Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Harry Fine    15/06/2018    2 recensioni
Papillon è stato ormai sconfitto da anni. E da altrettanto tempo, Ladybug, Chat noir e gli altri portatori sono scomparsi nel nulla, creando le loro famiglie come persone normali. Ma un'ombra proveniente dal passato si profila nuovamente all'orizzonte. E stavolta, toccherà combattere ad una nuova generazione di portatori.
Saranno in grado di sventare la minaccia?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Adrien e Marinette erano ancora distesi addormentati nel loro letto matrimoniale, quando Plagg attraversò la porta a tutta birra e si gettò sulla faccia del biondo.
《Adrien! Adrien! ADRIEN! Avanti, svegliatevi voi due! È successo un vero e proprio disastro!》 Urlò, ma ricevette in risposta solo un verso assonnato dal suo ex portatore. 

Il Kwami allora iniziò a saltare con energia sulla punta del suo naso. 《Svegliati moccioso! Svegliati, ho detto! Marinette è davanti a te senza biancheria e tu te la stai perdendo!》
《COSA!? Dove dove!?》 Urlò l'uomo, scattando a sedere, con gli occhi ancora lucidi di sonno che saettavano ovunque.

Solo che quando si rese conto che sua moglie ancora dormiva, e che soprattutto era ancora vestita, si imbronciò.
《Plagg! Ma che cosa vuoi!? Sono le sei del mattino! E perché non sei con Emma? Lo sai che deve vederci parlare.》
《È questo il punto idiota! Emma e il suo compagno stanotte hanno subito un attacco molto forte che li ha messi quasi del tutto fuori combattimento. E non da quei mostri, ma da quelle spocchiose a cui avete affidato i Miracoulus della farfalla e del pavone!》

L'uomo sbarrò gli occhi. Cos'era quella storia!?
《Non mi stai prendendo in giro vero?》
Plagg emise uno sbuffo esasperato. Era suo amico, ma seriamente era proprio tardo quando si svegliava.
《Moccioso, sulla vita dei miei portatori e sul mio adorato Camembert io non scherzo mai!》

Il biondo allora si mise a riflettere. Tutta quella storia prometteva molto male. Voleva dire che non c'erano quattro eroi a Parigi, bensì due squadre in competizione tra di loro!
E nella situazione attuale era proprio una delle cose peggiori che potessero capitare.
Stava per svegliare anche sua moglie ed avvertirla, quando Tikki attraversò la finestra come un proiettile e si gettò sulla sua ex portatrice, battendolo sul tempo.

《Mari! Mari! Marinette! Svelta, ti devi svegliare. Stanotte è successo un gran pasticcio con Emma e Jules! Svegliati!》
La donna, sentendo la voce della sua piccola amica rossa, si tirò su, stiracchiandosi.

《Tikki… che ci fai qui?》
《Sono venuta ad avvertirvi. Questa notte Emma e Jules sono stati attaccati da Paon e Mariposa.》

Esattamente come il marito poco prima, la donna sbarrò gli occhi. 
《Cosa?! Perché diamine lo avrebbero fatto?! Sono eroine come loro!》 
A quel punto intervenne il kwami nero. 《Sono convinte che loro due non siano degni di custodire i Miracoulus del gatto nero e della coccinella e vogliono riportarli nello scrigno.》

《È vero. Ci hanno colti di sorpresa e se loro due non fossero stati tanto rapidi a reagire, probabilmente li avrebbero sconfitti.》 Rincarò la sua compagna rossa.
Adrien, sentendo quel discorso, si rabbuiò. 《Sapevo che loro due sarebbero state portatrici dedite al loro compito, ma non in questo modo.》

《Forse avremmo dovuto raccomandarci di più con i loro kwami affinché avvertissero le loro custodi di prestare cautela e fiducia. Non avrebbero dovuto rivelare loro a cosa possono portare l'anello, gli orecchini e tutti gli altri gioielli se usati male.》
《O forse pensano semplicemente che loro saranno i primi bersagli di quel mostro. Magari vogliono solo impedire ad altri di correre il rischio che avete già corso voi.》 Commentò Tikki.

