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Autore: Therry_1984    13/06/2018    0 recensioni
Marzo 2015, Shinjuku. Ryo (detective di polizia) e Kaori (infermiera) sono fidanzati da quasi dieci anni. Il loro rapporto andrà in crisi quando un uomo che desidera vendetta (poichè il defunto padre poliziotto di Ryo ha ucciso il proprio, rapinatore di banca, moltissimi anni prima) ha progettato un piano astuto per fare soffrire Ryo cercando di separarlo da chi ama, cioè la sua fidanzata. Il malvivente architetterà l'omicidio della fidanzata di Mick, collega infermiere di Kaori ma innamorato di lei, cercando di far ricadere la colpa su di lui. Saeko, collega poliziotta di Ryo e innamorata di lui, ne approfitterà per allontanare i due fidanzati in modo squallido ed al di fuori di ogni morale, spingendosi oltre ogni limite. Nella storia sono presenti anche Hideyuki ed Umibozu (rispettivamente gestore della struttura per anziani dove lavora Kaori e coordinatore infermieristico). Ma c'è un altro personaggio in pista che mira al cuore di Kaori: Patrick Darcy, il suo avvocato. Come andrà a finire? Buona lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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Cap. 18 - CONFESSIONI SULLA SPIAGGIA (Seguito Cap. 17)

1 Aprile, ore 05:00
Ryo - Saeko


Erano entrambi seduti sulla spiaggia fredda, in silenzio, che osservavano le prime luci dell'alba. Era da circa una buona mezz'ora che nessuno dei due aveva voluto proferir parola. Saeko sentiva dentro di lei che qualcosa sarebbe cambiato, nel bene o nel male. Aspettava che Ryo dicesse qualcosa. Invece se ne stava muto con una sigaretta accesa in bocca a scrutare il mare inondato dai colori passionali e coinvolgenti di quell'ora. Non c'era anima viva oltre a loro sulla spiaggia. E si sentivano come i sopravvissuti di una catastrofe naturale.

Sulla baia di Shinjuku le luci arancioni del sole che sorgeva e lo spettacolo incantevole della natura ammagliavano gli occhi dei due presenti. Saeko guardava quel viso virile, quegli occhi che non vedevano il letto da almeno ventiquattro ore, le occhiaie e le rughe di espressione che lo rendevano l'uomo più affascinante che avesse mai conosciuto.

Era per caso un delitto fare pensieri sconci su un figo del genere? Tutte le poliziotte al dipartimento avevano pensieri sconci su uno così. Doveva per forza sentirsi una merda, si disse Saeko, se era contenta che tra lui e Kaori le cose non andassero e finalmente lei avrebbe potuto avere la sua opportunità? Era così terribile dover sacrificare la voce onesta della propria coscienza che le stava impedendo di creare un piano diabolico per attrarlo a sè in modo definitivo? La donna sospirò ma poi si spostò dalla posizione seduta in cui era, a piedi nudi sulla sabbia. E decise di parlare:

- Ne verrai fuori, Ryo, da questa situazione... io ti sarò accanto. - Disse lei con un filo di voce.

Lui staccò la sigaretta dalla bocca e la guardò con lo sguardo cupo:

- Non si tratta di questo. - Disse lui amaramente. - Mi sono comportato nel modo in cui non avrei mai voluto. Io che millanto di soccorrere sempre i bisognosi, ora che Kaori potrebbe davvero passare della grane, io... ecco... ho pensato solo a me. Alla mia carriera, capisci? E' la prima cosa a cui ho pensato. Non ho pensato a lei che sicuramente non è in una buona posizione. Mi sento male. Sarebbe stato peggio se l'avessi tradita con un'altra donna. Sto dubitando della sua buona fede. E questo non me lo perdonerò mai. - Concluse lui.

