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Autore: StrongerH    11/06/2018    0 recensioni
Red Hamilton è una classica liceale diciassettenne. Orfana di padre, vive da sola con sua madre a Ventura. Tutto fila liscio, fin quando sua madre non si innamora di Craig Parker, brillante avvocato di Los Angeles, che dopo soli sei mesi decide di chiedere a sua madre di trasferirsi da lui, Red compresa.
Red non impazzisce all'idea, ma è costretta a farlo. E così, rivoluziona la sua vita. Nuova casa, nuova scuola, nuovi amici. Fin qui, tutto sembra essere nella norma, a parte un piccolo problema: I tre figli di Craig, che hanno passato l'estate a New York dalla madre, dopo aver inizialmente deciso di restare a vivere lì, fanno marcia indietro, e nel bel mezzo di una cena, si presentano, per niente emozionati della nuova arrivata.
Più di tutti, Easton Parker, soprannominato lo "Spezzacuori" non sopporta Red, anzi, la detesta. Eppure, nonostante l'odio reciproco, e le battute sarcastiche, man mano che il tempo passa i due sembrano avvicinarsi sempre di più. Easton soprattutto, dovrà ricredersi, quando incomincerà a provare sentimenti contrastanti verso Red. Sentimenti che lo "Spezzacuori" non ha mai provato per nessuno. Ma Red è sicura, non sarà l'ennesima vittima di Easton.
Presente anche su Wattpad. #StrongerH
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Capitolo sei: Vieni qui, non mordo

 

Dopo che Elias è uscito con noi, Amber si è in parte ricreduta su di lui. Hanno passato tutta la serata a parlare delle cose che avevano in comune, e Amber pendeva dalle sue labbra. È stato divertente vedere Amber ricredersi e stare lì ad ascoltare Elias per tutto il tempo, alla fine della serata mi ha mandato un messaggio dicendo che forse aveva sbagliato a giudicarlo frettolosamente e aggiungeva anche di trovarlo irresistibile, caratterialmente ed esteriormente. È strano da dire, ma penso che Amber abbia ufficialmente una cotta per Elias. 

Sono le sette e dieci del mattino e io sono già pronta a vivere la mia giornata. Aspetto diligentemente di fronte alla macchinetta del caffè, fremendo per riuscire a berne una tazza bollente. So che è difficile da spiegare, ma il mio rapporto con il caffè penso sia di totale dipendenza. Almeno la mattina ne ho davvero bisogno per carburare e per risvegliarmi, questa è una delle cose che mi accomuna a mio padre. Dio quanto mi manca. 

Il fluido comincia ad uscire riempiendo la tazza e l’aroma di caffè si diffonde in tutta la casa, inspiro l’odore sorridendo e qualcuno mi poggia le mani sui fianchi.

«Piccola feticista del caffè, potrei averne una tazza?» sghignazza Elias facendomi sorridere.

«Cosa mi dai in cambio?»

«Un passaggio a scuola.» 

«Ci sto.»

Mentre faccio il caffè per Elias, lui non sposta le mani dai miei fianchi e quando Easton entra in cucina e ci vede ridere, torna in modalità premestruo.

«Potete smettere di amoreggiare vicino alla macchinetta del caffè? La state monopolizzando.» borbotta facendoci scansare e afferrando la tazza di Elias. 

Prontamente Elias gliela sfila dalle mani e incomincia a berne il contenuto. 

«Ridammi la tazza.» ordina Easton poggiando una mano sul ripiano.

«No, Red l’ha fatta appositamente per me, fattene una se vuoi del caffè.» risponde secco Elias, andandosi a sedere al tavolo. 

«Oh che carina, la tua fidanzatina ti ha fatto il caffè…» lo prende in giro, e Elias lo guarda truce. Sono nel bel mezzo di due occhiate furenti e vorrei solo scomparire.

«Non è la mia fidanzatina, ma se lo fosse, io almeno avrei una ragazza come si deve al mio fianco, non una troia squilibrata con la puzza sotto il naso.» controbatte avvicinandosi faccia a faccia verso di Easton. 

