demone era sorpreso da quell'atteggiamento.
- Di cosa my lady?
- Voglio che tu mi dica la verità! Devi... devi sapere che sono successe delle cose durante la vostra assenza.
Il demone non capiva, ma per un secondo temette che gli istinti oscuri di Shade avessero avuto il sopravvento e le avesse fatto qualcosa. Lui stesso, per esperienza personale, sapeva quanto il suo potere potesse essere difficile da controllare se si lasciava trasportare dalle emozioni, figuriamoci un essere umano.
- Il principe le ha fatto del male?!
- No. Non è stato lui, ma.... io.
Sebastian non sembrava afferrare la cosa. Perché parlarne con lui e non col fratello visto il suo comportamento negli ultimi tempi? Non sapeva che le fosse successo, ma comprese che era qualcosa di grosso
- My lady... non possiamo stare qui. Potrebbero scoprirci.
- Allora dove? 
La trascinò senza farsi vedere ai suoi appartamenti evitando tutti i controlli che erano stati adibiti per la serata.


Una volta arrivati...
- Posso offrirle una tazza di tè?
- No! Non c'è tempo!
Non era abituato a quell'espressione seria e si voltò preparando del tè sottovalutando la gravità della situazione, versando tranquillamente la bevanda calda nelle porcellane.
- C'è sempre tempo per una tazza di tè.
Nonostante tutto era rilassato. Negli ultimi tempi aveva pensato a come recuperare il rapporto con la sorella del suo padrone, ma con scarso risultato. Prese il servizio adagiandolo su un vassoio, ma quando si voltò questi gli cadde dalle mani sfracellando il contenuto per terra. 
Davanti all'uomo apparve un Alys dai capelli bianco argento mentre stringeva tra le dita una parrucca.
- Ma co... Non è possibile!
Si avvicinò alla ragazza lasciando da parte ogni controllo. Gli occhi del demone erano sgranati e risplendevano come braci; i lineamenti del volto contratti in un espressione di paura e rabbia; le mani tremavano mentre sfioravano quei fili argentati. Alys non si aspettava quella reazione cominciò a preoccuparsi.
- Sebastian? Che ti succede? Tu.... tu sai qualcosa vero!?
- Non... non dovevi essere tu.
Indietreggiò barcollando fino alla sedia. 
Dovette sostenersi sul tavolo mentre con una mano si teneva la fronte cercando di trovare una spiegazione a tutto quello che gli stava succedendo. Alys comprese che doveva sapere qualcosa in merito a quello che le stava accadendo.
- Sebastian! Devi dirmi la verità! Io... io non posso continuare così! Lei non può....
- LEI?!
Si alzò di scatto prendendole le braccia tirandola pericolosamente vicino a se.
- Di chi parli? Alys! Devi dirmelo! 
Lo temeva, ma in quel momento la voglia di sapere divenne più forte della paura e con quel coraggio sconosciuto riuscì a sostenere il suo sguardo. 
Quando però il demone si rese conto di quello che stava facendo la liberò.
- Mi... mi dispiace.
Si lasciò cadere sulla sedia con fare esausto e la giovane capì che non aveva intenzione di farle del male. 
Si chiedeva cosa lo aveva scosso così nel profondo da fargli perdere il controllo delle sue azioni? Era sulla porta, pronta a scappare, ma qualcosa la spinse ad avvicinarsi a lui prendendogli una mano.
- Cos'è che ti tormenta Sebastian? 
Il moro sorpreso da quel gesto rimase qualche secondo a fissare quella figura minuta, fragile come uno stuzzicadenti per le sue mani. Eppure quel tocco feriva profondamente il demone, ormai stanco di un fardello che portava da ormai troppo tempo. Dopo un po' l'uomo si riprese ricomponendo tutta la sua integrità.
- è una storia molto lunga, ma non abbiamo il tempo per parlarne adesso.
- Lo stesso vale per me, però... devi farmi una promessa.
Il demone la trafisse con lo sguardo, ma senza farla vacillare.
- Una volta tornati... voglio che tu mi dica la verità.
