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Autore: Nameless Watcher    12/06/2018    0 recensioni
Ornstein l'Ammazzadraghi giunge alla Vetta dell'Arcidrago per trovare il Primogenito di Gwyn, riuscirà a trovare quel che cerca? Oppure una voltà lì scoprirà altro?
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ornstein, l'Ammazzadraghi, Seath, il Senzascaglie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ornstein l'Ammazzadraghi, dopo un gran peregrinare, riesce a giungere in un posto maledetto.

Un posto che è ben visibile da alcune parti del Regno di Lothric e dal lato destro della scalinata della Cattedrale di Anor Londo, ormai in rovina.
Quel posto è la famigerata Vetta dell'Arcidrago, meta di molti condottieri pronti a voler conoscere la misteriosa Via del Drago. Dal quale nessuno ha però fatto mai ritorno. Vi sono solo voci, leggende e dicerie circa uomini dalla testa di serpente in grado di sputare fuoco, di una campana che suona e che lì splenda il sole come nei tempi passati, quando ardeva ancora la prima fiamma...

Ma Ornstein non ha la volontà di pensare a queste postille, ha un fine e vuole rispettarlo: molti secoli addietro Gwyn il Signore dei Tizzoni bandì il suo primogenito e dio della guerra, dopo una tremenda disputa e fece in modo che nessuno ricordasse più la sua figura o addirittura il nome, che provvide pure a togliergli. L'ammazzadraghi però riuscì a intercettare il dio esiliato poco prima della sua partenza, quest'ultimo gli rivelò dove si sarebbe diretto affinchè avesse potuto ritrovarlo in caso di una sua presa di coscienza. Lì poi arrivò il drago che era riuscito a domare e partì, sparendo nel cielo in breve tempo.

Era il suo primo cavaliere. Lo aveva seguito ed addestrato, ricorda il suo potere devastante ed il suo furioso spirito combattivo, unito alla sua profonda nobiltà d'animo e lungimiranza.
Ricorda anche il suo nome ed intende usarlo ancora dopo mille anni...

Alla Vetta resta esterrefatto, era molto tempo che non vedeva un sole così brillante.
Eppure era lì, alto nel cielo che irradiava tutto con una potenza che aveva quasi obliato in tutti questi anni. Ma non ha tempo di godersi lo spettacolo perchè due soldati con la testa di serpente gli si parano davanti e lo attaccano senza proferir parola. Due colpi di lancia, velocissimi e ben assestati, lasciano i due uomini serpente fermi per un paio di secondi con le loro braccia alzate pronte a vibrare il colpo, ma inesorabilmente cadono a terra come sacchi di patate. La potenza e l'eleganza in combattimento di Ornstein, nonostante gli anni, sono rimaste invariate anche se inizia aa non avere più la resistenza dei tempi in cui era uno dei Quattro cavalieri di Lord Gwyn. Andando avanti trova altri uomini serpente, tra cui uno di dimensioni maggiori rispetto agli altri. Bazzecole per lui, che li sconfigge con maestria inarrivabile con pochi colpi. Entrando nella fortezza vede una statua riproducente le fattezze del primo figlio di Gwyn, pensava che non ne esistessero più ormai, che fossero tutte distrutte. Invece ne stava vedendo una ed era pietrificato dallo stupore. Non ebbe tempo di ricordare quando fu l'ultima che vide perchè gli atterrò innanzi una viverna di quelle arcaiche, che non vedeva ormai da troppo tempo. Ma che riesce a stordire con un colpo, potentissimo, indirizzato alla testa. Al che si ode una campana risuonare, la viverna si ferma e, dopo aver ruggito, vola via. Nell'aria riecheggia una voce che sembra provenire da un altro mondo: "è passato molto tempo ammazzadraghi, la tua abilità è rimasta invariata!"

Quella voce, era da mille anni o più che non la sentiva, ma nel suo animo Ornstein la riconobbe subito e, tra i brividi di stupore uniti all'estrema sorpresa, riuscì solo a sussurrare: "Gwynsen..."

Dal cielo arrivò un drago, lo stesso che vide portar via il figlio di Gwyn. Ed in quel momento stava accadendo l'opposto, il dio della guerra stava arrivando, scese dal drago e si incamminò, col suo incedere lento e maestoso, verso il suo antico cavaliere.

G:"E così hai ricordato il luogo da me scelto"
O:"Ho un'ottima memoria, lo sai"
G:"La memoria, già... Quella memoria che a me fu negata, per colpa dell'orgoglio e della testardaggine di mio padre!"
O:"Come sarebbe a dire? Che significa? Gwyn non parlò mai della disputa che aveste e chi osava indagare veniva giustiziato sul posto"
G:"Tu cosa sai esattamente di quegli eventi?"
O:"Quello che sanno tutti, alla notizia della tua alleanza coi draghi Gwyn montò su tutte le furie e ti bandì da Lordran, ordinando di distruggere ogni statua o tua effige e di rimuovere il tuo nome da ogni annale presente, poichè non voleva un figlio traditore tra le figure da rimembrare nella storia."