«Che cazzo hai detto?» ringhia Easton.

«Okay, direi che per stamattina basta così.» intervengo io frapponendomi tra loro. Entrambi mi guardano straniti, Elias poggia un braccio sulle mie spalle. «Hai ragione, non ho bisogno di perdere tempo stamattina. Prendi lo zaino, andiamo a fare colazione fuori.» conclude, poi butta la tazza nel lavandino rompendola in tanti piccoli pezzi. Da un ultimo sguardo al fratello e va via. 

Easton resta impalato a guardare la tazza nel lavandino, così decido di prendere i pezzi uno ad uno e buttarli nella spazzatura, se mia madre o Craig dovessero vederli sarebbe difficile da spiegare. 

«Lascia, faccio io.» interviene Easton ma non mi scanso. «So raccogliere dei pezzi di vetro, non fare il gentile, so che non lo sei.» 

«Ma perché vi comportate tutti da stronzi ultimamente?» urla lui, tirando un pugno sul ripiano in ceramica. 

«Sei il primo che si comporta da stronzo non appena ne ha la possibilità. Stai con quella lì, nessuno di noi la sopporta e la porti pure qui. Dio, sei incredibile.» mi allontano ma lui mi tiene per un braccio.

«Cosa centra adesso Amelie… e perché non la sopportate?» chiede serio. Scoppio a ridere involontariamente, e la mia risata riecheggia per tutta la cucina. 

«Sei serio? Elias preferirebbe sgozzarsi piuttosto che vederla un’altra volta seduta a quel dannato tavolo a fare congetture con mia madre. Io invece? Sono stata spintonata, fatta cadere per terra e minacciata non appena la tua dolcissima e docilissima ragazza è tornata dalla Francia, e il motivo? Le sue piccole spie ci hanno visti andar via dalla festa assieme, con te che mi tenevi per il polso. Non vi eravate nemmeno rimessi insieme e lei già marcava il territorio pisciandoti praticamente addosso.» so che in questo momento la mia faccia ha assunto un’espressione schifata, mentre Easton sembra sceso dalle nuvole. 

«Credimi Red… io non ne sapevo nulla.» 

«E quando mai tu ti rendi conto di qualcun altro se non di te stesso?» sventolo la mano in aria e mi avvio verso la mia stanza per prendere lo zaino. Dietro la parete trovo Elias che mi sorride, mi porge lo zaino e ridacchia.

«Gliele hai cantate eh?» 

 

Dopo aver fatto colazione, e aver avvisato Amber di non passare a prendermi, arriviamo a scuola ed entriamo subito. È strano avere Elias al mio fianco, dopo ciò che è successo l’ultima volta che Easton mi ha accompagnata, avevo il timore che Elias si comportasse allo stesso modo, e invece no. Cammina fiero per i corridoi, con me accanto, ed è raggiante. Sorride a tutti quelli che lo salutano e mi presenta a qualche suo amico. Ed è assurdo che in un mese di scuola non mi ero resa conto di avere molte lezioni in comune con lui. 

Alla fine dell’ultima ora, suona la campanella e noi ci dirigiamo verso la mensa, nel tragitto Amber, Cayenne e Juliet si uniscono a noi. Amber si fionda subito a parlare con Elias, mentre io resto indietro con Cayenne e Juliet. 

«Perché Elias Parker viene con noi in mensa?» chiede Cayenne guardandolo di sottecchi.

«Siamo diventati inspiegabilmente amici, sembra strano, ma fidatevi di me.» le rassicuro, e entriamo in mensa. E ci accomodiamo al tavolo, assieme ad Elias e Amber. Mentre ridacchiamo e spilucchiamo qualcosa da mangiare, Easton è seduto al tavolo con Brooke e gli altri giocatori di football, ma quando Amelie fa il suo ingresso e si avvicina al suo tavolo, Easton si alza. Siamo cosi vicini a loro da sentire quello che lui gli sta dicendo.

«Trovati un altro tavolo Amy.» risponde lui schietto. Lei strabuzza i suoi occhioni blu. «Come prego?» 