Il biondo sbuffò e si diresse senza rumore in camera di Emma.
La sua bambina dormiva tranquilla, ma il suo pigiama era screziato di rosso sulle cosce, un polpaccio ed una spalla e aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi.
Si vedeva che era stanca, ma comunicava una grande forza che lo rendeva fiero di lei. Semplicemente non voleva che le accadesse nulla di brutto. 

Le accarezzò i lunghi capelli sotto lo sguardo intenerito della moglie. Tutti e due sapevano quanto fosse dura la vita da eroi e quanto potesse mettere in situazioni pericolose, ma nessuno era disposto a lasciare che questo la schiacciasse.
《Vedrai che sapremo aiutarti tesoro. Tu e il tuo amico non avrete più problemi. Farò di tutto per proteggere sia te che i tuoi fratelli.》 

Sotto lo sguardo sorpreso dei Kwami e di Marinette, si mosse in salotto, avvicinandosi al grammofono che nascondeva i Miracoulus rimasti.
《Adrien… ne sei sicuro? Mettere in circolazione altri gioielli nella situazione attuale potrebbe rivelarsi molto più rischioso dell'ultima volta.》 Gli disse sua moglie.
Lui le sorrise. Comprendeva i suoi dubbi, ma Chatte noire e Coleoptere non potevano tenere testa a quei mostri e nel contempo a Paon e Mariposa senza un aiuto. Ed era perfettamente consapevole che Marinette era d'accordo.

《So che potrebbe essere una mossa azzardata, Milady. Ormai i mostri sono diventati più forti, di conseguenza anche il nostro nemico lo è, e ora ci sono anche due portatrici che sono ostili a nostra figlia e al suo partner e loro non possono andare avanti così. Ormai questa è l'unica scelta.》
La donna guardò ancora dubbiosa la scatola, ma poi ebbe un'illuminazione che la fece sorridere. 
《Credo… che tu abbia ragione, Micetto. E anzi, ho già una mezza idea di chi potrebbe essere il prossimo portatore che nascerà.》

 Dicendo questo, prese dallo scrigno, sempre con un sorriso smagliante, un ciondolo arancione a forma di coda di volpe.
Ovviamente era preoccupata per Emma e Jules e anche per il futuro detentore di quel Miraculus, ma credeva nella scelta di Adrien, che ormai condivideva.
Solo che non sapeva che, nel liceo della Dupont, ci fosse un gruppo di persone preoccupate quanto lei.

Davide, Xu, Dalia, Louis e Renè erano tutti piuttosto nervosi quel giorno.
Emma e Jules non si erano fatti minimamente sentire. Non avevano mandato neanche uno straccio di messaggio sul perché non fossero venuti a scuola e questo aveva messo in allarme gli altri cinque. Ci sarebbero potuti essere mille motivi per la loro assenza, solo che la situazione era troppo sospetta.

I loro amici si comportavano in modo seriamente strano negli ultimi tempi e loro non riuscivano minimamente a capire come mai. Sembrava quasi che si fosse innalzato un muro tra di loro.
Un muro apparentemente fatto di segreti e omissioni che si era innalzato di botto, escludendoli in parte dalla vita dei loro amici. 
E a tutti, specialmente al giovane italiano, quella storia pareva piuttosto indigesta. 

Sua madre Lila gli aveva insegnato a riconoscere e disprezzare ogni genere di bugia e lui, anche se non voleva esagerare, temeva che quei due gli stessero nascondendo qualcosa di grosso. E fu proprio questo che disse ai suoi amici alla ricreazione.

《Ma cosa potrebbe essere? Qualcosa che ha a che fare con quella ricerca su questi fantomatici Miraculus in cui ci hanno coinvolto?》 Chiesero i gemelli.
《È probabile. Non hanno più voluto riprendere l'argomento senza che nessuno avesse trovato niente. È questo già ci fa capire che sanno qualcosa più di noi.》 Commentò Xu.

