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Autore: Drew Bieber    08/06/2018    0 recensioni
Mentre vagavo mi resi conto che la mano di Zach era ancora poggiata sul mio braccio e tra le dita ripassava il tessuto della manica della felpa che mi copriva. Sapevo che in quel momento la sua mente stesse ritornando indietro a ricordi una volta felici e ora dolorosi, come il giorno in cui lui mi diede quella stessa felpa che ora avevo addosso.
-Vedo che la indossi ancora… la mia felpa- disse cercando di sembrare il più disinvolto possibile
-Si io la… porto sempre con me e poi stasera fa particolarmente freddo-
-Si hai ragione…-
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zach Dempsey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al quarto sorso di vodka la musica mi sembrava decisamente più alta. Un breve giramento di testa mi fece perdere il controllo del corpo facendomi urtare una ragazza proprio alle mie spalle 
-Scusami- biascicai appena, più per gentilezza che per reale dispiacere
Alla mia destra, sullo stipite della porta, Griffin  mi stava osservando a braccia conserte e sorridendo. Con sorriso sbilenco mi mossi verso di lui, cercando di non barcollare. Poggiai entrambe le mani sulle sue spalle e lui mise le sue intorno i miei fianchi
-Sei leggermente fatta Hemilton-
-Sono ancora capace di intendere e di volere Turner-
-E che cosa vuoi?- con il suo tono mi suggerì la risposta e stava già diminuendo la distanza tra le nostre bocche. La mia risposta fu un bacio veloce, a fior di labbra, ma che non dispiacque affatto Griffin, anzi quel gesto accese in lui il fuoco del desiderio che bruciava nei suoi occhi, potevo vederlo chiaramente.
Mi prese per mano e ci allontanammo dalla marmaglia ubriaca e dalla musica assordante per starcene più appartati. Dal salotto percorremmo il corridoio per poi arrivare sulla portafinestra che dava sul giardino. Lì accanto c’era la rampa di scale, e accanto alla rampa di scale c’era Zach. 
Aveva un bicchiere di birra in mano e difronte a lui una ragazza piuttosto carina, non sembrava affatto il suo tipo però, inoltre lei ci rimase un po’ male quando lui le tolse l’attenzione per darla a me. Ovviamente non gli sfuggì il fatto che stessi con Griffin e a me non sfuggì la sua faccia da cane bastonato. 
Fossi stava quella di qualche tempo fa mi sarei pentita di ciò che stavo per fare e sarei andata da lui, ma la me del presente era diversa, perciò aprii la portafinestra e, senza togliere lo sguardo da Zach, uscii fuori trascinandomi dietro Griffin.

Fuori presi un abbondante boccata d’aria gelida più che fresca. La Pergola era praticamente deserta, le poltrone e il divano erano tutte per noi e Griffin si era già messo comodo tra i cuscini aspettano solo che io mi sistemassi sulle sue gambe. Mi buttai su di lui a peso morto e poggiai la testa nell’incavo tra il collo e la spalla. Respiravo profondamente cercando di dimenticare il mal di testa mentre Griffin mi accarezzava la schiena e mi tirava i capelli. 
-Si sta decisamente meglio qui- infatti anche io iniziavo a sentirmi meglio e le mie dita iniziarono a scorrere lungo il petto di Griffin 
-Mi piacerebbe stare più spesso da solo con te, sai?- 
-Ma noi stiamo spesso da soli, ad esempio quando vengo a vederti agli allenamenti- 
-Intendevo soli così, appartati- 
Il discorso stava diventando troppo pericoloso a quel punto e, mezza ubriaca com’ero, non avevo la benché minima voglia di sostenerlo così feci l’unica cosa che c’è da fare per far star zitto un ragazzo in quel tipo di situazioni: avvicinai notevolmente il mio viso al suo, le nostre labbra si sfioravano e potevo sentire il respiro di Griffin sovrapporsi al mio, tuttavia mi fermai lì, aspettando che lui cogliesse il mio messaggio e agisse di conseguenza. Questione di secondi e mi ritrovai impegnata in un bacio solo falsamente dolce e tranquillo, questo era quel che Griffin stava cercando di simulare ma le sue mani che si muovevano impetuose lungo tutto il mio corpo, e in particolare sulle mie gambe, lasciavano intendere le sue vere intenzioni. 
Per un attimo la mia mente si divise in due: da un lato ero fortemente tentata dal fermarmi, alzarmi e andarmene; l’altra parte di me, quella più strafottente, mi diceva di dovermene fottere, appunto, e di lasciarmi andare per la prima volta dopo tanto tempo e di darci dentro. Alla fine ascoltai questa piccola vocina nella mia testa e decisi di sciogliermi. 
Griffin, ormai sprofondato nella poltrona, teneva le gambe allargate in modo da farmi stare più comoda, con una mano mi reggeva e con l’altra mi accarezzava praticamente ovunque mentre la sua bocca era impegnata in un percorso che andava dalle mie labbra al collo e a tornare indietro. Io, sdraiata sulle sue gambe avevo un braccio dietro la nuca di lui e la mano dell’altro braccio poggiava sul suo petto stringendo e stropicciando la maglietta in quel punto. 
La sensazione che provavo era migliore del previsto. Voglio dire, dopo tanto tempo che non stavo più con un ragazzo mi chiedevo che effetto mi avrebbe fatto baciarne di nuovo uno, se la cosa mi avrebbe eccitato o spaventato, se sarei stata disposta a rifarlo e ad andare più infondo… e invece non andò esattamente così.
-Fermo, fermo Griffin, basta- quando mi resi conto che Griffin ci stava andando giù pesante con le mani, come istintivamente mi venne da bloccar tutto e mi alzai repentinamente interrompendo il bacio e qualunque altro contatto fisico. 
-Ehy, Faith, cosa è successo? Aspetta-
Non lo ascoltai per niente, non volevo rimanere lì un momento di più e me ne andai lasciando Griffin solo sulla sua poltrona.


