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Autore: Roxy Roy    11/06/2018    1 recensioni
Post 6x20. Protagonista principale è Theo Raeken.
E' la prima fanfiction che pubblico (in realtà è proprio la prima fic che scrivo), ho già tanti capitoli pronti, ma ho anche mille altre idee che mi ronzano in testa, quindi pensavo di pubblicare un capitolo alla settimana.
Dal testo:
Aveva sperato che dopo la sconfitta dell'Anuk-Ite e di quasi tutti i cacciatori la situazione migliorasse, e in effetti da un certo punto di vista era migliorata.
Almeno ora non lo odiavano più, o per meglio dire, ora non avevano più intenzione di ucciderlo tutti. A parte Malia, lei probabilmente avrebbe continuato a volerlo morto per il resto della vita.
Comunque la cosa si fermava lì, non è che ora si aspettasse di essere accolto a braccia aperte da Scott e dal resto del branco, ma forse avrebbe preferito non essere totalmente ignorato.
"Dopotutto ho solo rischiato la vita in più di una occassione.
E ho perfino fatto da esca di mia iniziativa"
pensò un po' amareggiato
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Deputy Parrish, Il branco, Sceriffo Stilinski, Theo Raeken, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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TOC! TOC! TOC!

Da mesi quel fastidioso picchiettare era diventato la sua sveglia.
Non importava dove si trovasse o che ore fossero, quel suono arrivava esattamente quando finalmente riusciva ad addormentarsi veramente, quando finalmente quel tormentato cuore riusciva a rimanere al suo posto.
Ormai non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che era riuscito veramente a riposarsi. Aveva sperato che dopo la sconfitta dell'Anuk-Ite e di quasi tutti i cacciatori la situazione migliorasse, e in effetti da un certo punto di vista era migliorata.
Almeno ora non lo odiavano più, o per meglio dire, ora non avevano più intenzione di ucciderlo tutti.
A parte Malia, lei probabilmente avrebbe continuato a volerlo morto per il resto della vita.
Comunque la cosa si fermava lì, non è che ora si aspettasse di essere accolto a braccia aperte da Scott e dal resto del branco, ma forse avrebbe preferito non essere totalmente ignorato.

"Dopotutto ho solo rischiato la vita in più di una occassione.
E ho perfino fatto da esca di mia iniziativa"
pensò un po' amareggiato, senza badare al picchiettare contro il finestrino.

TOC! TOC! TOC!

A quanto pareva gli unici che non avrebbero mai smesso di ignorarlo erano gli agenti di polizia.
La chimera si mise a sedere nella macchina, il fascio di luce di una torcia gli investì in pieno il volto facendogli bruciare gli occhi e un ringhio sommesso gli uscì dalla gola.

"Theo..." disse una voce con un tono che pareva un misto tra rimprovero e rassicurazione.

Appena il ragazzo riuscì a mettere di nuovo bene a fuoco riconobbe il volto della persona che lo aveva appena chiamato.

"Addirittura" disse la chimera con tono beffardo "cos'è, ora Stilinski ti manda in giro in cerca di quelle persone che non hanno un posto dove dormire?"

" Quelle persone si chiamano senzatetto" il vicesceriffo scosse la testa sorridendo e alzò gli occhi al cielo, poi aggiunse tornando serio "e comunque sì, mi ha mandato lo sceriffo a cercarti. Mi ha detto che devo portarti in centrale."

Theo lo guardò con leggera ostilità, ma Parrish abbozzò un sorriso e alzò le spalle, come per dire che non era una sua scelta.

"Guarda che non ti arresto mica, immagino che lo sceriffo voglia semplicemente parlarti"

Al ragazzo non sembrò che il vicesceriffo stesse mentendo, ma la cosa gli sembrava comunque strana.
Di cosa gli avrebbe mai dovuto parlare lo sceriffo? Non c'erano state altre emergenze sovrannaturali e di sicuro non gli serviva il suo aiuto.
Non gli pareva di aver fatto nulla di male, a parte cercare di dormire.
Pensò che forse sarebbe quasi stato meglio essere arrestato, in cella sarebbe sicuramente riuscito a riposarsi meglio che in macchina.

"Va bene" disse ancora un po' titubante la chimera "ma posso venire con la mia macchina? Non vorrei lasciarla qui"

Il vicesceriffo lo osservò attentamente, in una circostanza diversa non avrebbe avuto alcun motivo per non acconsentire ad una tale richiesta, ma in quel momento non credeva che fosse la cosa migliore.