Gwynsen fece un sorriso amaro e beffardo, colmo di sarcasmo misto a dolore e con un gesto del braccio destro invitò Ornstein a camminare nella struttura insieme a lui.

G:"Già, questa è la versione che conoscono tutti. Nessuno però si è mai chiesto perchè scelsi quella via e quali sarebbero stati i benefici di una tale scelta"
O:"Ti rendi conto che nessuno lo avrebbe mai accettato? I draghi non sono creature con cui si può scendere a patti! Una convivenza sarebbe risultata impossibile!"
G:"Ah ah ah, incredibile stai dicendo, seppure più garbatamente, le parole di mio padre."
O:"Voglio sapere come andarono le cose, voglio sapere la verità Gwynsen!"

Il re della guerra si fermò, guardando il pavimento di mattoni per brevi istanti, al che si girò verso Ornstein e disse:

G:"Captai un discorso di Seath, durante i suoi studi era solito pensare ad alta voce. Personalmente non avevo fiducia di una creatura che tradisce i suoi simili solo perchè è nato privo di scaglie per cui decisi di controllarlo in segreto. E sempre in segreto captai una cosa che quell'infame tenne per sè: sapeva che la prima fiamma si sarebbe spenta ma sapeva anche che le fiamme di un drago primordiale l'avrebbero ravvivata! Capii quindi che il regno di mio padre era in pericolo e, peccando di presunzione, andai da solo a negoziare coi pochi draghi antichi rimasti. Se fossi stato meno avventato avrei riferito tutto a mio padre prima di prendere iniziative. I draghi antichi accettarono la mia offerta purchè gli si lasciasse un piccolo angolo di mondo per poter vivere. Quando andai da mio padre per spiegargli le mie azioni vi era pure Seath. Quest'ultimo trasalì dandomi del bugiardo, dicendo che non aveva mai pronunciato certe frasi circa la relazione tra la prima fiamma e il fuoco dei draghi. Mi avventai contro di lui per chiudere quella sua bocca da infame ma....mio padre corse a sua difesa.
Ci battemmo, fu uno scontro assai veemente e crudo. Ma in meno di un minuto misi in difficoltà mio padre: sì il Signore dei Tizzoni mi era inferiore a forza fisica e tecniche di combattimento. Lo atterrai, ma mentre gli stavo per chiedere di ragionare venni immobilizzato a tradimento da un cristallo di Seath. Mio padre rialzatosi mi colpì con tutta la forza che aveva in 
corpo, mi tolse il nome e mi bandì per sempre da Lordran. Aveva visto che avevo capito più cose di quanto il suo orgoglio gli permettesse di fare ma sopratutto aveva visto che ero molto più forte di lui. Non poteva accettare tutte queste 
cose, così preferì esiliarmi piuttosto che ammettere il suo errore."

O:"...santo cielo...e tu hai sopportato tutto....Lordran ha avuto..."

G:"Il disastro della strega di Izalith non sarebbe successo se mio padre mi avesse dato retta. Chissà che ne è stato della mia famiglia? Gwynevere, Yorshka e Gwyndolin? Saranno ancora vivi?"
Ornstein non rivelò nulla, preferì chiosare con una pietosa bugia: "Non so che ne sia stato, mi rincresce molto. So solo che tuo padre è morto, i signori dei tizzoni sono cinque e che dovrebbero vincolare la fiamma. Se vorranno farlo."

G:"Mh...la storia si ripete. Proprio vero che il corso degli eventi ha una sua architettura che tende a ripetersi periodicamente."
O:"E' giunto per te il momento di riprenderti ciò che è tuo Gwynsen, figlio di Gwyn!"
G:"E' qui che ti sbagli Ornstein, mio vecchio amico. Io ho già tutto quello che mi serve, il mio posto ormai è questa mistica Vetta. Se tornassi a Lordran o a Lothric non saprei come rapportarmi con quei posti. Ormai io non esisto più, nè negli annali, o nelle coscienze degli individui che popolano quei luoghi."
O:"Ma sei il figlio del re, non hai un desiderio interiore di riprendere ciò che è tuo?
G:"Cosa? Un mondo di non morti? No...un mio ritorno sarebbe insensato. Combattere per un regno di non morti non ha senso. Se mio padre mi avesse ascoltato non sarebbe successo nulla, invece la sua presunzione ha decretato la fine dell'era degli dei."
O:"Mi addolorano molto le tue parole ma.....*estrae la lancia*...ho il compito di riportarti indietro, ti prego Gwynsen non voglio combattere contro di te"
G:"Mpf...attaccami invece Ornstein. Sono irremovibile nella mia decisione" e anche lui si mise in guardia.