Dopo venti buoni ero ancora chiusa nella mia auto piegata in avanti e con la fronte appoggiata al volante, immersa nella più totale depressione e nel più profondo lago di lacrime, nonché distrutta da un martellante mal di testa-. Tra un singhiozzo e l’altro qualcuno bussò al vetro del finestrino e voltandomi vidi che era Zach. 
Come aveva fatto a trovarmi? 
Avevo volutamente spostato la macchina un isolato più avanti in modo che nessuno potesse disturbare la mia crisi emotiva.
Aprii la portiera della macchina -Zach…- non so come abbia fatto -Tutto bene?- eppure lui era lì -no…- e ne ero felicissima. 
In quel momento, vedendomi con gli occhi lucidi e le guance rosse un sorriso bizzarro si accede sul suo viso, contagiando anche me, senza bisogno di dircelo ci abbracciamo. Tutto ciò mi fece sentire meglio. 

-Allora mi vuoi dire cos’è successo con quel… Griffin?- 
-Niente di che giuro, non è stata colpa sua- 
Zach era seduto accanto a me in auto. Avevamo fatto scambio posto e ora io ero nel lato del passeggero con il mio fazzoletto bagnato in mano  e lui del conducente. 
-E allora perché non smetti di piangere?-
Non mi andava di parlare della serata, e della figura di merda, di cui era l’artefice, quindi sviai il discorso 
-Carina la ragazza con cui eri alla festa, come si chiama?-
Tutto inutile purtroppo, Zach era fermo più che mai e mi rifece la stessa domanda è questa volta non mi fu più possibile scappare.
Aspettai a rispondere.  Avrei potuto dare mille risposte, tutte differenti ma valide, alcune più sincere delle altre. Il punto era che non potevo essere realmente sincera con Zach. Il motivo principale per cui stessi piangendo infatti non era Griffin, ma Zach stesso.
-Non  riesco più ad innamorarmi-
-Che cosa? Che significa?-
-Zach io ci ho provato, prima di venire a questa festa mi sono detta “tu andrai a letto con Griffin Turner questa sera, tu devi farlo”, e invece è successo che ci siamo baciati e la cosa mi stava bene, solo che quando ha allungato troppo la mano io mi sono irrigidita e non sono riuscita a reggere la situazione in cui mi ero cacciata, quindi sono corsa via…- 
-Wow… Faith ma è assurdo, hai fatto di peggio e queste cose non ti hanno mai spaventato- 
-Già, ma questo era prima…- gli lanciai un’occhiata sperando che cogliesse il mio messaggio e lui…
-Ohw, non dirmi che ha qualcosa a che fare con l’incidente… che stupido… mi dispiace…-
Evidentemente Zach non era in grado di recepire e comprendere tutti i messaggi che una ragazza è capace di inviargli, ma dopotutto era pur sempre un maschio.
Nel vedere la mia faccia affranta pensò che fosse colpa sua e di ciò che aveva detto e quindi ci riprovò di nuovo -Faith davvero non devi preoccuparti per queste cose vedrai che…- lo interruppi 
-Il punto è che io non riesco più a farmi toccare da nessun altro ragazzo ormai!- la verità, o almeno una parte piuttosto incompleta, uscì finalmente fuori -Da quando ci siamo lasciati per me è tutto più difficile… voglio dire…- questa volta fu Zach a interrompere me, poggiandomi una mano sul braccio e guardandomi seriamente dispiaciuto 
-Mi dispiace… mi dispiace di averti fatto male in quel modo devi credermi…-
Purtroppo lui non era davvero pentito, perché non sapeva per cosa doveva davvero esserlo. Fino a quel momento, e anche dopo,  io continuavo ad essere molto vaga sui miei sentimenti dopo la rottura tra me e Zach e a lui purtroppo non restava che decifrare i frammenti spezzettati di una lettera strappata che io non gli lanciavo che poche volte, la maggior parte per caso. 
Mentre vagavo  mi resi conto che la mano di Zach era ancora poggiata sul mio braccio e tra le dita ripassava il tessuto della manica della felpa che mi copriva. Sapevo che in quel momento la sua mente stesse ritornando indietro a ricordi una volta felici e ora dolorosi, come il giorno in cui lui mi diede quella stessa felpa che ora avevo addosso.
-Vedo che la indossi ancora… la mia felpa- disse cercando di sembrare il più disinvolto possibile 
-Si io la… porto sempre con me e poi stasera fa particolarmente freddo- 
-Si hai ragione…- 
Zach sembrava più sognate e nostalgico di quanto immaginassi così pensai fosse meglio distrarlo 
-Ti va di fare un giro? Non voglio restare qui- 
-Sai mi ricordo che ogni volta quando eri triste ti portavo a casa, con indosso questa felpa e… ti prendevo in braccio per farti scendere dalla macchina, tu ti sentivi come una principessa. Poi entravamo dentro e io mi facevo due rampe di scale a piedi e con te in braccio fino in camera tua in soffitta, era una vera fatica…- gli tirai subito uno schiaffo amichevole sul braccio sconvolta da quella rivelazione troppo sincera 
-Ehy guarda che mi diceva sempre che ti faceva piacere!- 
-Non dico il contrario ma sul serio era faticoso, non sei mica una piuma!- un altro schiaffo un po’ più forte del primo. Di conseguenza lui ritirò il braccio -Ehy adesso basta- 
-Sai che ti dico, devi farti perdonare e quindi adesso mi scorti fino a casa e mi accompagni in camera in braccio- 
-Aaaah devo proprio??- nei suoi occhi potevo leggere la disperazione ma sfortunatamente godevo a vederlo avvilirsi in quel modo 
-Si devi, dopotutto questa era una cosa che facevi soprattutto per tirarmi su il morale e adesso mi serve-
Controvoglia Zach accese l’auto e tolse il freno a mano inserendo la marcia -Solo perché ne hai strettamente bisogno- e fu così che ci avviammo verso casa mia.

