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Autore: hikaru83    07/06/2018    5 recensioni
Questa raccolta era nata per una challenge che poi è stata chiusa in anticipo, ho quindi deciso di mantenere le storie e lasciarla come un luogo dove raccogliere one-shot più o meno brevi nate da una parola che mi ha ispirato o mi è stata suggerita.
Le storie saranno probabilmente slegate tra loro, e quando ci saranno ship saranno o Johnlock o Mystrade, non ho mai scritto su altre coppie e non credo proprio inizierò ora, se dovesse succedere state sicure che queste due non verranno separate! Ovviamente non ho idea del genere dell'intera raccolta perchè scrivo grazie all'ispirazione che i prompt dati mi danno, diciamo che in genere io sono da finali felici.
Spero che questo esperimento vi piacerà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi per il secondo prompt della challenge del gruppo Aspettando Sherlock 5 link: https://www.facebook.com/groups/366635016782488/    26 prompts challenge - Sherlock Edition : prompt 2/26

Il secondo prompt è: #SensoDiColpa

1. In psicologia il senso di colpa è un sentimento umano che, collegato alla colpa, intesa come il risultato di un'azione o di un'omissione che identifica chi è colpevole, reale o presunto, di trasgressioni a regole morali, religiose o giuridiche, si manifesta a chi lo prova come una riprovazione verso sé stessi.
2. un doloroso sentimento di disistima di sé, accompagnato solitamente da un sentimento empatico verso una persona sofferente, combinato con la coscienza di essere la causa di quella sofferenza
 
Buona lettura!






Ombra e luce
 
 
Ti ho guardato mentre tentavi di distruggerti, droga dopo droga, dopo che avevi perso il tuo equilibrio. Ti ho sempre ritrovato, riportandoti a casa e rimettendoti in sesto, per poi abbandonarti ancora.

Ti ho distrutto colpendoti ripetutamente, non fisicamente – non è questo il modo di distruggerti – ma moralmente, eliminando ogni appiglio a cui potevi attaccarti, convincendoti di essere solo, di non meritare nessuno, di dovertela cavare con le tue sole forze, cancellando così i sentimenti, quella peculiarità dell’animo umano che serve solo ad annebbiare la mente.

Sono arrivato al punto di farmi odiare da te.

L’ho fatto e, anche se ogni tuo sguardo tagliente mi colpisce a morte, lo rifarei ancora perché questo ti ha permesso di diventare forte, abbastanza da sopportare il peso del nostro passato il cui ritorno ti avrebbe travolto. Perché il passato torna sempre, per quanto noi cerchiamo di tenerlo a bada. Di rilegarlo in un non-luogo, dove non può ferirci. Quello torna comunque, fottendosene del fatto che siamo o meno pronti ad affrontarlo.

Il senso di colpa è un sentimento strano. Totalmente illogico, ma del resto è un sentimento. Sapere che quello che ho fatto è l’unico modo che avevo per fare il fratello maggiore non mi impedisce, del tutto irrazionalmente, di provarlo.

Penso a quel bambino, vestito da pirata che rideva, si sbellicava e non smetteva mai di farmi domande. Che mi seguiva ovunque, standomi appiccicato, una “petulante zecca”, come ti chiamavo ridendo e prendendoti in giro. Penso a quel bambino e mi sento in colpa. Perché quel bambino è come se fossi stato io a ucciderlo, con queste mie mani.

Mi sento in colpa per tutte le ferite che la tua anima ha subìto per causa mia. Credo  – anzi, sono certo – che se fossi stato un fratello migliore non ne saresti uscito così duramente provato.

L’unica mia scelta che riesce minimamente a lenire questo senso opprimente è aver riconosciuto in lui un’anima affine alla tua, e bisogna ammettere che per essere uno senza cuore, essere in grado di riconoscere il collegamento tra le vostre due anime è stata una grande cosa.

«Mr. Governo Ombra?» La voce di Greg alle mie spalle mi fa sussultare. Le sue braccia si avvolgono attorno al mio corpo, il mento si appoggia alla mia spalla. Io continuo a guardare il paesaggio fuori dalla finestra, continuo a guardare te e lui seduti sull’erba – è riuscito a farti sedere sull’erba; questo sì che è un miracolo! – spalla a spalla quasi a sorreggervi a vicenda.

«Greg.»

«Devi smetterla, Myc. Smettila di guardarlo e pensare al passato. Senza di te non sarebbe sopravvissuto fino a oggi.»

«Non sai com’era lui... Era il bambino più allegro del mondo e io... Io l’ho ucciso.»

«A me pare sia abbastanza vivo.»

«Sai cosa voglio dire. Rideva sempre, Greg. Sempre!»

«E adesso sta imparando a farlo ancora,» dice testardo. Ed è vero, stai ridendo ora. Con lui.

«È solo merito del dottore.»

«E sentiamo, Mr. Non-Ho-Sentimenti, chi è che ha affidato il suo fratellino a John?»

«Solo fortuna.»

«La fortuna è come il caso, e come mi hai insegnato tu, raramente il cosmo è tanto pigro.»

«Mi frequenti troppo.»

«Per me non abbastanza.»

Non riesco a smettere di pensare al dolore a cui ti ho sottoposto, che cazzo di fratello sono?

La presa di Greg si allenta solo per spostare le sue mani sulle mie spalle e obbligarmi a voltarmi verso di lui. Mi scruta senza parlare e ho paura di quello che i suoi occhi possano vedere nei miei. Ho paura che riesca a vedere me, che capisca che razza di mostro io sia in realtà e che se ne vada. Perché solo un mostro può fare quello che ho fatto e dovrei volere Greg lontano da me per saperlo al sicuro, ma sono egoista e non voglio.

«Non so come fare con te, Mycroft, non lo so davvero.»

«Greg, sono un mostro. Fossi in te me ne andrei in fretta. Posso solo ferirti.»

«Non costringermi a prendere a pugni il tuo bel viso, Myc. Non costringermi proprio.» Le sue mani, in contrasto con la frase appena detta, accarezzano il mio volto con delicatezza.

Abbasso gli occhi a fissare le mie scarpe. Come posso affrontare lo sguardo puro di Greg quando ho bene in mente quello che ho fatto a te?

Proprio per questo non mi rendo conto di nulla fino a quando le sue braccia non mi stringono forte.

«Smettila di sentirti in colpa, Mycroft. Tu non hai colpa. Tu sei l’unico che l’ha tenuto al sicuro, l’unico che l’ha sempre protetto, anche se il suo odio ti ha quasi ucciso.» Ogni sua parola sussurrata al mio orecchio vibra nella mia mente, nel mio corpo, sento le mie mani artigliarsi alla sua schiena. Il suo abbraccio diventa sempre più stretto, come avesse paura che possa sgretolarmi davanti a lui. «Amore, non sei solo.» Le lacrime bagnano la sua camicia, le mie lacrime. Mi sembra assurdo ma sto piangendo. Io che non credevo di saperlo neanche fare, sto piangendo. «Ci sono io con te, ci sarò sempre io qui con te.»

Non credo che potrò mai perdonarmi per il dolore che ti ho dato, Sherlock; ma forse, come tu stai riuscendo a tornare in vita grazie a John, io riuscirò a sopportare il peso della mia colpa grazie a quest’uomo che ha visto il mostro in me e non è scappato.

Forse entrambi abbiamo trovato la luce nelle nostre ombre.
 
 


Fine



Note: come sempre grazie alla mia superbeta! Spero che vi sia piaciuta, alla prossima settimana.
  
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