Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: _M4h_    15/06/2018    3 recensioni
Questa ff parla di una Rin ormai “grande”. Parla dei suoi sogni, della sua visione del mondo, dei suoi desideri e della sua vita al villaggio.
Insomma parla del solo ed unico essere che è riuscito con la sua semplicità, tutta umana, e la sua dolcezza disarmante a stregate il grande Sesshomaru.
Ma soprattutto parla della sua lunga lunga attesa...
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kohaku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Come immaginavo il più difficile da scegliere è il titolo !
Comunque ho buttato giù quasi di getto questa one-shot che avevo in testa da parecchio e rileggendola non mi è sembrata poi così male quindi ... ecco la mia prima ff.
Essendo totalmente inesperta ogni critica costruttiva è ben accetta.
L’ho letta e riletta ma ovviamente qualche errore (o orrore come diceva la mia prof.) può essermi scappato, non esitate quindi a farmelo notare.
In ogni caso spero vi piaccia.. fatemi sapere.
Enjoy!


Erano passati dieci anni.
Dieci lunghi anni dalla morte di Naraku.
Ed era da ormai dieci anni che Rin viveva nel villaggio di Musashi insieme ad Inuyasha e a tutti gli altri.

Era stata affidata alle amorevoli cure di Kaede per permetterle di imparare a convivere con gli essere umani. Ma purtroppo l’onorevole sacerdotessa era morta tre anni prima, una malattia se l’era portata via in poco tempo. Grazie alle erbe di Jinenji non aveva sofferto troppo e Kagome divenne la miko responsabile del villaggio.

Rin era ormai diventata una splendida ragazza di diciotto anni.
E passava il suo tempo ad aiutare Kagome nel suo lavoro di sacerdotessa esattamente come aveva fatto con Kaede in precedenza.
Le sue giornate scorrevano lente e monotone. Ogni giorno era identico al precedente.
L’unico momento veramente gratificante della sua giornata era quando verso sera, finiti i lavori e le faccende domestiche, poteva concedersi un momento di pausa tutto suo.
Da sola, lontana dai rumori della vita frenetica del villaggio.
Nel suo piccolo angolo di paradiso personale, il suo giardino segreto, poteva finalmente essere se stessa.

Il suo posto segreto era una radura nel cuore della foresta vicino al Goshinboku. Le piaceva quel posto perché vi crescevano molti fiori e soprattuto in quel periodo dell’anno l’odore intenso che ne scaturiva riusciva a coprire ogni altro odore permettendole di vagare con la sua mente in luoghi nuovi, esotici e magnifici.
Aveva sempre amato i fiori fin da bambina.

Chiuse gli occhi, inspiro a pieni polmoni la fragranza dei fiori rossi vicino a lei. Peonie. I suoi fiori preferiti.
Il tenue calore del sole di metà maggio le scaldava la pelle e il rumore del fiume poco lontano la fece precipitare in uno stato di dormiveglia che le permise di sentirsi in perfetta sintonia con la natura intorno a lei.

Era uno dei suoi pochi piaceri, un breve momento tutto suo che cercava di concedersi ogni giorno.
Pochi minuti in cui permetteva alla sua mente di vagare e di pensare a Lui.
Di fantasticare su di lui senza limiti.
Quindici minuti al giorno nulla di più.

Sentì dei passi.
Leggeri e incerti che si fermarono di colpo, poco distante.
Rin riluttante si costrinse ad aprire gli occhi e lo vide.
La guardava e sorrideva.

“Ti ho trovata finalmente, è quindi qui che ti nascondi ogni giorno?” chiese Kohaku, riprendendo a camminare verso di lei.

Rin si sforzò di sorridere in ritorno.
A quanto pare avrebbe dovuto trovare un altro posto segreto. Non sarebbe stato facile.

Kohaku si era installato da poco più di un anno al villaggio. Aveva passato gli ultimi anni a girovagare per il paese in lungo e in largo per allenarsi ed imparare nuove potenti tecniche al fine di diventare uno degli sterminatori di demoni più forti del paese e poter far ammenda per le “sue” colpe passate.

Il viaggio, e forse anche il tempo, lo avevano aiutato e il suo animo non era più tormentato come un tempo. Ora riusciva anche a sorridere.

“Si, volevo raccogliere dei fiori da portare sulla tomba della venerabile Kaede” rispose Rin di rimando.

“Posso unirmi a te?” chiese Kohaku.

Rin acconsentì. Rimasero così per un po’ tutti e due in silenzio a contemplare l’immensità della natura.

In seguito Kohaku parlò.

“Rin, ti trovi bene al villaggio? Sei felice?”

La domanda del ragazzo la spiazzò. Ma prima che avesse avuto il tempo di rispondere Kohaku aggiunse :
“Sai, sono ormai 10 anni che vivi al villaggio ma a parte me, mia sorella e la sua famiglia, Kagome, Inuyasha o Shippo non hai amici. Sei spesso da sola.
Non capisco, non hai mai avuto problemi a parlare con gli altri e farti dei nuovi amici. Sei anche riuscita a farti adottare da un demone superiore conosciuto per il suo odio indiscusso verso gli umani...”