Dopo aver parcheggiato Zach venne ad aprirmi la portiera e io mi girai verso di lui in modo che potesse prendermi, un braccio dietro le spalle e l’altro sotto le gambe. Chiusi la portiera con la mano e allo stesso modo aprii il portone di casa. Dentro tutto era buio e vuoto, i miei stavano già dormendo profondamente e a Zach non restava che fare due rampe di scale ripidissime.
-Vedi di non fare baccano, i miei non ci devono sentire- gli sussurrai quando era a metà dei gradini della prima rampa. 
-Posso camminare velocemente almeno?- 
Mi guardai in giro  prima di dargli una risposta e mi assicurai che nessuno potesse sentirci. Poi mi girai verso di lui e senza neanche darmi modo di parlare Zach iniziò a correre su per le scale e in un batter d’occhio fummo subito all’ultimo piano della casa davanti alla porta della mia camera da letto. Come sempre era socchiusa e proprio come mi aspettai lui l’aprì allungando una gamba. Una volta dentro mi posò sul letto e d’istinto si sedette accanto a me.
-Eccoci qui-
Gli ci vollero un paio di minuti per capire che qualcosa non andava. Stavamo lì a fissarci negli occhi e lui si aspettava qualcosa da me, colpa dell’abitudine, ma vedendo che da parte mia non c’era alcun segno, la sua testa si fece due domande e la risposta arrivò a breve. 
All’improvviso tutta l’allegria di pochi minuti fa era scomparsa e adesso avevo davanti a me uno Zach triste. Normalmente quello sarebbe stato il momento in cui ci saremmo baciati e poi avremmo fatto l’amore per poi dormire insieme fino al giorno dopo ma non adesso. Non più ormai. Tutto ciò che poté fare Zach fu temporeggiare per poco. Riprese a ripassare tra le dita la manica della felpa che ancora aveva addosso, anche gli occhi avevano li la loro attenzione, non aveva il coraggio di guardarmi, tuttavia cercò di prendermi la mano, ma riesci solo a sfiorarla. Il contatto fisico con lui mi spaventava e non poco. Con Griffin era andata così ma se fosse successo con Zach? Molto probabilmente non me ne sarei mai e poi mai andata da quella poltrona. 

-Io vado- disse infine Zach alzandosi 
-Zach aspetta- allungai la mano verso di lui istintivamente e lui si girò, solo che non sapevo cosa dirgli -Ecco io… grazie per avermi riaccompagnata a casa-
-Non c’è di che- accennò un sorriso di cortesia e dopo avermi augurato la buonanotte se ne andò, ansioso di scomparite oltre la porta.
  
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