«Hai capito. Ah e un’altra cosa.» dice scompigliandosi i capelli. «È finita.» conclude, sedendosi al tavolo. 

«Easton… Tesoro! Cosa stai dicendo?» urla lei, visibilmente irritata. Elias contrae il volto, come se lo stessero pugnalando, e io poggio una mano sulla sua spalla. «La sta lasciando sul serio?» gli sussurro. «Lo spero!» risponde lui. 

«Hai capito Amy, ti sto lasciando.» Easton è tutto il contrario di Amelie in questo momento. La guarda annoiato, ha le braccia conserte e lo sguardo assente.

«Ma tu non puoi lasciare me!» urla lei. 

«Amy, stai facendo una scenata.» interviene Brooke. «‘Sta zitto tu, idiota.» borbotta lei. Brooke la guarda scioccato e si siede di nuovo, sbuffando.

«Lo vedi?» Easton indica prima Brooke e poi lei. «È per questo che ti lascio! Sei una stronza con chiunque, ma non puoi farlo con le persone a cui voglio bene.» 

«Ma tesoro, stavo scherzando con Brooke! Andiamo, Brooke? Lo sai anche tu.» dice puntando prima lo sguardo su Easton e poi su Brooke. 

«Io so solo che sei una psicopatica.» risponde Brooke e tutti i ragazzi presenti al tavolo scoppiano a ridere. Elias sta trattenendo le risate dietro di me. Tutta la mensa è concentrata a guardare la scena, è impossibile distogliere lo sguardo. Cioè, stiamo parlando di Amelie Banks che viene scaricata in pubblico, chi vorrebbe perdersi una scena del genere?

«Easton… Possiamo parlarne in privato, io e te?» chiede, anzi, prega Amelie, e lui scuote la testa. «Ho già preso la mia decisione Amy, nessun rancore eh.» conclude, per poi voltarsi a parlare con i suoi compagni di squadra. Amelie scappa via dalla mensa, e tutti ci guardiamo straniti. È successo per davvero? 

 

Dopo le lezioni pomeridiane, io ed Elias torniamo a casa assieme e con grande sorpresa, troviamo la casa vuota. Sul tavolo c’è un bigliettino:

“Io e Katherine siamo partiti per il week-end, Evan è a casa della nonna, non fate cazzate. Niente feste. -Papà.”  Elias lo legge ad alta voce e poi esulta. 

«Fantastico, sai cosa facciamo?» mi chiede.

«Una festa?» glielo leggo negli occhi.

«Esattamente, si festeggia baby!» 

 

Sono le nove passate, e la notizia della festa è girata così in fretta che la casa è già piena di gente. Non so come Elias e Easton abbiano fatto ad organizzare una festa così bella in pochissime ore, ma fila tutto liscio. Quasi tutte le stanze sono chiuse a chiave, tranne i diversi bagni, fuori la piscina è gremita di ragazzi in costume da bagno. In giardino il Dj fa del suo meglio per intrattenere l’enorme folla, e ci sta riuscendo benissimo. Di Amelie nemmeno l’ombra, e io ringrazio il cielo per questo. Amber ed Elias stanno ballando e divertendosi, e guardandoli così, sorrido. Starebbero così bene assieme. Io, Cayenne e Juliet balliamo vicine e ridiamo ogni due minuti per qualsiasi cosa dica Juliet. Brooke invece è più in la, e flirta con una ragazza. Inizialmente penso al fatto che poco più di due settimane fa, c’ero io al posto di quella ragazza, ma non mi tocca più tanto. Quando Juliet intercetta il mio sguardo e vede che sto guardando Brooke, si avvicina a me e mi sussurra «Sai? Dicono che abbia tre capezzoli!» ridacchia facendomi scoppiare a ridere in una fragorosa risata. Se non esistesse, bisognerebbe inventarla. 