I due guerrieri sono all'arena rettangolare, prossimi al cancello opposto alla Grande Campana. Gwynsen stringe nella mano destra la sua spada-lancia mantenendo uno sguardo che non traspare alcuna emozione, Ornstein ha l'animo calmo ma è determinato. Non ha remore a scagliarsi con tutto sè stesso in questa che potrebbe essere la sua ultima battaglia.
Ornstein respira scatta in avanti, velocissimo, l'occhio umano non lo vedrebbe di certo. Vibra il colpo, Gwynsen apre gli occhi e lo devia senza sforzo alcuno, facendo capitolare l'ammazzadraghi a terra. In un millisecondo imbraccia l'arma a due mani e colpisce da sinistra verso destra Ornstein con un colpo terribile di piatto sul petto e poi fa partire un fendente poderoso verticale che sfiora soltanto l'ammazzadraghi, ma che dallo spostamento d'aria gli fa intuire la spropositata potenza del colpo. che lo avrebbe ammazzato in un lampo se lo avesse colpito.
L'ammazzadraghi capì che era una lotta impari: Gwynsen era troppo più forte di lui. L'inattività e i secoli non avevano diminuito la sua forza e la sua abilità. Frastornato dalla tremenda botta presa si inginocchiò e guardò il primogenito di Gwyn innanzi a lui, che si stagliava in tutta la sua possenza.
O:"E' passato troppo tempo, da quando ero Ornstein l'ammazzadraghi. Uno dei Quattro cavalieri di Lord Gwyn. E tu Gwynsen, saresti stato un Re sopraffino, molto migliore di tuo padre. La tua tecnica è ancora perfetta, la tua potenza è inenarrabile."
G:"Ornstein, ora cosa intendi fare? Hai visto che non hai speranze contro di me e la mia decisione di rimanere qua, nel mio esilio resta irremovibile. Amico mio, mi addolora dirti che, se volevi farmi tornare indietro, hai fatto un viaggio per nulla."
O:"No Gwynsen, con te ho potuto ricordare le mie glorie passate, il glorioso tempo che fu e che ormai non è più nemmeno storia per quanto è lontano. Ho vissuto troppo a lungo. Il mio compito si può dire che è finito."
G:"L'hai onorato perfettamente glorioso Ornstein! La tua gloria e il tuo onore restano intatti così come il tuo status di cavaliere."
O:"Ormai questa non mi serve più" disse mentre si tolse l'armatura dorata che lo aveva da sempre contraddistinto.
O:"Me ne vado Gwynsen, è stato un onore rivederti.....mio Re"
G:"Vivi quel che ti resta in pace Ornstein, te lo meriti. Addio." Detto questo, il dio della guerra richiamò il suo drago con un suono quasi impercettibile , vi salì su e sparì nel cielo.

Ornstein si incamminò verso la grande campana, alla porta sotto di essa ebbe un colpo di tosse che gli fece sputare un corposo fiotto di sangue.
non riusciva più a trattenerlo ma cercò di mostrare la sua fierezza fino all'ultimo. Capì che il colpo ricevuto gli era fatale, ma cercò di resistere fino a quando Gwynsen non se ne sarebbe andato. Preferiva morire da solo, senza sguardi compassionevoli.Andò oltre la porta e si sedette sul lato sinistro cercando di respirare e tenendo la mano sul petto, ove aveva ricevuto il tremendo colpo.
Nei suoi ultimi istanti di vita, ripensò alle sue battaglie, a Ciaran, Artorias e Gough l'Occhio di Falco i suoi vecchi compagni. Chissà che ne era stato di loro? Ormai non aveva importanza, era arrivato alla fine e non poteva tornare indietro per evitare l'irrimediabile. Non gli importava più.
Le palpebre iniziarono a farsi sempre più pesanti quando sentì una voce che lo chiamava. Cercando di aprire gli occhi vide Artorias, Ciaran e Gough davanti a lui. Artorias aveva la sua armatura originaria dorata, ossia del colore originario prima di metter piede nell'abisso che l'avrebbe poi corrotta.
Ciaran si avvicinò e gli tese la mano dicendo solo: "E'da tanto che ti stiamo aspettando, l'aldilà è un posto decisamente migliore del mondo in cui abbiamo vissuto." Tese la mano a Ciaran alzandosi e si ritrovò anche egli vestito dell'armatura...eppure l'aveva lasciata a terra, dall'altra parte dell'arena. Si voltò e vide il suo cadavere. Capì che era ormai libero.
Gough gli si avvicinò e disse "Ci sono altre battaglie da combattere, te la senti?" E Ornstein: "Non c'è bisogno di chiedere, andiamo e basta..."
Se ne andarono, lasciando il corpo del glorioso cavaliere seduto ed appoggiato al muro.

Nel suo petto rimase, a testimonianza del valore estremo che dimostrò di avere in vita, una brace...
   
 
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