Rin abbasso lo sguardo. Senti una fitta tremenda al cuore. Adottare non gli era piaciuto quel termine. Lui non l’aveva adottata. Rin non era sua figlia.

Ma era abituata a quei discorsi. In tutti quegli anni in molti le avevano cercato di spiegare che era una semplice umana non era abbastanza per un demone, soprattutto per uno della sua classe sociale. E non avrebbe dovuto illudersi perché non sarebbe mai tornato per lei, non l’avrebbe mai ripresa con sé. Poiché i demoni sono crudeli e incapaci di amare.
Ma lei sapeva, l’aveva constatato quando era solo una bambina che i demoni amano. Forse non nello stesso modo degli esseri umani ma sicuramente altrettanto intensamente.

Kaede le mancava, lei sapeva sempre dire la cosa giusta per tirarla su di morale. E in quel momento ne aveva veramente bisogno.

“Kohaku, le persone del villaggio sono delle brave persone. Semplicemente credo che non abbiamo nulla in comune.
Le mie coetanee si preoccupano di avere un piatto caldo in tavola tutti i giorni, di comprare dei bei vestiti e di riuscire a trovare un buon marito. Ma a me queste cose non mi interessano.
Io sogno di viaggi, libertà e avventura. Fredde notti sotto le stelle e scoperte di nuove culture e usanze. Non voglio invecchiare è morire in questo villaggio...
Lo so, sono io la strana. Sicuramente la mia infanzia sconsiderata ne è per qualcosa.” le scappó un risolino “ma.. non rimpiango nulla. Anzi...”

Kohaku fissò intensamente i suoi occhi nocciola, così maledettamente espressivi, e disse : “che cosa aspetti Rin? O meglio... chi aspetti?”

“Lo sai” rispose la ragazza.

“Mmh. Ok. Allora, che cosa provi per lui?” chiese infine Kohaku.

Rin non rispose.

“Dimmelo ti prego io devo.. io... ho bisogno di saperlo.. di sentirtelo dire!” la supplicó Kohaku.

Rin sospiró. In molti, compresa Kagome, le avevano posto la stessa domanda è Rin si era sempre rifiutata di rispondere. Ma non quel giorno non a lui non in quel posto.
Quindi fece la sola cosa che poté fare e rispose, il più onestamente possibile, anche se sapeva che il suo amico ne avrebbe sofferto.

“La mia vita gli appartiene. Lui mi ha salvato innumerevoli volte e mi ha riportato in vita ben due volte. La mia intera vita gli appartiene. Senza di lui non sarei qui ora con te.
Lo amo. Da sempre. Penso di averlo amato senza saperlo dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati. È stato il destino a farci incontrare. E ogni momento passato con lui anche il più triste è stato importante per me e non ci rinuncerei per nulla al mondo.
Mi hai chiesto cosa aspetto? Aspetto che mantenga la sua promessa e venga a riprendermi per portarmi via con lui. Di nuovo insieme con Jaken e Ah-Un. Per sempre.
E quando verrà, perché io so che verra, non ha mai mentito. Lui non mente mai. Non ha motivo di farlo. Allora solo allora sarò veramente felice e completamente libera di essere me stessa. Perché lui non mi ha mai imposto nulla, non mi ha mai messo dei limiti o restrizioni. Mi ha sempre permesso di essere me stessa. Così dannatamente umana, fragile e diversa da lui. Così strana. Ma non mi ha mai ne giudicato ne criticato per questa mia natura diversa. Al contrario ha sempre cercato di capirmi e ha sempre rispettato le mie scelte. Per tutto questo, io lo amo.”

Rin guardò Kohaku aspettando una qualche risposta che non venne. Gli diede il tempo di assimilare tutte le informazioni e rimasero in silenzio a fissare l’orizzonte.
Quando finalmente Kohaku parló il cielo era ormai passato da un tenue color arancione al blu intenso.
E il sole stava lentamente calando lasciando il posto a una magnifica luna piena che proiettava strane ombre sul filo dell’acqua.

“Capisco Rin. Ti auguro di essere felice con lui. Mi mancherai. Ci mancherai. Ma penso che sia la scelta migliore per te. E sono sicuro che verra a prenderti presto”
Detto ciò si levò sorrise a Rin e fece qualche passo verso il villaggio. Si fermò. Si volto verso di lei e le chiese :
“Che fai non vieni? Stasera c’è il spring rose festival! Ci saranno tutti” per poi aggiungere “magari riuscirò a convincere Aiko a ballare con me”
“ahahaha non credo che avrai molta difficoltà a convincerla” rispose Rin.
“Penso tu abbia ragione” confermo Kohaku con un sorriso ammiccante.
E tra le risate i due si diressero insieme al villaggio.

Non potevano ovviamente sapere che poco lontano nascosto tra gli alberi qualcuno aveva ascoltato con estrema attenzione tutta la conversazione dei due giovani.
Sesshomaru sorrise, anche se impercettibilmente.
E si diresse lentamente verso il villaggio.
Era arrivato il momento, Rin era pronta.
Quella sera stessa le avrebbe posto la domanda.
E l’avrebbe portata via con sé.
Per sempre.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: _M4h_