La risposta non attese ad arrivare.
- Va bene.


Proprio in quel momento entrò Shade.
- Ma che diavolo....
Alys lesse immediatamente lo sguardo iroso dell'amico.
- Aspetta Shade! Non è come pensi? 
Si mise immediatamente tra i due quando vide il suo amico mettere la mano sull'elsa della spada. Shade spostò la sguardo interrogativo su di lei notando che non aveva più indosso la parrucca.
- Che cos'hai fatto? 
- Gli ho detto la verità. Non possiamo vivere così, se lui sa qualcosa deve dircelo a costo di scendere a compromessi.
Il maggiordomo sentì la tensione e comprese che era scaturita da quando aveva rivelato il suo segreto. Non se lo sarebbe mai aspettato di rivedere qualcun'altro con quei stessi segni distintivi. Erano passati secoli dall'ultima volta che aveva visto un membro di quella stirpe.
- E quale sarebbe il compromesso? Concederti a lui? 
La ragazza era senza parole? Non le aveva mai parlato in quel modo.
- Co.. come puoi dire una cosa del genere? 
La guardò freddamente.
- Non sarebbe la prima volta che lo fai.
La contessa si allontanò di qualche passo da lui senza parole.
- Sentiamo, prima di infilarti nel mio letto ti sei concessa anche a quello zingaro? Avanti! Dimmi quanti si sono infilati sotto le tue coperte!
Le prese il polso tirandola a se con profondo odio nello sguardo.
- QUANTI?!
A quel punto Alys con tutta la forza che disponeva colpì in volto il giovane per poi scappare in lacrime. 
Sebastian rimase senza parole di fronte a quello che era successo.
- Perché le hai detto quelle cose? 
- Che te ne frega a te?
Il demone s'infuriò e avventandosi sul giovane lo prese per il collo schiantandolo contro il muro, ma questi non crollò come avrebbe fatto una qualsiasi persona normale.
- Tu sai qualcosa. Non è vero? 
Shade alzò lo sguardo sul demone mentre un rivolo di sangue gli scendeva dal labbro per il colpo infertogli dalla ragazza. Lo sguardo eloquente di Sebastian diede una risposta sufficiente al principe. Non si dissero nulla e si separarono in un silenzio carico di emozioni contrastanti: odio, paura, curiosità, invidia e gelosia. 



Quando tornarono nel salone le casate stavano entrando sfilando i loro colori e quando giunse quella di Ciel, per Alys si aprì un piccolo spiraglio di luce; sapeva che avrebbe dovuto dire tutto al fratello, ma non voleva rovinargli quel momento.  
Quando finirono di sfilare ogni allievo corse dalla sua famiglia per riabbracciare i propri cari. Ciel venne immediatamente avvolto dalle braccia di Lizzie e dai suoi zii, ma stranamente Alys non era tra loro e dopo i saluti decise di andare a cercarla. La trovò sul balcone tutta sola; cosa assai insolita. Pensava che lei e Shade alla fine fossero diventati amici, ma comprese che doveva essere accaduto qualcosa di grave se aveva deciso di starsene in un luogo del genere.
- Che succede? 
La incalzò immediatamente rischiando di farle cadere il calice dalle mani.
- Nu... nulla.
Il conte notò un lieve rossore sulle gote della sorella.
- Hai bevuto? 
Questa in risposta le fece segno con le mani che aveva assaggiato solo un sorso.
- Ma che diavolo fai? Lo sai benissimo che non reggi l'alcol!
Le strappò il bicchiere dalle mani mentre si reggeva alla balaustra.
- Ma che dici? è solo il secondo... no! Il terzo goccetto.
- Ma se non sai reggerne nemmeno mezzo!
- Ohh... Insomma! Mi ci mancava solo che un moccioso adesso vesta i panni di mio padre! Senti: Ho passato una serata tremenda e tutta per colpa di quel principe sexy dagli addominali scolpiti e quella faccia d'angelo che ti porti dietro ultimamente. Non mi va di sentire l'ennesima predica da un nono malefico che non sa nemmeno vestirsi da solo!
