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Autore: Ino_Nara    14/06/2018    0 recensioni
Kensi è una ragazzina che ha perso i genitori tempo fa, ed è ormai abituata a vivere da sola.
Dopo un primo trasferimento a causa del lavoro della zia, la ragazza si trasferirà una seconda volta senza un' apparente motivo.
Scoprirà solo in seguito qual'è il suo passato, per quale motivo ha perso la memoria e grazie ai nuovi compagni tornerà a vivere, anche meglio di prima.
Dal testo: "Una bambina,decisamente cresciuta, stretta al suo ragazzo, in quella che era una disperata ricerca di calore e affetto; un uomo, ancora troppo bambino, che sembrava proteggerla da tutto pure nel sonno, quasi volesse rimediare ad errori passati e recuperare il tempo perduto."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, La zia/La fata, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimasi svenuta per pochi secondi, ancora tra le sue braccia. Riaprii gli occhi un istante dopo, scandalizzata per quello che era successo.
Stretta a lui mi sentivo oppressa, stavo per scoppiare a piangere per quello che avevo fatto; avrei rovinato il Natale a tutti.
Cercai di staccarlo da me, spingendolo via con tutta la forza che avevo nelle braccia, non riuscendo a smuoverlo di un solo millimetro.
Lui continuava a fissarmi, gli occhi tra il severo e il preoccupato; non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Scoppiai a piangere, stropicciandomi con le mani il vestito, andando a toccarmi la faccia cercando di non intaccare quello che del trucco poteva essermi rimasto sul viso.
Mi tratteneva tra le sue braccia, senza aprire bocca. Mi lamentai, chiamando il suo nome, cercando ancora di liberarmi.
"Ma che diavolo ti é preso?! Se non ti conoscessi direi che ti sei bevuta il cervello! Kensi dove hai messo la testa questa sera?!"
Lo guardai con gli occhi rossi, pieni di lacrime, un fiume in piena pronto a straripare.
"Guardati…"
Una mano lasciò il mio fianco, per portarsi sulla mia fronte, leggermente spostata di lato, andando a toccarmi in un punto che era decisamente sensibile. Involontariamente le lacrime, calde, bagnarono le mie guance, mentre Castiel mi scostava i capelli dal volto.
"Vieni, dobbiamo sistemare questo disastro…"
Mi alzò di peso, facendo attenzione a non lasciare indietro il lungo vestito, che miracolosamente era uscito illeso dal mio volo sul ghiaccio.
Rimane zitto fino a quando non rientriamo nella villa, dove svolta subito in direzione delle scale facendo attenzione a non passare davanti al salotto, dove ancora le risate rieccheggiano serene. Man mano che procede sugli scalini, sempre tenendomi in braccio, sentiamo due voci discutere al piano di sopra, una sembra angosciata, se non in singhiozzi.
Finalmente il mio corpo comincia ad abituarsi al calore di quella casa, e la testa mi gira, facendomi stringere qncora di più al petto di Castiel, raggomitolandomi e chiudendo gli occhi. Arriva in bagno, e girata la chiave nella serratura mi lascia a terra. Mi guarda, dalla testa ai piedi e dai piedi alla testa, con lo sguardo ancora marcato da una profonda disapprovazione.
"Dannazione Kensi! Con tutto quello che potevi fare, tutto quello che potevi rovinare, dovevi proprio sbattere la testa in quel modo?! Ma hai la minima idea di quanto io mi sia preoccupato e lo sia tutt'ora? Hai idea di cosa direbbero e farebbero gli altri?!"
Abbassai la testa, cercando di evitare il contatto con i suoi occhi.
"Kensi…"
Sentii le sue mani fredde afferrarmi il volto, alzarlo alla sua altezza e prima che potessi vedere qualunque cosa, le sue labbra furono prepotenti sulle mie, per poi addolcirsi, baciandomi ripetutamente. Si staccò da me e sospirò, girandosi poi verso lo scaffale vicino allo specchio per prendere cotone e alcool. Tirandosi su le maniche della camicia e spostandomi nuovamente i capelli cominciò a ripulirmi dal sangue che cominciava a coagularsi, andando a pulire ogni angolo del taglio che mi ero procurata. Quando ebbe finito il lavoro fece scorrere le mani su tutto il mio corpo, come per accertarsi che stessi bene. Continuai a guradarlo fare, respirando lentamente e profondamente, per fate scemare il dolore e eliminare le lacrime che mi annebbiavano la vista.
"Tesoro, smetti di guardarmi con quegli occhi, dì qualcosa."
Mi strinsi forte a lui e lasciando scorrere le ultime lacrime gli chiesi sucsa per quello che avevo fatto.
"Dimmi solo che ti é preso…"
"Se non l'avessi difesa probabilmente sarei stata nervosa come non mai, ma non tanto da scapparmene via. Non posso sopportare di vederti con altre, e non perché non mi fidi di te, perché non mi fido di loro. Melody ha dei modi che non mi piacciono e la sua presenza a questa serata, per quanto possiamo andare d'accordo, non mi é piaciuta affatto; non fa parte del nostro gruppo di amici stretti."