Easton invece non si vede da nessuna parte, non è in giardino, né in casa, così mi allontano dalle ragazze ed incomincio a cercarlo. Salgo le scale e mi avvicino alla sua porta, quando la apro la scena che mi si propina è imbarazzante. Easton è sul letto, a torso nudo, mentre bacia una ragazza dai capelli corti e ricci. 

«Oooh, scusate.» urlo richiudendo la porta. Ew! 

Sto per scendere giù quando una mano mi afferra per il braccio. «Red.» la sua voce mi rimbomba in testa, mi volto a guardarlo e per un momento è come se la musica si bloccasse, se tutti scomparissero e rimanessimo solo io e lui, a guardarci negli occhi. 

«Si?» 

«Ti posso spiegare.» farfuglia lui.

«East, non devi spiegarmi niente. Sei single ora.» borbotto. E lui annuisce. «Oh, d’accordo, allora torno di la…» si avvicina alla porta, mi scocca un’ultima occhiata e rientra in camera, chiudendosi la porta alle spalle. 

Si, è single, e può fare ciò che vuole, ma perché d’un tratto la cosa mi da fastidio? Scaccio via quel pensiero dalla testa e scendo di nuovo le scale, avvicinandomi alle ragazze.

«Ho appena beccato Nuts a pomiciare con una ragazza.» borbotto a Cayenne e Juliet. 

«Ew.» risponde Cayenne. «Io capisco gli ormoni in fermento, ma quel ragazzo è malato! È tipo… una ninfomane uomo!» 

«Volevi dire un “satiro”?» chiede Juliet scioccata. 

«Ma no, non sto parlando della mitologia greca!» borbotta Cayenne. 

Juliet guarda prima me, poi Cayenne. «Ti prego, dimmi che non l’ha detto sul serio!» piagnucola.

«Cay, il satiro è l’equivalente maschile della ninfomane.» specifico sorridendo per l’espressione che ha assunto Juliet e Cayenne strabuzza gli occhi. 

«Oh beh, io credevo valesse per entrambi i sessi.» ridacchia, mentre Juliet si porta una mano sulla fronte. «Ecco perché dico di aver preso i geni migliori della famiglia.» specifica Juliet facendomi ridere, mentre Cayenne la spintona. Le adoro, è inutile, senza di loro non sarebbe la stessa cosa.

La festa si protrae fino a tardi, e quando tutti se ne vanno, la casa è un vero incubo. Ci sono bicchieri di plastica buttati ovunque, bottiglie di birra poggiate su ogni piano possibile, e io vorrei solo mettermi le mani tra i capelli e urlare. Elias si è volatilizzato, e di Easton nessuna traccia, così tocca a me pulire. 

Passo dieci minuti buoni a raccogliere solo dal piano terra i bicchieri di plastica, e mi chiedo: Ma quanto hanno bevuto per lasciare in giro così tanti bicchieri? 

«Hai bisogno di una mano?» la voce di Easton rimbomba nell’ormai soggiorno vuoto e mi volto di scatto. «Sarebbe molto gradita.» borbotto abbassandomi per guardare sotto il divano, ed è assurdo, ci sono bicchieri anche qui! 

Easton ridacchia e incomincia a recuperare il resto dei bicchieri dal giardino. Rientra con una busta di plastica piena zeppa di bicchieri e sbadiglia. «Ma quanta gente c’era stasera?!» 

«Troppa, ma tu eri impegnato a sbaciucchiare la ricciolina, quindi non puoi saperlo.» lo prendo in giro, e lui alza gli occhi al cielo. 

Mi si avvicina «Sei gelosa per caso?» ghigna ad un passo da me, e io lo spintono. «Ti piacerebbe.» borbotto afferrando un paio di bottiglie di birra e gettandole nella busta apposita. 

«Sei gelosa.» risponde, e io alzo gli occhi al cielo. 

«No che non lo sono.» Lo sono?

«Si invece, ti dava fastidio che stessi con Amelie, e ti ha dato fastidio beccarmi con Georgia.»  

«Georgia? Ma chi chiama sua figlia come uno Stato?» farfuglio a disagio... Okay Red, respira. Devi solo rilassarti e stare tranquilla. Facile da dirsi però, ma non quando hai Easton a pochi centimetri di distanza, che si morde le labbra. 