Quelle parole pietrificarono sul posto Ciel che immediatamente avvampò diventando di tutti i colori.
- T..tu sei ubriaca fradicia! è meglio se ti faccio riportare a casa.
- NO! So... calarmela... benissimo da sola!
- Forse volevi dire "cavarmela".
- S..si.. quella che è.
- No! Non puoi restare qui in queste condizioni. Torna a casa!
Ma la sorella non voleva sentire ragioni e alla fine il giovane conte optò per un approccio più comprensivo e la invitò a rientrare. 
- Senti, che ne dici se ti porto dell'altro champagne? 
La ragazza gli accarezzò la testa come se fosse un cucciolo con un sorriso di beatitudine.
- Si, si, bravo il mio bambino.
- Va... va bene. Però devi aspettarmi qui. Sta seduta che io torno subito.
- Promesso? 
Eccola che ritornava col suo solito faccino da cucciola alla quale ere difficile resistere, ma per il momento era importante che stesse ferma. Avrebbe trovato Shade e Sebastian convincendoli a portarla via da lì.
- S..si.



Ciel si mescolò alla folla alla ricerca di almeno uno dei due e costantemente in allerta per non farsi beccare dai marchesi, suoi zii; In particolare Edward. Se avesse visto sua cugina in quelle condizioni per lui erano finiti i giorni in cui avrebbe camminato sulle sue gambe. Alla fine girando e rigirando, vide in un angolo buio il principe che stava bevendo del vino rosso ad osservare la gente danzare, ma non era solo. 
Molte delle giovani nobili in età da marito lo avevano circondato cercando di attirare in ogni modo la sua attenzione (ecco perché non lo vedeva). Poco più lontano vi era Sebastain che stava parlando con delle giovani signore.
- Ma è mai possibile che quei due nel bel mezzo di una missione si mettano a rimorchiare?!
Eppure, stranamente, tra "quei due" si avvertiva un'aria di tempesta. Cosa sarà successo? Alla fine optò per chiamare Shade. Se fosse andato da Sebastian avrebbe fatto sorgere dei sospetti, al contrario il principe essendo stato l'accompagnatore della sorella avrebbe creato meno imbarazzo. 
Facendosi strada tra le voluminose gonne della donne riuscì a raggiungerlo.
- A... altezza.
Il moro si accorse appena dalla presenza del blu.
- Conte Phantomhive. Come mai da questa parti? 
Quel tono di voce non lo convinceva . Sembrava stizzato e parecchio irritato mentre sorseggiava il suo bicchiere di vino, solo dopo un po' si accorse che su un tavolo adiacente a loro c'erano diversi bicchieri vuoti.
- Non... non mi dirà che ha bevuto tutti quelli!
- Si e allora? 
- Ma... ma se è ubriaco come farà a.... 
Non poteva andare oltre con tutte quelle donne tra i piedi.
- Non ti preoccupare piccoletto sono abbastanza lucido per portare a termine il mio compito.
- è proprio questo il problema!
Gli occhi cremisi saettarono subito su quelli del conte.
- Di che stai parlando? 
- Ti sto dicendo che è mia sorella qualla a non so se riuscirà a portarlo fino in fondo.
Il demone poco distante aveva sentito tutto. Shade mise sul tavolo l'ennesimo calice vuoto.
- Dov'è adesso? 
- Vicino alla finestra, sulla terrazza.
Le ragazze che l'avevano accerchiato cercarono in ogni modo di farlo desistere, ma bastò un'occhiata per farle scansare dal suo cammino. 
Attraversarono la sala fino alla finestra che dava sulla terrazza e nel punto in cui l'aveva lasciata si erano accalcati molti studenti della stessa età della sorella.
- Ma che sta succedendo? 
I due si avvicinarono e videro che Alys aveva le braccia intorno alle spalle di due giovani aitanti dell'ultimo anno e stava bevendo ancora, facendo festa e civettando con ognuno di loro. Gli studenti si stavano beando delle sue curve e un terzo la prese per la vita da dietro, mentre uno davanti la faceva ballare, ma la cosa mandò su tutte furie Ciel.