"Neppure Nathaniel se é per questo…"
"Sei il solito Castiel, sai bene che Nath é nel gruplo da sempre, certo, potrà non andare d'accordo con tutti, ma é un valido elemento. Fatto stà che deve stare attento a chi si porta appresso."
"Comunque sai bene che non ha fatto nulla di male vero? Stava appunto dividendo me e lui quando sei arrivata."
"Che veda di stare attaccata al ragazzo giusto la prossima volta, non tollererei la cosa una seconda volta. E sappi che in ogni caso ce l'ho anche con te, non mi aspettavo che avresti preso le sue difese, mister "il contatto fisico non fa per me"; non ti sembrava farti così schifo alla fine."
"Kensi, stavo solo cercando di non rovinare la festa di Natale con una delle mie solite storie, e poi saresti arrivata tu in poco tempo; pensavo saresti stata fiera di me."
"Davvero non ti capisco: sai benissimo che sono sempre fiera e orgogliosa di stare con te!"
Strinse la sua presa attorno alla sua vita.
"Volevo solo ripagarti per gli ultimi giorni…"
"Voglio solo che tu sia felice."
Mentre gli afferravo il volto e facevo congiungere le nostre labbra, qualcuno bussò alla porta.
"Un attimo!"
Borbottò il rosso allungando un braccio verso la porta mentre continuava a baciarmi. Fece scattare la serratura staccandosi da me, sussurrandomi poi a pochi centimetri dal volto che mi amava.
Nathaniel si palesò davanti alla porta, decisamente imbarazzato.
"Scusate se…ehm..vi interrompo… Di là c'é Melody che non riesce a darsi pace per quello che é successo, continuo a ripeterle che é tutto ok, ma non vuole darmi retta, potreste venire a dirglielo voi?"
Castiel lo guardò corrucciato.
"Tutto ok tua sorella, ma conoscendola direi che di ok non ha nulla."
La faccia di Nathaniel passò dall'imbarazzato allo scocciato, ma presi subito Castiel per mano interrompendo la silenziosa lotta che si andava formando tra i loro sguardi.
"Certo, non preoccuprati, facci strada."
"Ma tu Kensi come stai?"
"Bene…"
"Bene anche te a tua sorella tesoro, non dopo quello che é successo, ma tanto sei tu a dare ordini."
"Appunto, a entrambi, quindi tu per il momento vedi di smettere di ribattere e tu portami da Melody, prima che cambi idea."
Riinquadrai l'ordine delle cose, rimettendo ognuno al proprio posto.
Quando vidi Melody pensai che il suo stato era forse più pietoso del mio, che fortunatamente non avevo ancora avuto potuto verificare. Teneva gli occhi fissi contro la parete e si stava torturando le mani.
"Melody, Melody guardami, va tutto bene, anzi, scusami per la reazione esagerata é solo che sai, quando a una ragazza piace veramente un ragazzo…"
Avevo deciso che sarei stata carina con lei, ma non potei trattenermi dal buttargli li quella sottile battuta, che ero sicura avrebbe colto al volo. Si girò infatti subito verso la mia direzione, ma dovette accorgersi del taglio in fronte, perché si alzò di scatto e mi venne vicino. Strinsi più forte la mano a Castiel, che ricambiò la stretta come a volermi rassicurare. 
"Kensi, sei sicura che sia tutto ok?"
La sua voce era tornata quella di solito, e nonostante la preoccupazione fosse ben chiara nei suoi occhi anche il volto si ridistese.
"Si, davvero e davvero, scusami per la scenata di prima. Ora te ne prego, tu e Nathaniel tornate giù alla festa, vi raggiungiamo tra un attimo."
Melody e Nath ci lasciarono da soli in quel salottino al secondo piano; mi girai a guardare Castiel.
"Ultimamente sto facendo parecchi sforzi perché tutto vada bene, tra noi e con gli altri; é faticoso, dovresti viziarmi ogni tanto, sai?"
"Dici? Non vedevo l'ora che me lo chiedessi."
E piegandosi in avanti, sostenendo la mia caduta con le braccia, mi baciò intensamente come poche altre volte aveva fatto.
"Non son il tipo da dirlo così tante volte in poco tempo, ma ti amo Kensi."
"Ti amo anche io, Castiel."
Lo baciai leggermente, per poi scendere lentamente le scale, tenendomi il vestito lungo e sorreggendomi alla ringhiera mentre Castiel scendeva le scale dietro di me, studiando attento ogni mio movimento.
"Domattina ti porto a fare una visita dagli infermieri dei miei, mi fa morire di paura non sapere se va tutto bene."
Appena entrammo in sala Rosalya mi fu addosso, cominciando a sparare domande a raffica, senza prendere aria tra una parola e l'altra; poi notò la fronte.
"Ragazza, non sperare di cavartela con un misero "va tutto bene" questa volta!" 


  
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