"E' meglio se sali nell'auto di servizio, sei troppo stanco per poter giudare" ma notando lo sguardo di Theo da behalloranonmimuovodaqui aggiunse "non ti preoccupare per la macchina, se mi lasci le chiavi appena arriviamo in centrale torno indietro a prenderla"

La chimera non disse nulla, ma raccimolò velocemente le poche cose che aveva ed uscì dalla macchina porgendo le chiavi a Parrish.
Non è che fosse d'accordo, ma in quel momento era davvero troppo stanco e non aveva nessuna voglia di mettersi a discutere con un segugio infernale.
Appena due minuti dopo essere partiti alla volta della centrale il ragazzo appoggiò la testa contro il finestrino e si addormentò.
Parrish aveva sicuramente fatto bene a non farlo giudare in quello stato.

"Chissà da quanto tempo non riusciva a dormire tranquillamente" pensò lo sceriffo sorridendo.

Theo respirava piano e il vice dello sceriffo lo guardò attentamente.
Il viso della chimera sembrava quasi...innocente.
A vederlo così nessuno avrebbe mai pensato cosa fosse riuscito a fare negli anni precedenti, e Parrish pensò che forse era stato proprio quello a far sì che tutti loro gli credessero.
Ma chissà, forse dopo gli ultimi avvenimenti era davvero cambiato.
Ora l'unica cosa che riusciva a vedere era un ragazzo con un assoluto bisogno di dormire, e probabilmente anche la necessità di non rimanere da solo.
Quando arrivarono a destinazione non ebbe cuore di svegliarlo, parcheggiò ed uscì dalla macchina cercando di fare il meno rumore possibile.
Bloccò le sicure delle portiere per essere tranquillo.
In centrale trovò uno sceriffo sommerso di rapporti, quasi tutti sicuramente riconducibili agli ultimi barlumi di resistenza da parte di isolati gruppi di cacciatori.
Bussò alla porta del suo superiore e, senza aspettare una risposta, entrò nell'ufficio.

"L'ho trovato. Ora sta dormendo nella mia macchina. Cosa faccio?" disse rivolto all'uomo che aveva ancora la testa china sugli svariati fogli.

Stilinski alzò la testa sospirando rumorosamente.

"Rimani in macchina con lui finchè non si sveglia e, se non è troppo tardi dopo mandalo da me"

"Ma il mio turno..." disse controllando l'orologio "...è finito da più di un'ora..."

"Se vuoi resto io con lui.. mentre tu rimani qui a leggere e firmare tutti questi rapporti" disse indicando la pila di rapporti, che sembrava pressocchè infinita, con la penna che teneva in mano "vuoi davvero fare a cambio?" aggiunse poi ironicamente.

"Come non detto, ora torno da lui" disse Parrish affrettandosi verso l'uscita.

Quando giunse alla macchina notò che Theo ancora dormiva profondamente e salì sulla vettura sempre cercando di fare il meno rumore possibile.

"Sarà una notte lunga" disse tra sè e sè aprendo il libro che teneva in macchina, almeno avrebbe avuto qualcosa da fare mentre aspettava.
Dopo circa un paio di ore la chimera aprì gli occhi e sbadigliando alzò il polso per controllare l'orologio, ricordandosi subito dopo che aveva dovuto venderlo poco tempo prima per riuscire a mangiare e a fare benzina.
Voltò lo sguardo verso il lato del conducente osservò il vicesceriffo, intento a leggere.
Riuscì a leggere il titolo " Pride and Prejudice " e trattenne a stento una risata.

"Davvero ti piace quel genere di libri?" disse con il suo solito tono ironico e un po' arrogante.

Parrish sussultò, non si era assolutamente accorto che l'altro si fosse svegliato ed era stato colto alla sprovvista.
Chiuse velocemente il libro e osservò per qualche secondo la copertina arrossendo lievemente.. in effetti non era proprio il genere di libro che uno si aspettava di vedere tra le mani di un agente di polizia.
Per togliersi dall'imbarazzo abbozzò una risatina.

"E' di Lydia il libro.." disse riponendolo nel cruscotto "..è stata lei a dirmi di leggerlo.." poi aggiunse svelto "comunque lo sceriffo ti aspetta dentro"

Theo cercò di aprire la portiera, ma la serratura era ancora bloccata.
Si girò verso il vicesceriffo alzando un sopracciglio.

"Quindi.. posso uscire?"

"Ah, è vero.."

Si sentì uno scatto e la chimera potè uscire dall'auto.

"Ancora non si fidano di me" pensò afflitto.

Prima di entrare nella centrale di polizia si ricordò di una cosa e si voltò verso il vicesceriffo.

"Ricordati la mia macchina"

E poi entrò, voleva capire cosa volesse lo sceriffo da lui.

   
 
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