- Ehi voi! Cosa... 
Non fece a tempo ad avanzare che Shade era già davanti a loro con uno sguardo poco rassicurante.
- Ehi! Che vuoi amico? 
Gli altri studenti che lo avevano riconosciuto avevano mollato la presa sulla ragazza, ma un nobile di basso rango delle campagne non era così informato ed ebbe un frontale con la rabbia del moro. Lo prese per il collo e senza farsi vedere da nessuno lo portò sulla terrazza deserta sbattendolo contro il muro.
- Prova a toccarla ancora e ti giuro che non vedrai l'alba di domani!
La voce bassa e roca del principe rese l'idea sulla serietà della minaccia, ma quando questi alzò gli occhi gli sembrò di vedere due braci che stavano ardendo al posto delle iridi .... Solo in quel momento i ragazzi capirono quanto fosse pericoloso e non se lo fecero ripetere due volte. Se la diedero a gambe tornando nella sala, mentre Alys lo aveva raggiunto barcollante con Sebastian poco dopo.
- EHI! Chi ti ha detto di mandare via i miei amici?
- Amici?! Tu quelli me li chiami amici? 
Il principe a quel punto sbottò.
- SI! Lo sono molto più di te! Loro almeno mi divertono e non mi tengono segregata in camera mia come una bambina in castigo!
- Se ti comporti come tale devo prendere dei provvedimenti.
- Sei solo un guastafeste!
Ciel da quella conversazione cominciò a capire che c'era qualcosa che non avevano menzionato nelle lettere. Sebastian a quel punto fu obbligato ad intervenire. 
- Signorino. A questo punto penso che la loro presenza non sia più necessaria. Il preside non si è presentato quindi... 
- Si. è meglio che torniate a casa.
Alys si mise a protestare come una bambina prendendo una bottiglia.
- No! La festa è appena cominciata. Non vorrai che me ne vada adesso? 
- Si invece! E seduta stante!
- No!
Si sedette per terra e non c'era verso di farla alzare. Ciel non aveva parole per quella situazione, e adesso? Chi la smuoveva da lì? Fu allora che Shade fingendo un certo distacco si avvicnò al conte.
- Qui non se ne fa nulla. O si usano le maniere forti o permettiamo che ci faccia scoprire.
Ciel esasperato gli diede ragione.
- Va bene, va bene. Fa quello che vuoi ma portala via da qui nel modo più discreto possibile.
- Discreto? 
Il Phantomhiive lo guardò a braccia conserte pronto a qualsiasi proposta per sbrogliarsi da quel casino.
- Posso portarla in braccio dalla finestra.
- Pessima idea.
Fece notare Sebastian che non aveva distolto lo sguardo dalla sorella del suo padrene.
- Perché? 
- Si sono fatti notare troppo. Cosa penserebbero se sparissero e nessuno vedesse la sua uscita? 
Il blu non capiva dove volesse arrivare, ma ci pensò il giovane moro a chiarirgli le idee nella maniera più brutale possibile.
- Penserebbero che io e tua sorella ci siamo appartati per fare sesso durante la festa.
Quel pensiero si concretizzò nella mente del conte, con anche delle immagini molto esplicite facendolo diventare di tutti i colori. Se la cosa sarebbe saltata fuori non ci sarebbe stato scampo per il buon nome dei Phantomhive. La cosa non doveva assolutamente accadere per nessun motivo!
- Ok... cosa pensate di fare? 
I due mori si misero a riflettere quando al maggiordomo venne un'idea.
- Forse ho la soluzione! 
- Quale? 
- Gli esseri umani sono molto più accondiscendenti da ubriachi se soddisfi ogni loro desiderio.
- E con questo? 
- Se sappiamo cosa vuole la contessa forse riusciamo a convincerla ad uscire sulle sue gambe.
- Ma a parte dire che voleva bere e divertirsi, non ha menzionato altro.