Una lacrima solitaria gli scese dall'angolo dell'occhio destro, solcando la guancia che Saeko poteva vedere in quel momento. Non era sicura che fosse veramente una lacrima, c'era solo un'ombra, qualcosa che si muoveva. Lei non aveva mai visto Ryo piangere in tutti quegli anni. Pensava che lui le lacrime quasi non le avesse. Invece, in quel momento, il suo cuore era spezzato. Che avrebbe dovuto fare? Si chiese Saeko. Tenere le distanze o correre ad abbracciarlo? Perchè poi, parliamone, stava pensando ad un'altra donna che non era lei. Improvvisamente il suo intuito le venne in aiuto e rimase ferma dove era:

- E' Mick che è nei guai, non Kaori... sicuramente non è in una buona posizione ma... insomma, non capisco. - Gli disse la poliziotta. Così lui spense la sigaretta sulla sabbia e le fece un breve riassunto di quello che era successo nella giornata, aggiungendo il fatto che il reggiseno di Kaori era stato ritrovato sul cadavere della donna.

Ryo le spiegò che era per quel motivo che si trovava da Reika in obitorio a quell'ora tarda e che, comunque, era meglio dirlo subito prima che lo scoprissero per altre vie, sia lei che gli altri suoi colleghi.

Saeko non lo interruppe durante il discorso, ma dentro di lei un'ondata malsana di allegria la pervase.

La maga allora ci aveva visto bene.

- Allora, Ryo... che dire? - Disse lei infine cercando di mantenere la calma. Il suo alter ego avrebbe potuto svestirsi e ballare nuda sulla spiaggia per la contentezza. Ma ci voleva contegno. Una parvenza di serietà, oggettività. - Sono senza parole. Ma tu pensi che Kaori sia davvero coinvolta? Che lei e Mick abbiano una storia? -

Ok, si disse. Era il suo momento. L'occasione per insinuare il dubbio era arrivata. Perchè solo i dubbi distruggevano le storie d'amore. Ed il suo obiettivo primario era lì. Si disse Saeko.

Doveva mantenere un certo distacco ma coinvolgimento nello stesso modo. Pensa, Saeko, è la tua occasione. Si continuava a ripetere la donna.

- Nessuno ti può fornire le prove che Kaori e Mick abbiano o abbiano avuto una storia. Intanto è chiaramente oggettivo che cenavano insieme in un ristorante e che era altrettanto un caso che noi fossimo lì. Se non ci fossimo stati? Devi attenerti ai fatti, ok. - Proseguì Saeko.

I fatti erano che il dubbio che quei due avessero una relazione era sempre più probabile. Avete mai visto l'orgoglio di un uomo, un maschio alfa, divorato dalla sensazione di essere tradito e con una fidanzata su cui avrebbe scommesso tutto ciò che di più caro aveva, indagata per omicidio? I pensieri di Ryo si affollavano come un'emorragia che non si riesce a placare e le emorragie, si sa, portano alla morte.

Si sdraiò completamente sulla sabbia, sospirando, come se il peso delle sorti dell'umanità fosse tutto sulle proprie spalle, indeciso al momento se arrendersi o lottare. L'amore o la carriera? Salvare capra e cavoli o farsi scivolare tutto via? Si chiese l'uomo.

Lui che era sempre stato un tipo d'azione, uno che al primo intoppo caricava la Python e partiva all'avventura, spesso senza un piano, confidando nelle proprie capacità e sangue freddo che, in qualche modo ce l'avrebbe sempre fatta, perchè non poteva essere così anche ora? Perchè in quel momento si sentiva così vulnerabile? Perchè la situazione non era sotto il suo solito controllo? Perchè aveva permesso alle cose che gli sfuggissero di mano? Forse, se in quel periodo, fosse stato più vicino a Kaori tutto questo non sarebbe accaduto. Mick non avrebbe avuto modo di portarla fuori a cena perchè l'avrebbe fatto lui, non si sarebbe comportato come un animale spaccandogli il muso su un cofano. Eccetera eccetera.