《Ma perché mentire!? Siamo loro amici, non serve tenere tutti questi segreti. Li sosterremmo di sicuro in ogni situazione e loro lo sanno!》 
Il rossiccio non poteva che concordare con Dalia. Tutta quella situazione poi era seriamente assurda. 
Cosa potevano avere scoperto quei due di tanto terribile o importante da non poter più parlare con loro di tutta quella storia dei Miraculus?
E gli altri quattro stavano pensando la stessa cosa. Erano loro amici, decisamente intimi anche, e sia la mora che il ramato sapevano che avrebbero fatto di tutto per aiutarli, quindi perché tutto quel mistero?

Ognuno di loro continuò ad arrovellarsi su quella storia per l'intera mattinata, ignorando le lezioni, per fortuna piuttosto scarne vista l'imminente pausa estiva. Nei loro pensieri vorticavano mille ipotesi, dalle più positive alle più disparate, ma non volevano pensare subito al peggio. Il vero problema, però, era che quei due erano fin troppo strani in quel periodo.

Spesso saltavano le lezioni, avevano lo sguardo perso, erano diventati incredibilmente agili e allenati, come dimostravano i muscoli in rilievo che avevano visto sulle loro gambe e braccia, e sembravano spesso stanchi, ma tendevano anche a sorridere o arrossire se si menzionavano in modo positivo Chatte noire o Coleoptere.
E questo aveva messo in testa a tutto il gruppo l'idea che i loro amici potessero essere in qualche modo collegati ai due giovani eroi che, nonostante le varie prese in giro, stavano proteggendo Parigi da varie settimane ormai.

In ogni caso, Davide era contento che Xu, Dalia e i gemelli volessero aiutarlo a capire come aiutare i loro amici senza dargli del matto per le sue teorie su quel legame. Specialmente apprezzava l'aiuto del ragazzo cinese.
Lui era sempre stato un amico molto speciale e lo aveva sempre sostenuto in situazioni simili. Si erano incontrati quando ancora avevano dodici e tredici anni ed erano appena arrivati dall'Italia e dalla Cina con le loro madri.

Infatti, avevano legato a causa delle loro difficoltà col francese, con cui si erano aiutati a vicenda, visto che volevano riuscire a sostenere una vera conversazione con qualcuno, e così pian piano erano diventati migliori amici, unendosi poi ad Emma e Jules.
Ed era per questo che lui voleva capire come aiutare questi ultimi. Voleva rendere onore al suo ruolo di amico e anche scoprire in che razza di guai si fossero ficcati quei due irresponsabili.
E continuò a ripeterselo anche mentre tutti e cinque tornavano a casa, ma venne distratto proprio dalla voce del moro.

《Vedrai che andrà tutto bene, Davide. Aiuteremo Emma e Jules a venire a capo della situazione, qualsiasi sia il problema in cui sono finiti.》 Disse il giovane con un sorriso, replicato anche dagli altri tre suoi amici.
Lui sorrise di rimando, facendo arrossire un poco il più grande. 《Vi ringrazio. Vorrei solo che quei due la piantassero di tenere segreti e si aprissero.》
Eppure, l'italiano si sentiva di colpo molto più sereno e pronto ad andare affondo alla questione. Sarebbe riuscito a risolvere quel mistero e a capire meglio la situazione dei suoi amici. Si, ce l'avrebbe fatta.

Solo che poi qualcuno gli venne addosso, facendolo sbilanciare in avanti, interrompendo i suoi pensieri e rischiando di mandarlo con il naso sulle pietre della strada. 
《Hey! Fai attenzione a dove cammini!》 Disse irritato,  per poi zittirsi quando vide di avere di fronte i Signori Agreste.
《Scusami, Davide. Non volevo arrivarti addosso, ma sono inciampato sulla strada.》 Gli disse l'uomo con un sorriso di scuse, un po' imbarazzato per la figura non proprio elegante.

《Oh, no. Non si preoccupi.》 Disse il giovane, vedendo poi Dalia farsi avanti. 
《Scusate, mi sapreste dire perché Emma oggi non è venuta a scuola oggi?》

Tutti e cinque i ragazzi giurarono di aver visto un lampo di preoccupazione passare negli occhi della coppia.
《Ehm… purtroppo oggi stava male. È impressionante che con questo caldo le sia venuta una febbre così. Temo sia troppo stressata per la scuola.》 Replicò la donna, solo che sembrava molto nervosa.
Era vero che Emma stava male e aveva bisogno di riposarsi, ma di sicuro non era a causa della febbre da stress che doveva restare a letto.