Fu allora che a Ciel venne in mente alcune parole insolite che sua sorella aveva detto prima di lasciarla sulla sedia. Il blu prese Shade da parte ordinando a Sebastian di rimanere con la sorella.
- Sebastian non perderla d'occhio.
E una volta soli.
- Cosa c'è? 
- Ecco... mia sorella, ha detto una cosa prima che arrivaste.
- Cioè? 
Il tono imbarazzato però non lasciò spazio agli indugi.
- Ecco... ha detto: "Ho passato una serata tremenda e tutta per colpa di quel principe sexy dagli addominali scolpiti e quella faccia d'angelo".
Improvvisamente la mete del giovane si incrinò.
- Mi prendi in giro? 
- Ma... magari, ma... ma forse era solo ubriaca. Fo.. forse...
- Va bene, ho capito. Voi andata a distrarre i Midoford. Io mi occuperò della faccenda.
- Si.



Una volta che si furono separati Shade si avvicinò ad Alys.
- Ehi.
La blu incrociò le braccia guardando dall'altra parte offesa.
- Io non ci parlo con te.
- Perché? 
- Perché sei cattivo!
Shade non poté fare a meno di pensare che stava ragionando con una bambina di due anni.
- Che ne dici di tornare a casa.
- NO!
- Perché? 
La ragazza cominciò a girarsi i pollici imbarazzata.
- Non voglio che le luci si spengano.
Quella frase lo spiazzò. Che voleva dire che non voleva le luci spente? 
- E perché? 
- Pe.. perché... ho paura del buio e... delle ombre che camminano nella mia camera.
Shade si accovacciò accanto a lei guardandola con la stessa espressione curiosa di un bambino più grande che non capiva quelle paure, mentre lei si strofinava gli occhi per la stanchezza e si strigeva per il freddo.
- Non hai sonno? 
Annuendo si mise a sbadigliare, ma non voleva dormire e fu allora che al moro venne un idea.
- Vuoi... che ti faccia compagnia? 
Questa immediatamente si voltò su di lui con gli occhi sgranati.
- Davvero?!
- Si.
Si mise a carponi davanti a lui.
- E mi terrai la mano fino a quando non mi addormento? 
- Si... va bene.
Sul volto della ragazza apparve un dolce sorriso pieno di gioia, mentre l'espressione di lui si fece perplessa.
- Allora va bene.
Si alzarono entrando nella sala da ballo.
- Aspetta!
- Cosa c'è? 
- Prima di andare via possiamo ballare? 
- Ma sei in grado di reggere? 
Lei annuì.
- Va bene.
 Entrarono nella pista e danzarono un po', ma Shade l'aveva spinta a ballare fino all'uscita dove vennero serviti da dei valletti che gli porsero dei cappotti e finalmente se ne andarono. 





Una volta arrivati alla villa, Shade fu costretto a portarla in braccio visto che in carrozza si era addormentata. Una volta arrivati nella camera da letto cominciò a toglierle i vestiti finendo per svegliarla proprio mentre le stava per slacciare il corsetto.
- Che.. che stai facendo? 
- è ora di andare a letto.
Lei gli prese il polso tirandolo sopra di lei a carponi.
- Dormi qui. Non voglio stare sola.
La guardò poco convinto anche perché era rimasta solo in sottoveste e la cosa poteva diventare sconveniente.
- Ne si sicura? 
Annuì in risposta.
- Va bene. Fammi spazio.
Si spogliò anche lui rimanendo solo in pantaloni e si mise accanto. Alys cominciò a picchiettare sulla sua spalla.
- Cosa c'è? 
 Appena si voltò i loro visi erano molto vicini e lei gli sorrideva come non faceva da tempo.
- Posso?
A quel punto gli afferrò il mignolo stringendolo a se come se fosse un peluche.
- Non sei sei cattivo come dicono.
Lui abbozzò un sorriso.
- Non sai quello che dici.
- Si invece. Piuttosto... è quando sono la solita me... che non sa quello che dice.
La guardava cercando invano di capire il senso di quelle parole.
- Che stai cercando di dirmi? 
- Che ti voglio bene Shade.
  
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