Non si accorse quasi nemmeno, se non all'ultimo momento che Saeko gli si era sdraiata vicino e gli stava accarezzando i capelli con dolcezza. Sì, effettivamente capì che non era il momento, ma era tutto quello di cui aveva bisogno. Che qualcuno fosse lì accanto a lui e gli dicesse che ce l'avrebbe fatta e che sarebbe andato tutto a posto.

Che lui, quale "risolutore" che era, avrebbe fatto ricombaciare tutti i pezzi. Stettero così in silenzio, a respirare l'aria pulita del mare mentre la brezza avvolgeva i loro corpi e le loro anime. Sentì un bacio sulla guancia. Soffice, tenero, come quello di una madre ad un figlio prima della buonanotte.

Non si girò per ricambiare. Ci stava un casino, sarebbe stato un bel gesto, ma non era il momento.

L'istinto di Saeko aveva deciso di osare. Con garbo. A metà strada fra la comprensione e l'amicizia. A metà strada fra un amore soffocato ed uno che grida di venir fuori. Come un bambino che vuol nascere a tutti i costi. Come la pioggia che rompe gli argini di un fiume. Era un momento delicato, si disse Saeko. Una sola cosa fuori posto e sarebbe tutto finito, tutto frainteso. Ryo in quel momento non aveva bisogno di amore e nemmeno di sesso, ma di un metodo per venire fuori da quella situazione.

Ryo aveva bisogno di un piano. Una di quelle cose che si programmano prima di entrare in azione e salvare gli amici in difficoltà. Il trucco stava nel dare all'uomo quello di cui gli serviva in quel momento. Se uno sta morendo di sete in pieno deserto, gli serve più un bicchiere d'acqua che una donna seminuda pronta a fare sesso. E questo Saeko, lo sapeva. Una parte di lei sapeva che quella situazione poteva essere portata a suo vantaggio. Doveva solo capire come.

- Ryo, ascoltami, dobbiamo comportarci come se questo fosse un caso che non riguardasse te. Tu lo sai che non puoi partecipare ufficialmente alle indagini ma dato che mio padre per un po' non sarà in Giappone, possiamo muoverci un po' meglio. L'importante è che non ti fai vedere in Commissariato. Ormai la notizia che sei stato esonerato e che sei fuori dai giochi è di dominio pubblico. Ho bisogno che mi consegni pistola e distintivo. Tu lo sai, è la prassi. Devi tenerti a debita distanza da Kaori almeno finchè le cose non si saranno risolte un po' e non si sarà capito che parte ha Mick in tutto questo. Lo so che è doloroso, ma è necessario. - Concluse Saeko con calma. Lei lo sapeva che lui era un tipo istintivo ma in questa situazione c'era poco da agire in modo avventato. Saeko sapeva che nonostante lui fosse una "testa calda", sapeva anche essere razionale.

- Lo so, hai ragione, grazie. - Disse lui appoggiandogli una mano sulla sua. - Grazie che ci sei. -

Seduti a gambe incrociate uno di fianco all'altra, si guardarono con amicizia e complicità.

- Sono la tua partner, Ryo. I problemi tuoi, sono anche problemi miei. - Aggiunse lei.

Nemmeno nelle migliori serie tv sentimentali ci sciorinano certe frasi ad effetto. Saeko era orgogliosa. La parola "partner" si usava come compagna di lavoro ma in quel caso - sfumatura che aveva notato solo lei - poteva anche assumere toni leggermente diversi.

Ryo le diede pistola e distintivo.

- Sono un uomo libero, ora. - Disse lui scherzando mentre si alzava da quella posizione.

- Mi piace il tuo spirito, bisogna prenderla così. Però adesso abbiamo bisogno di dormire. Ti riporto a casa. Ti chiamo io quando ho delle novità. Per il resto, stattene buono e non fare del casino. -

- Mh, io che non faccio del casino? Sarà difficile... - Si guardarono per un attimo come due complici e poi salirono in auto.

   
 
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