《Oh. Meno male allora. È solo che oggi anche Jules era assente ed eravamo un po' preoccupati che gli fosse successo qualcosa.》 Commentò Renè.
Sia lui che tutti gli altri avevano capito che c'era qualcos’altro sotto, così come Marinette e Adrien avevano intuito di non averli fregati del tutto, ma poi una voce femminile dall'accento smaccatamente italiano interruppe la loro conversazione.

《FUORI DA CASA MIA! FUORI! FUORI!》
Da una delle case lì vicino, quella in cui abitava Davide, due figure uscirono di corsa, con un atteggiamento decisamente ostile l'uno verso l'altra.

La prima delle due persone era una donna molto affascinante e incredibilmente somigliante al giovane italiano. Aveva infatti i suoi stessi capelli castano rossicci, nonostante i suoi fossero lunghissimi, gli stessi occhi verdi allungati e la stessa aria volpina e stava colpendo un uomo molto energicamente con una scopa.
Quest'ultimo, un tipo alto e distinto, che pareva essere sulla quarantina ed italiano anche lui, però, non sembrava disposto ad arretrare, nonostante le varie botte.

《Vattene subito via, Marcello. Ti ho detto che non voglio mai più vederti in casa mia o anche solo vicino e ti assicuro che non esiterò a denunciarti se ti avvicinerai a…》
《Mamma! Che sta succedendo?》 La interruppe Davide, correndo insieme ai suoi amici e ai signori Agreste verso la donna, che altri non era che sua madre, Lila Rossi.

Solo che quest’ultima impallidì quando vide suo figlio, mettendosi poi davanti a lui, nonostante fosse molto più bassa, quasi come volesse nasconderlo agli occhi dell'uomo.
Solo che quest'ultimo stava fissando il ragazzo come in trance. Percorreva il suo viso con grande interesse e sembrava quasi cercare qualcosa.

《Che vuoi da mia madre? Lasciala in pace.》 Lo incalzò invece in italiano Davide con astio.
Adesso anche lui stava fissando dritto negli occhi castani dell'uomo, solo che questo confronto portò i presenti a rendersi conto di un'altra cosa abbastanza bizzarra. 
Seppur il giovane fosse una copia sputata di sua madre, anche quel tizio sembrava somigliargli fin troppo.
Avevano stesse labbra sottili, i lineamenti slanciati quasi uguali e pure la postura del suo corpo pareva simile.

《Tu… tu… sei suo figlio?》 Chiese poi l'uomo nella loro lingua madre al rossiccio, indicando Lila.
《Si. E non so che cosa tu voglia da mia mamma, ma ti ho detto di lasciarla subito stare! Non ci metto niente a chiamare la polizia!》

A quel punto, lo sguardo castano dell'uomo parve sconcertato e poi si concentrò sulla donna davanti a lui con evidente ira.
《Non gli hai mai detto niente!?》
L'altra lo fronteggiò con spavalderia. 《Certo che no, Marcello! Non ho mai avuto intenzione di fartelo conoscere, quindi non gli ho parlato di niente. E ora vattene via! Ti ho già detto che devi tenerti lontano da noi.》.

《Io non vado da nessuna parte! Adesso che l'ho incontrato, non ho intenzione di lasciartelo! Lo riporterò con me in Italia!》
《Dovrai prima passare sul mio cadavere! Non toccherai mio figlio!》

Intanto, il diretto interessato, i suoi amici, Adrien e Marinette assistevano attoniti alla lite. Non ci stavano capendo niente. Almeno non finché Davide si decise ad intervenire, usando di nuovo il francese.
《Sentite, ora basta! Lei, se ne vada. Non so chi sia, ne come conosca mia madre, ma la lasci stare!》
《Non posso farlo.》

《E perché no!?》
《Perché questa traditrice mi ha sottratto qualcosa di importantissimo da tanti anni e che non si può rimpiazzare, scappando qui affinché io non lo trovassi! Ed è stata così codarda che non ti ha detto niente per anni… figliolo.》
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Harry Fine