«Cosa te ne importa. Se non sei gelosa, perché dovresti rimuginare sul suo nome?» fa il furbo. In questo momento vorrei lanciargli addosso il sacco d’immondizia con dentro tutte le bottiglie di vetro, ma respingo il mio istinto omicida e respiro. 

«Non sono gelosa, East.» ripeto, anche se una piccola parte del mio cervello mi urla il contrario. Mi sono innervosita ed infastidita quando ho ripensato a Easton e alla ragazza in camera sul suo letto. 

«Se lo dici tu.» sghignazza e mi aiuta a pulire. 

Dopo quasi quaranta minuti, la casa risplende ed è tornata come prima, fortunatamente. Mi butto sul letto stremata e strabuzzo guardando l’orario, sono le due passate. Con estrema lentezza mi infilo una delle maglie extralarge che uso per dormire, e mi fiondo sotto le coperte. 

Mi arriva un messaggio sul telefono:

Da Easton: “Puoi venire un attimo in camera mia?

Alzo gli occhi al cielo, non poteva venire lui qui al posto di mandarmi un messaggio? Pigro bastardo. Esco dalla porta e sbadiglio, poi busso a quella di Easton per poi entrare. 

«Cosa c’è?» borbotto. Sono le due di notte, e io non sono poi così simpatica quando ho sonno. 

«Mi sentivo solo.» si lamenta lui, e io scoppio a ridere. «Tu mi hai fatto alzare dal mio comodissimo letto solo ed esclusivamente perché ti senti solo?» 

«Esattamente Red.» Mi prende in giro? Afferro uno dei suoi cuscini e incomincio a prenderlo a cuscinate. Mi ha fatta alzare per niente. Lo sento ridacchiare, ma mentre sto per sferzargli un’altra cuscinata, lui mi afferra dai fianchi e mi butta sul letto. Prende un altro cuscino e così incomincia una vera e propria lotta con i cuscini. Alla fine, stremati, ci buttiamo sul suo letto ridendo. 

«Ti senti meno solo ora?» dico riprendendo fiato. Si volta a guardarmi, e… Oh mio dio, è ancora più bello. Ha la faccia arrossata per lo sforzo, i capelli ancora più scompigliati del suo solito. Si sta mordendo le labbra ed è sexy da morire. 

«Sono io o fa caldo qui?» borbotto sventolandomi con la mano. Lui annuisce. «Già, fa veramente caldo.» dice togliendosi la maglia e restando a torso nudo. I miei occhi scorrono sul suo petto, per poi scendere verso gli addominali, e so già che potrei sentirmi male. 

«Oookay, io vado.» farfuglio alzandomi dal letto. 

«Dai, Red. Resta.» 

«È tardi East.» cerco di trovare qualche scusa valida.

«Non abbiamo scuola domani.» mi fa presente, e io alzo gli occhi al cielo. Dannata me, oggi è venerdì. 

«Ho sonno.» ritento.

«Il mio letto è comodo esattamente come il tuo.» risponde sicuro lui. Ma ha una risposta a tutto!

«Dai Red, vieni qui…» dice battendo il palmo sul materasso. «Non mordo.» mi fa l’occhiolino e un fremito colpisce tutto il mio corpo, scuotendo anche organi che non sapevo di avere. 

«Okay.» borbotto sconfitta e mi butto sul suo letto, a debita distanza da lui. 

Easton mi afferra e mi fa poggiare la testa sul suo petto, circondandomi i fianchi con un braccio. 

«Cosi va molto meglio.» sospira tra i miei capelli, e dei piccoli brividi si creano sulle mie braccia. Mi sento stupida, vorrei andare via, non vorrei cadergli ai piedi come fanno praticamente tutte le ragazze che incontra, eppure è più forte di me, non ce la faccio. E così, mentre Easton mi accarezza la schiena, cullata dal suo respiro, mi addormento, conscia che, quando domani mattina mi sveglierò, me ne pentirò di sicuro.

   
 
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